Singularity: la recensione

Il team di Raven Software ha lavorato sodo, negli ultimi anni, per far uscire su PlayStation 3 e Xbox 360 alcuni titoli particolarmente interessanti. Con Wolverine i programmatori hanno esplorato le strade degli action in stile God of War, mentre con Wolfenstein e Singularity hanno cercato di lasciare un segno nell’affollato mondo degli FPS.

Là dove Wolfenstein si dimostrava essere il più classico dei classici, tuttavia, Singularity cerca di sperimentare nuove soluzioni, senza però riuscire nel proprio intento. Tanti, troppi elementi, infatti, sono chiaramente presi in prestito da altri titoli del genere, in un minestrone che non ha alcuna paura di sapere di già visto.

Il fatto che gran parte di ciò che si può trovare in Singularity non sia propriamente originale, però, non basta a classificare questo gioco come un semplice titolo da scaffale, visto che una volta inserito nella console e avviato, il titolo di Raven Software si rivela essere piacevole e divertente come pochi altri esponenti del genere. Continuate a leggere dopo il salto per scoprire i dettagli di questo FPS.

Una trama interessante

Iniziando la partita a Singularity ci si rende subito conto di una cosa: i programmatori hanno raccolto a piene mani gli elementi interessanti da altri titoli di successo, ma lo hanno fatto con cognizione di causa, cercando di creare un mix esplosivo in grado di piacere al maggior numero possibile di persone.

L’atmosfera della prima parte del gioco sembra uscita da un qualsiasi episodio di FEAR o dall’indimenticabile Bioshock, con uno schianto in elicottero e il successivo vagabondaggio all’interno di una serie di corridoi pieni di note scritte e di file audio, utili a ricostruire alcuni frammenti della storia.

Una breve introduzione ed i primi istanti del gioco spiegano al giocatore la base narrativa di Singularity, che vedono negli esperimenti portati avanti sull’immaginaria isola russa di Katorga-12 il fulcro dell’intera esperienza. In seguito alla scoperta di un nuovo elemento naturale chiamato E-99, infatti, negli anni ’50 gli scenziati sovietici hanno iniziato una serie di studi relativi alla manipolazione del tempo, nel tentativo di trovare qualcosa con cui rispondere al nucleare americano.

Naturalmente l’intera faccenda finisce nel peggiore dei modi, al punto da costringere gli americani a mandare una squadra sul luogo, nel 2010, per investigare su una misteriosa fonte di radiazioni.

Le immagini di Singularity

A spasso nel tempo

Arrivati sull’isola ci si rende subito conto di trovarsi di fronte a qualcosa di strano, visto che l’intera ambientazione appare distrutta, cosparsa di cadaveri in condizioni inquietanti e, sfortunatamente, tutt’altro che disabitata. Per i corridoi dei laboratori, infatti, vagano una serie di creature violente e ributtanti, che accolgono con grande entusiasmo la squadra americana.

Pur non avendo a disposizione il Time Manipulation Device (TMD), elemento chiave del gameplay di Singularity, nei primi minuti di gioco ci si imbatte in alcune misteriose anomalie temporali, che costringono ad affettuare frequenti balzi fra il 2010 e il 1950, assistendo di fatto all’incidente che ha trasformato Katorga-12 in un vero inferno.

Se i primi minuti di Singularity sono interamente dominati dalla tensione creata dall’atmosfera, il vero divertimento arriva dopo aver messo le mani sul TMD, che apre una serie incredibile di possibilità di interazione con mostri, soldati ed elementi dell’ambientazione.

L’imposizione delle mani

Grazie a questo avveniristico macchinario, infatti, nel corso del gioco si ottengono poteri sempre più incredibili, che oltre a permettere di interagire con il mondo circostante per risolvere enigmi ed affrontare puzzle più o meno complessi, garantiscono anche una certa capacità offensiva nei confronti delle numerose minacce che popolano Katorga-12.

La possibilità di controllare il tempo, infatti, permette di far invecchiare rapidamente un soldato trasformandolo in polvere, oppure di far tornare elementi del laboratorio (ormai distrutti), al loro stato originale, come se fossero freschi di fabbrica. Riportando qualche anno nel passato un barile arrugginito e accartocciato, per esempio, non solo lo si trasforma in un oggetto privo di graffi ed ammaccature, ma perfino pieno del materiale che conteneva (e cosa può contenere un barile rosso, in un videogioco? Un prezioso liquido infiammabile, ovviamente).

Queste dinamiche riescono ad offrire al giocatore modi sempre più complessi di affrontare i numerosi momenti scriptati del gioco, rendendo l’azione piuttosto varia e interessante per l’intera durata dell’avventura. Salvo alcuni momenti meno incisivi, infatti, in generale la modalità single player di Singularity risulta essere piacevole e coinvolgente, complici anche le armi inserite dai programmatori e i poteri garantiti dal TMD.


Problemi tecnici

Il buon livello qualitativo del comparto narrativo (almeno nelle fasi iniziali, visto che andando avanti viene lasciato sempre più spazio alle sparatorie nude e crude) e delle idee legate al gameplay, però, è affiancato da una realizzazione tecnica non certo esaltante, che sotto alcuni punti di vista sembra appartenere a un gioco di quattro o cinque anni fa.

L’Unreal Engine 3, elemento portante del comparto grafico, non è stato usato in modo adeguato, tanto che non è raro imbattersi in fastidiosi glitch grafici (legati principalmente ad alcune animazioni) e ad altri difetti visivi piuttosto evidenti. Un numero eccessivamente alto di texture a bassa risoluzione, per esempio, tende a trasformare in indistinti agglomerati di colori gli oggetti visti troppo da vicino, mentre l’illuminazione generale non si rivela mai essere ai livelli delle ultime produzioni in circolazione.

A questo, poi, si vanno ad aggiungere una serie di bug più o meno gravi, affiancati da alcuni buchi abbastanza clamorosi dell’Intelligenza Artificiale che regola il comportamento dei soldati nemici. In più di un’occasione, per esempio, ci è capitato di sparare a un bersaglio che non voleva saperne di trovare una copertura dietro cui ripararsi o, peggio ancora, di vedere dei furbissimi militari nascondersi sul lato sbagliato di una cassa, rimanendo di fatto completamente esposti ai nostri attacchi.

Un multiplayer originale

A rivelarsi sorprendentemente divertente, in Singularity, è il multiplayer, che pur non proponendo un gran numero di varianti fra cui scegliere (Si possono affrontare unicamente due diverse modalità), offre un’esperienza diversa da quella della maggior parte degli esponenti del genere.

Se la modalità Sterminio può essere tranquillamente considerata fin troppo tradizionale, lo stesso non si può dire di Creature vs. Soldati, che oltre a essere ben studiata è anche molto divertente. In pratica i giocatori si dividono attraverso due fazioni: da una parte ci sono i soldati, tutti armati di TMD e capaci di ricorrere a una vasta gamma di utili poteri, mentre dall’altra troviamo le orribili creature di Katorga-12, ognuna caratterizzata dai propri attacchi e dalle proprie abilità innate.

Vestire i panni dei soldati non è nulla di eccezionale, ma quando si fa parte della squadra delle creature il divertimento sale alle stelle, spingendo a utilizzare tattiche diverse a seconda del mostro impersonato. Sotto un certo punto di vista Creature vs. Soldati ricorda la modalità competitiva di Left 4 Dead, solo un po’ più bilanciata e articolata.

Commento finale

Singularity non è certo il migliore sparatutto in prima persona che si possa trovare in giro, ma offre comunque spunti interessanti. La carenza di idee davvero originali è bilanciata dal gran numero di elementi di rilievo presi in prestito da altri titoli. La gravity gun di Half-Life 2, lo stile narrativo di Bioshock (con note testuali e file audio), il multiplayer ispirato a Left 4 Dead e tanti altri elementi, rendono Singularity un’esperienza piacevole e divertente, a patto che possiate chiudere un occhio di fronte a qualche problema tecnico di troppo.

Cosa ci piace

Cosa non ci piace

  • Le armi sono ben studiate
  • Atmosfera e spunto narrativo interessanti
  • Multiplayer divertente e diverso dal solito
  • Graficamente datato
  • L’Intelligenza Artificiale non è sempre brillante
  • Qualche bug di troppo

Le immagini di Singularity

Le immagini di Singularity
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Le immagini di Singularity
Le immagini di Singularity
Le immagini di Singularity
Le immagini di Singularity
Le immagini di Singularity
Le immagini di Singularity

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