Boris Johnson: i videogiochi violenti incoraggiano crimini all'arma bianca

No, anche se a vederlo è la prima cosa che si pensa, il signore nella foto non è l’ubriacone del paese: è Boris Johnson, neo sindaco di Londra che alle elezioni dello scorso 1 maggio ha avuto la meglio sull’uscente Ken Livingstone.

Johnson, già schierato da anni contro l’industria videoludica, è tornato all’attacco dichiarando senza mezzi termini che i giochi violenti sarebbero in qualche modo correlati alle numerose rapine e omicidi con coltelli compiuti quotidianamente nella capitale britannica.

«Dobbiamo dimostrare ai giovani che i pugnali non sono fichi, e per quello abbiamo bisogno di modelli positivi. Voglio oppormi alle dannose influenze di celebrità drogate e videogiochi violenti e prospettiva di ingresso in una gang, fornendo delle opportunità»

In passato Johnson non era stato da meno, definendo i videogiochi “narcotici per ragazzini”, “immondizia che fa marcire il cervello”, e li aveva incolpati della scarsa preparazione delle matricole universitarie. «Milioni di ragazzini fra i 7 e i 15 anni sono inchiodati lì davanti, ed è ora che qualcuno abbia il coraggio di alzarsi e dire no a Nintendo», dichiarava l’uomo spettinato.

Boris Johnson, soprannominato “Il clown” da molti inglesi, è uno dei personaggi politici più controversi degli ultimi tempi. Nel suo curriculum troviamo una sequela infinita di comportamenti sopra le righe, fra i quali un’accusa di furto e numerose dichiarazioni razziste.

via | MCV

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