Legend of Grimrock: la recensione

Legend of Grimrock è la dimostrazione concreta di come, in un mercato stagnante e privo di anima, un gioco dalle modeste caratteristiche tecniche possa trasformarsi in un successo incredibile semplicemente facendo leva sui ricordi degli appassionati, sull'attenzione ai dettagli e, soprattutto, sulla fame di Dungeon Crawler.
Legend of Grimrock è la dimostrazione concreta di come, in un mercato stagnante e privo di anima, un gioco dalle modeste caratteristiche tecniche possa trasformarsi in un successo incredibile semplicemente facendo leva sui ricordi degli appassionati, sull'attenzione ai dettagli e, soprattutto, sulla fame di Dungeon Crawler.

Il mercato attuale dei videogiochi sta vivendo un periodo stagnante in cui le idee faticano a emergere, annegate in un mare di sequel e di blockbuster senza cuore. Mentre le grandi case cercano di rispodere alla sempre più preoccupante mancanza di idee con remake e collection di vecchie glorie del passato, il panorama Indie e i piccoli sviluppatori sfornano a un ritmo incredibile perle di originalità e capolavori di nostalgia, dimostrando che là fuori esistono ancora cervelli in eruzione.

Legend of Grimrock è la prova concreta di come, in un mercato sempre più avido ed esigente, un gioco dalle modeste caratteristiche tecniche possa trasformarsi in un successo incredibile semplicemente facendo leva sui ricordi degli appassionati, sull’attenzione ai dettagli e, soprattutto, sulla fame di Dungeon Crawler, che a quanto pare è più diffusa di quanto si potesse immaginare.

Il gioco di cui vi apprestate a leggere la recensione è un glorioso omaggio fatto dal team Almost Human a vere e proprie pietre miliari come Dungeon Master ed Eye of the Beholder, che più di 20 anni fa tenevano gli appassionati di gdr per ore e ore incollati a piccoli monitor, in compagnia della fida matita e dell’immancabile foglio di carta a quadretti su cui disegnare le mappe dettagliate di oscuri e impenetrabili labirinti. Varrà la pena di dargli fiducia?

Tornare alle origini

Nel corso degli anni i videogiochi hanno compiuto molti passi avanti, evolvendosi per offrire ai giocatori esperienze sempre più complete ed esaltanti. Anni fa, quando la grafica era molto più approssimativa rispetto a quella attuale (così come le possibilità tecniche legate a fisica, IA e via dicendo), il game design e il level design erano concetti chiave su cui venivano gettate le basi di qualsiasi progetto.

I vecchi Dungeon Crawler, con la loro crudele difficoltà, erano in grado di gettare gli avventurieri di turno, generalmente nudi e disarmati, nel bel mezzo di oscuri labirinti popolati da ogni genere di creature ostili. In una situazione tanto estrema emergeva un gameplay semplice accompagnato da una quantità tale di segreti da far letteralmente impazzire i giocatori, per la gioia dei level designer che avevano ideato le mappe concentrandovi tutta la propria cattiveria.

Con Legend of Grimrock i ragazzi di Almost Human sono ripartiti dal medesimo concetto, mettendo insieme un Dungeon Crawler in tutto e per tutto ispirato ai classici del genere e caratterizzato dalla stessa cura maniacale per i dettagli e dal sottile bilanciamento di pochi elementi saggiamente miscelati tra loro.

Le immagini della recensione di Legend of Grimrock

WASD

Come funziona esattamente Legend of Grimrock? Se non avete mai avuto la possibilità di giocare ai vecchi Dungeon Crawler a cui il gioco si ispira vi basti sapere che si tratta di un gdr con visuale in prima persona, in cui i movimenti di mostri e giocatore sono costretti su mappe formate da caselle quadrate affiancate tra loro.

Questa struttura limita le possibilità di spostamento all’avanzamento in linea retta, all’indietreggiamento, alla scivolata laterale e a bruschi cambi di direzioni di 90 gradi. Sfruttando la classica combinazione di tasti WASD (con l’aggiunta di Q ed E per i cambi di direzione), si controllano gli spostamenti del party esplorando 13 livelli pieni di segreti, enigmi e di letali trappole.

La gestione attenta e ragionata degli spostamenti del gruppo è fondamentale se si vuole uscire vivi da Grimrock, visto che usando con saggezza movimenti tanto basilari è possibile tenere a bada anche gli avversari più tosti, sfruttando strategie da tempo dimenticate che devono necessariamente essere ripescate tra i vecchi ricordi per ottenere risultati apprezzabili.

L’importanza di un party equilibrato

L’inizio di Legend of Grimrock non lascia spazio a preamboli articolati o a sceneggiature da Oscar. Dopo esser state accusate di chissà quale crimine, quattro persone non meglio identificate vengono gettate in una voragine che conduce nelle profondità di Grimrock, labirinto che, almeno in teoria, non dovrebbe lasciare vie di scampo.

Una volta assistito alla brevissima introduzione arriva il momento di generare un party casuale o, scelta consigliata, di creare personalmente i quattro eroi del proprio gruppo utilizzando l’editor presente nel gioco. In sostanza è possibile scegliere fra quattro razze e tre classi, soppesando attentamente le statistiche distribuite tra i membri del gruppo e, soprattutto, le abilità ad essi associate, vero punto cardine della caratterizzazione.

Se la scelta della razza è preferibilmente legata alla professione ad essa associata (ogni razza ha infatti valori base differenti per le varie statistiche), è con la gestione delle abilità che si definiscono nel dettaglio le caratteristiche dei quattro eroi, generando il lottatore inarrestabile, il monaco esperto di arti marziali, il sicario dal basso profilo, l’immancabile stregone vomita-incantesimi e via dicendo.


Una questione di tempismo

Completata la creazione del party si entra finalmente nel vivo di Legend of Grimrock, addentrandosi negli oscuri labirinti armati di torce (che si esauriscono gradualmente costringendo a procurarsene sempre di nuove) alla ricerca di una via d’uscita. Il viaggio verso l’ambita destinazione, però, è tutt’altro che facile, visto che il dungeon è letteralmente pieno di creature più o meno letali da abbattere sfruttando tutte le risorse a propria disposizione.

Per far questo si può contare su un sistema di combattimento estremamente semplice, che però nasconde uno spessore inatteso e tutto da scoprire. Dopo aver equipaggiato una o più armi, basta premere il tasto destro del mouse sulla relativa icona per eseguire un attacco a distanza ravvicinata o a lungo raggio (a seconda dell’arma a disposizione) verso la casella di fronte a quella in cui si trova il gruppo.

A seconda delle dimensioni dell’oggetto impugnato, il tempo di attesa per portare il colpo successivo è più o meno lungo, costringendo a gestire con attenzione i colpi del proprio arsenale. Un discorso diverso deve essere fatto per gli incantesimi, che per essere lanciati non solo richiedono che il personaggio abbia sviluppato l’abilità necessaria al livello opportuno, ma anche che il giocatore ricordi (e inserisca correttamente) le sequenze di rune descritte nel dettaglio all’interno di preziose pergamene.

Una partita a scacchi

Con un sistema di combattimento tanto basilare è fondamentale imparare a mettere in pratica alcune strategie indispensabili per avere la meglio sulle creature più agguerrite e, soprattutto, sui gruppi di più mostri che non esiteranno ad attaccare contemporaneamente il party.

In questi casi una corretta gestione del movimento è la chiave per portare a casa la pelle, visto che farsi accerchiare equivale alla morte certa di almeno un elemento del gruppo (in genere il fragilissimo mago, caratterizzato nei primi livelli da una manciata di punti ferita). Sfruttare in modo adeguato una strettoria, una porta o una trappola può rappresentare il sottile confine tra la sopravvivenza e una morte indegna.

Allo stesso modo è importante capire come (e quando) cambiare la disposizione del party, alternando i personaggi in prima fila con quelli nelle retrovie nel tentativo di evitare letali attacchi alle spalle e di garantire a tutti un pizzico di copertura extra. Tutti questi elementi, una volta messi insieme, danno vita a scontri davvero epici, soprattutto nelle fasi avanzate dell’avventura.


Enigmi, tranelli e illusioni ottiche

Se Legend of Grimrock fosse caratterizzato unicamente da una piatta sequenza di combattimenti, tuttavia, non sarebbe certo la meraviglia di design che vi abbiamo decantato fino a questo momento. A tutto ciò che vi abbiamo descritto, fortunatamente, si affianca un level design d’eccellenza, che costringe i giocatori a confrontarsi con enigmi e segreti davvero ghiotti.

Vagando per cunicoli apparentemente tutti uguali è necessario prestare attenzione ai più piccoli dettagli per scoprire improbabili porte segrete, o per notare enigmatiche iscrizioni che recitano indovinelli e indizi da sfruttare a proprio vantaggio. In più di un’occasione, durante la difficile esplorazione, capita di imbattersi in porte apparentemente impossibili da aprire, le cui chiavi devono essere trovate con pazienza, memoria e determinazione.

Alcuni degli enigmi del gioco possono essere saltati senza essere risolti, e vi assicuriamo che difficilmente riuscirete a completare Legend of Grimrock al 100% alla prima partita, soprattutto a causa di alcuni sorprendenti colpi di scena che il gioco riserva nelle fasi avanzate dell’avventura.

Commento finale

Legend of Grimrock è uno spettacolare omaggio alla vecchia scuola e riesce a catturare tutta la magia dei vecchi Dungeon Crawler affiancandola a una veste grafica attualizzata con grande intelligenza. Fin dai primi minuti di gioco si respira l’atmosfera che caratterizzava Dungeon Master ed Eye of the Beholder. Considerando che stiamo parlando di un gioco capace di offrire un’esperienza intensa di almeno 20 ore in cambio di appena 11 euro, non possiamo che consigliarne l’acquisto a tutti gli amanti dei giochi di ruolo e del glorioso Dungeons & Dragons cartaceo.

Cosa ci piace

Cosa non ci piace

  • Level design superbo
  • Ottimo bilanciamento
  • Prezzo onestissimo
  • Poche classi
  • Si può salvare quando si vuole
  • Qualche lieve sbavatura tecnica

Le immagini della recensione di Legend of Grimrock
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