Call of Duty: Ghosts, la recensione

Call of Duty: Ghosts diverte, ma non soddisfa tutte le aspettative che i giocatori avevano alla vigilia.
Call of Duty: Ghosts, la recensione
Call of Duty: Ghosts diverte, ma non soddisfa tutte le aspettative che i giocatori avevano alla vigilia.

Tra le certezze di tutti i videogiocatori, c’è ormai da diverso tempo quella di vedere arrivare un nuovo Call of Duty ogni anno. È infatti dal 2003 che la serie targata Activision non perde occasione per arrivare con una nuova iterazione a distanza regolare, anche dopo aver attraversato i famosi litigi tra il publisher e i creatori originali del primo titolo della serie. Da qualche anno a questa parte, si è inoltre affermata stabilmente l’alternanza tra i team Treyarch e Infinity Ward nella realizzazione dei vari capitoli: in questo 2013, per il decimo appuntamento con il brand, è toccato proprio al team creatore del primo capitolo, fondato dall’accoppiata composta da Jason West e Vince Zampella di cui esso è ormai orfano.

Quello con Call of Duty: Ghosts è dunque un appuntamento particolarmente importante, anche in vista dell’imminente passaggio dall’attuale generazione di console alla prossima: per non scontentare nessuno, il gioco approderà sia su PlayStation 3 e Xbox 360, così come su PlayStation 4 e Xbox One. Noi di Gamesblog abbiamo per ora deciso di tornare alla piattaforma madre degli shooter in prima persona, raccontandovi dunque tutto ciò che abbiamo visto giocando alla versione PC di Call of Duty: Ghosts.

Tremate, i fantasmi sono arrivati

[img src=”https://media.gamesblog.it/c/cal/call-of-duty-ghosts-01/call-of-duty-ghosts-001.jpg” alt=”” height=”350″ title=”” class=”alignleft size-thumb_620x350 wp-image-208479″]

Dopo aver avuto qualche anno fa un assaggio del Ghost originale, suggerisce il titolo Call of Duty: Ghosts ci fa finalmente fare una conoscenza approfondita con l’omonima squadra speciale, composta da veterani del campo di battaglia, tanto letali quanto silenziosi ed efficienti nello svolgere le missioni a essi affidate. A raccontarci la storia sono gli occhi di Logan Walker, figlio del capitano Elias, iniziato all’unità Ghost insieme a suo fratello David, sullo sfondo di una guerra globale tra gli Stati Uniti e un insieme di nazioni che si fa chiamare La Federazione, composta per lo più da Paesi del Sud America.

Fatto scatenante del conflitto, la distruzione tramite armi nucleari del Medio Oriente, in seguito alla quale viene innescata una catena di eventi che rende la suddetta Federazione una superpotenza, in grado d’invadere i Caraibi e gli stessi Stati Uniti. Quanto raccontato dalla campagna singola parte proprio dall’attacco principale della Federazione, da essa effettuato dopo essersi impossessata di ODIN, sistema di difesa orbitale in grado di lanciare testate nucleari dallo Spazio. A noi il compito di diventare l’ultimo baluardo della resistenza degli USA in rovina.

Proprio nella modalità singola facciamo conoscenza con Riley, protagonista canino a lungo pubblicizzato nei mesi scorsi: il protagonista può infatti interfacciarsi col cane, per penetrare in aree altrimenti inaccessibili senza allertare tutte le forze nemiche presenti, attaccandole di sorpresa con un salto alla gola se necessario. A conti fatti, nonostante l’idea possa sembrare innovativa, l’apporto di Riley è piuttosto limitato, sia in termini della sua stessa presenza durante le missioni, sia in termini di meccaniche di gameplay che restano simili a quelle di una qualsiasi unità teleguidata. È del resto questa l’impressione che fa anche la campagna di Call of Duty: Ghosts per le circa 7 ore necessarie per il suo completamento, durante le quali essa tenta di strabiliare il giocatore con elementi speciali come la missione ambientata su ODIN, finendo però per non riuscire mai a far immergere chi sta davanti al monitor spingendolo ad andare oltre il compito da assolvere per avanzare nella storia.

Meglio in compagnia

[img src=”https://media.gamesblog.it/c/cal/call-of-duty-ghosts-01/call-of-duty-ghosts-006.jpg” alt=”” height=”350″ title=”” class=”alignleft size-thumb_620x350 wp-image-208479″]

Conoscendo la serie Call of Duty, non stupisce quindi di vedere come anche in questo caso sia il multiplayer la colonna portante del gioco. La modalità online di Call of Duty: Ghosts può infatti contare sulla migliore aggiunta effettuata da Infinity Ward all’impianto già esistente, vale a dire la modalità cooperativa Extinction, all’interno della quale 4 giocatori devono combattere insieme contro un’infestazione di alieni in una piccola città. Il sistema composto da 4 classi garantisce un ottimo livello di rigiocabilità, anche grazie agli immancabili elementi ruolistici con i quali determinare la crescita della propria unità, attraverso l’ottenimento di abilità speciali spendendo i punti e i soldi guadagnati nella battaglia contro le brutte creature

Oltre allo sterminio alieno, c’è naturalmente di più: il numero del totale delle modalità di gioco tocca la decina, tra deathmatch più o meno classici e altre modalità un po’ meno tradizionali come la modalità Blitz, all’interno della quale occorre intrufolarsi nella base nemica per accumulare i punti vittoria per il proprio schieramento. Interessante anche la modalità Search & Rescue, dove invece per far respawnare i propri compagni occorre raccogliere da terra la loro dogtag una volta uccisi dal nemico. Da provare è anche la modalità Squads, dove il giocatore può formare una vera e propria squadra controllata dall’intelligenza artificiale, con cui affrontare altri bot o dare battaglia a un proprio amico a sua volta dotato del proprio team di soldati.

Per quanto riguarda le possibilità di personalizzazione, Infinity Ward ha introdotto per la prima volta la facoltà di giocare nel ruolo di un soldato donna, insieme ad altre caratteristiche uniche con cui distinguere il proprio personaggio. Se tutto ciò si limita solo all’effetto estetico, dal punto di vista del gameplay abbiamo la solita scelta riguardante il tipo di unità che si vuole controllare, accompagnata dal sistema di perk a 8 punti, per acquisire abilità, e dall’uso degli Squad Points ottenuti in missione per l’acquisto di armamenti ed equipaggiamento.

Nextche?

[img src=”https://media.gamesblog.it/c/cal/call-of-duty-ghosts-01/call-of-duty-ghosts-003.jpg” alt=”” height=”350″ title=”” class=”alignleft size-thumb_620x350 wp-image-208479″]

Il comparto tecnico di Call of Duty: Ghosts lascia soddisfatti, sebbene non faccia slogare nessuna mascella preparata al passaggio alla nuova generazione videoludica. Al di là del mondo console, in realtà, su PC ci si aspetterebbe sempre quel livello di qualità in più che in questo caso manda, pur esaltando il funzionamento dell’IW Engine in termini di pulizia dell’immagine. A 1080p è più che apprezzabile la pulizia delle immagini mostrate sullo schermo, grazie al buon lavoro effettuato da Infinity Ward anche sui modelli dei personaggi e sugli elementi che compongono lo scenario, dove però alcuni effetti mostrano inesorabilmente l’invecchiare delle fondamenta del motore di gioco.

Di fatto, la versione PC riesce sicuramente a eguagliare quello che vedremo su PlayStation 4 e Xbox One, mancando però l’obiettivo di effettuare il salto che come abbiamo già detto ci aspetteremmo su tale piattaforma. Alla luce di questo i requisiti minimi sembrano un po’ troppo alti per quanto ci viene mostrato da Call of Duty: Ghosts, che ricordiamo richiede Core 2 Duo E8200 o AMD Phenom 8750 Triple-Core, 6 GB di RAM e GeForce GTS 450 o Radeon HD 5870 per giocare. Il sonoro può contare su un buon doppiaggio in lingua italiana, al quale ha partecipato anche l’attrice Anita Caprioli.

Commento finale

Call of Duty: Ghosts è un degno elemento della serie a cui appartiene, per la quale ci si aspettava però un punto di svolta epocale che non è arrivato. Le occasioni offerte dall’approdo della nuova generazione di console, non sembra infatti aver portato con sé il livello di novità che era lecito aspettarsi, rimandando quindi eventuali elementi significativi in tal senso alla prossima edizione dello sparatutto di Activision.

Infinity Ward mette in campo quelle che sono indubbiamente delle buone idee, affiancate però da quella che è una costante sensazione di asetticità che affligge sia la modalità singola che quella multiplayer. Non fraintendiamoci, però, visto che fan e non fan della serie avranno modo di passare diverse ore di divertimento in compagnia di questo titolo, ricco di elementi nel multiplayer, ma segnato dal tempo che passa in ogni suo aspetto. Da dimenticare invece l’esperienza in singolo.

Cosa ci piace
Cosa non ci piace
  • Multiplayer ricco e divertente
  • Spinge con successo a provare tutte le modalità
  • Modalità Extinction indovinata
  • Tecnicamente delude le attese
  • Modalità singola da dimenticare
  • Si sente il passare del tempo

Call of Duty: Ghosts

Ti consigliamo anche

Link copiato negli appunti