King.com ottiene i diritti di utilizzo della parola “Candy” e gli sviluppatori insorgono: ecco la protesta #candyjam

Ecco la protesta che molti sviluppatori stanno portando avanti contro i creatori di Candy Crush Saga e il sistema dei trademark.
Ecco la protesta che molti sviluppatori stanno portando avanti contro i creatori di Candy Crush Saga e il sistema dei trademark.

Gli sviluppatori di tutto il mondo, in modo particolare quelli di applicazioni e giochi per dispositivi mobili, non hanno visto di buon occhio – a ragione, aggiungo – la decisione di King.com di tutelare il proprio marchio e quello del gioco senza dubbio più celebre sviluppato dall’azienda, Candy Crush Saga, e chiedere i diritti di utilizzo della parola Candy.

In Europa ci sono riusciti e a breve potrebbe essere lo stesso anche negli Stati Uniti, ma gli sviluppatori non ci stanno e da qualche giorno hanno lanciato una curiosa e condivisibile protesta che prende il nome di Candy Jam ed è volta a trollare King.com nel migliore dei modi.

Chiunque sia in grado di sviluppare un gioco per dispositivi iOS può realizzare un’applicazione che abbia a che fare con le caramelle e che includano nome la parola candy – oltre a scroll, memory, saga, apple o edge – e sottoporla ad Apple per l’approvazione.

E così, in pochi giorni, sono stati sottoposti un centinaio di giochi con nomi ironici come Shew It Down: Candy Crap Saga, CanDieCanDieCanDie, ThisGameIsNotAboutCandy, CANDY on the EDGE, Candy Escape Goat Saga, Candy Crush SEGA e Don’t Let the Candies Crush You, come illustrato con tanto di screenshot sul sito ufficiale dell’iniziativa.

La protesta, va da sé, non vuole andare soltanto contro King.com, ma col sistema dei trademark più in generale, che ha permesso e continua a permettere situazioni ridicole come questa, in grado di bloccare un termine comune come candy, caramella, dall’essere utilizzato nei giochi.


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Se non siete sviluppatori e volete comunque dare un contributo e visibilità all’iniziativa potete farlo utilizzando l’hashtag #candyjam su Twitter o Facebook. Da un lato potrete dire la vostra e prendere un posizione, dall’altra potrete seguire gli sviluppi di questa protesta. Voi che ne pensate?

Via | Slate

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