The Division: i 5 sogni proibiti degli appassionati

Proviamo a scoprire insieme quali forme assumerà l'universo online del prossimo, attesissimo sparatutto ruolistico di Ubisoft
Proviamo a scoprire insieme quali forme assumerà l'universo online del prossimo, attesissimo sparatutto ruolistico di Ubisoft

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Per lo straordinario livello di dettaglio delle ambientazioni, per la gigantesca mole di contenuti promessi sin dall’apertura dei server, per la splendida commistione di elementi tratti dagli sparatutto in terza persona e dai giochi di ruolo e per il forte legame con la storia dei titoli firmati dall’indimenticabile Tom Clancy, il progetto di The Division può essere tranquillamente inserito nella lista dei titoli tripla-A più ambiziosi e, per certi versi, “rivoluzionari” di questa generazione.

Guarda le immagini di gioco di Tom Clancy’s The Division dall’E3 2014


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Dopo aver fatto da megafono ai sogni proibiti di chi attende con ansia l’uscita di Far Cry 4, di Mass Effect 4, di No Man’s Sky, di Bloodborne e di The Witcher 3: Wild Hunt, decidiamo quindi di immergerci nella dimensione online di Tom Clancy’s The Division per aiutare gli sviluppatori di Ubisoft a tracciare la strada che li condurrà, nel corso del prossimo anno, al lancio di questo atteso progetto su PC, PlayStation 4 e Xbox One.

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UNA STORIA APPASSIONANTE

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Il perno attorno al quale graviterà la maggior parte dei contenuti di The Division sarà costituito dalle sfide PvE: queste ultime, rapportate alle classiche “istanze” degli MMO, saranno però molto più ricche di elementi narrativi e di rimandi alla storia, o almeno questo è ciò che promettono gli autori di Ubisoft.

Pur essendo un titolo completamente immerso in una dimensione online, quindi, nelle intenzioni del colosso videoludico transalpino The Division dovrebbe garantire un sufficiente numero di missioni “in singolo” (affrontabili tranquillamente anche in compagnia dei propri amici in rete) strutturate in modo tale da svelare informazioni sempre più importanti sulla trama e sul ruolo giocato dai diversi personaggi secondari che incontreremo esplorando liberamente le strade di New York e i tunnel che corrono sotto i grattacieli della Grande Mela. A prescindere dalla quantità e dalla “qualità” delle sfide multiplayer e delle operazioni cooperative che potremo compiere in maniera completamente autonoma assieme al nostro alter-ego, speriamo perciò che The Division ci offra una storia appassionante, ricca di colpi di scena e degna dei rimandi al genio di Tom Clancy che ritroveremo nel sottotitolo.

TANTE MODALITA’ TRA CUI SCEGLIERE

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Così come abbiamo avuto modo di scoprire in questi mesi, all’interno della dimensione virtuale di The Division il nostro scopo sarà quello di conquistare ogni singolo settore dell’area metropolitana di New York difendendo postazioni strategiche, assaltando basi nemiche e recuperando cibo, armi, vestiario e oggetti di pubblica utilità tra le rovine di una Grande Mela devastata da una pandemia globale che ne ha decimato la popolazione.

Vestendo i panni dei sopravvissuti o degli sciacalli, le sfide che ci attendono all’ombra dei grattacieli semisepolti dalla neve di Manhattan saranno potenzialmente infinite: oltre ai canonici scontri deathmatch e alle battaglie per la conquista delle zone nevralgiche di New York, quindi, incrociamo le dita nella speranza che i ragazzi di Ubi si diano da fare per aggiungere modalità originali, competizioni estemporanee, missioni “eccentriche” e tutto ciò che potrà servire ad appagare i sensi e i polpastrelli dei cultori di sparatutto e di MMO su PC e console.

UN EDITOR DI MISSIONI

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Forse chiediamo troppo, ma sarebbe davvero stupendo se gli sviluppatori di Ubisoft, seguendo le orme dei colleghi di BioWare con il recente annuncio della modalità multiplayer cooperativa di Dragon Age Inquisition, decidessero di sorprenderci rilasciando al lancio del titolo, o nelle settimane immediatamente successive, un editor di missioni che ci consenta di ampliare ulteriormente il ventaglio di opzioni di gioco, di aree esplorabili e di zone da contendere a suon di pallottole ai gruppi di sciacalli che si aggireranno per le strade della New York post-apocalittica di The Division.

UN MONDO DI GIOCO DINAMICO

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Scenari distruttibili, terremoti, condizioni atmosferiche mutevoli, esplosioni inattese delle condutture di gas con conseguente crollo dei tunnel della metropolitana, quartieri che assumono le “caratteristiche sceniche” della fazione predominante (come vessilli, tendopoli, recinzioni e quant’altro possa contribuire a rendere più realistico lo scontro tra gli sciacalli e i sopravvissuti): per regalarci un’esperienza di gioco davvero sorprendente, i ragazzi di Ubisoft Reflection e Massive non hanno altra scelta se non quella di proiettarci in un mondo di gioco realmente dinamico.

L’evoluto motore grafico utilizzato da Ubi per dare forma a questo titolo (lo Snowdrop Engine) ha già dimostrato di essere in grado di gestire ambienti di gioco con migliaia di oggetti e di elementi “vivi”, capaci cioè di reagire alla presenza dell’utente (come nel caso degli animali e della neve alta) o alle “sollecitazioni del gameplay” (come per i danni arrecati sulle colonne e sulla mura di un edificio dalle pallottole e dalle esplosioni ripetute): quanto visto nelle tech demo di questi mesi è una promessa che Ubisoft, dopo tutti questi ritardi, non può certamente disattendere.

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PERSONALIZZAZIONE ESTREMA

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In un titolo che farà della condivisione e della collaborazione dell’esperienza di gioco i suoi principali punti di forza, perchè non porre l’accento sulle possibilità di customizzazione e sul “carattere digitale” dei singoli soldati ingame attraverso la personalizzazione spinta dei personaggi, così come dei rifugi e delle aree controllate dai team che si contenderanno le ultime risorse di New York?

Sognare non costa nulla, e allora cosa ci vieta di sperare nella presenza di un generoso editor di soldati e di un modulo “alla The Sims” che ci permetta di apportare delle modifiche anche lievi alle ambientazioni (magari per lasciare messaggi ai propri compagni di squadra), ai campi base, alle roccaforti e ai luoghi ricorrenti per il commercio, la gestione dell’inventario e la scelta delle missioni da condurre?

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