Terraria per PS Vita: la recensione

Il rifacimento per PlayStation Vita del famoso action-sandbox di Re-Logic e 505 Games recensito per voi da Gamesblog.it
Il rifacimento per PlayStation Vita del famoso action-sandbox di Re-Logic e 505 Games recensito per voi da Gamesblog.it


La versione per PS Vita di Terraria è solo l’ultimo dei porting che, da marzo e per tutto il corso di questo 2013, hanno dato ai cultori dell’ormai celebre platform a mondo aperto di Re-Logic l’opportunità di proseguire su console, tablet o smartphone le avventure del loro impavido e pixelloso eroe digitale. A dispetto della relativa “indifferenza” che ne ha accompagnato il lancio, però, il tempo speso dagli sviluppatori per curare ogni singolo aspetto di questo rifacimento e il grande supporto garantito dai produttori italiani di 505 Games durante tutto il processo di “riconversione” da PC hanno indotto più di un appassionato a guardare con estrema attenzione a questo progetto, specie in ragione della penuria di videogiochi che ha contraddistinto l’infanzia del gioiellino portatile di casa Sony.

Alla luce della recente commercializzazione di Killzone Mercenary e di Tearaway (per tacere del lancio di Rayman Legends e dell’approdo della funzione di Remote Play con PlayStation 4), la pubblicazione di Terraria per PS Vita contribuisce infatti a segnare uno dei periodi più felici per i possessori della piattaforma: per questo, con la recensione che vi proporremo quest’oggi cercheremo di fare il punto della situazione per capire fino a che punto i ragazzi del team capitanato da Andrew “Redigit” Spinks e Finn “Tiy” Brice sono riusciti a spingersi per festeggiare il Rinascimento di PlayStation Vita con il porting di un titolo capace di offrire molteplici livelli di esperienza videoludica.

UNIVERSI TASCABILI

[img src=”https://media.gamesblog.it/t/ter/terraria-per-ps-vita/th/terraria-per-ps-vita-2.jpg” alt=”Terraria per PS Vita” height=”350″ title=”Terraria per PS Vita” class=”post”]

Proprio come nella sua versione originaria tenuta a battesimo nel 2011 con il lancio dell’edizione PC e in maniera non troppo dissimile dagli altri progetti realizzati dai team di sviluppo indipendenti sorti in conseguenza dell’esplosione del fenomeno di Minecraft, anche su PS Vita l’universo virtuale di Terraria riprende la formula di Markus “Notch” Persson dei mondi a generazione randomica per riadattarla in un contesto esclusivamente bidimensionale.

Nonostante le forti assonanze grafiche, tecniche e squisitamente ludiche con gli altri titoli simil-Minecraft in circolazione, però, sin dal giorno della sua uscita Terraria ha saputo conquistare le attenzioni degli appassionati di platform e della stampa di settore grazie a un gameplay ricco di carattere e dai tratti ben distinti: diversamente dalla concorrenza, infatti, in Terraria il crafting degli oggetti è preponderante sul looting delle risorse e l’esplorazione non è fine a se stessa ma, al contrario, è determinata dal combattimento con i nemici e dall’acquisizione di armi, magie ed NPG sempre più potenti. È forse questo il motivo per cui, a dispetto delle apparenze e delle bucoliche ambientazioni campestri osservabili all’inizio dell’avventura, quello di Terraria dimostra di essere sin dalle prime ore di gioco un mondo spietato che non lascia scampo agli avventurieri della prima ora.

A prescindere dai tratti che contraddistinguono in maniera piuttosto marginale il sistema di gioco di questa versione rispetto alle altre (un aspetto che approfondiremo nel prossimo paragrafo di questa recensione), la versione per PS Vita dell’action-platform di Re-Logic rientra di diritto nell’alveo dei porting “puri” poichè garantisce un’esperienza artistica, tecnica e di gameplay del tutto sovrapponibile a quella della versione PC: il processo di creazione del personaggio e di “fondazione” del mondo, infatti, è assolutamente identico, così come è uguale il processo di generazione randomica dei dungeon, dei biomi naturali, delle ambientazioni “speciali”, delle caverne e delle zone dominate dai boss “di fine livello”. Chi si aspettava novità eclatanti sotto il profilo squisitamente contenutistico, di conseguenza, non potrà che rimanere deluso dalla decisione dei Re-Logic di “limitare” i bonus di questo porting ai 12 elementi di equipaggiamento inediti, alle ricette, ai due set di armature complete, ai 20 diversi personaggi non giocanti, alle otto “variazioni” di zombie e alle sei versioni diverse di Occhio del Demone introdotte con l’aggiornamento 1.2 dell’edizione già apprezzata dagli utenti di PlayStation 3 e Xbox 360.

PICCONI ROVENTI

[img src=”https://media.gamesblog.it/t/ter/terraria-per-ps-vita/th/terraria-per-ps-vita-3.jpg” alt=”Terraria per PS Vita” height=”350″ title=”Terraria per PS Vita” class=”post”]

Dal punto di vista dell’offerta di gioco, come ogni buon porting che si rispetti la versione per PS Vita di Terraria non amplia il perimetro tracciato dal capitolo originario ma rimane nel solco degli aggiornamenti compiuti in questi mesi dai Re-Logic per proporci un’avventura quanto più completa possibile e un’esperienza di gameplay degna di essere vissuta sulla nostra fida console portatile: alla base delle dimaniche di gioco di questa riedizione ritroviamo la stessa miscela di crafting, esplorazione e combattimento che caratterizza da sempre questo titolo. Il mancato slancio di innovazione legato alla varietà di oggetti craftabili, di biomi esplorabili e di nemici affrontabili viene però controbilanciato dalla presenza di controlli estremamente duttili e personalizzabili ed è questo l’aspetto che, più di ogni altro, riesce a dare un senso a questo progetto.

Il sistema di movimento e combattimento, infatti, trae vantaggio dalle molteplici funzionalità garantite dalla console ed offre a chi gioca delle opzioni multiple tra cui scegliere per adattare l’avventura alle proprie esigenze e ritagliare i controlli a propria immagine e somiglianza: grazie all’esperienza maturata dagli sviluppatori nel lungo processo di porting multiplo che hanno dovuto compiere in questi mesi per trasportare il titolo su console, su sistemi iOS e su tablet e smartphone Android di ultima generazione, i controlli di Terraria per PS Vita sono la nota più dolce dell’opera anche se molto, in realtà, poteva essere fatto anche da questo punto di vista per migliorare ulteriormente il titolo. Nonostante l’implementazione degli analogici da parte dei Re-Logic sia così impeccabile da riuscire a mitigare il disagio per l’assenza di un mouse, infatti, l’impiego del touchpad posteriore e del touchscreen frontale risulta essere del tutto marginale e, in certi casi, persino ininfluente (specie dopo aver fatto pratica con i quattro pulsanti rapidi della croce direzionale). I giroscopi, gli accelerometri e la telecamera non hanno alcun tipo di input e l’assenza di una funzione che permetta all’utente di attivare e disattivare automaticamente il comando del piccone, oltretutto, rende l’atto di scavare ancora più frustrante di quanto non lo sia per colpa della disastrosa ergonomia dei grilletti dorsali.

L’unico modo per dimenticare la mancanza di innovazione nei contenuti presenti nel mondo di gioco e nell’impiego dei controlli è quello di calarsi nei panni del proprio alter-ego e intraprendere l’avventura in compagnia dei propri amici: a prescindere dal livello di difficoltà selezionato e dall’esperienza acquisita sino a quel momento dal nostro personaggio, la versione per PS Vita di Terraria ci permette di immergerci in sessioni multiplayer cooperative fino a un massimo di otto utenti per lobby (o meglio, per mondo). In ragione dell’assoluta sovrapponibilità dell’offerta di gioco di questa nuova versione con quella “fissa” per PS3, il titolo propone sin dal giorno di lancio una funzionalità Cross Play basata sul caricamento e sul salvataggio in cloud dei propri personaggi e dei mondi generati: mancando però la funzione cross-buy, i giocatori dell’edizione per PS3 che vorranno proseguire l’avventura su PS Vita servendosi del cloud dovranno necessariamente riacquistare il titolo, e senza alcuno sconto.

COMMENTO FINALE

[img src=”https://media.gamesblog.it/t/ter/terraria-per-ps-vita/th/terraria-per-ps-vita-4.jpg” alt=”Terraria per PS Vita” height=”350″ title=”Terraria per PS Vita” class=”post”]

Di tutti i platform simil-Minecraft sfornati in questi ultimi anni dalla scena indipendente, Terraria potrebbe sembrare il meno indicato per essere trasposto su di una console come PS Vita: a dispetto delle apparenze, le dinamiche di gioco orientate all’azione e al combattimento che il titolo propone sin dalle prime ore dell’avventura richiedono una dose di attenzione e di esperienza che, in un caso o nell’altro, paiono in netta contraddizione con la natura stessa di una piattaforma portatile. Grazie al cielo, però, la camaleontica vocazione action-sandbox di Terraria consente agli utenti di divertirsi con molteplici livelli di gameplay che comprendono l’esplorazione libera, la conquista di un dungeon o la semplice “ricerca tecnologica” degli oggetti plasmabili con i materiali in proprio possesso.

La completa sovrapponibilità di questa versione con quella maggiore per PC e console fisse è il più grande pregio di Terraria per PS Vita ma, al tempo stesso, rappresenta anche il suo punto di maggior debolezza: l’assenza di elementi di innovazione pura nel sistema di gioco, la mancanza di aspetti esclusivi nelle ambientazioni (magari con la possibilità di esplorare nuovi biomi) e lo scarso utilizzo delle funzionalità specifiche della piattaforma (come il touchpad inferiore, la camera e i sensori di movimento) danno al progetto un respiro meno ampio di quello che ci si sarebbe potuti aspettare se gli sviluppatori di Re-Logic avessero dimostrato la stessa intraprendenza che li ha ispirati tra il 2010 e il 2011 realizzando l’edizione originaria.

Le contraddizioni causate dalla presenza della funzionalità Cross Play con la versione PS3 e dalla contemporanea assenza dell’opzione cross-buy per gli acquirenti dell’edizione “fissa”, unite alle analisi che abbiamo cercato di compiere con questa recensione, ci inducono così a chiudere il nostro speciale consigliando l’acquisto di Terraria per PS Vita solo ed esclusivamente a coloro che, in passato, non hanno mai avuto l’opportunità di immergersi nella dimensione pixellosa di questo titolo.

Cosa ci piace
Cosa non ci piace
  • Longevo, divertente e impegnativo
  • Graficamente squisito
  • Il multiplayer ad otto giocatori può creare dipendenza
  • Il Cross Play con PS3 e il cloud funzionano a dovere
  • Touchscreen e touchpad scarsamente utilizzati
  • Impossibilità di utilizzare le mod
  • Assenza di elementi esclusivi nella grafica e nel gameplay
  • Manca il cross-buy con la versione PS3

Ti consigliamo anche

Link copiato negli appunti