You're in the Movies: la recensione

Chi dice che l’industria videoludica stia ancora cercando una sua anima con cui poter comunicare nel miglior modo possibile l’Arte che i programmatori riversano nelle righe di codice dei loro prodotti, probabilmente ricorrerebbe nello sbaglio di cadere nella retorica tipica di chi guarda a questa forma d’intrattenimento con superficialità.

Chi, alla sola parola “videogiochi”, storce la bocca e pensa ad uno stupido sparatutto in cui l’obiettivo principale è quello di riempire di sangue il pavimento di gioco, probabilmente è irrecuperabilmente perso e non potrà mai godere della freschezza e della novità offerta da console come il Nintendo Wii, da giochi come Guitar Hero… o da “esperimenti sociologici” come You’re in the Movies.

Proviamo allora a capire cosa ha avuto in mente questa volta Codemasters per far cambiare idea al maggior numero possibile di bacchettoni… o per divertire il maggior numero possibile di persone durante queste feste con la loro Xbox 360.

SIAMO TUTTI DENTRO MATRIX, MA VI PREGO: NON SVEGLIATECI

Dal primo istante in cui apriamo gli occhi la mattina, fino alla sera in cui ritorniamo a letto con la stanchezza di chi ha vissuto una giornata piena di incontri e di cose fatte, tutto ciò che ci circonda riesce a trasmetterci un messaggio inequivocabile e semplice allo stesso tempo: l’Uomo è un animale sociale.

Il nutrimento più importante che possiamo ricevere durante la nostra esistenza non è quello dato da una sana alimentazione, ma è il relazionarci con più persone possibili per appagare la nostra fame insaziabile di Conoscenza e perchè, in fondo, sappiamo che senza avere un posto ben preciso all’interno della società o all’interno di una fedele cerchia di amici non siamo contenti e viviamo con il male peggiore con cui l’essere umano ha mai avuto a che fare: la solitudine.

Siamo portati a comportarci come una enorme rete di vasi comunicanti: “le invenzioni” della parola, della scrittura, della pittura, e poi ancora della cinematografia, dei giochi e (perchè no) dei videogiochi sono la conseguenza diretta della nostra natura di esseri portati ad essere felici solo se riusciamo ad esprimere a noi stessi e agli altri delle emozioni anche elementari. Sembrerà assurdo, ma è questo il motivo della nascita di You’re in the Movies, un progetto capace di utilizzare il linguaggio cinematografico per dirci simpaticamente che facciamo parte di un immenso film, ed è proprio questo a renderci felici senza saperlo.

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CIAK, SI GIOCA!

Dell’intero genere dei “videogiochi sociali”, talvolta definiti impropriamente “party games”, You’re in the Movies è quello che riesce nel migliore dei modi a catapultarci in un’esperienza cinematografica “irreale” per dare finalmente corpo a quelle emozioni (stavolta realissime) che ogniuno di noi ha voluto da sempre provare almeno una volta nella vita osservando in TV o al cinema il suo attore o film preferito, imparandone a memoria le battute pur di far parte anche solo per finta e per pochi istanti dell’intero “carrozzone mediatico” che si porta dietro l’industria cinematografica.

Se l’idea alla base di You’re in the Movies, vista da questo punto di vista, sembra nobile ed assolutamente interessante per essere sviluppata in un videogioco, altrettanto non può dirsi per la realizzazione complessiva del titolo Codemasters. Ma analizziamone con calma i tanti lati positivi e, ahimè, gli altrettanti lati negativi.

Inserendo il disco nel tray di Xbox 360 e dedicando una porta USB alla Xbox Live Vision all’interno della confezione, un simpatico filmato iniziale (recitato da pupazzi e giocattoli vari) ci mostra in anteprima ciò che il programma di riconoscimento ci richiederà ogni volta prima della realizzazione di uno dei 30 film proposti su DVD: sistemare le luci, sgomberare l’ambiente di gioco, indossare abiti appariscenti sarà il primo passo verso il vostro B-movie recitato in solitaria o con l’aiuto (consigliatissimo) di altre tre persone.

Qui però sorgono i primi, fastidiosissimi problemi: sia per la risoluzione non eccelsa della Xbox Live Vision (1,3 megapixel), sia per delle evidenti lacune nel programma adibito a riconoscere i movimenti degli attori sullo sfondo precalcolato, moltissime volte vi capiterà di vedere la vostra controparte televisiva letteralmente “mozzata” di qualche arto o dell’intero busto, andando così a rovinare la realizzazione delle scene richieste per terminare il trailer del film scelto.

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GRAFICA E SONORO

Dal punto di vista della realizzazione tecnica, You’re in the Movies si presenta in una veste grafica funzionale alla giocabilità: la finestra dedicata all’inquadratura della Xbox Live Vision prende gran parte dello schermo, ed anche impostando la luminosità ad un livello ottimale la differenza tra i toni vividi del contorno grafico e degli oggetti bidimensionali da colpire durante le inquadrature “fanno a cazzotti” con la bassa risoluzione della videocamera ufficiale Microsoft, mortificando in tal modo le intere riprese che mostrano uno sfondo ultra-colorato con dei protagonisti umani sbiaditi ed evanescenti come fantasmi.

Il comparto audio, grazie al cielo, riesce a non mostrare sbavature e si assesta a livelli altissimi, considerando soprattutto la natura molto arcade e commerciale del titolo: nell’industria cinematografica, è risaputo che i doppiatori più capaci ed apprezzati nel mondo sono proprio quelli italiani, fa quindi piacere assistere a questa ennesima commistione tra le qualità del genere cinematografico con quello videoludico, specie in un gioco “ibrido” come appunto You’re in the Movies.

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COMMENTO FINALE

Superando qualsiasi preconcetto dovuto però ad una effettiva penuria del comparto grafico, You’re in the Movies sa farsi apprezzare soprattutto come gioco di società da utilizzare durante queste feste per spezzare la monotonia della tombola e per smaltire in un modo originale e simpatico le tonnellate di dolci con cui abbiamo maltrattato i nostri organismi in queste settimane.

Ma a parte queste considerazioni, pur complimentandoci con Codemasters e con Microsoft per averci regalato un divertente passatempo dalla longevità teoricamente infinita, dubitiamo fortemente che la casa di Redmond riesca a scalfire il mercato “casual” che guarda quasi solo unicamente al Nintendo Wii, e quindi, andando controcorrente rispetto alle recensioni delle altre testate videoludiche, consigliamo l’acquisto di You’re in the Movies soprattutto agli “hardcore gamers” che troveranno nel titolo Codemasters una gradita sorpresa in un genere molto lontano da quello che si è abituati a giocare.

Per tutti gli altri, e cioè per chi guarda a You’re in the Movies come “una scusa” per comprare una Xbox 360, ci sentiamo di metterli in guardia dicendogli che progetti come questo sono estemporanei e non rappresentano assolutamente “una via maestra” che Microsoft vuole seguire per rilasciare in maniera continua nel tempo titoli come questo, che difatti rimane un esperimento sociologico più che un videogioco a sè stante.

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