Crisi economica: uno sguardo al settore videoludico


In questo breve spazio cercheremo di trattare in maniera quanto più sintetica possibile l’attuale scenario di questo settore che tanto ci appassiona. Nel farlo, sappiamo già di trascurare talune componenti essenziali, né tanto meno ci interessa riportare un quadro dettagliato della situazione – vuoi per motivi di tempo, vuoi per mancanza di specifiche competenze.

Il punto è che in un periodo come questo, in cui imperversa una delle peggiori crisi economiche dell’ultimo secolo, nel nostro piccolo ci sembra doveroso dare spazio alla cronaca dell’odierno scenario che si sta venendo a configurare. Questo anche perché, almeno fino ad ora, il settore dell’intrattenimento tutto sembra aver ammortizzato meglio di altri tale “calamità”.

Vi chiediamo quindi di approcciarvi a tale lettura col giusto spirito, di essere pazienti e prendere atto di quelle che, in fin dei conti, altro non sono che notizie, che alcuni potrebbero però registrare (a ragione, ad avviso di chi scrive) come un chiaro sintomo di un “male” che comincia a diffondersi a macchia d’olio. Il tutto, ovviamente, senza allarmismi o intenti disfattisti, ci mancherebbe!

La nostra fonte primaria è il sempre aggiornato Gamesindustry, che in merito a tali questioni mostra sempre una rilevante attenzione. Capita infatti di dare un veloce sguardo alle ultime notizie e rendersi conto che quasi la metà riportino rispettivamente: la chiusura dell’ennesimo studio, profitti scesi vertiginosamente e vendite in discesa in particolar modo per l’hardware.

In America, per esempio, nonostante PS2 e Nintendo DS abbiano incrementato il loro volume di vendite – il primo in virtù del recente taglio di prezzo, mentre il secondo grazie al rilascio della nuova versione, ossia il DSi – tutte le altre piattaforme (tutte!) hanno registrato un calo nell’ordine degli 8 punti percentuali rispetto ad Aprile 2008. A quanto pare, in merito alla questione sembra superfluo citare la proposta software o, peggio ancora, la vecchia storia inerente ad una non ben precisata “saturazione del mercato”.

Continuiamo la nostra infausta carrellata segnalando anche la chiusura dello studio statunitense dei Factor 5, i quali si sono subito premurati di dichiarare che tale forzata chiusura non andrà a compromettere i loro progetti futuri – comprensibilissime e assolutamente giustificate affermazioni di circostanza.

Per concludere, in Konami, pur avendo le vendite registrato un incremento del 4,2 % rispetto all’anno finanziario precedente, i profitti sono incredibilmente scesi del 41 % (!). In questo caso, però, la notizia tende ad assumere connotazioni differenti: ciò perché la compagnia si difende asserendo che un’ingente somma (quasi 117 milioni di dollari) sono stati investiti in “miglioramenti alla struttura degli affari”. D’altra parte, durante l’anno finanziario chiusosi il 31 Marzo, sono stati rilasciati titoli quali Metal Gear Solid 4 e Pro Evolution Soccer 2009, non proprio i primi arrivati.

Ma poiché vogliamo lasciarvi col sorriso sulle labbra (o almeno tentarci), vi proponiamo un’altra notizia, dal carattere decisamente più ottimistico. SEGA ha infatti registrato la metà delle perdite rispetto all’anno finanziario precedente – che tradotti, sono 239 milioni di dollari contro i 550 dell’anno prima. E sapete qual’è la cosa più interessante? Che l’area in cui si sono registrati maggiori profitti è proprio il Vecchio Continente. Sì, quell’Europa in cui molti dei loro titoli (Yakuza 2 e Valkyria Chronicles, giusto per citarne due) giungono non localizzati, se non in americano. Ma d’altro canto, è pur vero che i titoli di maggior spinta sono stati Sonic & Mario, Football Manager 2009, Empire: Total War e Sonic e il Cavaliere Nero.

A voi i commenti, cari lettori.

via | Gamesindustry

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