Xbox One: Microsoft conferma l'autopubblicazione dei titoli indipendenti

La casa di Redmond fa cadere il muro dell'autopubblicazione su Xbox Live e apre al mondo degli sviluppatori indipendenti con una mossa destinata a far discutere
La casa di Redmond fa cadere il muro dell'autopubblicazione su Xbox Live e apre al mondo degli sviluppatori indipendenti con una mossa destinata a far discutere

Con un messaggio inviato ai curatori di Engadget, il corporate VP della divisione Xbox di Microsoft, il sempre più famoso Marc Whitten, ha offerto delle importantissime anticipazioni sulle mosse che la multinazionale di Redmond intende compiere nei prossimi mesi per garantire alla scena videoludica indipendente il “diritto” all’autopubblicazione dei propri titoli e un più veloce processo di certificazione dei progetti da proporre all’utenza di Xbox Live:

“La nostra visione è che ogni persona può essere un creatore di contenuti. Che ogni Xbox One può essere utilizzata per sviluppare. Che ogni gioco o esperienza possa trarre vantaggio dalle funzionalità di Xbox One e di Xbox Live. Questo significa autopubblicazione. Questo significa Kinect, il cloud, gli achievement. Questo significa grande visibilità su Xbox Live. Durante la GamesCom di agosto vi diremo tutto ciò che c’è da sapere al riguardo, dal modo in cui tutto questo verrà reso possibile al tempo necessario affinchè tutto sia fatto come si deve.”

Le dichiarazioni di Marc Whitten fanno seguito alle indiscrezioni raccolte dalle gole profonde di Game Informer in merito, appunto, ai piani del colosso americano relativi alla completa riformulazione del sistema di certificazione dei videogiochi da pubblicare e, se possibile, pubblicizzare su Xbox Live. Lo stesso Whitten, però, ci tiene a far presente ai ragazzi di Kotaku che non tutto sarà possibile sin dal giorno di lancio: la funzionalità che permetterà a qualsiasi giocatore di utilizzare la propria Xbox One come un devkit, infatti, sarà disponibile solo in un secondo momento, probabilmente tramite un comunissimo aggiornamento del software di sistema.

Xbox One: galleria immagini
Xbox One: galleria immagini
Xbox One: galleria immagini

Alimentate dai rumor rincorsisi in questi giorni sui siti e sui forum videoludici di mezzo mondo e dalle ancora brucianti vicende legate all’annuncio e al successivo abbandono dei sistemi di controllo simil-DRM di Xbox One, le anticipazioni dei curatori di Game Informer hanno così indotto le alte sfere di Microsoft a uscire allo scoperto confermando che sì, sulla loro prossima console casalinga gli sviluppatori della vulcanica scena indie potranno pubblicare in maniera completamente autonoma i propri videogiochi.

Ai boss della divisione Xbox basterà questo annuncio per ricucire lo strappo con gli sviluppatori indipendenti e riguadagnare la loro fiducia? Solo il tempo – e un esercito di PR disposto a tutto pur di ingraziarsi gli attori grandi e piccoli della scena indie – ci dirà se la mossa di Microsoft risulterà essere o meno vincente. Nell’attesa che gli imperscrutabili astri videoludici s’allineino per mostrarci in anticipo la direzione che prenderà il mercato nei prossimi mesi, vi lasciamo ricordandovi la GamesCom di Colonia si terrà tra il 21 e il 25 agosto e che la commercializzazione di Xbox One è prevista nel mese di novembre.

Xbox One: Marc Whitten possibilista sul ritorno del Family Sharing

14 luglio 2013 – A cura di Michele Galluzzi

Come ben saprà chi ha seguito l’ormai famosa vicenda dell’annuncio e del successivo abbandono dei meccanismi di controllo simil-DRM di Xbox One da parte di Microsoft, alla decisione assunta dai vertici della multinazionale di Redmond di accantonare ogni funzionalità legata ai sistemi di protezione della loro console next-gen hanno fatto immediatamente seguito le proteste di chi, ripensando alla presentazione dell’Xbox Reveal e alle dichiarazioni della conferenza E3, non ha ben digerito la coincidente dismissione del Family Sharing, ossia il servizio che avrebbe consentito ai giocatori di condividere i propri titoli e le funzionalità Gold del proprio account con gli altri membri videogiocanti della propria famiglia.

Per venire incontro alle richieste degli appassionati e per rispondere alle domande postegli dagli oltre 23.000 utenti che in questi giorni hanno firmato un’apposita petizione online per sollecitare la reintroduzione del Family Sharing, il corporate VP della divisione Xbox di Microsoft, Marc Whitten, si è intrattenuto con i colleghi di IGN per spiegare loro, e quindi a tutti noi, quali saranno le mosse che la compagnia deciderà di compiere nei prossimi mesi per tentare di soddisfare la propria clientela:

“Penso che la questione sia abbastanza semplice. Se vogliamo far capire alla gente quali sono le reali potenzialità di Xbox One dobbiamo compiere uno scatto e migliorare la nostra comunicazione. In queste settimane abbiamo commesso diversi errori e abbiamo mostrato una scarsa determinazione nel proporci ai nostri utenti per spiegare loro ciò che abbiamo intenzione di fare per migliorare la loro esperienza.

In tutta franchezza, penso che dobbiamo lavorare per fare in modo che gli appassionati capiscano quali saranno le potenzialità di Xbox One, cosa saranno in grado di fare e a quali funzionalità potranno accedere attraverso di essa: in queste settimane, invece, abbiamo dato l’impressione di un’azienda che non sa sostenere le sue decisioni e non sa portare avanti la sua visione, quando in realtà ogni decisione assunta è stata il frutto di una scelta volta ad aggiungere elementi alla nostra visione originaria.”

Le considerazioni di Whitten sugli errori di comunicazione commessi dalla divisione Xbox e sulla conseguente catastrofe pubblicitaria abbattutasi su Xbox One fanno da corollario alle sue dichiarazioni in merito alla possibilità di reintrodurre il Family Sharing e le funzionalità, sia in rete che in locale, ad esso collegate:

“Quella del Family Sharing è una delle funzionalità a cui gli appassionati hanno sempre guardato con estrema eccitazione sin dal suo annuncio, ma dobbiamo essere sicuri delle mosse che dovremo compiere per reintrodurla in futuro nonostante i cambiamenti apportati al sistema che avevamo in mente in principio. La nostra road map iniziale, però, non ha subito cambiamenti e quindi vogliamo ancora permettere ai futuri acquirenti di Xbox One di condividere i privilegi del proprio abbonamento Gold con tutti i membri della famiglia, dobbiamo solo trovare il modo migliore per farlo. È comunque in questa direzione che ci stiamo muovendo per migliorare l’esperienza dei nostri utenti e da questo punto di vista non è cambiato nulla della nostra visione originaria.

È a questo tipo di cose a cui mi riferivo prima quando dicevo che probabilmente dovevamo essere più chiari, abbiamo ricevuto tantissimi feedback dai fans e ci siamo resi conto che diverse cose dovevano essere aggiunte al programma, per questo abbiamo lavorato sulla console sotto il profilo ingegneristico per garantire uno spazio di manovra adatto per poter effettuare questo tipo di modifiche. Xbox One è una piattaforma che è in grado di evolversi e noi siamo super-impegnati nel progetto, basta guardare a cosa siamo riusciti a fare con Xbox 360 per farvi un’idea dei miglioramenti continui che apporteremo su Xbox One.”

Pur senza confermare la disponibilità del Family Sharing sin dal giorno di lancio, quindi, Marc Whitten si dice certo che la funzionalità sarà reintrodotta assieme alla maggior parte delle innovazioni più “positive” annunciate da Microsoft durante l’Xbox Reveal di fine maggio e la conferenza E3 di metà giugno. Nell’attesa di avere maggiori chiarimenti al riguardo, quindi, chiudiamo il pezzo ricordando a chi ci segue che Xbox One sarà disponibile nel mese di novembre al prezzo consigliato di 499€.

Xbox One: il Family Sharing era limitato a sessioni da 60 minuti?

21 giugno 2013 – A cura di Rosario

Ormai è cosa certa: Xbox One non avrà tutti i meccanismi di protezione inizialmente introdotti da Microsoft nella sua console di prossima generazione. Ma se una parte del web esulta, anche per l’addio alla richiesta di connessione ogni 24 ore, c’è un’altra parte che immancabilmente è scontenta, a causa della rimozione di funzionalità come il cosiddetto Family Sharing.

Grazie a questa nuova possibilità di condivisione, secondo i dettagli forniti da Microsoft sarebbe stato possibile condividere i propri giochi all’interno di un’apposita libreria, destinata a un gruppo di utenti (massimo 10) Xbox Live individuati come propria “famiglia”, senza la necessità per loro di pagare per giocare. Una cosa stupenda, messa in questi termini, soprattutto alla luce della possibilità di giocare anche in contemporanea allo stesso titolo con uno dei “familiari”.

Da Pastebin, tuttavia, emergono dettagli che sembrano sminuire le potenzialità offerte dal Family Sharing, grazie a quello che sarebbe un dipendente Microsoft frustrato dalla situazione, e che avrebbe dunque scelto di chiarire alcuni punti oscuri delle funzionalità rimosse.

Ecco le sue parole:

“Quando un membro della tua famiglia accede a uno dei tuoi giochi, attiva una speciale modalità demo. Questa modalità demo in molti casi prevede il gioco completo con un timer tra i 15 e i 45 minuti, e in alcuni casi di 1 ora. Questo permetteva alla persona di giocare, familiarizzare col gioco e poi comprarlo nel caso in cui abbia voluto. Quando il timer sarebbe scaduto, sarebbero stati automaticamente portati al Marketplace per fare l’ordine se il gioco era di loro gradimento.”

In sintesi dunque, la condivisione “in famiglia” sarebbe stata solo una demo allargata, mettendo il gioco di turno a disposizione del proprio contato Xbox Live per un intervallo limitato di tempo, e non illimitatamente come fatto pensare dalla stessa Microsoft quando si è trovata a parlare di Xbox One.

Ovviamente, un invito a prendere la notizia con le molle è d’obbligo, visto che si tratta pur sempre di un pezzo di testo proveniente da Pastebin: sembra anche strano che Microsoft abbia potuto omettere un “dettaglio” così importante della modalità di condivisione studiata per Xbox One, anche se il reparto comunicazione di Redmond ha dimostrato di non avere una forma particolare nel corso dell’ultimo mesetto.

Se comunque dovesse essere mai confermata questa modalità demo allargata, rimpiangeremmo sicuramente meno il Family Sharing.

Via | Neowin.net

Xbox One: Microsoft fa ufficialmente il dietrofront sulle caratteristiche più discusse della nuova console

Aggiornamento del 19 giugno 2013 – A cura di Matteo Fagiolino.

Sono state tantissime le lamentele riguardo ad alcune caratteristiche di Xbox One, il nuovo sistema di intrattenimento presentato alcune settimane fa da Microsoft, e sembra proprio che la casa di Redmond abbia preso atto di tutti i feedback degli utenti scontenti annunciando ufficialmente nelle ultime ore attraverso la il blog Xbox Wire che tutte le funzionalità più spinose della console saranno rimosse nella versione in uscita a Novembre.

Stando a quanto riportato sul sito da Don Mattrick, Xbox One non richiederà più la connessione obbligatoria ogni 24 ore e i titoli potranno essere giocati anche offline, proprio come succede già su Xbox 360. Inoltre, verrà rimosso anche qualsiasi tipo di DRM, permettendo ai giocatori di condividere, prestare e rivendere i titoli acquistati. Questa è decisamente un’ottima notizia per tutto il mondo videoludico.

Di seguito potete trovare le testuali parole dell’annuncio pubblicato sulla pagina ufficiale tradotto da noi in italiano:

La scorsa settimana all’E3, l’entusiasmo, la creatività e il futuro della nostra industria è stata in mostra per un pubblico globale.

Per noi, il futuro si presenta sotto forma di Xbox One, un sistema progettato per essere il posto migliore per giocare giochi di quest’anno e per molti anni a venire. Come è il nostro patrimonio con Xbox, abbiamo progettato un sistema in grado di sfruttare appieno i progressi della tecnologia al fine di fornire un importante passo avanti nel gioco e per l’intrattenimento. Abbiamo immaginato una nuova serie di vantaggi, come la condivisione in famiglia e nuovi modi per cercare di acquistare i giochi. Noi crediamo nei benefici di un futuro digitale connesso.

Svelando i nostri piani per Xbox Uno, io e il mio team abbiamo letto i vostri commenti e ascoltato il vostro feedback. Vorrei cogliere l’occasione oggi per ringraziarvi per la vostra assistenza nell’averci aiutato a ridisegnare il futuro di Xbox Uno.

Ci avete detto quanto amate la flessibilità che avete oggi con i giochi forniti su disco. La capacità di dare, condividere e rivendere questi giochi a vostra discrezione è di incredibile importanza per voi. Lo è anche la libertà di giocare offline, per un certo periodo di tempo, in qualsiasi parte del mondo.

Così, oggi annuncio le seguenti modifiche a Xbox One la quale permeterà di giocare, condividere, prestare e rivendere i vostri giochi esattamente come si fa oggi su Xbox 360. Ecco che cosa significa:

Una connessione a Internet non sarà necessaria per giocare offline i giochi Xbox One – Dopo Dopo il set-up iniziale di Xbox One, si può giocare a qualsiasi gioco basato su disco senza mai collegarla di nuovo online. Non vi è alcun obbligo di connessione di 24 ore e si può utilizzare Xbox One ovunque desideriate e giocare i vostri giochi, proprio come su Xbox 360.

Prestare, rivendere, regalare e affittare i giochi basati su dischi, proprio come si fa oggi – Non ci saranno limitazioni per l’utilizzo e la condivisione di giochi, funzionerà proprio come avviene oggi su Xbox 360.

Oltre ad acquistare un disco da un rivenditore, è anche possibile scaricare i giochi da Xbox Live il giorno del rilascio. Se si sceglie di scaricare i giochi, si sarà in grado di giocare offline, proprio come si fa oggi. I giochi saranno giocabili su una qualsiasi console Xbox One – non ci saranno restrizioni regionali.

Questi cambiamenti avranno un impatto per alcuni degli scenari che abbiamo precedentemente annunciato per Xbox One. La condivisione di giochi funzionerà come oggi, si potrà semplicemente condividere il disco. Titoli scaricati non possono essere condivisi o rivenduti. Inoltre, in modo simile a oggi, per i giochi basati su disco, sarà necessario che il disco sia all’interno del vano con lettore ottico.

Apprezziamo la vostra passione, il sostegno e la volontà che avete avuto nello sfidare le ipotesi di concessione di licenze digitali e connettività. Mentre noi crediamo che la maggior parte delle persone giocherà connesso online e utilizzerà il servizio cloudsi per giochi che per le funzionalità di intrattenimento, daremo ai consumatori anche la scelta dei contenuti sia fisica che digitale. Abbiamo ascoltato e abbiamo sentito forte e chiaro dal feedback che si desidera il meglio per entrambi i mondi.

Grazie ancora per la vostra sincera opinione. Il nostro team continua ad impegnarsi per rimanere in ascolto, raccogliendo feedback e fornendo un ottimo prodotto per voi entro la fine dell’anno.

via | vg247

Xbox One: le restrizioni penalizzano e “alienano” tutti i militari che servono all’estero

14 giugno 2013 – A cura di Luca

Wii U in una base militare USA

Se avete avuto modo di seguire le news sulle restrizioni d’uso della Xbox One sui blog d’oltremanica, forse avrete notato che più di una volta si è fatto riferimento a una categoria di gamer che più di tutti verrebbe penalizzata dai vari blocchi: i militari di base all’estero.

La presenza militare USA all’estero è pari a quasi 180 mila unità, e la stragrande maggioranza è fatta di un target di età che coincide perfettamente con quello dei gamer. E le forme di svago per le truppe non sono molto differenti dalle nostre, in tanti casi è una partita su PlayStation 3 o Xbox 360, acquistate in patria ma impacchettate e sballottate in giro per il mondo come ancora di salvezza temporanea dalla caoatica routine della vita militare.

L’incompatibilità della nuova Xbox One con “la vita on the road” o per chi vive in zone senza connettività Internet è palese, e le conseguenze di questa scelta lascierà tanti gamer tagliati fuori. Tra questi c’è anche Jay Johnson, un marine che si definisce un fan moderato della Xbox 360, “non un fanatico”, ma quel che basta per considerare la sua console e in particolare Skyrim come “un santuario dove andare a calmarsi dopo un lungo giorno di voli”.

La testimonianza di Jay è stata pubblicata da Gamasutra e ci dà un idea chiarissima della rabbia e della delusione di un “fan agguerrito di Halo”, che ora si trova costretto a rinunciare ad un upgrade che avrebbe dato per scontato. Ecco alcuni estratti dal post di Jay:

“Il suono di Master Chief occupato a salvare la razza umana non echeggerà più attraverso lo scafo della USS Abraham Lincoln, o qualsiasi altra nave USS nelle nostre poche ore di riposo.”

“Negli ultimi due anni e mezzo sono stato assegnato o distaccato per un totale di 18 mesi. Da quelle esperienze voglio girarvi alcune conversazioni che ho avuto modo di ascoltare durante quel periodo lontano da casa:
‘Jay, vuoi fare un salto stanotte? Abbiamo un torneo di Halo.’
‘Hey ti sei fatto mandare il nuovo Gears of War vero? Puoi prestarmelo quando hai fatto?’
‘Fratello, ho preso il nuovo Forza mentre eravamo in Bahrain, facciamoci una partita.’
“.

“Microsoft ha in un colpo solo alienato tutte le forze militari, non solo quelle statunitensi, ma i militari di tutto il mondo.”

“Non alienateci con le richieste always-on dei giochi, vi costerà soldi e rispetto. E’ una lezione che Microsoft si troverà tragicamente ad imparare.”

La risposta a queste lamentale è già arrivata, e non è per niente positiva. Don Mattrick, boss dell’area Interactive Entertainment Business di Microsoft, ha già dichiarato che la soluzione è molto semplice e si chiama Xbox 360: “Se non avete accesso ad Internet, è un dispositivo che funziona offline.”

E’ pur vero che ormai Internet è ovunque, sia come connettività cablata o wireless, ma come già scritto ieri da Rosario qui su Gamesblog è veramente difficile pensare a questa scelta come una pessima manovra di marketing che finirà che pesare come un macigno lungo l’arco di vita della console.

Foto: JBLM PAO, militari USA alle prese con una Wii U.

Xbox One e blocco usato: Redbox teme il peggio, in pericolo il suo business di noleggio

9 giugno 2013 – A cura di Luca

Xbox One

Oltre che Xbox One, tariffe e blocchi sull’usato: le reazioni di analisti, publisher e rivenditorianalisti, publisher, rivenditori indipendenti e gamer (e di riflesso noi che scriviamo…), anche chi opera nel settore del noleggio dei videogiochi teme forti conseguenze sui presunti blocchi e tariffe sui titoli usati per Xbox One. Tra questi c’è anche Redbox, una compagnia presente con quasi 50 mila chioschi in lungo e in largo per il territorio statunitense.

Più che per principi etici, Redbox teme il peggio in primo luogo per il suo business, che potrebbe subire seri danni non solo dalle nuove policy di Microsoft, ma anche di Sony per la sua PlayStation 4. Preoccupazioni che sono confluite in una piccola pagina web di protesta, che affianca un breve comunicato a una serie di link a fonti ufficiali e articoli sui media che trattano la problematica.

Lo scopo? Sensibilizzare i giocatori e gli appassionati sulle conseguenze poco piacevoli (un po’ per tutti) di queste nuove policy aggressive, che potrebbero limitare in modo severo lo scambio, la cessione, la vendita, il prestito temporaneo e soprattutto il noleggio. Ecco cosa scrive Redbox su GamingFuture.net:

“Il futuro del video gaming viene deciso questa settimana, insieme alle incredibili nuove console da gioco che incominciano ad essere svelate. Gli esperti dell’industria stanno discutendo proprio ora del potenziale e i benefici di queste nuove console.

Hai letto di cosa c’è in arrivo? I comunicati dicono che l’Xbox One di Microsoft e la PlayStation 4 di Sony potrebbero avere grafica e motion control superlativi, storage sul cloud e nuovi giochi. Ma che non potresti essere in grado di giocare senza una connessioen Internet, prestare giochi o noleggiare liberamente così come comprare giochi usati.

Vogliamo fornirvi un forum in cui parlare riguardo quello che vi entusiasma del futuro del video gaming… e quello che vi preoccupa”.

Il forum in realtà non è altro che una serie di commenti al post — ed è inutile dirlo — tutti o quasi a supporto della tesi di RedBox.

Via | NeoGAF

Xbox One, tariffe e blocchi sull’usato: le reazioni di analisti, publisher e rivenditori

8 giugno 2013 – A cura di Luca

Nella giornata di ieri abbiamo parlato dei chiarimenti ufficiali di Microsoft relativi alla Xbox One, sia per quello che concerne gli obblighi di connettività internet ogni 24 ore e sulla policy sull’usato, che come ricorderete grava tutta sui publisher (e/o i rivenditori), che in sostanza potranno scegliere di impostare o meno tariffe legate alla vendita dei loro titoli.

A un giorno di distanza da queste nuove informazioni iniziano ad affiorare le reazioni e le previsioni degli analisti, compreso l’immancabile Michael Pachter di Wedbush Morgan, che dichiara a GamesIndustry che la scelta più sensata per i publisher è quella di non attuare nessun blocco sull’usato.

“La moneta generata dagli scambi dei giochi usati porta benefici ai publisher, perchè crea moneta disponibile per nuovi acquisti di giochi. […] Tuttavia c’è chi pensa che la vendita di giochi usati in prossimità della pubblicazione di un nuovo gioco possa cannibalizzare le vendite di un nuovo titolo, quindi pensiamo che alcuni publisher potrebbero limitare lo scambio dei giochi per un periodo di tempo limitato a distanza del lancio. […] Ci aspettiamo che il mercato dell’usato continuerà a rimanere attivo, tutto a beneficio di GameStop”.

Opinioni analoghe arrivano anche da Colin Sebastin di Baird & Co., che da quanto riporta VG247 afferma che sarebbe sorpreso di vedere i publisher approfittare dell’opportunità per far cassa alle spese dei giocatori ma anche di GameStop (che già rimarrà penalizzato dalla distribuzione digitale che troveremo su tutti i titoli a partire dal primo giorno d’uscita).

E i publisher che politiche hanno in mente per i loro titoli? Per ora nessuno di quelli contattati da MCV ha rivelato anche la minima informazione sui loro piani. Activision, Ubisoft, Namco Bandai, Rising Star Games e Sega, ma anche Bethesta e Capcom (che ancora non hanno annunciato alcun titolo per la Xbox One) si sono tutte astenute dal commentare la questione con un semplice no comment.

Ancora nessuna risposta invece da Codemasters, Square Enix, Warner Bros, Deep Silver, Konami e 2K Games, che però tramite le parole del CEO Strauss Zelnick (di Take-Two Interactive, che possiede 2K Games) poco più di una settimana fa ha già avuto modo di dire la sua sui blocchi dell’usato. In un’intervista a VG247, il boss dichiarava che a suo avviso i blocchi o le tariffe sull’usato sono nient’altro che un modo per “punire i consumatori che comprano giochi di seconda mano”:

“La nostra visione sui giochi usati è sempre stata quella di accontentare i giocatori, piuttosto che lagnarci o metterci a cercare espedienti per punire i giocatori che comprano l’usato. […] Preferiamo spingere sulla qualità, come avrete visto dai nostri punteggi su Metacritic, e poi assicurarci di dare alla gente dei DLC, spesso gratuiti, già a tre o quattro settimane dall’uscita; che è il lasso di tempo in cui si rischia di dar via un gioco. […] Se riesci a far rimanere il gioco in mano al consumatore per otto settimane poi l’usato non è più importante, perchè le prime otto settimane sono fondamentali”.

Una problematica non da poco anche per i rivenditori più piccoli, meno ramificati e sopratutto meno influenti di GameSpot, tanto che le prime reazioni riportate da MCV sono soprattutto di scetticismo e preoccupazione.

Game On e Xpress Games si chiedono sopratutto se le politiche di Microsoft taglieranno fuori i piccoli retailer, compresi quelli indipendenti. Microsoft scriveva che “non imporrà nessuna tariffa per la cessione, vendita, scambio o qualsiasi altra transazione, ma i produttori potranno decidere se abilitare o meno la cessione, nonchè eventuali tariffe coi rivenditori”. Ma chi sono questi “rivenditori”?

Muckell di Xpress Games afferma di non aver ricevuto alcuna comunicazione ufficiale da Microsoft, mentre Brady di Game On dichiara che “questi rivenditori potrebbero essere chiunque! Se sono solo i big boys [e cioè le grandi catene], allora non ci sarà competizione”. “Troppe regole complicate” continua Muckell, per quello che invece di essere un semplice processo diventa un’occasione per sfilare soldi dai consumatori verso Microsoft e publisher, tanto che potrebbe diventare una “miniera d’oro”.

La policy sull’usato relativa all’Xbox One è stata diffusa ieri nell’articolo How Games Licensing Works on Xbox One su Xbox Wire, consultabile nella sua interezza a questo link (in lingua inglese).

Via | VG247

Xbox One: confermato l’obbligo della connessione a Internet ogni 24 ore

7 giugno 2013 – A cura di Luca

La FAQ ufficiale di Microsoft ha aiutato a fare luce sui tanti degli aspetti della Xbox One nei giorni del marasma post-annuncio, ma alcuni non sono rimasti perfettamente chiari, anzi sono stati ulteriormente ingarbugliati a causa di una serie di dichiarazioni un po’ nebulose.

E su tutte quella più chiacchierata e meno chiara è la questione dei requisiti sulla connettività a Internet, che in primo luogo era stata smentita nella FAQ, dove si leggeva che per giocare non era necessario essere collegati ma come scrivevamo nella sintesi di fine maggio, “il forte legame con il cloud fa sì che la connessione a Internet sia importante per far funzionare a dovere i vari aspetti del sistema.”

Uno scenario che poi è apparso piuttosto diverso dopo le dichiarazioni di Phil Harrison di Microsoft a Kotaku, in cui menzionava la necessità di collegare la console alla rete almeno una volta ogni 24 ore per evitare un blocco del sistema. Da quella dichiarazioni in poi — che tra l’altro era stata menzionata solo come un’ipotesi — sono arrivati rumor, smentite semi-ufficiali e le inevitabili polemiche di stampa e lettori.

Dopo qualche settimana di buio totale Microsoft finalmente chiarisce la questione, con nuove informazioni ufficiali pubblicate poche ore fa nell’articolo Xbox One: A Modern, Connected Device apparso in queste ore su Xbox Wire. A quanto pare le dichiarazioni di Harris erano genuine, ecco la parte saliente del testo dalla sezione requisiti di rete:

“E’ possibile giocare offline con l’Xbox One fino a 24 ore dalla tua console principale, oppure un’ora se si è loggati su una console separata che accede alla tua libreria. Non è possibile giocare offline dopo questi tempi prescritti finchè non viene ristabilita una connessione, ma si potrà comunque guardare TV, o film in Blu-Ray e DVD.”

Le motivazioni sono chiarite in questo paragrafo:

“Se da un lato una connessione permanente non è richiesta, Xbox One è progettata per verificare se sono necessari aggiornamenti di sistema, giochi e applicazioni, e se hai acquisito nuovi giochi o rivenduto, scambiato o prestato giochi ai tuoi amici. I titoli che sono progettati per utilizzare il cloud potrebbero richiedere una connessione”.

Chiarimenti che arrivano anche sullo scambio e la vendita dei giochi, altro argomento spinoso e che era rimasto in un limbo tra ipotesi e pettegolezzi. A quanto pare la policy cambierà di gioco in gioco a seconda del volere delle case produttrici e gli sviluppatori. Nell’articolo How Games Licensing Works on Xbox One Microsoft dichiara che non imporrà nessuna tariffa per la cessione, vendita, scambio o qualsiasi altra transazione, ma i produttori potranno decidere se abilitare o meno la cessione, nonchè eventuali tariffe coi rivenditori.

Anche la cessione temporanea verrà controllata dai produttori. Sarà possibile ad esempio prestare temporaneamente un gioco ad un nostro amico ma a due condizioni: sarà possibile cedere un gioco solo a persone presenti da almeno un mese nella propria friend list, e ogni gioco si potrà prestare non più di una volta (a una persone o in totale?).

Queste e tante altre informazioni sono reperibili in questi due nuovi articoli apparsi poche ore fa su Xbox Wire, ecco i link diretti per approfondire:
Xbox One: A Modern, Connected Device
How Games Licensing Works on Xbox One

Xbox One: “always on”, giochi usati e retrocompatibilità, ecco le risposte finali di Microsoft

22 maggio 2013 – A cura di Luca

Xbox One

L’evento di presentazione trasmesso in streaming questa sera ci ha tolto la curiosità su tanti aspetti chiave della nuova Xbox One, ma non tutti hanno avuto l’occasione di seguire la diretta (lag, freeze e problemi di connettività sono stati avvertiti un po’ ovunque) e sopratutto non tutti i temi più caldi sono stati chiariti a dovere.

Viste le polemiche dei mesi scorsi Microsoft ha preferito chiarire tutto e subito pubblicando la prima FAQ ufficiale dedicata alla console.

“Xbox One richiede una connessione sempre attiva ad Internet?” La risposta è no, non ha bisogno di essere sempre connessa, ma il suo forte legame con il cloud fa sì che la connessione a Internet sia importante per far funzionare a dovere i vari aspetti del sistema.

Più che per i malefici DRM, Microsoft ci tiene a spiegare che l’ampio uso del cloud porta sopratutto dei benifici diretti per gamers e sviluppatori. “Il cloud rende l’esperienza migliore e più accessibile” scrive Microsoft, citando qualche esempio: aggiornamenti automatici, giochi e contenuti immagazzinati sul cloud e quindi accessibili ovunque e da un’altra console, e poi ovviamente gli aspetti multiplayer, social e nuovi livelli di personalizzazione per un home screen creato “su misura”. Microsoft sottolinea inoltre che i giochi saranno in ogni caso giocabili anche in caso di interruzioni della connessione.

“Xbox One sarà retro-compatibile coi giochi di Xbox 360?” La risposta è un no categorico, ma non è una sorpresa. Il cambio di architettura verso l’x86 avrebbe reso la cosa un inferno. Troppa fatica e zero benefici commerciali. Xbox One tuttavia non segnerà la morte della Xbox 360, la piattaforma continuerà a vivere e verrà supportata anche nei prossimi anni.

“Xbox One permette di scambiare e vendere giochi usati?” Sì, ma tutti i particolari verranno discussi prossimamente.

Tutte le domande e le risposte di Microsoft sono disponibili su Xbox Wire.

Via | Xbox Wire

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