Il Signore degli Anelli: la Conquista - la recensione

A distanza di ben sei anni dal clamore e dalla sconfinata mole di merchandising scatenata dal suo arrivo nei cinema di tutto il mondo, la trilogia de Il Signore degli Anelli torna a far parlare di sé con un gioco nuovo di zecca, uscito proprio in questi giorni per Nintendo DS, PC, PlayStation 3 e Xbox 360.

Affidato da Electronic Arts alle sapienti mani di Pandemic, già autrici del riuscito Star Wars: Battlefront, Il Signore degli Anelli: la Conquista si presenta come un action classico in terza persona con tanto di campagna singola e considerevole componente multiplayer, ormai immancabile in qualsiasi titolo degno di considerazione.

Con la versione PlayStation 3, il nostro fido joypad ma soprattutto l’Unico Anello tra le mani non ci resta dunque che recarci nuovamente in quel della Terra di Mezzo per scoprire cosa ci hanno riservato gli sviluppatori, anche stavolta alle prese con una proprietà intellettuale di primissimo ordine: avranno fatto centro?

Il nuovo corso Electronic Arts

Non è un mistero che Electronic Arts abbia voluto inaugurare nel corso del 2008 una nuova politica aziendale, tagliando titoli ritenuti al di sotto di un certo standard di qualità e puntando allo stesso tempo su giochi originali sia in termini di meccaniche di gioco che di trama e ambientazione: esempi lampanti ne sono sicuramente Mirror’s Edge e Dead Space.

Non potendo spaziare più di tanto sulla storia, anche se come vedremo una parte di novità è presente anche sotto questo aspetto, a Pandemic non resta che puntare tutto sull’enorme potenzialità offerta dal brand, facendo però allo stesso tempo i conti anche con una fetta di appassionati tolkeniani decisamente esigenti.

Le vicende narrate in ISdA: la Conquista partono dal tutorial con la prima battaglia tra uomini/elfi e forze di Sauron, in cui l’oscuro signore finisce per perdere l’anello, per poi proiettarsi pienamente nella trama della trilogia partendo immediatamente dalla sua parte più guerrafondaia con l’assalto di Rohan e la conquista di Isengard. Come dicevamo non manca una parte inventata dagli sviluppatori, che per permetterci di impersonare anche le forze del male si sono inventati un’ipotetica storia in cui Sauron riesce a mettere le sue mani sull’Anello, mettendo quindi a ferro e fuoco la Terra di Mezzo.

The Lord of The Rings: Conquest

Tutti per uno, uno per tutti

Un po’ come i Tre Moschettieri più D’Artagnan, le classi disponibili in ISdA: la Conquista sono quattro, vale a dire arciere, esploratore, guerriero e stregone, ognuna delle quali fondamentalmente corrispondente allo stereotipo a cui siamo abitualmente portati ad associarla. L’arciere sarà così in grado di utilizzare le proprie frecce per sferrare attacchi da lontano, mentre l’esploratore di nascondersi e tendere agguati così come il guerriero dà il meglio di sé nel combattimento ravvicinato. Discorso leggermente diverso per lo stregone, corrispondente com’è giusto che sia più alla figura di Gandalf che a quella di un mago vero e proprio, e dotato quindi oltre che di attacchi anche di tecniche di difesa e magie di guarigione.

La complementarità delle varie classi non è di certo un caso, visto che in multiplayer per avere successo è strettamente necessario interagire con tutti gli altri componenti del proprio gruppo, con cui è inoltre possibile intraprendere anche la campagna singola, che quindi finisce per essere una modalità multigiocatore aggiunta. Unica condizione per lanciarsi nel gioco online, la solita scelta inspiegabile di Electronic Arts di costringere i giocatori a registrarsi alla propria piattaforma, cosa già fastidiosa se lo si fa tramite PSN ma soprattutto via Xbox Live, dove i giocatori che già pagano per il servizio si ritrovano costretti anche a dover svolgere la noiosa procedura.

Polemiche a parte, il multiplayer di ISdA: la Conquista è sicuramente il cuore pulsante del gioco, all’interno del quale è possibile giocare contemporaneamente fino a 16 persone dividendosi tra le modalità Deathmatch, Conquista e Cattura l’Anello, ognuna delle quali sarà ben nota ai più navigati visto che si mantengono abbastanza nei canoni classici (il Cattura l’Anello non è altro che un Cattura la Bandiera) del gioco online.

The Lord of The Rings: Conquest

Guarda mamma, sono Aragorn!

Detto quanto c’era da dire sul multiplayer, concentriamoci sulle meccaniche di gioco vere e proprie analizzando allo stesso tempo anche la modalità singola (giocata in singolo). La possibilità di impersonare gli eroi della trilogia come Aragon e Legolas, ognuno dei quali dotato di abilità speciali rispetto ai comuni soldati, è sicuramente una forte attrattiva, ancor più accentuata dalla facoltà di vestire i panni anche di Sauron e dei suoi luogotenenti.

La prima nota negativa della modalità storia è legata al suo elevato grado di difficoltà anche al livello più basso di essa, accentuato anche da un sistema di controlli un po’ troppo legnoso per essere inserito nel contesto di un action con le ambizioni di quello che ci troviamo di fronte, che quindi finisce con il costringere il giocatore a concentrarsi più sul picchia-picchia e ancora picchia che sulla pianificazione dei propri movimenti, e nonostante le combinazioni e le combo siano sufficientemente numerose si finisce presto con il dimenticarsene.

The Lord of The Rings: Conquest

Non è tutto oro quello che luccica

Per valutare il comparto tecnico di ISdA: la Conquista occorre fare una doverosa distinzione su quanto realizzato da Pandemic e quanto invece proviene dal mondo del cinema, in particolare ovviamente dalla trilogia di Peter Jackson. A non convincere a conti fatti è proprio la prima parte, contraddistinta ahinoi da una grafica che ricorda in tutto e per tutto quella della vecchia generazione di console, facendo venire il sospetto che il motore del gioco non sia altro che quello di Battlefront leggerissimamente adattato alle piattaforme next-gen, sulle quali la resa finisce per essere a livelli mediocri e imparagonabili con quelli di altri titoli.

L’assenza completa di effetti, gli imbarazzi di alcune animazioni e soprattutto l’evidente scarsità di poligoni messi in gioco non possono che far storcere il naso di fronte a un comparto grafico che a inizio 2009 dovrebbe essere di tutt’altro livello. Discorso diverso invece per la parte derivata dalla licenza ufficiale della trilogia cinematografica, con tanto di voci in italiano provenienti dai tre film e spezzoni filmati realizzati riarrangiando quanto visto sul grande schermo, a distanza ormai di anni dall’uscita dei film sempre in grado di fare il proprio effetto.

The Lord of The Rings: Conquest

Commento finale

Largamente atteso come definitivamente conferma del nuovo corso Electronic Arts, ISdA: la Conquista non finisce purtroppo per conquistare anche noi, rivelandosi purtroppo un titolo più “vecchio stile” in cui a farla da padrone è più la proprietà intellettuale associata che il gioco in sé stesso. Non è un mistero il fatto che da Pandemic ci si attendesse molto dopo quanto di buono visto in Battlefront, che però finisce per essere rimpianto per più di un motivo.

Lasciati da parte i suoi difetti, questo titolo resta comunque un buon passatempo per i fan dell’opera tolkeniana che di sicuro ne apprezzeranno la possibilità di coalizzarsi insieme ad altri giocatori fronteggiandosi per la Terra di Mezzo online. Per tutti gli altri, ISdA: la Conquista merita quantomeno prima di essere provato per non incorrere in spiacevoli (e dispendiose) sorprese.

The Lord of The Rings: Conquest

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