FIFA 10: la recensione

Il lungo periodo meditativo all’interno dello spogliatoio, il rituale propiziatorio con cui ci si allaccia le scarpe e si aggiustano i parastinchi, lo sguardo penetrante dell’allenatore, il pubblico che inneggia al tuo nome all’annuncio dello speaker, l’esplosione di gioia della curva all’uscita dal tunnel della loro squadra del cuore: il calcio non è solamente uno sport, è un sussulto che scuote e anima la vita di milioni di persone, è una Fenice che s’alimenta delle fiamme della vittoria per rinascere in eterno dalle ceneri delle brucianti sconfitte maturate sul campo.

Il calcio è una religione con i suoi Ministri del culto, con le sue liturgie e con le sue feste comandate: l’inizio e la fine dei campionati e delle coppe (nazionali e non) è governato da un secolo a questa parte da appuntamenti ciclici come possono esserlo le finali o le amichevoli estive, manifestazioni di una volontà “superiore” (l’alta dirigenza della FIFA) che scandisce come un orologio invisibile le date d’apertura e chiusura delle competizioni.

Chiusosi il lungo periodo rigenerativo conosciuto come “pausa estiva”, il circo mediatico del calcio, e l’interpretazione videoludica che i ragazzi di Electronic Arts ne danno con il loro FIFA 10, è perciò pronto a regalare a tutti gli appassionati una nuova, ennesima ed attesissima stagione ricca di eventi che non chiedono altro se non di essere vissuti. Proviamo quindi a concentrare le nostre attenzioni sulle caratteristiche salienti che EA Canada ha voluto infondere nel capitolo di FIFA dedicato all’anno calcistico 2009-2010.

N.B.: la recensione è relativa alle sole versioni PlayStation 3 e Xbox 360: le altre sono affidate a diversi team di sviluppo e quindi molto diverse. La versione PC, ad esempio, è nettemente inferiore a quella presa in esame in questo articolo.

FISCHIO D’INIZIO: I NUOVI ACQUISTI SI AMBIENTANO

Cercando di avvicinarci a questa diciassettesima (ripetiamo, diciassettesima!) iterazione del filone principale della saga “pallonara” di EA Sports senza ricorrere scaramanticamente al ricordo dell’acqua santa versata da Trapattoni sui campi di Corea e Giappone in occasione dei Mondiali 2002, cominciamo con l’analizzare le ricche modalità di gioco approntate per l’occasione dagli studi canadesi di Electronic Arts.

Inserito il disco nella console, ad una superficiale occhiata i menù di FIFA 10 sembrano offrire un piatto quasi identico a quello che i fan hanno potuto “assaggiare” nelle edizioni 08 e, soprattutto, 09 della serie: la sorpresa più gradita arriva però dalle sotto-sezioni organizzate a tendina e contrassegnate da un eloquente e visibilissimo “NEW” per battezzarne nel migliore dei modi l’ingresso nella saga calcistica della multinazionale statunitense.

Particolarmente degne di nota sono le modalità “Virtual Pro” e “Pro Club Championship Online”: lasciandoci quest’ultima come chicca per il capitolo dedicato alla componente multiplayer di FIFA 10, possiamo candidamente considerare Virtual Pro come la manifestazione ultima dell’intero lavoro svolto da Electronic Arts nell’offrire un prodotto “personalizzante” e profondamente interattivo.

Dietro all’apparentemente anonima sezione “Virtual Pro” troviamo infatti racchiuso un incredibile e poderoso editor che ci permette di creare un giocatore partendo da un numero prefissato di “punti abilità”, dandogli magari le nostre sembianze mediante l’utilizzo della telecamera accessoria della nostra piattaforma da gioco: il passaggio seguente è quello di inserire il nostro alter ego virtuale nel gigantesco roster di giocatori di FIFA 10, avendo così l’opportunità di prendere parte a qualsiasi tipo di evento online ed offline (allenamento incluso) per potenziarne le caratteristiche affinandone la tecnica.

Graditissimo è anche il ritorno della modalità Allenamento, che in FIFA 10 è preposta alla preparazione “atletica” degli utenti e ai caricamenti attraverso una sorta di rigore in movimento (“all’americana”, direbbe il mai dimenticato Giorgio Tosatti) con cui potremo cimentarci in finte e tiri da fuori area prima dell’ingresso in campo della nostra squadra, il tutto mediante una telecamera ravvicinata che reagisce magnificamente alle nostre movenze sul manto erboso in uno campo senza platea nè pubblico pronto ad inneggiare al suo bomber del cuore.

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FINE PRIMO TEMPO: L’ALLENATORE SI AFFIDA AI VETERANI

Un titolo fidelizzante e caratterialmente distintivo, come può esserlo appunto un capitolo di FIFA, col passare degli anni evita di stravolgere la concezione videoludica del calcio offerta dal precedente episodio, “limitandosi” ad ottimizzare quanto di buono prodotto in passato: sotto questo punto di vista, FIFA 10 ha l’ingrato compito di perfezionare un qualcosa che, agli occhi degli utenti più esperti, appariva già tremendamente ottimo in FIFA 09.

Come abbiamo avuto modo di analizzare poche righe addietro con Virtual Pro, la gigantesca modalità “Professionista”, pur estendendo le sue maglie ad esperienze interattive rivolte all’aspetto “sociale” del calcio, non perde alcuna delle caratteristiche amate dai fan nei passati episodi della saga videoludica di EA, permettendoci quindi di fare nuovamente il giro del mondo per conoscere direttamente i campionati e le manifestazioni internazionali che imperlano l’arcipelago mondiale della Federazione Internazionale delle Associazioni Calcistiche (FIFA, per gli amici e per Blatter).

Riprodotte fedelmente come da tradizione per la storica serie targata Electronic Arts, quasi tutte le competizioni europee (comprese le edizioni minori dei campionati nazionali) ed una corposa scelta dei maggiori tornei asiatici ed americani potranno essere vissuti attraverso la rinnovata modalità “Allenatore”.

Fatta oggetto di un corposo processo di “restaurazione” da parte di EA Canada, la componente manageriale di FIFA 10 diventa un’esperienza gratificante che, finalmente, riduce al minimo tutta quella serie di “imperfezioni tecniche” che in passato erano vere e proprie fonti di frustrazione per il malcapitato allenatore costretto, ad esempio, ad assistere ad una campagna di trasferimenti illogica in cui le piccole squadre riuscivano a rinforzarsi facilmente con campioni internazionali.

Nonostante si sia posto un limite agli errori sfacciati dei capitoli precedenti, definire FIFA 10 un prodotto completo sotto il profilo manageriale continua però ad essere un errore per la vastità di caratteristiche gestionali che vengono tenute ancora a debita distanza dal simulatore calcistico di EA, che continua a dimostrare una perseveranza ed una “cocciutaggine” degna di un campione quarantenne che non ne vuole saperne di appendere gli scarpini al chiodo per presentarsi ai microfoni dei giornalisti con la divisa dirigenziale o col doppiopetto di un elegante allenatore.

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SUPPLEMENTARI: SERVONO FORZE FRESCHE, LARGO AI GIOVANI

Chi reputava concluso il processo di ottimizzazione e calibrazione della giocabilità di FIFA dopo quanto visto nell’ultimo capitolo, con FIFA 10 vedrà scardinare le proprie certezze grazie alla mastodontica opera di “ringiovanimento” che i ragazzi di EA Canada hanno compiuto sull’impalcatura videoludica della storica saga calcistica “made in USA”.

Protagonista indiscusso delle nuove meccaniche di gioco che governano i calciatori di FIFA 10 è il sistema di dribbling a 360 gradi: differentemente dai capitoli precedenti, in cui il movimento degli atleti digitali era vincolato a soli otto assi direzionali, adesso i nostri eroi virtuali obbediranno fedelmente (e finalmente!) all’ordine impartitogli tramite lo stick analogico.

Tale novità, presa singolarmente, non avrebbe alcun significato senza l’implementazione di una fisica adeguatamente in grado di gestire il pallone e tutto ciò che gli gravita attorno sul rettangolo di gioco: proprio per questo i ragazzi di EA Canada si sono prodigati nel compilare una fisica tutta nuova, con il risultato di offrire all’utente finale una mole davvero enorme di caratteristiche videoludicamente perfette per ricreare su una console ciò che accade realmente sul manto erboso degli stadi di mezzo mondo.

A beneficiare direttamente di questo “trattamento di bellezza” è la reattività dei calciatori e dei portieri: se FIFA 08 e 09 sono riusciti nel miracolo di “scollare” i giocatori dalla palla, FIFA 10 va ben oltre e simula, nella sua interezza, le interazioni fisiche che ne governano le movenze e che portano ad una reazione (come può essere uno stop aereo sbagliato per via dell’avversario che sporca il salto) piuttosto che un’altra (riuscendo cioè a stoppare il pallone in volo grazie alla stazza, all’altezza e alla coordinazione del proprio uomo rispetto a quella del difensore nemico).

Per quanto riguarda invece tutto ciò che concerne gli estremi difensori, possiamo felicemente constatare quanto FIFA 10 sia riuscito nell’impresa di “normalizzare” i paladini dell’area piccola dandogli un’intelligenza artificiale quantomai raffinata e sufficientemente rappresentativa di ciò che in realtà possono essere le controparti in carne ed ossa, diminuendo cioè il numero di “miracoli” dei portieri scarsi e le “papere” dei campioni assodati.

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MULTIPLAYER

Come vi abbiamo anticipato in precedenza, tra le tante modalità multigiocatore offerte da FIFA 10 la menzione d’onore spetta certamente alla “Pro Club Championship Online”, vera e propria sintesi tra la componente simulativa e quella “sociale” del nuovo lavoro di EA Canada.

Coloro i quali hanno trovato estremamente interessanti le caratteristiche peculiari della modalità “Virtual Pro”, entrando nella “Pro Club Championship Online” ne resteranno davvero estasiati per il modo con cui riesce a rapire il giocatore dandogli la possibilità di partecipare in multigiocatore ad un “universo parallelo” in cui intraprendere una meravigliosa carriera da calciatore professionista. Per rispettare una promessa così ambiziosa, i ragazzi degli studi canadesi di Electronic Arts permettono, ad ogni utente, di gestire un club e di ingaggiare un massimo di 50 avatar creati dagli altri giocatori in Rete: incamerati in una Leaderboards gestita direttamente da EA, i dati risultanti da queste operazioni di mercato e dall’evoluzione dei singoli avatar nelle rispettive carriere “Virtual Pro” garantiscono così una sorta di perenne “Fantacalcio” in cui ogni utente-presidente di FIFA 10 può potenziare la propria squadra vendendo ed acquistando i calciatori creati dagli altri, tentando così la faticosa ma eccitante scalata verso il successo dei vari tornei e campionati online approntati per l’occasione dalla casa di sviluppo statunitense.

Chi preferisce invece imbarcarsi nelle avventure calcistiche online affidandosi all’estro delle rappresentazioni digitali dei calciatori reali, può farlo naturalmente attraverso le ormai classiche modalità multigiocatore competitive e cooperative, entrate quasi obbligatoriamente nel bagaglio videoludico di un titolo, come questo FIFA 10, dalla longevità potenzialmente infinita per l’oceanica folla di appassionati cui si rivolge.

A tal proposito dobbiamo però constatare a malincuore quanto superficiale sia stato il lavoro svolto sulla realizzazione degli indicatori a schermo dei calciatori, una svista sopportabile ma che alla lunga rischia di minare profondamente l’intrattenimento garantito dai match disputati in cooperativa per via della difficile individuazione a schermo del personaggio selezionato, qualora avesse una casacca cromaticamente identica a quella della classica “freccina” che cinge l’atleta digitale come un’aureola.

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GRAFICA E SONORO

Il comparto grafico di FIFA 10 segue “filosoficamente” la strada seguita da Electronic Arts nel rinverdire il concept di gioco della sua storica saga calcistica, ammorbidendo le spigolature dei capitoli precedenti ed occupandosi di gettare luce sulle caratteristiche colpevolmente lasciate nell’ombra dai programmatori negli scorsi anni: andando ben oltre il classico “passo avanti” con cui si descrive solitamente il lavoro svolto su una saga videoludica a cadenza annuale, FIFA 10 ci regala una serie praticamente indecifrabile di migliorie e di novità tecniche. Sia all’interno del rettangolo di gioco, dove a beneficiare maggiormente delle cure di EA Sports sembrano essere la ricercatezza dei modelli poligonali e delle animazioni, che all’esterno della zona “regolamentare”, in cui spiccano stadi realizzati con una precisione maniacale, tutto sembra essere la manifestazione visiva delle concrete novità apportate alla giocabilità spicciola del titolo e alle modalità sia in multiplayer che in singolo.

Dal punto di vista del comparto sonoro, la produzione EA Canada spinge come sempre sul realismo e su tutto quel bagaglio di suoni e rumori che caratterizzano una partita di calcio professionistico: ogni stadio ha il suo speaker, ogni curva ha i suoi striscioni e i suoi cori d’incitamento, ogni evento ha un seguito di pubblico direttamente proporzionale all’importanza stessa della partita che si sta per disputare, eppure la telecronaca di Caressa e Bergomi, coppia spudoratamente mutuata da Sky, non riesce quasi mai ad entrare nello spirito stesso dello scontro per via di un’eccessiva ripetizione delle frasi pronunciate.

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COMMENTO FINALE

Prima di provare FIFA 10 temevamo che il processo di perfezionamento della saga avesse già raggiunto il suo apice con le edizioni precedenti, ma al contrario della concorrenza i ragazzi di Electronic Arts hanno capito che le potenzialità offerte dalle nuove console vanno obbligatoriamente assecondate attraverso una profonda rivisitazione di quanto creato sulle piattaforme della scorsa generazione, di fatto impossibilitate a gestire motori di gioco reattivi e raffinati.

Se FIFA 09 è stato unanimemente incoronato come il simulatore calcistico di riferimento della scorsa stagione per via della sua capacità di rielaborare virtualmente uno sport che Konami continua a riproporre fedele a sé stesso illudendosi di aver trovato una qualche “formula vincente” qualitativamente insuperabile, FIFA 10 può fare altrettanto e partire così in netto vantaggio rispetto al suo avversario diretto (ed unico), cioè quel PES 2010 che dovrà compiere un vero e proprio miracolo per ribaltare una situazione che, alla luce di quanto visto nelle rispettive demo e in questa recensione, favorisce ineluttabilmente il nuovo capolavoro di EA Canada.

SECONDA OPINIONE

FIFA 09 aveva impressionato per profondità di manovra e realismo, ma peccava in componenti fondamentali: l’immediatezza e la reattività dei giocatori, sacrificate sull’altare di uno spirito simulativo scomposto e troppo invadente. Con FIFA 10 si è essenzialmente corretto questo difetto, magari non totalmente ma di certo in buona parte. E il risultato è semplice: FIFA 10 è più divertente del suo predecessore pur rimanendo egualmente realistico e complesso. FIFA 10 non è solamente il miglior capitolo della serie: lo è di gran lunga. E se quest’anno Konami non riuscirà a tirare fuori un vero e proprio coniglio dal cilindro, la guerra dei giochi calcistici rischierà di risolversi velocemente e con un verdetto particolarmente severo.

David

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Cosa ci piace

Cosa non ci piace

  • Reattivo, fluido, simulativo: FIFA 10 è il Calcio
  • Modalità multigiocatore introvabili altrove
  • Tecnicamente anni luce avanti alla concorrenza
  • La componente manageriale soffre di imperfezioni
  • La telecronaca: ripetitiva e noiosa
  • Gli indicatori a schermo rendono confusionaria la co-op

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