La cassazione condanna ancora le modifiche alle console


La Corte di Cassazione ha per l’ennesima volta condannato i chip di modifica delle console, considerandoli illegali. Nella giornata di ieri è stato infatti annullata con rinvio la decisione emessa lo scorso gennaio dal Tribunale del Riesame di Firenze, con cui si stabiliva che qualsiasi attività commerciale correlata alla modifica di console e alla vendita di prodotti per eludere le protezioni non costituisse reato ai sensi dell’art. 171 ter della legge sul diritto d’autore.

Da quando le modifiche sono diventate un problema per la giustizia italiana, la loro sorte nei vari processi è stata alterna. Ricordiamo il primo caso clamoroso a favore dei chip: nel 2004 il giudice Edoardo Mori del Tribunale del riesame di Bolzano emise un’ordinanza determinando l’illegittimità di numerosi sequestri decisi dalla Procura della Repubblica di Bolzano ed operati dalla Guardia di Finanza nel corso di una vasta ed articolata operazione che, in alcune province italiane, riguardò Sony PlayStation 2 modificate mediante l’uso dei normali chip reperibili all’epoca.

La decisione fu motivata sostenendo che nel nostro paese modificare con un chip una console è perfettamente legale, poiché le limitazioni d’uso di tali prodotti non hanno ragione d’esistere e “Sarebbe un po’ come se la FIAT vendesse un’auto con il divieto di uso per extracomunitari e per strade extraurbane”. Il giudice aggiunse che l’utilizzo del chip è del tutto legittimo in quanto la legge sul diritto d’autore, a cui fa riferimento Sony, non può impedire a chi acquista un bene di “goderne nel modo più ampio ed esclusivo”.

Da quella volta sono state diverse le sentenze che, come quella di ieri, hanno invertito la tendenza relegando i chip di modifica allo stato di materiale illegale. Mentre l’AESVI (Associazione Editori Software Videoludico Italiana) si dichiara soddisfatta tramite un apposito comunicato stampa, rimangono comunque molte perplessità. Voi cosa ne pensate?

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