Forza Horizon 2: la recensione

Forza Horizon 2: Blogo vi propone la recensione dell'atteso arcade racing a mondo aperto di Playground Games per Xbox One e Xbox 360
Forza Horizon 2: la recensione
Forza Horizon 2: Blogo vi propone la recensione dell'atteso arcade racing a mondo aperto di Playground Games per Xbox One e Xbox 360

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Cresciuta all’ombra della forte contrapposizione coi Polyphony Digital (Gran Turismo) e del lungo processo creativo che ha portato i Turn 10 a rivaleggiare ad armi pari con la serie “nemica” di Gran Turismo attraverso la simulazione automobilistica di Forza Motorsport, sin dal suo primo episodio esordito nell’ottobre del 2012 in esclusiva su Xbox 360 la saga spin-off di Forza Horizon ha saputo incontrare il favore di pubblico e critica grazie al sagace lavoro svolto dagli studios inglesi di Playground Games.

A prescindere dalle competenze acquisite negli anni e messe magnificamente a frutto dal team di Leamington, comunque, il passaggio da una generazione di console all’altra comporta sempre dei rischi, specie se il “salto” dev’essere compiuto tenendo conto della natura multipiattaforma di un progetto plasmato a quattro mani con i Sumo Digital, ai quali Microsoft ha dato in incarico lo sviluppo dell’edizione da destinare all’utenza di Xbox 360.

Con la nostra recensione di Forza Horizon 2 (versione Xbox One) che vi proporremo quest’oggi dopo aver passato più di 30 ore sfrecciando tra le magnifiche campagne della Provenza e i pittoreschi paesini abbarbicati sulle scogliere della Costa Azzurra, proveremo quindi di capire fino a dove sono riusciti a spingersi i ragazzi di Playground Games per fare la felicità degli appassionati di racing game sulla nuova console Microsoft. Partiamo allora con la scheda voto e con il doppio paragrafo di approfondimento sugli aspetti che ci hanno maggiormente convinti, e delusi, di questo ambizioso progetto.

COSA CI PIACE

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La grande ricchezza di eventi

La strada che gli autori di Playground Games decidono di percorrere per erigere l’impalcatura di gioco di Forza Horizon 2 segue il medesimo tracciato disegnato con l’ottimo ecosistema di eventi singleplayer e di sfide in rete che tante gioie ha regalato agli utenti del precedente capitolo della saga.

Inserito per la prima volta il disco nel tray della console e superato il breve preambolo collegato all’Horizon Festival e alle motivazioni che spingeranno il nostro pilota virtuale a parteciparvi per scalarne la classifica piloti, il mondo di gioco di Forza Horizon 2 perde qualsiasi punto di riferimento narrativo e si apre a ventaglio per offrirci qualcosa come 700 sfide, gare a tempo, mini-tornei e competizioni varie. La cornucopia di sfide dell’Horizon Festival è un “caos organizzato” che trasforma la mappa in un brillante firmamento di gare a cui è tremendamente difficile sottrarsi anche dopo ore ed ore di gioco passate a divorare l’asfalto, i campi coltivati e lo sterrato digitale della Provenza, della Toscana e della Costa Azzurra.

Nonostante l’evidente effetto copia-incolla che deprime determinate tipologie di evento, infatti, la relativa “noia” rappresentata dalla ripetizione continua delle sfide viene facilmente allontanata dalla sconfinata pletora di attività da svolgere lontano dalle luci abbaglianti del Festival, e questo perchè l’esperienza di gioco di Forza Horizon 2 viaggia costantemente sul doppio binario dell’evoluzione del livello del personaggio (tramite l’acquisizione dei braccialetti che determinano lo “status” del proprio alter-ego) e dell’esplorazione libera dello scenario.

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Il vasto parco auto

Il roster digitale di Forza Horizon 2 propone poco più di 200 auto suddivise per fascia di prezzo, categoria e “destinazione d’uso”: dalle macchine storiche alle supercar, passando per le sportive, le utilitarie, le auto da rally e le 4×4, il parco auto si adatta all’eterogenea selezione di eventi e di attività libere in cui cimentarsi tra le quattro mura virtuali dell’Hub dell’Horizon Festival e sotto il Sole scarlatto che inonda di colore i paesaggi al tramonto delle diverse regioni in cui è suddivisa la gigantesca mappa di gioco

Con Forza Horizon 2 assistiamo inoltre all’introduzione delle elaborazioni e degli assetti, due elementi che estendono ulteriormente le possibilità di customizzazione estetica e “funzionale” dei bolidi presenti nel proprio garage virtuale.

Di tutti gli aspetti che caratterizzano in positivo il sistema di evoluzione, acquisizione e personalizzazione delle auto di Forza Horizon 2, però, il più dolce (e forse anche il più inatteso, visti i tempi) è certamente quello relativo all’assenza del fastidioso sistema per le microtransazioni facoltative che ha schiacciato Forza Motorsport 5 trasformandolo in una sorta di pozzo nero di DLC fantasma e di invasivi contenuti a pagamento.

La splendida grafica

L’armonioso alternarsi del giorno e della notte, le nuvole che si formano in lontananza e riverberano la luce del Sole proiettando fasci di luce dorata sui vigneti della Toscana, il rumore delle onde che si infrangono sulle scogliere a strapiombo della Costa Azzurra, il turbinio di polvere che si alza tra le colline della Provenza per testimoniare il veloce passaggio di una colonna di auto da rally: il comparto grafico di Forza Horizon 2 è pura poesia in movimento.

Il lavoro svolto dai designer di Playground appaga gli occhi e i sensi dell’utente con una straordinaria rappresentazione estetica delle diverse regioni del mondo di gioco che si aprono a raggiera partendo dall’hub dell’Horizon Festival, facendoci ben presto dimenticare l’adozione del blocco a 30 frame al secondo della frequenza di aggiornamento massima delle immagini a schermo.

A rendere ancora più indimenticabili e poetici i paesaggi che vediamo sfrecciare a bordo dei bolidi di Forza Horizon 2 ci pensano inoltre gli splendidi brani selezionati per comporre la colonna sonora e le stazioni radio fittizie che possiamo scorrere partecipando agli eventi del Festival o andando alla ricerca di attività segrete, auto nascoste e luoghi da cartolina vagando per la mappa come spiriti liberi.

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La duttilità del modello di guida

Rimanendo saldamente ancorati alla tradizione della saga di Forza Motorsport e ai trascorsi del capitolo originario della serie spin-off di Forza Horizon, gli sviluppatori inglesi di Playground hanno ben pensato di proporci una pletora infinita di moduli tra cui scegliere per impostare la difficoltà dei piloti avversari e i vari setting del modello di guida.

Tra i diversi parametri configurabili ritroviamo l’utilizzo o meno dell’ABS, dello sterzo simulativo, del controllo della trazione, del cambio manuale o automatico, della visualizzazione della traiettoria e della possibilità di usufruire della funzione Riavvolgi. A questi, bisogna poi aggiungere le importantissime “varianti ingame” costituite dalla presenza delle elaborazioni, degli assetti e dei Drivatar che, come in Forza Motorsport 5, andranno a ricreare fedelmente il modello di guida dei giocatori per permettere a noi, e ai nostri amici, di spezzare la monotonia delle gare del Festival lanciando sfide multiplayer personalizzate.

Non manca infine l’opzione che consente agli utenti di settare il livello di difficoltà dei piloti comandati dalla CPU in qualsiasi momento della carriera, ivi compresi gli istanti immediatamente precedenti l’inizio di un evento ufficiale del Festival o di una gara: ai livelli di difficoltà più elevati, ogni pilota virtuale avverte la nostra presenza e reagisce in conseguenza delle nostre azioni adottando delle rapide contromosse per modificare la velocità e la traiettoria di ingresso in curva, dosando il gas nei rettilinei o tentando di sbatterci molto poco sportivamente fuoripista o contro un guard rail per evitare di essere sorpassati.

COSA NON CI PIACE

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Singleplayer alla lunga ripetitivo

Forza Horizon 2, come ogni buon arcade racing ambientato in un mondo di gioco aperto e con una componente in singolo legata a doppio filo a un sistema di evoluzione del personaggio, è un titolo che fa della ripetizione delle sfide la sua arma più affilata. Per acquisire i punti esperienza necessari a sbloccare gli eventi più avanzati e guadagnare il denaro virtuale necessario a rimpolpare il nostro garage di nuovi bolidi, l’utente non ha altra scelta se non quella di ripetere ciclicamente le stesse competizioni: la mancanza di originalità nelle sfide proposteci dai Playground, in tal senso, non aiuta a rendere più “digeribili” i 700 e passa eventi che concorrono a formare l’offerta videoludica dell’Horizon Festival.

Le strade indicateci dagli sviluppatori inglesi per aiutarci a mitigare il fastidio derivante dalla monotona ripetizione di queste gare, comunque, sono molteplici. La prima, e forse la più importante, è quella che ci riporta alle opzioni per la customizzazione del modello di guida e alle scelte da operare settando verso l’alto i livelli di difficoltà e le impostazioni del gameplay per rendere più impegnative, e quindi più appaganti, le sessioni di gioco in singolo. La seconda, invece, riguarda l’esplorazione della mappa di gioco per scoprirne tutti i segreti (dalle auto d’epoca lasciate ad arrugginire nelle zone più nascoste all’abbattimento selvaggio dei cartelloni pubblicitari e delle insegne). La terza, infine, ha inevitabilmente a che fare con le competizioni da svolgersi in rete, accettando le sfide lanciate dagli amici (o creandone di proprie) e immergendosi negli eventi del multiplayer competitivo più puro.

Tutte opzioni che contribuiscono ad estendere la longevità del titolo, ma che di certo non aiutano a cancellare l’intrinseca ripetitività delle sfide dell’Horizon Festival da disputare rigorosamente in singoleplayer.

Qualche sbavatura “tecnica” di troppo

Bisogna essere abituati a cavare sangue dalle rape per indicare degli aspetti del comparto grafico di Forza Horizon 2 così negativi da inficiarne il valore complessivo, ma da qui a ritenere il progetto dei Playground Games assolutamente esente da difetti “estetici” ce ne passa: il sistema meteorologico, ad esempio, non rende come dovrebbe nelle sessioni di gioco con pioggia intensa e risulta essere poco incisivo nelle dinamiche che governano le modifiche in tempo reale al modello di guida su sterrato e, soprattutto, sul bagnato.

I danni alla carrozziera, inoltre, sono appena “abbozzati” (battutona!) e sono ben lontani dalla spettacolarità degli incidenti di Burnout Paradise e dal realismo delle collisioni ricreate in titoli come Project CARS o Next Car Game. Meno “fastidiosi”, ma comunque presenti e quindi meritevoli di essere citati tra i punti negativi del comparto grafico di Forza Horizon 2, sono poi gli artefatti che capita di osservare tra i modelli poligonali degli edifici delle aree urbane, queste ultime ricreate in maniera maniacale ma con l’impiego di texture dalla risoluzione ballerina.

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Dove sono i volanti?

Negli ultimi anni, l’uscita di un’esclusiva console importante quanto quella di Forza Horizon 2 prelude sempre alla commercializzazione di un volante apposito che permetta agli utenti “pro” di sperimentare l’ebbrezza della guida virtuale senza dover rovinare i polpastrelli dei pollici sul gommino degli analogici del proprio fidato joypad. In questo caso, però, Microsoft ha preferito desistere dalla tentazione di percorrere la medesima strada, magari per non ripetere il disastroso passo falso compiuto tra il 2011 e il 2012 con l’improponibile Wireless Speed Wheel che, successivamente, ha accompagnato il lancio del primo Forza Horizon con un’edizione apposita.

Se su Xbox 360 il problema non sussiste per la sufficiente offerta di volanti supportati, su Xbox One la situazione è ben diversa poichè le “soluzioni” prospettateci dalla casa di Redmond, al momento, risultano essere solo quelle del TX Racing Wheel della Thrustmaster e del Pro Racing Force Feedback della Mad Catz, due volanti di fascia alta (se non altro per il prezzo) che di certo non contribuiscono a migliorare la situazione e a dare delle valide (ed economiche) alternative all’utente medio.

CONSIDERAZIONI FINALI

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Pur senza proporre il fascino di un Gran Turismo, la ricchezza di contenuti di un Forza Motorsport o le sfide adrenaliniche di un Burnout, Forza Horizon 2 riesce comunque a soddisfare le aspettative di qualsiasi tipologia di appassionato di arcade racing per la straordinaria duttilità del suo modello di guida, per i poetici scenari offerti dagli artisti digitali di Playground Games e per la sconfinata serie di eventi a cui partecipare sia in singolo che in rete.

Traendo spunto dal monumentale lavoro svolto da Turn 10 per puntellare le fondamenta della saga di Forza Motorsport con l’adozione di elementi innovativi che comprendono il Drivatar, il menù per l’elaborazione delle singole componenti meccaniche dell’auto e il sistema di intelligenza artificiale modulare dei piloti governati dalla CPU, gli sviluppatori di Forza Horizon 2 centrano l’obiettivo e permettono al loro ultimo progetto velocistico di ambire allo scettro di miglior videogioco di guida del 2014 e di ritagliarsi uno spazio importante nella finestra di mercato di fine anno che comprenderà, tra le altre, le soluzioni concorrenti di DriveClub, Project CARS, World of Speed e The Crew.

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