Far Cry 2: la recensione

Arriva finalmente tra noi il seguito di uno degli FPS più apprezzati degli ultimi anni, rimasto impresso nelle nostre menti soprattutto per il colpo d’occhio offerto alla sua uscita nel 2004: Far Cry.

Con un’implementazione del mondo aperta a tal punto da rendere impossibile la creazione di una versione demo a detta degli sviluppatori, Far Cry 2 arriva con ambizioni superiori rispetto al suo predecessore candidandosi al premio di Game Of The Year.

La concorrenza ovviamente non è poca e il titolo in uscita per PC, Xbox 360 e PS3 dovrà dimostrare di poter tenere testa ad altri giochi altrettanto blasonati e attesi: con la versione X360 tra le nostre mani per la recensione, andiamo a scoprire se Ubisoft ha fatto nuovamente centro.

No demo no party

Come già detto nell’introduzione, Far Cry 2 è ambientato in un mondo aperto che a dire di chi ci ha lavorato ne ha reso impossibile la creazione di una demo, per un totale di ben 50 chilometri quadrati di spazio in cui muoversi liberamente, che spezzare in qualche modo per creare una versione di prova avrebbe creato non pochi grattacapi.

Il luogo che fa da sfondo al gioco è un non meglio precisato Paese dell’Africa in guerra civile, dove il protagonista, un mercenario, viene inviato per uccidere un mercante d’armi chiamato Lo Sciacallo, il quale rifornisce di armi le fazioni in lotta: non è la trama l’aspetto principale di Far Cry 2 e gli sviluppatori sembrano non farne un mistero.

In una specie di FPS in salsa Grand Theft Auto ci si rende subito conto di quanto sia tangibile la differenza con il primo capitolo della serie, non solo per le meccaniche di gioco ma anche per personaggi, storia e tutto ciò che fa parte di esso, conservando praticamente niente rispetto al primo Far Cry, con cui quanto ci troviamo di fronte finisce per avere in comune solo il titolo.

Il paragone più facile e gettonato sulla rete è diventato negli ultimi tempi quello con un altro gioco uscito di recente, S.T.A.L.K.E.R.: Clear Sky, con il quale Far Cry 2 ha sì in comune l’apertura del mondo, ma rispetto al quale non troviamo le componenti RPG descritte in fase di recensione del titolo GSC, restando quindi nella sfera dello shooter in prima persona che di sicuro non deluderà i puristi del genere che non hanno voglia di avere a che fare con troppi parametri, ma prediligono lanciarsi subito nel vivo dell’azione.


Il mercenario nell’era moderna

Il protagonista del gioco viene in realtà scelto dal giocatore tra un elenco di 9 personaggi, dove gli 8 che vengono scartati non finiscono nel dimenticatoio ma divengono comunque parte integrante dello sviluppo dell’avventura, aiutando il nostro prescelto nelle missioni che si troverà a sostenere e affiancandolo nelle situazioni più calde, talvolta risultando determinanti per portare la pelle a casa.

Una volta calati all’interno del gioco è sorprendente vedere come il continente nero si presenti in tutta la sua cruda realtà, introducendo come primo nemico nel gioco la letale malaria, per sconfiggere la quale sarà necessario ottenere le medicine adatte da utilizzare a intervalli regolari per sopravvivere ai suoi attacchi.

La natura di Far Cry 2, dicevamo, rimane quella di un FPS ed è probabilmente questa la sua più grande forza: senza avere velleità rpgistiche o da stealth il gioco si concentra solo sulle meccaniche tanto care agli appassionati delle pistolettate in prima persona, risultando impegnativo (forse inizialmente anche un po’ frustrante) ma soprattutto veramente aperto al modo di agire che si preferisce, potendo muoversi senza incontrare i nemici superdotati visti nel pur buonissimo Clear Sky.

Con degli avversari normali, i problemi vengono nel momento in cui ci si trova a fare i conti con le proprie ferite, divise tra quelle leggere e quindi immediatamente (o quasi) curabili e quelle che invece richiedono un intervento in stile Rambo per non rischiare di lasciarci le penne: a conti fatti è questa la maggiore difficoltà incontrabile nel gioco ed è necessario avere un po’ di pazienza per impratichirsi con questo tipo di dinamica, senza quindi lasciarsi scoraggiare dai primi tempi in cui ci si ritrova a passare più tempo a curarsi che a sparare.

Altra fonte di grattacapo possono essere le fasi di guida più concitate, durante le quali diventa un’impresa consultare la mappa, dal canto suo ottima e immediata con i suoi 3 livelli di zoom ma abbastanza difficile da usare quando ci si trova a dover controllare anche un’automobile nella vegetazione africana.

Far Cry 2: la recensione

Diamanti facili

Le due fazioni in lotta UFLL (United Front for Liberation and Labour) e APR (Alliance for Popular Resistance) costituiscono la principale fonte di guadagno del giocatore, che completando le missioni può ottenere in cambio diamanti, la moneta di scambio di Far Cry 2 con la quale comprare nuove armi.

Il vantaggio da loro introdotto si traduce in un notevole beneficio in combattimento rispetto a quelle raccolte dai nemici morti, le quali si presentano con alcuni difetti, riproducendo così il reale invecchiamento a cui in natura tutti, fucili e pistole compresi, sono soggetti.

Durante le missioni sta completamente a noi decidere come intraprendere il nostro compito, se arrivando cioè addosso al nemico carichi di piombo fino ai capelli oppure tentare di sorprenderlo nelle ore notturne, raggiungibili velocemente utilizzando i letti dei rifugi collegati anche al sistema di salvataggio del gioco, il quale prevede l’utilizzo di alcuni punti ben definiti, impedendo così che si possa salvare la partita in ogni momento.

Far Cry 2: la recensione

50km e non sentirli

Il lato più sorprendente del comparto tecnico di Far Cry 2 è che la natura aperta del gioco non finisce per pesare sulla performance né del motore grafico in termini di cali di framerate né dal punto di vista dei caricamenti, praticamente non presenti a parte quello iniziale tranne qualche piccola accettabile eccezione.

Il dettaglio grafico offre degli scenari mozzafiato così come fu a suo tempo per il primo Far Cry, con un’ambientazione a fare da sfondo di quelle che solo Ubisoft negli ultimi tempi sta dimostrando di essere in grado di sfornare: il publisher è probabilmente diventato il numero uno nel coinvolgere il giocatore facendolo sentire parte integrante dell’avventura.

Non a caso ci si aspettava molto da questo punto di vista da Far Cry 2 e possiamo dire che non c’è nulla che ci faccia rimanere delusi: è tutto anzi di pregevolissima fattura, tranne qualche lieve sbavatura che sembra messa lì a dimostrare solo che la perfezione assoluta non esiste. Tornando al livello grafico, la cura dei dettagli è pressoché maniacale soprattutto quando si parla di animazioni e riproduzione dell’ambiente africano, mettendo il giocatore davanti a un’esperienza totalmente immersiva fornita anche da una fisica ai limiti del reale. Anche il sonoro ci lascia piacevolmente impressionati, seppur non facendo gridare al miracolo come invece succede per il comparto video.

Far Cry 2: la recensione

Multiplayer

Discorso a parte lo merita a pieno titolo la componente multigiocatore di Far Cry 2, presente in maniera massiccia sia con le varie modalità ma soprattutto con un editor potentissimo, in grado di permettere a chi vorrà cimentarsi con esso di ottenere dei livelli in tutto e per tutto simili all’ambientazione vista nella modalità singola.

Fino a 20 giocatori possono battersi nelle modalità deathmatch, team deathmatch e Capture the Diamond, oltre alla cosiddetta Rivolta con la quale conquistare alcune zone della mappa facendo capo a un membro della propria squadra. L’esperienza di gioco online resta dunque quella del single-player, rafforzandosi addirittura con quelle che si spera saranno le numerose creazioni della community.

Commento finale

Far Cry 2 non pretende di essere il nuovo BioShock, al cospetto del quale la componente narrativa del titolo Ubisoft impallidisce a causa di una trama volutamente da B-movie action come quelli che tanto si portavano qualche anno fa. Ma non per questo il giudizio è negativo, anzi, visto che la fatica degli studios di Montreal va a concentrarsi completamente sulla propria natura di shooter in prima persona, sfruttando i 50km quadrati di territorio africano per dare al giocatore un prodotto vivo e pulsante, nel quale diventare il nuovo Rambo grazie a delle indovinatissime meccaniche di gioco, prima tra tutte la gestione delle armi completamente personalizzabili.

Chi si aspettava una completa rivoluzione all’interno del genere FPS rimarrà probabilmente deluso, ma possiamo affermare che Far Cry 2 si pone con pieni diritti ai vertici di questa fetta di videogame, contando su una grafica semplicemente da urlo e su delle meccaniche di gioco che una volta accettate renderanno la selvaggia Africa un luogo dove divertirsi grazie anche a un supporto multiplayer di primissima classe, con cui la longevità è garantita: brava Ubisoft.

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