Scott Pilgrim Vs. The World: The Game - la recensione


I servizi di digital download stanno tirando fuori una quantità impressionante di giochi di qualità, spesso pensati per offrire ai giocatori esperienze completamente diverse da quelle che si possono trovare sugli scaffali dei negozi. In questo caso ci troviamo di fronte a un gioco dedicato ai nostalgici, a tutti coloro che negli anni ’80/’90 hanno passato ore in sala giochi svuotando il portafogli di fronte ai cabinati di Final Fight o degli altri picchiaduro a scorrimento dell’epoca.

In effetti era strano che da un fumetto come quello di Scott Pilgrim non fosse ancora stato tratto alcun videogioco. La storia, lo spirito, le idee…tutto sembrava portare stampata sopra la scritta “100% videogioco”, soprattutto se si pensava a un picchiaduro (a incontri o a scorrimento).

Finalmente, a un passo dall’uscita della relativa pellicola cinematografica, Scott Pilgrim è diventato un gioco incredibile, che trasuda passione e citazioni da ogni singolo pixel (ben in vista nonostante la grafica HD). Se siete giocatori con qualche anno sulle spalle, impazzirete di fronte a questo titolo. Il gioco, però, sarà adatto anche a chi è cresciuto con il fiume di FPS degli ultimi anni? Scopriamolo dopo il salto.

Il ritorno del vecchio stile
Scott Pilgrimm è stato realizzato con in testa una cosa sola: i vecchi giocatori. Il gameplay è quello tipico degli storici picchiaduro a scorrimento, con un pizzico di gdr e qualche idea qua e là ad arricchire la formula. Il risultato finale è un’esperienza eccezionale, forse un po’ troppo lenta a ingranare davvero, ma comunque abbastanza valida da spingere a passare ore e ore di puro divertimento.

La storia è molto semplice: Scott si innamora follemente di Ramona, ma per poter stare con lei deve necessariamente affrontare e sconfiggere i suoi terribili ex. Visto che siamo in un videogioco (o in un fumetto, risalendo alla fonte principale), ovviamente ogni singolo avversario è caratterizzato da qualche misterioso potere speciale, che lo rende un osso dannatamente duro da sconfiggere.

Per avere anche solo una piccola possibilità di arrivare intero alla fine del suo difficile viaggio, Scott non può fare altro che affrontare tutti i livelli realizzati dai programmatori, eliminare i numerosi scagnozzi che gli si parano di fronte e, accumulando la giusta dose di esperienza, salire di livello per imparare tecniche sempre più efficaci e devastanti.


Difficoltà decrescente
Proprio a causa di questa struttura, il livello di difficoltà di Scott Pilgrim diventa sempre più abbordabile col passare del tempo. Anche se gli scagnozzi che si incontrano diventano via via sempre più tosti e agguerriti, accumulando esperienza nei primi livelli (spesso anche affrontandoli più di una volta, visto che l’esperienza guadagnata rimane anche dopo il game over) e sbloccando le tecniche avanzate, il cammino diventa sempre meno ripido e problematico.

Nonostante questo, però, il gioco si rivela un osso davvero duro da portare a termine, soprattutto se si cerca di finirlo al livello più difficile per sbloccare il relativo trofeo/obiettivo. Affrontare l’esperienza da soli, poi, è un vero suicidio, visto che ci sono alcune sezioni che richiedono un’abilità davvero incredibile per essere finite senza essere fatti a pezzi.

Fortunatamente, però, per sopravvivere anche ai momenti più difficili è possibile visitare uno nei numerosi negozi sparsi per le ambientazioni e investire i soldi, guadagnati eliminando i nemici, in bonus e potenziamenti capaci di influenzare le caratteristiche del proprio personaggio.


Multiplayer senza rete
Come da tradizione per questo genere di giochi, Scott Pilgrim permette di affrontare l’intera sfida assieme a tre amici, in una modalità multiplayer assolutamente eccezionale. I quattro personaggi selezionabili sono caratterizzati da tecniche e stili di lotta assolutamente unici, e garantiscono un’esperienza sempre diversa.

Il concetto di multiplayer, poi, non si limita a permettere di affrontare insieme i livelli eliminando le orde di nemici che si incontrano, ma si espande anche a una gran quantità di possibilità di interazione. Sul fronte del combattimento vero e proprio, per esempio, si possono eseguire degli attacchi combinati assolutamente devastanti e spettacolari.

L’interazione con i compagni, comunque, non finisce qui, visto che una volta che un membro del gruppo viene messo KO è possibile rianimarlo (fermandosi accanto a lui e premendo rapidamente un tasto), ed è perfino possibile passargli soldi o punti ferita in caso di necessità. Una volta messi definitivamente fuori combattimento, inoltre, finché almeno uno dei compagni di squadra rimane in vita, lo si può seguire nei panni di uno spettro, e si può perfino decidere di succhiargli parte dei punti ferita per resuscitare e dargli una mano. Peccato, però, che tutto questo possa essere fatto unicamenteoffline sulla stessa console. I programmatori, infatti, non hanno inserito alcuna possibilità di giocare online, limitando moltissimo un’esperienza che sarebbe potuta rivelarsi fra le più divertenti e godibili dell’online PS3 e Xbox 360.

Volutamente retro
Lo stile grafico di Scott Pilgrim Vs. The World: The Game è eccezionale. Pur sfruttando al meglio le possibilità garantite dalla grafica in HD, infatti, i programmatori hanno creato un’esperienza volutamente vicina a quelle dell’era 8-bit (con un pizzico di 16-bit qua e là). In sostanza ci troviamo di fronte a un’operazione molto simile a quella fatta da Capcom con Mega Man 9 e 10, solo che, in questo caso, ci troviamo di fronte a una realizzazione tecnica eccezionale.

I numerosi sprite su schermo, infatti, vantano tutti una gran varietà di animazioni differenti, che si sposano alla perfezione con l’umorismo del titolo e con la frenesia del gameplay. Alla qualità degli sprite, inoltre, si affianca l’ottima realizzazione degli sfondi, tutti ricchi di stile, citazioni e dettagli inctedibili.

I giocatori che hanno divorato un numero adeguato di giochi del passato non faticheranno a scorgere, durante l’azione frenetica, una gran quantità di citazioni eccezionali, che non possono non strappare un sorriso e qualche commento divertito. Gli omaggi in questione, inoltre, non si limitano alle rappresentazioni grafiche di alcuni elementi (i cubi di Super Mario, giusto per citarne uno), ma anche al nome di alcuni degli oggetti venduti nei negozi.


La colonna sonora ideale
Se dal punto di vista grafico non si può che fare un applauso ai programmatori, parlando del sonoro possiamo solo accendere centinaia di fuochi d’artificio per manifestare la nostra approvazione. Ogni singolo elemento audio, dagli effetti sonori alle musiche, è stato realizzato utilizzando i suoni dei vecchi giochi 8-bit.

Fin dalle prime note della canzone che accompagna l’intro del gioco, per poi arrivare ai suoni dei menu, ogni singolo elemento del comparto audio di Scott Pilgrim è un trionfo di Bleep Bleep e Plin Plon, tanto che chiudendo gli occhi sembra quasi di trovarsi negli anni ’80, in qualche fumosa sala giochi (o davanti al proprio catodico 14′, con il fido Commodore 64 acceso e funzionante).

Commento finale
Scott Pilgrim Vs. The World: The Game è il gioco perfetto per chi è cresciuto a pane e picchiaduro a scorrimento e per tutti coloro che hanno nostalgia dei vecchi giochi arcade. L’aspetto volutamente retrò, il gran numero di segreti sparsi all’interno dei livelli, il gameplay basilare ma al tempo stesso ricco di spunti interessanti, rendono questo gioco un vero must buy per i nostalgici. Peccato solo per l’assenza del multiplayer online, che avrebbe dato all’intero pacchetto una marcia in più. Va bene essere retrò…ma in questo senso, probabilmente, i programmatori hanno esagerato un po’.

Cosa ci piace
Cosa non ci piace
  • Grafica perfetta
  • Colonna sonora memorabile
  • In multiplayer è una bomba atomica
  • Manca il multiplayer online!
  • Le prime partite possono sembrare monotone.
  • Qualche livello in più non avrebbe guastato.

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