Destiny 2: I Rinnegati - analisi e impressioni sulla nuova espansione

Ecco cosa ne pensiamo della terza espansione di Destiny 2, I Rinnegati
Ecco cosa ne pensiamo della terza espansione di Destiny 2, I Rinnegati

È passato poco più di un anno dal lancio di Destiny 2 e in questi mesi ne sono successe di cose, all’interno e all’esterno della dimensione sci-fi dei Guardiani. Nel convulso periodo di uscita, il kolossal sparatutto di Bungie e Activision ha ricevuto una straordinaria accoglienza da parte degli appassionati, ma non passò molto tempo prima che iniziassimo ad accorgerci della superficialità dell’avventura principale e delle fastidiose incongruenze del sistema di gioco incapace di offrire un’esperienza endgame soddisfacente e duratura.

C’era speranza che la prima espansione legata al pass stagionale, La Maledizione di Osiride, avesse potuto risolvere un po’ le cose, ma sfortunatamente una volta giunti su Mercurio i cambiamenti e i miglioramenti promessi dagli sviluppatori rimasero lettera morta; è stato solo con il lancio a fine 2017 del DLC La Mente Bellica che abbiamo iniziato a intravedere la luce in fondo al tunnel, consapevoli che i ragazzi di Bungie avrebbero esaudito i desideri dei fans approfittando della commercializzazione de I Rinnegati.

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Per chi è a guardia delle mura dell’ultima Città terrestre e le difende dalle orde aliene in cerca della Luce del Viaggiatore sin dagli albori della serie, l’espansione che inaugura l’Anno 2 di Destiny 2 (scusate la ripetizione) può essere paragonata a Il Re dei Corrotti del primo capitolo per profondità e quantità di contenuti aggiunti, dai cambiamenti apportati agli slot delle armi alle nuove mod, dal tono cupo della storia al ricco ventaglio di attività da svolgere per migliorare l’equipaggiamento. Ma andiamo con ordine e proviamo a capire fino a che punto gli autori di Bungie si sono spinti per riconciliarsi col proprio pubblico analizzando i principali aspetti grafici, tecnici, narrativi e ludici che caratterizzano Destiny 2: I Rinnegati. A partire dalla storia.

La terza espansione di Destiny 2 “corregge” con intelligenza le sbavature della campagna principale affrontata lo scorso anno, con dialoghi e situazioni troppo “colorate” per definire una dimensione narrativa perennemente in guerra; non è un caso, quindi, se con I Rinnegati gli sviluppatori statunitensi hanno voluto tracciare una linea netta di demarcazione con il passato attraverso l’abbandono del ruolo di “custode” e delle atmosfere buoniste dell’avventura originaria a causa della morte di Cayde-6.

La dipartita del personaggio più amato della serie getterà nello sconforto l’intera casta dei Guardiani e obbligherà il nostro alter-ego a placare la sua sete di vendetta lanciandosi a capofitto contro le creature che hanno osato privare i Cacciatori del loro mentore dalla battuta facile. Gli eventi che condurranno alla morte di Cyade-6 vengono narrati con estrema efficacia da una missione introduttiva a dir poco struggente e da una serie di filmati in computer grafica che ci immergono nel cupo lore dell’Atollo invaso dagli Infami al servizio dell’insonne ribelle Uldren Sov e dei suoi otto Baroni fuggiti dalla Prigione degli Anziani.

Il racconto offertoci da Bungie è incalzante e mai banale, con colpi di scena e dialoghi spiazzanti che giustificano da soli il prezzo – di certo non basso – di questa espansione. Con i suoi toni intensi, tenebrosi e a tratti sepolcrali, la storia de I Rinnegati dona profondità a tutte le attività a mondo aperto da svolgere all’interno delle due aree esplorabili aggiuntive (la Riva Contorta e, nell’endgame, la Città Sognante) e alle nuove sfide proposte dalla modalità Azzardo, una sorta di battaglia multiplayer ibrida tra l’Orda di Gears of War e il canonico deathmatch online del Crogiolo da svolgersi all’interno di quattro distinti scenari ambientati nelle aree più pericolose del Sistema Solare.

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I pregi di una storia raccontata meravigliosamente con il contributo di scene di intermezzo dal taglio cinematografico vengono esaltati dai miglioramenti apportati da Bungie al sistema di evoluzione del personaggio e del suo equipaggiamento. Le pressanti richieste avanzate in questi mesi dagli utenti più navigati di Destiny 2 hanno infatti spinto il team di Bellevue ad abbandonare il precedente sistema basato sulla suddivisione delle armi per tipologia di munizioni utilizzate e optare per un meccanismo decisamente più “democratico” che permette ai giocatori di imbracciare contemporaneamente due armi del medesimo tipo nei primi due slot, lasciando alle armi pesanti il terzo slot delle munizioni speciali. Lodevole è poi la scelta di Bungie di integrare questo sistema anche nel titolo base, senza cioè obbligare gli utenti ad acquistare I Rinnegati e le espansioni del pass stagionale per non frammentare ulteriormente la community.

Tra le novità più interessanti di questo corposo DLC c’è poi l’introduzione della nuova fazione degli Infami, criminali alieni assuefatti a una bizzarra forma di etere deteriorato che ne ha mutato il genoma garantendogli una velocità fuori dal comune, la capacità di saltare tra i piani dimensionali per occultarsi alla vista dei nemici e una spiccata predisposizione per gli attacchi suicidi mediante l’esplosione di un contenitore pieno di liquido infiammabile e l’utilizzo di bestie incendiarie su quattro zampe.

Pur mantenendo le sembianze dei Caduti, gli Infami adottano tattiche di combattimento uniche che contribuiscono a spezzare la monotonia delle battaglie contro le fazioni già note e ci costringono a variare velocemente strategia e armi per non soccombere nella loro luce bluastra, come confermano le frequenti morti a cui è andato incontro il nostro povero alter-ego nelle prime fasi di esplorazione dell’area endgame della Città Sognante e, soprattutto, nelle attività multiplayer dell’Incursione “Ultimo Desiderio” che approfondiremo in un secondo momento.

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Nel complesso, quindi, siamo rimasti positivamente colpiti da ciò che è stato fatto con I Rinnegati. La terza espansione di Destiny 2 ha tutta l’aria di sembrare il primo atto di un nuovo corso per lo sparatutto sci-fi di Bungie, con una pletora infinita di miglioramenti e di aggiunte innestate in un contesto narrativo maturo e coinvolgente che lascia ben sperare per la qualità, la quantità e la profondità dei contenuti che verranno rilasciati nel corso dei prossimi mesi. I Rinnegati è ciò che Destiny 2 sarebbe dovuto essere sin dal principio, ed è un peccato che abbiamo dovuto attendere un anno intero per soddisfare la nostra brama inesauribile di engrammi, armi esotiche e attività avvincenti.

Ma in fondo, come avrebbe esclamato quel mattacchione di Cayde-6 davanti a un bicchiere di etere ghiacciato servito con mezz’ora di ritardo da un barista Caduto senza tre braccia, meglio tardi che mai.

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