Alice: Madness Returns - la recensione

Alice: Madness Returns - la recensione di Gamesblog.it
Alice: Madness Returns - la recensione di Gamesblog.it

Ad undici anni di distanza dal primo, straordinario capitolo della saga culto dedicata ad Alice e firmata da quel genio visionario che risponde al nome di American McGee, i ragazzi della casa di sviluppo cinese Spicy Horse sono finalmente pronti a proiettarci nuovamente nella malsana dimensione interiore della protagonista del libro di Lewis Carroll.

Con Alice: Madness Returns, il buon McGee e il team di artisti e sviluppatori affidatigli da Electronic Arts tornano così a reinterpretare in chiave psico-horror le avventure vissute nel Paese delle Meraviglie da una bambina che, raggiunta la maggiore età, non riesce ancora a liberarsi delle violente allucinazioni che la accompagnano da quando ha assistito in tenerà età allo spaventoso incendio che ha ucciso i suoi cari.

Dalle innovazioni al sistema di combattimento alla rimodulazione del taglio artistico dei livelli, dalle fasi platform completamente riviste e corrette alle vicende della trama che scandiranno come le lancette dell’orologio del Bianconiglio le ore di Alice all’interno della sua stessa mente, di motivi per seguirci subito dopo la pausa per leggere assieme a noi la recensione di Madness Returns ce ne sono davvero parecchi.

L’IMPLOSIONE DEL PAESE DELLE MERAVIGLIE

Con uno straordinario espediente narrativo, gli Spicy Horse decidono di avvicinare emotivamente il giocatore alla protagonista attraverso uno splendido gioco di “salti temporali” tra la dimensione onirica di Alice e la sua squallida vita di tutti i giorni: le fasi iniziali dell’avventura sono infatti legate strettamente alle vicende conclusive del precedente episodio della saga.

Ormai diciannovenne, Alice conclude il suo lungo e inutile percorso di “riabilitazione” e riesce finalmente ad uscire dal manicomio di Rutledge: tra le violente strade della Londra vittoriana, però, la nostra giovane e impaurita ragazza perde completamente il già labile controllo mentale e, tra una visita in un bordello gestito da una sua amica e una passeggiata per il malfamato porto industriale, subisce degli attacchi di panico così forti da indurla a cadere in uno stato di profonda trance e a rifugiarsi inconsciamente in quella sorta di paradisiaco universo parallelo conosciuto come Paese delle Meraviglie.

Se nel capitolo passato il ricordo atroce dell’incendio proiettava nel Wonderland eserciti di soldati di carte comandati dalla Regina di Cuori, stavolta le paure e le angosce represse di Alice saranno rappresentate da un gigantesco e infernale treno che, come un verme all’interno di una mela, andrà a bucare letteralmente i ricordi della protagonista impedendogli di capire cos’è davvero successo la notte in cui i suoi cari hanno perso la vita. Decisa a riconquistare la serenità perduta, Alice si lancia così alla ricerca dei ricordi passati visitando uno ad uno i luoghi di un Paese delle Meraviglie devastato dalle sue gravi psicosi incarnate dal misterioso “mostro-locomotiva” che saremo chiamati a fronteggiare in Madness Returns.

Il nostro compito, ancor più che nel capitolo primigenio della saga, sarà quindi quello di indossare i panni logori e insanguinati della protagonista per aiutarla a ritrovare la pace interiore esplorando un irriconoscibile e folle Wonderland con l’aiuto dello Stregatto e dei suoi curiosi strumenti di morte.

Alice: Madness Returns - prima immagini ed artwork

NELLA TANA DEL BIANCONIGLIO

L’intricato dedalo di emozioni che porteranno Alice a vivere un’esperienza tanto unica quanto quella del ritorno in un Paese delle Meraviglie sull’orlo dell’abisso, si manifesta dal punto di vista squisitamente videoludico in un’avventura della durata di 15 ore circa tra sessioni d’esplorazione pura, combattimenti frenetici e numerose fasi platform: se c’è un aspetto che in Madness Returns non è stato tralasciato dagli sviluppatori, questo è senza ombra di dubbio la varietà.

Nonostante l’apparente sguardo impaurito, la nostra protagonista può infatti vantare un arsenale molto nutrito: accanto all’imprescindibile Lama Vorpale (il coltellaccio insanguinato che la bella Alice ha maneggiato spesso in tanti artwork pubblicati in questi mesi dai disegnatori), troviamo infatti una mitragliatrice a forma di macinapepe gigante con la quale è possibile attaccare i nemici dalle lunghe distanze, un cavalluccio a molla utilizzabile a mò di martello per aprire varchi segreti (e naturalmente per arrecare danno alle creature malefiche del Wonderland), un ombrellino per pararsi dai colpi avversari, dei coniglietti-bomba dotati di cronometro e innesco a distanza e, ultimo ma non per ordine di importanza, un potente cannone-teiera sbloccabile nelle fasi avanzate della campagna principale.

Assolutamente meritevoli d’attenzione, sempre per quanto riguarda le fasi action, sono poi le scelte compiute dagli Spicy Horse nell’integrare un veloce sistema “simil-Zelda” che inquadra automaticamente il nemico scelto per colpirlo con maggiore precisione o per sfuggire ai suoi attacchi da corta e da lunga distanza (nel primo caso con una veloce mossa di fuga che trasforma Alice in una nuvola di farfalle, nel secondo invece con l’ombrellino citato poche righe fa).

Alice: Madness Returns - prima immagini ed artwork

Le sessioni platform ed esplorative tra uno scontro e l’altro con i mostriciattoli minori e con i boss di fine livello non sono certamente da meno e rappresentano una parte fondamentale dell’esperienza di gioco: la necessità di potenziare le armi a nostra disposizione, difatti, ci spingerà ad avventurarci in aree segrete con l’utilizzo del Senso del Restringimento, un simpatico espediente escogitato dagli sviluppatori che, ci consentirà di rimpicciolire la protagonista in ogni occasione e di osservare, con gli “occhi alcolici” di un’Alice incapace di reggere il vino magico di Wonderland, delle piattaforme nascoste e degli indizi luminescenti.

La struttura precaria delle aree di gioco colpite dal treno infernale è poi il pretesto perfetto per i ragazzi di American McGee per realizzare livelli ricchi di precipizi, di insenature e di crepacci superabili solo saltando tra una piattaforma e l’altra: a rendere ancor più interessanti questi momenti ci penseranno dei curiosi grugni di maiale che, svolazzando per la mappa, reagiranno ai colpi del macinapepe aprendo varchi nascosti verso zone ricche di denti (la moneta del gioco) e di rose (rappresentanti la salute di Alice).

La grande varietà di situazioni ludiche proposte viene però depressa da una struttura di gioco paradossalmente troppo ripetitiva che, alla lunga, si arriccia su se stessa senza evolvere progressivamente il gameplay e la narrazione: col passare delle ore, purtroppo, le fasi platform, d’esplorazione e di combattimento si alternano meccanicamente senza caratterizzare i livelli e, cosa ancor più grave, senza evidenziare il grande lavoro artistico compiuto dagli autori e dai disegnatori degli Spicy Horse a dispetto di un motore grafico anche in questo caso molto poco convincente.

Alice: Madness Returns - prima immagini ed artwork

GRAFICA E SONORO

Con Madness Returns, gli Spicy Horse hanno deciso di curare quasi esclusivamente l’aspetto artistico e stilistico del comparto tecnico, sacrificando in tal modo l’ottimizzazione della grafica e tutta la fase programmatica ad essa legata. Questa scelta, purtroppo, diventa sempre più evidente proseguendo nell’avventura: i level design è monotono e piatto quanto le texture che mappano le superfici ambientali, le animazioni di Alice e dei nemici sono a dir poco scialbe e i modelli poligonali delle aree visitabili e dei loro strani “abitanti” sono carenti sia sotto il profilo della qualità che della quantità. Tutto ciò stride ovviamente con la poetica e visionaria bellezza gotica degli intermezzi filmati e del comparto artistico nel suo complesso, dall’atipica e buffa foggia degli avversari all’aspetto deprimente della Londra vittoriana e dei suoi fumosi vicoli.

I saliscendi qualitativi cui ci ha abituato il titolo fino ad ora vanno per giunta a ripercuotersi sul comparto audio: se da un lato i dialoghi (sia in inglese che quelli della versione in italiano) regalano più di una soddisfazione sia nelle cutscene che nei brevi ma ben delineati momenti “di pausa” all’inizio e alla fine dei livelli più importanti, dall’altro lato i brani della colonna sonora non mantengono il ritmo sperato e, così facendo, non riescono ad accompagnare come dovrebbero le sessioni esplorative e le varie fasi dei combattimenti.

Alice: Madness Returns - prima immagini ed artwork

COMMENTO FINALE

In Alice: Madness Returns, le atmosfere fiabesche del libro di Lewis Carroll lasciano il passo a un inferno di sangue, follia e disperazione che riflette il precario equilibrio mentale di una ragazza sconvolta dalla morte dei propri cari e dall’improvvido percorso di recupero portato avanti senza risultati tra le quattro mura opprimenti del Manicomio di Rutledge.

Se però il primo American McGee’s Alice era una piccola ma straordinaria gemma di stile incastonata in una giocabilità fresca e mai monotona, Madness Returns non riesce a raggiungere quelle vette di eccellenza sperate per la presenza di sessioni di combattimento ben congeniate ma alla lunga ripetitive, per dei livelli troppo omogenei e per delle scelte narrative e interpretative a dir poco opinabili (su tutte, l’incapacità di “sentire” il dolore di un’Alice paradossalmente troppo calma se non durante gli intermezzi filmati o i brevi e inutili scatti di rabbia concretizzati dalla modalità Isteria).

Come la sua graziosa e turbata protagonista, quindi, l’opera non riesce ad uscire dal limbo dei videogiochi di fascia media e, pur dimostrando doti innate nella gestione azzeccata del ritmo delle fasi action e nella rappresentazione artistica del Wonderland, rimane schiacciato da una componente tecnica tristemente piatta e da una progressione di gioco troppo lineare.

Alice: Madness Returns - prima immagini ed artwork

Cosa ci piace
Cosa non ci piace
  • Folle come solo un gioco di American McGee sa esserlo
  • Sistema di combattimento solido e molto variegato
  • Artisticamente eccelso
  • Texture, modelli poligonali e animazioni mediocri
  • L’eccessiva ripetitività delle fasi platform ed esplorative
  • Level design monotono sin dalle prime ore di gioco

Alice: Madness Returns – galleria immagini

Alice: Madness Returns - prima immagini ed artwork
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