Wolfenstein: la recensione

Wolfenstein: la recensione

Il ritorno di un marchio storico come quello di Wolfenstein non può che far piacere a tutti coloro che sono cresciuti cercando di raggiungere e abbattere la versione pixelosa di Hitler. La gioia, tuttavia, lascia facilmente il posto al timore e all’ansia se si pensa ai risultati ottenuti dai capitoli più recenti della serie in questione. Fortunatamente sembra che Activision abbia spronato a dovere i ragazzi di Raven Software, che pur non realizzando un gioco tecnicamente attuale sono riusciti, assieme alla id Software, a creare un’esperienza meritevole di essere presa in considerazione per chiudere piacevolmente l’estate.

Non aspettatevi un Call of Duty, anche se gran parte dell’interfaccia a video vi farà inevitabilmente pensare alla serie milionaria Activision (obiettivi segnalati con la classica stella d’oro, indicatori di prossimità delle granate a dir poco identici, perfino le icone che appaiono sopra gli oggetti con cui si può interagire sembrano copiate e incollate da un gioco all’altro).

Wolfenstein è un FPS che, pur nella consapevolezza di non poter competere con i giganti del genere, cerca comunque di dire la propria attraverso una serie di gradevoli elementi di gameplay, un multiplayer ben studiato e una trama da film d’azione del mercoledì pomeriggio.

Tutte le immagini di Wolfenstein
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I VECCHI EROI DI UNA VOLTA

La campagna in singolo si apre con un filmato in computer grafica che punta subito i riflettori su B.J. Blazkowicz, vecchia conoscenza dei fan della serie e incubo ricorrente di ogni nazista fatto di pixel o di poligoni. L’agente segreto si dimostra subito in gran forma, e già nel filmato introduttivo rivela un assaggio dei poteri soprannaturali che interverranno nella sua nuova avventura.

La storia è piuttosto semplice e ruota attorno alla scoperta di un misterioso medaglione dagli impressionanti poteri che dà il via all’ennesima missione suicida contro le unità occulte tedesche. Bastano pochi minuti per rendersi conto che pur rimanendo saldamente ancorato al passato (con una realizzazione tecnica d’altri tempi e un gameplay semplice e senza fronzoli), Wolfenstein ha ancora qualcosa da dire.

IL VELO E IL SOLE NERO

Circa un’ora dopo aver iniziato il gioco si entra in contatto con gli elementi più caratterizzanti di questo titolo, ovvero il mondo del Velo e i poteri legati all’energia del Sole Nero. Il Velo non è altro che un piano parallelo a cui, dopo aver recuperato l’artefatto magico, Blazkowicz può accedere in qualsiasi momento. Entrando nel Velo il protagonista ottiene una serie di abilità via via più complesse e potenti, che rendono la lotta contro il Terzo Reich molto più semplice del previsto.

Nel mondo del Velo, infatti, si possono vedere passaggi normalmente invisibili, sfruttare scale fatte di energia mistica, ci si può muovere a una velocità notevolmente più alta di qualsiasi essere umano e si possono identificare chiaramente le figure ostili, rendendo molto più agevole prendere la mira durante gli scontri. Proseguendo con l’avventura è possibile perfino contare su uno scudo capace di fermare i proiettili e di garantire, quindi, una protezione quasi totale contro le armi da fuoco.

Ogni potere, tuttavia, ha bisogno di una certa quantità di energia per poter essere usato, energia che può essere costantemente recuperata attraverso una serie di pozzi luminosi disposti generosamente attraverso le ambientazioni.

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NON SOLO NAZISTI

Pensare che muoversi attraverso il Velo non comporti rischi, tuttavia, sarebbe un grave errore, visto che il piano parallelo in questione è popolato da creature di vario genere, che se disturbate possono perfino rivelarsi più pericolose di qualsiasi soldato tedesco. Capire quali sono i momenti in cui è consigliabile entrare nel Velo e quali sono più adatti a una sana passeggiata nella nostra dimensione diventa fondamentale per vivere sonni tranquilli.

GIROVAGANDO SENZA META

Velo a parte, per garantire un’esperienza più ariosa i programmatori hanno scelto di realizzare una struttura di macro-livelli, che il giocatore deve esplorare per gradi via via che ottiene nuovi poteri e abilità. Sfortunatamente la scelta di spingere a tornare spesso sui propri passi si rivela presto poco felice, perché dopo aver esplorato per l’ennesima volta gli stessi corridoi gli spostamenti si trasformano in una fastidiosa perdita di tempo, in cui si finisce perfino con l’evitare di attaccar briga con i nemici (onnipresenti) per cercare di raggiungere in fretta il punto indicato sulla mappa.

Per far funzionare al meglio questa struttura di gioco e spingere il giocatore a spostarsi in lungo e in largo attraverso le ambientazioni principali, i programmatori hanno pensato di affiancare alle missioni base della trama una serie di obiettivi secondari, che però non riescono a rendere più credibile la presunta libertà che il gioco dovrebbe offrire. La situazione, fortunatamente, migliora quando ci si allontana dalla città iniziale, affrontando ambientazioni più varie e coinvolgenti.

LE MERAVIGLIE DEL MERCATO NERO

Per affrontare al meglio le interminabili sparatorie con i nazisti, Blazkowicz può recuperare un gran numero di armi differenti, che può reperire sul campo o acquistare a caro prezzo al mercato nero. Raggiungendo una delle sedi dei mercanti in questione, il protagonista può usare l’oro trovato in giro per potenziare le proprie armi, scegliendo fra un gran numero di opzioni a disposizione.

Questo elemento è stato bilanciato piuttosto bene dai programmatori, che hanno pensato di non inserire all’interno del gioco abbastanza denaro per acquistare ogni oggetto. In questo modo il giocatore si trova costretto a fare delle scelte, personalizzando le armi a seconda del proprio approccio ai combattimenti.


SULLE ORME DI CALL OF DUTY

Una volta portata a termine la ridotta campagna in singolo (appena 8 ore, procedendo con estrema calma), ci si può abbandonare alle gioie del multiplayer, ennesimo esempio di quanto Call of Duty: Modern Warfare abbia fatto scuola.

Proprio come nel titolo di Infinity Ward, infatti, guadagnando esperienza sul campo è possibile ottenere denaro, oggetti e poteri extra da sfruttare poi sul campo di battaglia. La struttura funziona a dovere e spinge a giocare a lungo per ottenere bonus sempre più utili. A questa caratteristica si aggiunge la presenza di tre classi differenti, ognuna caratterizzata da abilità che la rendono unica nel suo genere. Mentre nella campagna Blazkowicz è in grado di sfruttare tutti i poteri del Velo, infatti, online a ogni classe sono associate determinate abilità.

Oltre ai classici Team Deathmatch, il multiplayer di Wolfenstein garantisce una certa varietà grazie alle modalità Obiettivo e Cronometro. La prima vede una squadra di giocatori impegnata a portare a termine un compito (per esempio il recupero di documenti segreti) con i rivali intenti a ostacolarla, mentre la seconda vede i due gruppi affrontare a turno una missione cercando di concluderla nel minor tempo possibile. Peccato che l’accesso alle partite online sia regolato da tempi di attesa lunghissimi, che spesso si concludono con un nulla di fatto costringendo a effettuare una nuova ricerca e lasciando spazio alla frustrazione.

QUALCHE ANNO SULLE SPALLE

Dal punto di vista puramente tecnico ci troviamo di fronte a un gioco che, per l’occasione, cerca di tirare a lucido il suo vecchio soprabito sperando di fare bella figura, riuscendo solo a strappare un sorriso a chi è abituato a standard ben più elevati. Il motore grafico appare piuttosto datato, e pur offrendo una gran quantità di elementi con cui interagire non riesce a impressionare. Il comparto audio, invece, si difende decisamente meglio, con una colonna sonora onesta e gli effetti delle armi realizzati con grande cura.

COMMENTO FINALE

Wolfenstein è quindi un buon gioco, un FPS capace di far passare piacevolmente qualche ora in attesa di nomi ben più altisonanti. Se siete appassionati della serie proverete, in particolar modo durante le sfide online, un gran senso di nostalgia, trovandovi subito a vostro agio. Se siete alla ricerca di un’alternativa ad Halo, Killzone 2 e i vari Call of Duty, tuttavia, vi conviene aspettare pazientemente i blockbuster in dirittura d’arrivo.

Cosa ci piace

Cosa non ci piace

  • L’idea del Velo funziona a dovere.
  • Tanti collezionabili da cercare.
  • Multiplayer divertente e chiaramente ispirato a Modern Warfare.
  • Tecnicamente arretrato
  • Spostamenti nelle zone di collegamento alla lunga noiosi.
  • Pessima gestione degli accessi alle partite online.

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