iRacing: la recensione del Re dei simulatori di guida


Da sempre i giochi di guida vengono divisi nei due tronconi “arcade” e “simulazione”, benché la stragrande maggioranza di essi non appartengano insindacabilmente a una sola delle due categorie ma siano in realtà un ibrido che le miscela in proporzioni diverse. Visto che il confine è spesso molto sottile, catalogare ed etichettare risulta complicato: quanto c’è di simulativo in Forza Motorsport 3? E quanto c’è di arcade? E in Gran Turismo 5? E in Need for Speed: Shift? Interrogativi del genere fanno spesso accendere diatribe furibonde nei forum, soprattutto quando gli interlocutori associano erroneamente “simulativo” a “migliore/più divertente” commettendo un errore a livello concettuale e non tenendo presente che, oltre a puntare a due target molto differenti, le due tipologie richiedono livelli di impegno e abilità profondamente diversi.

Nel caso di iRacing è impossibile sbagliarsi: si tratta del prodotto commerciale più simulativo e realistico che sia mai stato realizzato nella storia, avvicinato solo dall’italianissimo netKar PRO. E se non abbiamo usato il termine “videogioco” non è un caso: gli stessi sviluppatori ci tengono a precisare che “iRacing is not a videogame”. iRacing non è un videogioco.

Seguiteci insieme in questa recensione e scoprirete perché

iRACING IS NOT A VIDEOGAME

iRacing nasce dalla mente di David Kaemmer, designer considerato come una sorta di semi-divinità da qualsiasi appassionato di sim-racing. Kaemmer ha fondato la leggendaria software house Papyrus e ha creato Grand Prix Legends, simulatore che dopo più di dieci anni dalla sua uscita viene ancora considerato uno dei migliori sulla piazza. Uno dei motti di iRacing è proprio “iRacing is not a videogame”, che la dice lunga sulla natura di un prodotto indirizzato principalmente verso due sole tipologie di utenti: veri piloti di professione e appassionati di simulazioni senza compromessi.

Ogni compromesso che possiamo troviare nei giochi di guida destinati al mercato di massa, infatti, viene completamente a mancare: non esistono aiuti alla guida, non esistono visuali esterne, non esiste cambio automatico, non esistono invisibili correzioni che tengono l’auto in pista anche quando il pilota osa troppo (presenti a iosa nei tanti videogiochi comunemente definiti “simulativi”).

La formula di iRacing è quella del servizio online. Non esiste una copia fisica del software, ma solo un client che viene scaricato una volta stipulato un abbonamento al servizio, che può variare da un mese a due anni di durata in base alle scelte dell’utente. Acquistando abbonamenti per lunghi periodi si ottengono naturalmente grandi sconti: la soluzione migliore è quello per due anni, dal costo poco superiore ai 100€. Non mancano periodi promozionali dove gli utenti possono provare iRacing per un mese senza nessuna spesa. Con l’abbonamento base si ha diritto a tre auto (Pontiac Solstice, SCCA Spec Racer Ford, Legends Ford ’34) e sei piste (Laguna Seca, Lime Rock Park, Summit Point Raceway per i circuiti stradali; Lanier National Speedway, South Boston Speedway e Oxford Plains Speedway). Ogni altro contenuto è acquistabile a pagamento, con prezzi che variano in base all’auto o alla pista scelta. Il team di iRacing è continuamente al lavoro per sfornare nuove piste e nuove auto, ma non si deve fare l’errore di voler desiderare subito un parco vetture degno di Gran Turismo, perché oltre che molto costoso ciò si rivelerebbe controproducente: il segreto per migliorare la propria guida è proprio concentrarsi su poche vetture e poche piste, assaporando l’infinita profondità che la simulazione riesce a offrire.


iRacing non prevede piste o vetture di fantasia, e dunque qualsiasi contenuto è rigorosamente esistente e sviluppato su licenza ufficiale. La cura dedicata a far sì che ogni singolo aspetto sia il più realistico possibile è notevole: i tracciati sono realizzati con la tecnica del Laser Scan, che consiste nell’andare fisicamente sulla pista e “mapparla” con un apposito strumento al laser. Il risultato è ottenere una copia poligonale perfetta, con tolleranza d’errore inferiore ai 5cm. Ogni pendenza, buca, avvallamento presenti nella pista vera viene riportato fedelmente su iRacing. Allo stesso modo anche le vetture sono fedelissime, e rispondono a leggi fisiche simulate nel modo più veritiero mai visto finora.

Chi viene da simulazioni come rFactor o GTR 2 avrà naturalmente un impatto molto meno traumatico rispetto al videogiocatore medio, ma non deve dimenticarsi che iRacing non è solo simulatore ma anche community: il livello medio di abilità degli utenti è molto alto, e potrebbe quindi capitare che passino settimane o addirittura mesi prima di vincere una gara (non esiste IA: ogni gara è disputata esclusivamente contro piloti umani online). A qualche occasionale “casual gamer” curioso e la grande quantità di corsaioli scafati, si aggiungono anche veri e propri fenomeni come Greger Huttu, personaggio che sta al sim-racing come Michael Schumacher sta alla Formula 1.

Anche solo per acquisire le licenze necessarie per gareggiare con un particolar tipo di vettura ci sarà da lavorare sodo: si parte da Rookie e passando per D, C, B e A si può arrivare a Pro, categoria stellare che una grandissima parte di utenti non riuscirà mai a raggiungere. Il concetto è molto diverso da quello più familiare delle patenti di Gran Turismo: ogni licenza acquisita va mantenuta, e se il pilota guida male, fa tempi non adeguati e soprattutto provoca incidenti, un apposito sistema di rating integrato può anche farlo “retrocedere” nella categoria inferiore. Proprio questo sistema automatico di valutazione fa sì che i comportamenti siano sempre (o quasi) leali e l’impegno sia elevato: vi assicuriamo che perdere punteggio per aver provocato un incidente o anche solo per essere usciti troppe volte di pista non è affatto piacevole. In casi di plateale slealtà durante le gare è addirittura possibile chiedere a commissari della software house di visionare il replay ed eventualmente sanzionare il pilota scorretto (anche con una sospensione dell’abbonamento).


ANGOLO TECNICO

Pur difendendosi più che bene, il livello grafico di iRacing è distante dalla magnificenza di giochi come Forza Motorsport 3 o Gran Turismo 5, ma ciò è in buona parte voluto per far sì che anche i possessori di PC meno potenti possano scendere in pista. Il risultato finale su schermo può essere definito buono, tenendo anche in mente che in un prodotto del genere il comparto grafico è di secondaria importanza.

    Requisiti minimi di sistema per iRacing:

  • Windows XP, Vista o 7
  • Qualsiasi CPU Hyperthreaded o dual core
  • Scheda video con 128MB Pixel Shader 2.0 (ATI 9700Pro o nVidia 6600 o migliori); 256 MB Pixel Shader 3.0 (ATI X1600 o nVidia 6800 GT/GS o migliori raccomandate)
  • 1GB di RAM
  • Volante e pedaliera
  • Microfono facoltativo per la chat vocale

Nella nostra configurazione di prova (E6600@3Ghz, Radeon 4850, 4GB RAM) impostando la risoluzione di 1920×1200 con tutti i filtri al massimo, iRacing oscilla dai 70fps nelle condizioni migliori ai 20fps quando troviamo più auto su schermo contemporaneamente. Abbassando la risoluzione a 1680×1050 le cose migliorano sensibilmente, e il frame rate non scende mai sotto i 30 neanche nelle situazioni più concitate; abbassando ancora fino a 1280×720 otteniamo i fatidici 60fps minimi in quasi ogni condizione. Stiamo dunque parlando di un motore grafico piuttosto leggero, che con sistemi più recenti garantisce prestazioni sempre impeccabili ma allo stesso tempo, a patto di scendere a compromessi con filtri e risoluzione, si lascia giocare tranquillamente su PC meno dotati.


COMMENTO FINALE

Recensire iRacing in un sito “mainstream” come Gamesblog non è facile, perché si tratta di tutto tranne che di un prodotto destinato alla massa. Abbiamo cercato di introdurlo al giocatore medio dal suo punto di vista, e anche in questo commento finale la prospettiva sarà quella: cosa potrebbe piacere di un simulatore professionale al videogiocatore medio? È chiaro che oltre all’esborso economico per l’abbonamento e gli aggiornamenti si deve per forza aggiungere come requisito minimo un volante di medio-buona fattura (almeno un Driving Force GT). Ma soprattutto, iRacing richiede impegno e dedizione ben oltre quanto riescono a immaginare coloro che non hanno mai passato qualche ora con un vero simulatore e sono abituati con i vari (ottimi) ibridi che vanno per la maggiore.

Nella sua totalità iRacing è l’esperienza di guida virtuale più completa ed appagante che esista al giorno d’oggi, un’esperienza che qualsiasi appassionato di videogiochi e motori dovrebbe provare almeno una volta. Con un solo grande rischio: quello di non riuscire a tornare più indietro, e vedere sotto una luce molto più modesta tutti i giochi di guida che fino a quel momento erano riusciti a divertire e appassionare.

Il consiglio più sincero che possiamo darvi è dunque questo. Se giocate per rilassarvi o comunque senza volervi dannare l’anima per ore di apprendistato schiantandovi ogni cento metri di pista, pillola azzurra: continuate a giocare con Forza Motorsport, Gran Turismo o chi per loro. Se invece la vostra passione è tale da poter giustificare la spesa e rinunciare a qualsiasi compromesso, pillola rossa: entrate nel paese delle meraviglie e vedrete quanto è profonda la tana del Bianconiglio.

Cosa ci piace

Cosa non ci piace

  • Il non-plus-ultra della simulazione e del realismo
  • Costantemente aggiornato ed espanso
  • Community attiva e generalmente matura, costantemente monitorata
  • Estremamente impegnativo, rivolto ai soli appassionati
  • Grafica inferiore a quella delle produzioni più recenti
  • Prezzi non propriamente popolari

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