Overlord 2: la recensione

Quando il primo Overlord si presentò al grande pubblico, l’accoglienza non fu delle più calorose. D’altra parte non si trattava certo di un titolo a tripla A, né tantomeno intese far parlare di sé oltre il lecito imposto. Fermo restando che non si trattava certo di uno di quei titoli memorabili, probabilmente la sua scarsa “sponsorizzazione” giocò un ruolo determinate in tal senso. Il titolo lo si conosceva, Codemasters non lo fece passare sottobanco, ma non si riusciva a capire perché ci si fosse dovuti interessare più di tanto. Eppure una prova su strada poco più che superficiale poteva costituire una già discreta motivazione per guardare Overlord con un occhio di riguardo.

La definizione stessa data a questo titolo risulta eloquente: simulatore di Male. Tre parole che calzano a pennello in questo contesto, salvo intenderle in maniera letterale. Overlord II si colloca chiaramente sul medesimo piano. Nel primo si tendeva per certi versi a burlarsi sia del Bene che del Male, stilizzandone alcune peculiarità per poi servirsene in maniera intelligentemente sarcastica. Quello che cercheremo di capire è in che misura la strada intrapresa possa ancora dirsi valida.

TU SEI L’OVERLORD

Tanto per cominciare cerchiamo di capire chi e cosa sia un Overlord. Nella fervida immaginazione dei Triumph Studios, quest’appellativo spetta all’essere supremo del Male, colui il quale si diverte a seminare malvagità per puro diletto – proprio o di un piccolo mostriciattolo che si è autoproclamato suo consigliere. Assodato questo essenziale punto, direi che il resto possa essere inquadrato con maggiore cognizione di causa. L’Overlord non chiede, comanda! L’Overlord non ha bisogno di aiuto, usa soltanto! Ecco allora emergere le figure portanti del gioco, che, in Overlord II come nel primo, altri non sono che i piccoli ma fedelissimi serventi.

Questi strani esseri, goffi, sgraziati e tutt’altro che belli a vedersi, costituiscono quella che potremmo definire la legione del nostro Signore del Male. Ne esistono di varie tipologie, ognuna delle quali gode di una specifica particolarità, ma tutti sono accomunati da una sola e fondamentale cosa: sono disposti a tutto pur di servire il proprio Overlord, compreso donare la propria vita. Come già accennato, non bisogna affatto sottovalutare questi serventi. La loro funzione non va intesa in termini puramente decorativi, ma quale elemento determinante per la riuscita del gioco. Da un lato sotto l’aspetto puramente ludico-strutturale, poiché il ricorso a loro risulta indispensabile in taluni frangenti: come quando bisogna passare in punti per noi inaccessibili o quando necessitiamo di una specifica abilità di un loro gruppo. Dall’altro poiché la loro presenza rappresenta più del semplice sale del gioco: alcune loro reazioni, frasi o atteggiamenti grotteschi ci danno più che un’idea circa gli intenti del gioco.

Questi sono sostanzialmente traducibili in poche parole: divertire senza troppe pretese. Overlord II è uno di quei giochi spensierati che bada più alla sostanza che alla forma. Non si preoccupa di risultare appetibile per forza di cose, ma segue una propria specifica direzione e si concentra su quella. Non a caso gode di una trama tutt’altro che profonda, quasi a voler evidenziare la leggerezza con cui tratta un argomento che di per sé potrebbe risultare piuttosto scottante, ossia l’eterno dualismo tra Bene e Male.

E nonostante ci si trovi nelle condizioni di orbitare attorno a soltanto una delle due parti, le invettive e le prese in giro le troviamo da un lato e dall’altro. Non c’è posto per il politicamente corretto, ecco perché non ci si deve scandalizzare della tranquillità con cui, per esempio, i nostri serventi fanno fuori innocenti e dolci animali come piccoli coniglietti o tenere foche. Anzi, è proprio questo il punto: i serventi odiano tutto ciò che esprima tenerezza!

Proprio per quell’esigenza di voluta leggerezza sopracitata, gli sviluppatori si sono fatti forti di taluni luoghi comuni così da rendere il tutto ancora più grottesco ed esilarante. Questo vale, per esempio, per i paladini (o qualcosa del genere) delle “soffici creature”: degli hippie effeminati che difendono a spada tratta tali esseri. Oppure ancora dell’ambiguo Impero, tale perché non da subito si riesce a comprendere in che senso operi; fatto sta che esiste, e il solo mettere in discussione l’egemonia del Male proveniente dagli Inferi disturba chi di dovere.

Lo scenario offerto è insomma piuttosto particolare, ai limiti dell’assurdo oseremmo dire, dove elementi vagamente fantasy si mescolano ad altri ancora più fumosamente storici. Già questo atipico mix merita un plauso, non tanto nel proporlo quanto nei modi di presentarcelo. Qualcosa di nuovo sotto certi aspetti, un mare non ancora totalmente solcato, nelle cui acque Triumph sembra trovarsi a proprio agio.

AGLI ORDINI, SIGNORE!

Ai fini di una corretta comprensione di ciò che Overlord II ha da offrirci in termini di gameplay, ci pare giusto approntare delle doverose precisazioni in merito al genere – o meglio dire, ai generi – di appartenenza. Sì perché se è evidente la sua componente action, non bisogna certo sottovalutare l’aspetto strategico-gestionale che il gioco manifesta a caratteri cubitali.

In questo senso, il breve apprendistato al quale siamo inizialmente sottoposti contribuisce già a darci un’idea. Meno elaborato rispetto al primo Overlord, risulta comunque utile quale primo approccio al titolo. Col proseguire del gioco, poi, non di rado abbiamo modo di venire a conoscenza di alcune simpatiche novità dovute magari all’introduzione di una meccanica di gioco sino a quel momento inaccessibile.

Ma tornando alla commistione di generi proposta dagli sviluppatori, ci pare doveroso segnalare quanto di riuscito ci sia o meno. Ad essere sinceri Overlord II non eccelle particolarmente per nessuno degli aspetti sopra menzionati, ma si fa forte di uno scenario complessivo che non sfigura affatto. In altre parole, prese a sé stante ognuna delle facce che costituiscono la struttura di gioco non brillano per efficacia, ma considerate (com’è giusto che sia) nel loro insieme sono tutt’altro che criticabili.

Ciò significa che al timido accenno spiccatamente action, fa da contraltare la sua maggiore propensione verso il genere strategico. Proprio in relazione a quest’ultima componente, non dobbiamo dimenticarci quanto detto in precedenza riguardo la funzione dei serventi. Salvo disporre di un’apposita magia, non prendiamo mai il controllo diretto dei nostri piccoli sottoposti, il che significa che per gestire le loro azioni dobbiamo necessariamente ricorrere ad alcuni comandi da impartire.

Emergono qui alcune piccole deficienze di carattere strutturale, dato che spesso tale gestione risulta macchinosa ed eccessivamente caotica. Nonostante la sua semplicità, non sempre si riesce a manovrare le nostre “truppe” con la facilità di cui avremo bisogno, motivo per cui la difficoltà di certe battaglie subisce una lieve impennata che diversamente non avrebbe registrato. Anche a voler buttarci pure noi nella mischia, ciò non aiuta di certo a migliorare la situazione. Il livello approssimativo della fase action mostra il fianco proprio nelle situazioni più concitate, così da meritare una leggera tirata d’orecchio in sede d’analisi.

Quanto appena sottolineato non implica per forza di cose che il titolo appaia poco divertente o, peggio ancora, poco giocabile. L’appagamento che suscita l’indiscriminata propensione a distruggere tutto da parte dei nostri serventi è qualcosa che spesso vale davvero il prezzo del biglietto. Senza contare che, in ogni caso, la quantità di cose da fare e la vastità delle opzioni con cui possiamo svolgerle rende il tutto ancora più piacevole e soddisfacente.

GRAFICA E SONORO

Soffermiamoci adesso sulla facciata “superficiale” del gioco in esame. Diciamoci la verità: Overlord II non raggiunge neanche lontanamente le vette d’eccellenza raggiunte da altre produzioni, il che rappresenta una non indifferente costante che lo lega al primo episodio. Ad eccezione dell’Overlord, difficilmente ci troviamo ad esaltarci più di tanto per la resa visiva di alte componenti. Effetti luce, ombre e quant’altro fanno appena quanto gli compete – come quei ragazzi che a scuola navigano sempre tra l’insufficienza e la sufficienza, salvandosi magari alla fine dell’anno, come sempre.

Tutto sommato, però, la funzionalità della grafica è resa manifesta dalla stilizzazione condotta dagli sviluppatori, cosicché l’impatto visivo risulti comunque gradevole. Altro piccolo appunto in negativo merita il frame rate, non sempre stabile, e chiaramente nelle situazioni in cui il motore viene messo più a dura prova – come scontri con numerosi oggetti o personaggi su schermo. Ma puntare il dito su questo specifico aspetto ci pare fuorviante ancor prima che ingeneroso, quindi sappiate andare oltre le apparenze anche in questo caso.

Per quanto concerne l’audio, anche qui a farla da padrone sono i serventi. I loro strambi e insulsi dialoghi sono divertenti e azzeccati al tempo stesso. Riescono a far ridere pure quando intonano un piccolo motivetto senza proferire alcuna parola. In generale Overlord II si attesta nella media, con effetti non particolarmente eccelsi ma comunque godibilissimi da chiunque.

COMMENTO FINALE

Cattivo, ironico e impertinente. Non disponiamo di definizioni migliori per questo Overlord II. Considerato lo svantaggio con cui parte agli occhi dei più – in virtù della sua appartenenza a produzioni considerate “di secondo piano” – il titolo targato Triumph Studios centra il bersaglio così come il suo predecessore.

Diverte, e lo fa senza prodigarsi in particolari virtuosismi tipici di certi giochi tanto attenti all’etichetta. Overlord II ha dei limiti e dei difetti, e il bello è che non ha alcuna intenzione di nasconderlo. Questo perché preferisce concentrarsi su altri aspetti, facendo leva sulla sua originale ironia. Se non fa breccia per una trama piuttosto corposa e profonda, lo fa per tutta una serie di situazioni impagabili e al limite del grottesco che non possono far altro che risultare esilaranti.

Adesso come prima appare quanto mai indovinata la scelta di puntare tutto o quasi sui serventi, veri protagonisti del gioco. L’alone di cupa e seriosa malvagità del nostro Overlord viene brillantemente mitigata dalla presenza di queste strane creature, il cui merito è anche quello di destare sempre un certo interesse in merito alle loro scorribande.

Coloro quindi che si fossero persi il primo, non commettano lo stesso errore una seconda volta. Nonostante non si stia assolutamente parlando di un titolo imprescindibile, Overlord II è uno di quei titoli particolari, spensierati e difficilmente banali. Per certi versi ricorda quei giochi di un tempo, che badavano più alla sostanza che alla forma, senza comunque preoccuparsi troppo né dell’una né dell’altra. O almeno… questo è ciò che abbiamo avvertito giocandolo.

Cosa ci piace

Cosa non ci piace

  • C’è poco da fare, i serventi sono i numeri uno
  • Parecchie missioni da portare a termine
  • Soddisfacente mix di generi
  • Non tanto diverso dal primo
  • Qualche incertezza di troppo a livello di gameplay
  • A volte si corre il rischio di ridere come degli ebeti

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