Test Drive Unlimited 2: la recensione

Test Drive Unlimited 2: la recensione

A quattro anni di distanza dalla nostra ultima tintarella digitale sulle spiagge di Oahu offertaci da Atari e dai ragazzi della casa di sviluppo francese Eden Games, i bolidi di Test Drive Unlimited irrompono di nuovo sulla scena videoludica per cercare, con questo secondo capitolo, di riconquistare il cuore dei tanti appassionati di giochi di corse che, ammaliati dalla vastità dell’offerta multiplayer del suo diretto predecessore, hanno ancora voglia di riprendere in mano il volante per sfrecciare sulle infuocate autostrade della lussureggiante isola delle Hawaii e, stavolta, anche su quelle della lussuosa (e lussuriosa) Ibiza.

Come il suo autorevole antesignano, TDU2 farà quindi perno sull’esperienza di gioco in Rete provando ad espanderla e migliorarla (per quanto possibile) sia con una decisa rimodulazione delle meccaniche alla guida, sia attraverso l’implementazione di diverse nuove caratteristiche “sociali” che andremo a sviscerare con calma nel corso di questa recensione. Le promesse fatteci in questi mesi dagli sviluppatori non sono poche, tanto ci è stato detto e mostrato prima dell’effettiva commercializzazione ma, allo stesso modo, altrettante novità devono essere ancora appurate sul campo con obiettività e con quel sano spirito critico che ci aiuterà a capire la bontà complessiva di un titolo così atteso.

LA BELLA VITA DI UN PARCHEGGIATORE

Pur continuando ad essere, esattamente come il suo autorevole antenato, un prodotto godibile quasi esclusivamente in Rete, il cuore pulsante dell’esperienza in singolo di Test Drive Unlimited 2 si sviluppa narrativamente e videoludicamente attorno alla figura di un anonimo parcheggiatore che lavora in un albergo di lusso di Ibiza: inserito per la prima volta il disco di gioco nel tray della console, gli sviluppatori di Eden Games evitano infatti di ammorbarci con inutili preamboli e vanno dritti al sodo calandoci in un contesto di ricconi dal cuore di ghiaccio e dal portafogli a fisarmonica, chiedendoci così di partecipare a una festa e di indicare, tra i presenti, un ragazzo o una ragazza da dover poi impersonare nel corso del gioco.

Come nella stragrande maggioranza delle produzioni analoghe, quindi, anche in TDU2 la vena narrativa si riduce, come in uno squallido film a luci rosse, ad un mero pretesto per gettarci nella mischia e gareggiare contro una serie di avversari caratterialmente monchi e superficialmente animati da un odio innato (e innaturale) verso il nostro povero alter-ego che, con il miracoloso intervento di non si sa quale divinità, viene scelto da una belloccia del posto per sostituire un corridore del Solar Crown, una sorta di campionato semi-legale in cui una ristretta cerchia di talentuosi ragazzi si danno battaglia sulle strade cittadine con regole e limitazioni sempre diverse, le stesse che poi ritroveremo singolarmente nelle gare multiplayer (di cui ci occuperemo per esteso tra poco, nell’apposito capitolo di questa recensione).

Test Drive Unlimited 2: galleria immagini

PEOPLE FROM IBIZA

Se dal punto di vista della logicità della trama (così come degli insulsi dialoghi o degli altrettanto fastidiosi momenti di intermezzo tra un evento e l’altro) non possiamo che essere profondamente delusi da ciò che hanno messo in piedi gli sviluppatori della sussidiaria francese di Atari, è solo analizzando il prodotto non dalla prospettiva “classica” dei giochi di corse arcade ma da quella decisamente più estesa delle avventure “sandbox” che riusciamo a capire quanto possa essere estremamente variegata l’offerta videoludica propostaci dagli Eden Games: il tutto è magnificamente riassunto dalla struttura concatenata delle varie “discipline” in cui il nostro buon parcheggiatore potrà specializzarsi nel corso del gioco.

Tutto ciò che ha a che fare con l’esperienza di gioco in singolo e con la complessa struttura multiplayer di Test Drive Unlimited 2 è infatti legato a doppio filo al complesso e delicato meccanismo di progressione del personaggio messo in piedi dagli sviluppatori per determinare sia il numero degli eventi e delle caratteristiche “accessorie” da sbloccare di volta in volta, sia (e qui viene il bello) il “carattere” stesso del nostro pilota virtuale. Organizzato magnificamente in sottocartelle tematiche per permetterci di controllare agevolmente ogni singolo aspetto del nostro personaggio, il menù giocatore di TDU2 ci spiega infatti che il nostro (ormai ex) parcheggiatore deve riuscire a raggiungere il 60° livello cercando di specializzarsi in 4 macro-discipline, che sono Competizione, Esplorazione, Sociale e Collezione (ognuna avente un massimo di 15 livelli).

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SOLE, CUORE, MOTORE

Com’è facilmente intuibile da chi è avvezzo a questo genere di titoli, “Competizione” tiene traccia dei risultati conseguiti negli eventi estemporanei che di volta in volta compariranno sulla mappa di gioco in singleplayer, nelle sfide con i piloti gestiti dall’intelligenza artificiale e nei singoli Campionati a cui sarà possibile partecipare conseguendo la relativa patente (Asfalto per i bolidi da competizione, Fuoristrada per i Suv e i 4×4 di serie e Classic per le auto d’epoca): aumentando il livello di questa particolare “disciplina” si guadagna il diritto di partecipare ad eventi e tornei ancora più esclusivi.

Ben diverso è invece il discorso delle categorie “Esplorazione” e “Collezione”: se per avanzare nella prima dovremo sostanzialmente percorrere il maggior numero possibile di strade principali e secondarie per avere poi la possibilità di teletrasportarcisi in futuro evitando lunghi e faticosi viaggi, per essere dei veri e propri “collezionisti” bisognerà sperperare i propri soldi in vinili, automobili e case. Eggià, case: una delle novità più gradite di TDU2 è infatti quella relativa alla possibilità di acquistare degli immobili da poter poi visitare con un’inedita visuale in prima persona per modificarne l’arredamento e per studiare le varie caratteristiche delle proprie auto parcheggiate nel garage.

L’intera impalcatura di gioco di TDU2 poggia su queste cinque “discipline” e, tra innumerevoli eventi di gara e semplici esperienze virtuali (come ad esempio quella relativa alla scoperta di diverse aree da immortalare in foto), si ramifica tra le assolate strade di Ibiza e Oahu pulsando al ritmo di meccaniche alla guida che, seppur lontane anni luce dal tenore realistico dei titoli simulativi, permette comunque all’utente di godere di un’esperienza che guadagna esponenzialmente in divertimento se vissuta assieme ad altri amici in Rete (specie considerando la blanda intelligenza artificiale che muove i nemici gestiti dalla CPU). Se c’è però un aspetto che avrebbe meritato maggiori cure, questo è certamente quello relativo alla calibrazione tra la guida su sterrato e su asfalto: la gestione della controsterzata nelle gare “rally” e della trazione delle auto di grossa cilindrata sui circuiti cittadini è, infatti, assolutamente pessima e ben al di sotto degli standard (già penosi) dei titoli arcade moderni.

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MULTIPLAYER

Nel precedente capitolo ci siamo volutamente dimenticati di analizzare gli aspetti che nel menù di gioco di TDU2 rientrano nella categoria “Sociale” che, ovviamente, tiene traccia dei nostri progressi nel vastissimo ventaglio di opzioni offerte dal multiplayer. Senza tradire la nobile tradizione di suo padre, quindi, la nuova creatura di Eden Games allaccia l’esperienza in singolo all’universo online attraverso un dedalo di opzioni ed eventi che, se fossero stati rappresentati nella mappa da puntini luminosi e non da icone colorate, avrebbero fatto somigliare Ibiza alla galassia di Andromeda e Oahu alle Pleiadi.

L’universo online di TDU2 corre parallelamente a quello in singolo e lega le sorti del nostro parcheggiatore a quello impersonato dai nostri amici in Rete: accanto ai Campionati singleplayer troveremo infatti tutta una serie di eventi online (pianificati e non) che ci aiuteranno ad aggiungere denaro al conto in banca del nostro alter-ego che potrà poi spendere in automobili usate o nuove (ci sono decine e decine di concessionarie), vinili, elaborazioni strutturali e case (sia per il gusto del lusso che per la necessità di allargare il proprio bacino di posti in garage).

La ricchezza di contenuti “sociali” di Test Drive Unlimited 2 sta soprattutto nella capacità di spingere i vari corridori a legarsi l’uno all’altro in una sorta di “gang” con usi, costumi e tracciati tutti propri: la natura estremamente dispersiva del titolo e la mole spropositata di cose da fare vi spingerà ben presto ad affrontare le varie sfide propostevi da Eden Games dividendo i rischi (e il divertimento) con altri giocatori online. Il tutto avviene in modo incredibilmente naturale tramite l’apertura di un Club, dal quale sarà poi possibile invitare i propri amici con lo scopo ultimo di creare eventi appositi, o anche solo per pianificare insieme le mosse da compiere (credeteci, in gara la differenza tra un nemico “solitario” ed uno appoggiato da un Club si nota paurosamente e, il più delle volte, fa la differenza tra un piazzamento sul podio e un ultimo posto).

Tutto ciò che di buono è stato fatto su questo fronte rischia però di crollare, allo stato attuale e nell’attesa che Eden Games prepari una patch correttiva, di fronte a un fenomeno di lag diffuso che rende a dir poco frustrante l’esperienza complessiva di chi troppo spesso si ritrova costretto ad entrare ed uscire dalla sessione di gioco per cercare in qualche modo di guadagnare quel minimo di stabilità necessaria a completare una gara.

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GRAFICA E SONORO

Dal punto di vista squisitamente grafico, l’opera nel suo complesso è assolutamente convincente ma, come quasi tutti i progetti che cercano di offrire una mappa estremamente vasta, offrono il fianco a diverse problematiche legate all’impossibilità oggettiva degli sviluppatori di curare tutte le spigolosità visive di un ambiente di gioco che si estende per decine e decine di chilometri quadrati: alla straordinaria bellezza di talune location fa così da contraltare la stucchevole bruttezza di luoghi spogli di dettagli, senza contare l’alterna qualità delle texture che mappano con una definizione molto alta i palazzi e gli oggetti d’arredo cittadini, e molto bassa per tutto ciò che invece riguarda gli ambienti rurali e le varie superfici naturali.

Le stesse, identiche problematiche le ritroviamo anche nella rappresentazione dei personaggi negli intermezzi filmati e nelle sessioni in prima persona (le animazioni sono a dir poco pessime, ma la varietà di dettagli nel vestiario e nell’arredo è estrema), delle autovetture (presenti in gran numero, tutte su licenza ufficiale ma aventi tutte degli interni molto spogli) e degli effetti particellari. Non meno importanti sono poi le considerazioni sul sistema di illuminazione dinamica (l’alternanza tra il giorno e la notte è evocativa ma molto poco realistica) e sulla fluidità di gioco (su console, il framerate non è mai stabile e scende di sovente sotto la soglia visiva dei 25/30 fotogrammi al secondo).

Il mal di testa dovuto alle “montagne russe” del motore grafico, purtroppo, viene enfatizzato dall’alterna qualità generale del comparto sonoro: se il volume di campionamenti specifici delle autovetture è sostanzialmente allineato a quello delle produzioni analoghe, i brani scelti per la “colonna sonora” sono invece insufficienti sia dal punto di vista numerico che strettamente qualitativo.

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COMMENTO FINALE

Test Drive Unlimited 2 è un progetto tremendamente ambizioso e ricchissimo di contenuti: proprio per questo, però, i ragazzi di Eden Games non hanno saputo limare in tempo per la data prevista di commercializzazione tutte le spigolosità grafiche e videoludiche riscontrate, con la diretta conseguenza di offrire all’utenza un titolo poco ottimizzato e incapace di esprimere tutto il proprio potenziale (che, lo ribadiamo, è davvero gigantesco).

Ovviamente la vocazione multigiocatore rende ancor più aspra l’attesa degli appassionati per una patch correttiva, e nonostante la mole spropositata di eventi e competizioni proposte renda bene l’idea di quanto lavoro sia stato fatto da Eden Games per regalarci un titolo solido, convincente e di carattere, l’impressione complessiva che se ne trae è invece quella di un prodotto nato prematuramente che avrebbe avuto maggiori fortune se gli sviluppatori avessero avuto almeno altri tre o quattro mesi di tempo per ottimizzare il tutto senza incorrere nelle critiche di chi, adesso, crede che alcune parti di codice siano state scritte da scimmie urlatrici più che da seri e capaci professionisti del settore (il tremendo bug che cancella il proprio profilo nel momento del salvataggio ne è un triste esempio).

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Cosa ci piace
Cosa non ci piace
  • La mole gigantesca di contenuti
  • Ambienti di gioco incredibilmente vasti e vari
  • Mostruosamente longevo
  • Online minato da numerosi fenomeni di lag
  • Cali di framerate troppo frequenti
  • Animazioni pessime e texture altalenanti

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