L'Ombra di Mordor: Lucente Signore - la recensione

L'espansione che chiude l'appassionante esperienza dell'action-adventure di La Terra di Mezzo: L'Ombra di Mordor recensita per voi da Blogo
L'espansione che chiude l'appassionante esperienza dell'action-adventure di La Terra di Mezzo: L'Ombra di Mordor recensita per voi da Blogo

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L’uscita de La Terra di Mezzo: L’Ombra di Mordor ha rappresentato una felice parentesi nel depresso panorama videoludico del 2014 dominato da sequel ottimizzati alla bell’e meglio, da clamorosi posticipi e da titoli che, come Destiny, Thief o The Sims 4, non hanno saputo tenere fede alla parola data dai rispettivi sviluppatori.

Il lavoro svolto da Warner Bros. Interactive Entertainment e dai Monolith Productions per onorare la pesante proprietà intellettuale del Signore degli Anelli coniugando in chiave action-sandbox i suggestivi rimandi narrativi alla saga fantasy di J. R. R. Tolkien ha contribuito all’evoluzione del genere e dato agli appassionati la possibilità di immergersi in una dimensione di gioco tremendamente divertente e originale (una merce rara, di questi tempi) senza dover sorbirsi inutili trafile narrative e roboanti spezzoni in cinematica che nulla avrebbero aggiunto a una già solida offerta videoludica (ogni riferimento a The Order: 1886 è puramente “casuale”).

Il ricordo delle ore passate a marchiare comandanti Uruk e a tagliar teste nell’avventura singleplayer dell’Ombra di Mordor, unito ai giudizi di certo molto meno lusinghieri sulla prima espansione maggiore collegata al Season Pass, Il Signore della Caccia, rende così ancora più importante capire quali strade hanno deciso di percorrere gli sviluppatori della sussidiaria a stelle e strisce di Warner Bros. per chiudere in bellezza il loro titolo con l’atteso DLC Lucente Signore. Se volete scoprire fin dove sono riusciti a spingersi i ragazzi di Monolith, quindi, non vi resta che scorrere le analisi e i giudizi che v’attendono subito dopo la scheda voto riassuntiva della nostra recensione.

Approfondisci – La Terra di Mezzo: L’Ombra di Mordor – la recensione

COSA CI PIACE

Combat system ancora più profondo

Proiettandoci indietro nel tempo per allontanarci da Talion e permetterci di indossare i panni di un giovane Celebrimbor assorbito dal potere sconfinato dell’Unico Anello, i Monolith Productions approfittano del cambio di prospettiva e della diversa collocazione cronologica dell’avventura per rimodulare alcuni aspetti del sistema di combattimento del titolo liscio.

Grazie all’anello, il nostro impavido alter-ego può infatti utilizzare sin dal primo minuto tutte le abilità apprese con fatica da Talion, con la possibilità ulteriore di manifestare l’infinito potere dell’iconico manufatto tolkieniano attraverso due abilità di livello superiore (collegate ad una barra di ricarica lenta dell’energia) in grado di rovesciare le sorti di qualsiasi combattimento: la prima permette a Celebrimbor di rallentare il tempo per marchiare, uccidere o assorbire l’energia degli Uruk, mentre la seconda dà all’elfo protagonista la possibilità di richiamare un drappello di comandanti Uruk marchiati per assisterlo sul campo di battaglia.

L’assenza di un sistema di evoluzione delle abilità analogo a quello del titolo originario, però, incrina gli elementi sandbox dell’avventura e penalizza la longevità complessiva dell’espansione, che difatti si lascia completare in ogni suo frangente (dalla ricerca dei collezionabili alla conclusione delle 10 missioni principali e delle attività secondarie di ricerca degli Uruk da marchiare) in poco meno di 6 ore, e questo a prescindere dal livello di difficoltà selezionato e dal grado di esperienza (e quindi di confidenza con il combat system) maturato nella linea narrativa principale incentrata sulle gesta di Talion.

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L’entusiasmante boss battle finale

Nel materiale promozionale pubblicato a ridosso della commercializzazione di Lucente Signore e nei preziosi frammenti narrativi raccolti tra un flashback e l’altro durante la campagna principale dedicata a Talion, sono gli stessi sviluppatori di Monolith a non fare segreto sull’epica battaglia combattuta da Celebrimbor e Sauron per il controllo dell’Unico Anello, ed è quindi ovvio che quest’ultima divenisse il perno dell’intera esperienza di gioco offerta da questo contenuto aggiuntivo dedicato a Celebrimbor.

Pur senza entrare nel dettaglio per evitarvi fastidiosi spoiler e rovinarvi il piacere della scoperta, possiamo tranquillamente guardare allo scontro finale con l’Oscuro Signore come al punto più alto raggiungibile da questo DLC in termini di divertimento, di profondità e di difficoltà. Lo spietato antagonista di Celebrimbor si presenterà all’appuntamento al culmine della sua forza: per riuscire ad avere la meglio su di lui e sulle sue schiere di nemici sarà quindi richiesta una spaventosa dose di pazienza e un’abilità non indifferente, vista la necessità di eseguire schivate elusive e attacchi speciali con il giusto tempismo per evitare di essere colpiti dalla sua implacabile mazza fiammeggiante.

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COSA NON CI PIACE

Nemesis System sottotono

La linearità delle missioni della campagna di Lucente Signore e la giocabilità eretta dai Monolith sulla scorta dei “super-poteri” dell’Unico Anello in possesso di Celebrimbor si riverberano negativamente su uno dei moduli più originali e divertenti sperimentati nell’avventura vissuta da Talion nella dimensione fantasy de L’Ombra di Mordor, vale a dire il Nemesis System.

La lenta progressione dei poteri e delle abilità che tante gioie ha donato agli appassionati di action stealth che si sono cimentati con la storia principale, infatti, in questo DLC viene rovesciata in favore di un approccio più audace da impiegare per dare a Celebrimbor la possibilità di esprimere al meglio le sue incredibili capacità di combattimento all’arma bianca e da lunga distanza.

A schiacciare ulteriormente il Nemesis System ci pensano poi le abilità legate all’Unico Anello, dall’impossibilità di approcciarci silenziosamente al nemico nei frangenti in cui il tempo viene rallentato al caos generato dalla presenza a schermo di decine di Uruk marchiati. Una maggiore cura in tal senso da parte degli sviluppatori americani avrebbe certamente contribuito a riportare al centro delle meccaniche di gioco di Lucente Signore il prezioso sistema ideato dai Monolith per “governare” la suddivisione gerarchica dei comandanti dell’esercito orchesco di Sauron.

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Difficoltà mal tarata

Per dare forma all’espansione di Lucente Signore, gli autori statunitensi finiscono col commettere l’errore di cucire il sistema di combattimento originario di Talion addosso a Celebrimbor senza rimodulare il livello di difficoltà dei nemici, la forza dei singoli attacchi utilizzabili e l’intelligenza artificiale adottata dai comandanti e dai loro sottoposti.

La scarsa resistenza di Celebrimbor, ad esempio, favorisce l’impiego dell’abilità speciale dell’Unico Anello anche nei frangenti in cui se ne potrebbe fare tranquillamente a meno, come nelle frenetiche battaglie contro i gruppi più numerosi di nemici e nelle operazioni da condurre per assaltare le postazioni orchesche nella speranza di marchiare quanti più comandanti possibile: in questi casi, infatti, richiare gli Uruk già marchiati o rallentare il tempo può fare la differenza tra la vita e la morte, anche se, ricorrendo a questo tipo di super-poteri, si ha quasi l’impressione di utilizzare un qualche tipo di cheat.

L’accresciuta aggressività degli Uruk che dominano le lande di Mordor nella particolare finestra cronologica presa in esame dall’espansione, inoltre, spezza la naturale progressione delle attività da svolgere sia nel compimento delle missioni principali che nell’esplorazione libera della mappa, costringendo l’utente a fare la spola tra le caotiche battaglie combattute contro gli avversari più arcigni senza l’ausilio dell’Unico Anello e le facili vittorie ottenute attivando i poteri dell’anello.

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CONSIDERAZIONI FINALI

Le critiche mosse dagli appassionati a causa del mezzo passo falso commesso dai Monolith con l’espansione del Signore della Caccia hanno permesso al team americano di correggere la rotta evitando, così facendo, di macchiare l’esperienza di gioco di L’Ombra di Mordor: Lucente Signore.

L’avventura di Celebrimbor che chiude il cerchio (o meglio, l’anello) sugli eventi che successivamente porteranno Talion a combattere contro le forze di Sauron, e sui dolorosi flashback vissuti dall’anima in pena del creatore dell’Unico Anello nel percorso intrapreso assieme al Ranger più abile di Mordor per ricordare il suo nome e riacquisire la consapevolezza delle sue nobili origini elfiche, dona all’espansione di Lucente Signore un respiro decisamente più ampio di quello del meno riuscito DLC di Signore della Caccia e getta le basi, sia narrative che prettamente ludiche, per uno spin-off o per un seguito vero e proprio.

Alla luce degli sforzi profusi dai Monolith Productions, l’appattimento del Nemesis System alle logiche stringenti della storia e i problemi derivanti dal livello di difficoltà “schizofrenico” degli scontri da affrontare contro gli Uruk e lo stesso Sauron diventano “piccoli fastidi” che non minano l’esperienza di gameplay complessiva di un DLC che, al netto di queste sbavature, dimostra comunque di essere qualitativamente superiore alla media e quindi degno di essere acquistato per la ricchezza dei contenuti offerti e per l’assoluto valore del titolo originario.

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