Max Payne 3: qualche impressione dalla demo

Gamesblog ha provato per voi l'atteso Max Payne 3. Spazio a qualche impressione sull'ultimo capitolo dell'acclamata serie
Gamesblog ha provato per voi l'atteso Max Payne 3. Spazio a qualche impressione sull'ultimo capitolo dell'acclamata serie


A Maggio si consumerà uno degli appuntamenti più attesi di quest’annata videoludica, ossia l’approdo sui nostri scaffali di Max Payne 3. Un titolo ampiamente atteso dai tanti che, a suo tempo, seguirono le vicende di questo cupo protagonista. In questo scritto cercheremo brevemente di riportare le nostre sensazioni a seguito di una fugace prova su strada alla quale ci siamo sottoposti qualche tempo fa.

Impressioni che travalicheranno, probabilmente, i crudi dati, a cui peraltro non abbiamo avuto accesso. Quel che c’interessa maggiormente far filtrare è l’atmosfera che siamo riusciti a cogliere, quello che gli anglofoni chiamerebbero mood. Consci del fatto che quel Max Payne è altra cosa rispetto a quello che ci accingiamo a giocare a mesi, siamo comunque fiduciosi per un titolo che ha mostrato già un certo spessore.

Nella demo che abbiamo avuto modo di testare, seppur indirettamente, l’azione ha preso piede in quel di New York. L’aspetto che, in un primo momento, ci ha maggiormente colpito è senza dubbio rappresentato dai dettagli. In questo, Max Payne 3 è a tutti gli effetti una produzione Rockstar Games. L’edificio cadente all’interno del quale si trova il nostro protagonista in queste prime fasi è curato nei minimi dettagli.

Ovviamente ci riferiamo agli interni, che in passati lavori della stessa casa hanno sempre celato piccole perle di classe, come spesso avvenuto nei vari GTA. Non un ambiente “vuoto”, quindi, bensì una cornice vissuta, credibile. E’ probabile che agli occhi di molti, meno attenti, certi dettagli passeranno inosservati. Ma è forse in questo che sta la maestria degli sviluppatori, ossia nell’aver reso tutti quei dettagli parte talmente integrante del contesto da non essere nemmeno notati. Elementi, insomma, che non sembrano “spalmati” sulle varie superfici, ma che “vivono” di vita propria.

Posto questo doveroso accenno su un aspetto a nostro parere pregnante, passiamo all’azione, fase che di sicuro suscita un maggiore interesse. L’avete visto anche voi nei numerosi filmati che ci sono stati mostrati: le meccaniche che hanno reso celebre questa saga sono ancora lì. Riadattate magari agli standard odierni, ma intatte nella loro essenza.

Su tutti, è certamente questo il caso delle celeberrime sequenze in bullet time, caratteristica principe di un Max Payne che sia tale. Con il terzo capitolo tale sistema pare essere stato perfezionato, rendendo queste meccaniche ancora più fluide e quindi più intense. Mentre Max si tufferà a pesce verso svariate direzioni, come accaduto in passato, il tempo si rallenterà e noi avremo modo di scaraventare raffiche di colpi a go-go.

Fatto questo, in certi casi partirà un brevissimo filmato con un dettaglio sul proiettile che fermerà la propria inarrestabile corsa sul punto preventivamente scelto – il più delle volte vorrete sparare alla testa di qualche malcapitato, abbiamo pochi dubbi a riguardo.

Una delle fasi su cui ci siamo soffermati è stato all’interno di uno dei corridoi di questo edificio, dove attraverso un sistema di coperture già ampiamente rodato, si è potuta ammirare la devastazione operata a seguito dell’adrenalica sparatoria.

Altra implementazione abbastanza suggestiva è quella relativa all’azione a 360 gradi. Una volta a terra, infatti, non saremo costretti a perdere tempo per rialzarci immediatamente, bensì potremmo continuare a sparare dovunque e con una comoda visuale anche da sdraiati. Il tutto, in armoniosa coerenza con delle animazioni davvero eccezionali.

Qui ci ricolleghiamo brevemente alla componente grafica. Poche battute, giusto per confermare una resa davvero sopra le righe. La qualità di Max Payne 3, sotto questo specifico aspetto, è già encomiabile, e denota una confidenza col motore RAGE che raggiunto una maturità innegabile. Ma noi, che tentiamo di guardare un po’ più in là del nostro naso, non riusciamo a non pensare che se questi sono i risultati con un titolo in sviluppo già da qualche tempo, qualcosa di ancora più impressionante potrebbe aspettarci con GTA V – genere e requisiti hardware permettendo, dato che non abbiamo idea di quanto ancora le attuali console possano essere spremute; e in più GTA V dovrà per forza di cose contenere una mole di roba decisamente più corposa.

Vogliamo parlare del nostro protagonista? Parliamone! Anche in questo caso, poche considerazioni. Sappiamo tutti che il Max Payne di questo terzo capitolo apparirà invecchiato, col volto segnato da quanto avvenuto nelle due precedenti iterazioni. Lo vediamo nel suo appartamento di New York con un viso che recita quasi rassegnazione, ben diverso dalla faccia tosta del passato. Poi in Brasile lo ritroviamo rasato a zero ma con una folta barba. Più robusto rispetto a prima, e probabilmente ancora più letale, ora che non ha praticamente nulla da perdere.


Insomma, speriamo di non aver dimenticato nulla. Superfluo sottolineare come Max Payne 3, da quanto visto con i nostri occhi, meriti tutta l’attenzione che sta calamitando su di sé. Tra le tante cose che restano ancora da appurare, certamente ci sono la longevità e la trama, aspetti essenziali di questa produzione. Sul divertimento, però, abbiamo pochi dubbi. Speriamo solo in un buon bilanciamento tra i vari momenti di cui sarà composto, perché sia che vi sia troppa azione o che ve ne sia troppo poca, sarebbe un peccato se questo promettente titolo non fosse stato impreziosito con alcune trovate degne delle belle impressioni che ne abbiamo ricavato. Piccola nota a margine: se proprio dovessimo menzionare qualcosa che ci ha meno convinto, ebbene, si tratta del feeling lasciatoci. Quell’oscurità, quel contesto spiccatamente dark, sembrano aver ceduto il posto a qualcosa di più moderato. Solo che per il momento non sapremmo sinceramente dire cosa.

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