Una strana consegna: Catherine per non affamati


Oggi vogliamo raccontarvi una storia un po’ bizzarra. E’ strana, ma di stranezze a questo mondo ne accadono tante. E’ breve, ma anche questo aspetto non ci aiuta a collocarla. No, la sua unicità non è dovuta né alla durata della nostra narrazione, né tantomeno alla sua particolarità. E’ unica perché è accaduta a noi – e poi, sinceramente… si fa presto a raccontarla; per quanto ci riguarda il tutto potrebbe essere accaduto nell’arco di ore, tanto è surreale.

Di solito ci si affanna a fornire luogo e ora esatti dell’accaduto; o almeno, così fa chi è solito scrivere “per guadagnarsi il pane” intrattenendo. Ma noi non ci perderemo in queste superflue minuzie, che, tra l’altro, ben poco ci aiuterebbero a capire cosa sia accaduto realmente. Noi sappiamo solo che una sera stavamo ansiosamente aspettando una pizza. Sì, è così che comincia tutto. Ed è così che prosegue dopo la consueta pausa.

Una pizza, dicevamo. Ecco qui la prima “incongruenza”, giusto per usare un eufemismo. Non ricordavamo di aver ordinato alcuna pizza, in nessuno dei modi che la tecnologia ci ha messo a disposizione da quando l’umanità ha maturato il dono della scienza. Eppure sapevamo che, di lì a poco, in quell’afosa e ancora soleggiata serata, qualcuno si stava dirigendo verso la nostra abitazione con la nostra cena.

Ed infatti, eccoci lì, davanti alla porta di casa, dopo il suono onirico e assordante del nostro campanello. L’immagine che segue, ve lo possiamo assicurare, è esattamente ciò che abbiamo visto noi.

Senza scomporci più di tanto, accettiamo di buon grado la consegna. Torniamo indietro, giusto il tempo di setacciare il nostro portafoglio con l’intento di pagare per quella trasferta, che la figura dalla quale avevamo preso lo strano cartone si è già dissolta nel nulla. Forse per paura, di certo non per mancanza di curiosità, ci lasciamo alle spalle la porta blindata appena chiusa senza porci alcuna domanda.

Da notare che, prima di quel momento, non avevamo avvertito alcun morso della fame. Improvvisamente però, dopo esserci ripresi da quel susseguirsi di strani episodi, scopriamo che sì, è arrivata inequivocabilmente ora di cenare. Apparecchiamo alla bell’e meglio…

… ci accingiamo ad aprire quella scatola – che arrivati quel punto emanava delle strane energie, suscitando sensazioni difficilmente definibili a parole – ed ecco lo scenario che si presenta dinanzi ai nostri increduli occhi…

… e pensare che ci eravamo pacificamente arresi all’idea di una capricciosa!

Non intendiamo soffermarci oltre su quei momenti. Solo che, dato che ormai anche voi sapete, ci sembra opportuno mettervi a parte di un’immagine, quasi una visione, che negli ultimi giorni continuava a rimbalzarci costantemente e inspiegabilmente in testa.

Cosa vorrà dire tutto ciò?

Siate clementi, e non affrettatevi a definirci pazzi, folli, maniaci o quant’altro. Sì perché avremmo voluto vedere voi nei nostri panni… Certe esperienze, c’è poco da fare, cedono sempre qualcosa al passaggio dal vissuto al raccontato.

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