Destiny: impressioni sulla Beta

La nostra prova approfondita della Beta di Destiny su PS4, con analisi e riflessioni sugli elementi che caratterizzeranno la grafica, la giocabilità e la trama dell'atteso sparatutto sci-fi di Bungie
La nostra prova approfondita della Beta di Destiny su PS4, con analisi e riflessioni sugli elementi che caratterizzeranno la grafica, la giocabilità e la trama dell'atteso sparatutto sci-fi di Bungie

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Dopo aver passato l’ultimo anno e mezzo a fantasticare sulle meraviglie videoludiche che i ragazzi di Bungie avrebbero avuto in serbo per noi con questo ambizioso progetto, nelle giornate immediatamente successive alla conclusione dell’E3 2014 di giugno, finalmente, ci è stata offerta un’armatura da Guardiano per cimentarci con le sfide della frenetica fase di Alpha testing di Destiny. È da allora, e solo da allora, che l’attesa per il lancio della Beta – e quindi del gioco finale – si è fatta veramente insopportabile.

Fino a quel momento, infatti, ad alimentare le aspettative per la nuova creatura di Bungie c’era quasi esclusivamente la consapevolezza del miracolo compiuto dal team di Bellevue con la saga di Halo: solo con la “prova su strada” garantitaci con l’Alpha siamo finalmente riusciti a mettere ordine tra le frammentarie informazioni offerteci col contagocce dagli sviluppatori americani in relazione alla trama, all’impianto di gioco, alle dinamiche online e agli elementi ruolistici del loro ultimo kolossal interattivo.


Se l’Alpha ci ha lasciato intravedere la forma che avrebbe assunto il progetto, però, è stato solo grazie alla Beta di Destiny che abbiamo potuto aprire una finestra sui mondi che comporranno la dimensione sci-fi del prossimo, attesissimo sparatutto di Bungie: con lo speciale che vi proporremo quest’oggi, cercheremo quindi di ripercorrere a ritroso le tappe fondamentali del viaggio compiuto tra le pericolose lande della Beta per condividere con voi le nostre considerazioni e analisi nella speranza che, così facendo, possiate ingannare nel migliore dei modi l’attesa per il lancio di Destiny, previsto per il 9 settembre di quest’anno su PlayStation 3, PlayStation 4, Xbox 360 e Xbox One.

ALL’OMBRA DEL VIAGGIATORE

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Per sua stessa natura, la Beta di Destiny non disegna il quadro complessivo della storia ma si limita a delle “pillole narrative” che gettano una luce sugli eventi che caratterizzeranno il Prologo e il capitolo iniziale dell’avventura che dovremo vivere nei panni di un Guardiano, un impavido eroe chiamato a difendere l’ultima città della Terra dall’avvento dell’Oscurità, una coalizione di razze aliene impadronitesi delle colonie umane sparse per il Sistema Solare del 2700.

Resuscitato da un’entità robotica senziente, lo Spettro, il nostro alter-ego si ritroverà ben presto invischiato nella battaglia interplanetaria combattuta dai Guardiani e dai crudeli membri dell’Oscurità per il predominio degli avamposti umani scampati alla distruzione portata da questi esseri seguendo la scia del Viaggiatore, la misteriosa ma pacifica arca aliena che svetta sui grattacieli dell’ultima città umana proteggendone gli abitanti assieme, appunto, ai membri della gilda dei Guardiani.

Per quel poco che ci è stato illustrato della storia di Destiny nelle missioni della Beta ad essa dedicate, possiamo comunque trovare delle forti analogie con il sistema escogitato dai ragazzi di Bungie per tratteggiare la trama dei primissimi capitoli della saga di Halo: in Destiny, infatti, l’uso delle scene di intermezzo e degli spezzoni in computer grafica viene ridotto all’osso per permettere all’utente di immedesimarsi nel ruolo del suo Guardiano legando la progressione narrativa all’evoluzione del proprio eroe.

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La struttura “a livelli” delle quattro missioni direttamente collegate alla storia che i ragazzi di Bungie ci hanno offerto come antipasto della campagna principale, oltretutto, differisce in maniera sostanziale dal sistema che verrà adottato nel gioco finale: quest’ultimo, infatti, unirà le sfide secondarie e le missioni della trama in un unico “continuum videoludico” rappresentato parzialmente nella Beta dalla modalità open-world del Cosmodromo dell’Antica Russia.

Non serve attendere l’uscita della versione finale di Destiny, quindi, per capire come gli autori di Bungie si siano mossi per far aderire la trama a un’esperienza di gioco votata alla libertà e al divertimento fine a se stesso, come vedremo in maniera più approfondita nel prossimo paragrafo di questo speciale.

GUARDIANI DA COMPAGNIA

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A prescindere dalla bontà della trama, dalle felici ore passate a combattere mostri alieni e dall’approccio adottato nelle sessioni online competitive o cooperative, la Beta di Destiny poggia le sue solide basi sull’esperienza di gioco e sulle sessioni open-world vissute sfrecciando in sella al proprio Astore tra i canyon e le strutture semisepolte del Cosmodromo dell’Antica Russia. Nella dimensione virtuale dell’ultimo sparatutto di Bungie, tutto nasce, cresce e muore con il fischio delle pallottole sparate dai solitari avventurieri che si celano dietro al casco pressurizzato di un Guardiano: le forti analogie con Halo, da questo punto di vista, vengono ulteriormente rinsaldate dal sistema adottato dagli sviluppatori di Bellevue per impostare gli attacchi corpo a corpo, i doppi salti, le scivolate elusive, il passaggio immediato da una tipologia di arma all’altra e, vera novità della serie, i poteri che contraddistinguono ciascuna delle tre classi personaggio selezionabili in fase di creazione del Guardiano.

Scegliere di diventare un Titano, uno Stregone o un Cacciatore, nella Beta così come nel titolo finale, si determinano gli elementi di equipaggiamento da sbloccare avanzando di livello e i poteri da evolvere acquisendo esperienza sui campi di battaglia del Sistema Solare. Ciò che non viene influenzato dalla scelta della classe è invece il processo di selezione autonoma delle armi predilette da utilizzare in battaglia collocandole negli appositi slot per l’arma primaria (come mitragliatrici a impulsi, cannoni a mano e fucili d’assalto), per quella secondaria (dai fucili di precisione ai fucili a canne mozze) e infine per quella speciale (come lanciarazzi e mitragliatrici a nastro). Le armi, i punti Luce, le armature e gli oggetti acquisiti, oltretutto, possono essere scambiati liberamente con gli altri Guardiani collegati al proprio account, e questo a prescindere dalle differenze di classe, di genere e di esperienza.

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A dispetto delle apparenze e della scelta di Bungie di semplificare l’introduzione alla storia suddividendo le missioni della Beta in livelli sganciati gli uni dagli altri, però, l’universo di Destiny è ben lungi dall’essere un luogo popolato da guerrieri solitari in cerca di pericolo. Il modulo online di Destiny, difatti, corre parallelamente all’esperienza in singolo per arricchirla di contenuti, strutturandosi in modo tale da offrire molteplici livelli di esperienza in base alla modalità scelta, al numero di utenti connessi, all’approccio adottato e al livello raggiunto dai singoli Guardiani.

Per come ci è stato proposto durante la fase di beta testing, il comparto multigiocatore di Destiny contribuisce a infondere originalità e dinamismo a un titolo altrimenti privo di mordente: le arene competitive dell’unica modalità online del Crogiolo propostaci nella Beta (Controllo) rappresentano una divertente variante delle sfide “Re della Collina” di Halo, le missioni Assalto offrono un gameplay cooperativo solido come la roccia e gli incontri casuali durante le sessioni open-world elevano al cubo l’esperienza di gioco adottando un approccio “simbolico” ed estemporaneo concettualmente simile a quello dei frangenti co-op di Journey. Le uniche critiche che potremmo muovere al lavoro svolto da Bungie per erigere l’impalcatura di gioco di Destiny riguardano il leveling del personaggio (troppo veloce), la sbilanciata potenza dei mezzi di combattimento nelle sfide Controllo, l’assenza di un sistema di respawn randomico dei nemici e il basso livello di difficoltà di talune classi di alieni: nulla che non possa essere risolto dagli sviluppatori americani nei mesi che li separano dal raggiungimento della fase Gold, insomma.

GRAFICA E SONORO

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Esplorando le magnifiche ambientazioni all’aperto dell’Antica Russia, le strutture ipogee della Luna, i templi in rovina di Venere e le rampe di lancio delle navi colonizzatrici del Cosmodromo, si intuisce dove possa essere finita buona parte dei 500 milioni di dollari investiti da Activision per la realizzazione del mastodontico progetto di Destiny: la versione PlayStation 4 della Beta, infatti, vanta già delle texture ad altissima risoluzione, una profondità di campo a dir poco eccezionale, un uso intensivo degli effetti particellari durante le battaglie da corta e lunga distanza, una grande varietà di animazioni a corredo delle azioni compiute dai nemici e dai personaggi a schermo, una cura maniacale nella rappresentazione artistica dello sfondo, un formidabile sistema d’illuminazione ambientale e una fluidità di gioco inchiodata sui 30fps anche nelle sessioni più concitate.

Mancano però gli elementi distruttibili dello scenario e tutti quei “modificatori ambientali” che non dovrebbero assolutamente mancare in uno sparatutto tripla-A del 2014, come i fori di proiettile sulle lastre di metallo, le pareti distrutte dalle esplosioni più potenti e le buche scavate nel terreno dalla caduta degli alieni e dei boss meccanici più imponenti: se sarà un pegno da pagare per consentire al titolo di girare anche su PS3 e X360 o se si tradurrà in una mancanza temporanea a cui i programmatori di Bungie ovvieranno prima del raggiungimento della fase Gold, lo scopriremo solo vivendo. A prescindere dalla presenza o meno degli elementi distruttibili dello scenario, possiamo comunque ritenerci più che soddisfatti del comparto grafico di Destiny, specie considerando che nel titolo finale le aree esplorabili della campagna principale e le arene degli scontri online del Crogiolo vanteranno ambientazioni tanto varie da comprendere le versioni terraformate di Marte, di Venere, della Luna, di Titano e di molti altri luoghi del Sistema Solare (ed oltre?) che verranno annunciati entro breve.

COMMENTO FINALE

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La Beta di Destiny mostra solo una piccola frazione del titolo che vedrà la luce dei negozi il prossimo 9 settembre su PS3, PS4, X360 e XB1, ma bastano davvero poche ore di gioco per cogliere il senso – e l’essenza – dello straordinario lavoro compiuto in questi anni dai ragazzi di Bungie per garantirci un’esperienza di gioco profonda, divertente ed appagante.

Pur rifacendosi ai capolavori del passato limitando all’osso gli elementi di innovazione, l’impianto di gioco eretto da Bungie è un orologio svizzero che scandisce il ritmo delle sfide con gli alieni dell’Oscurità e delle sessioni esplorative in sella all’Astore senza alcun tipo di sbavatura, fatta eccezione per le “lente” sessioni sulla Torre e per le monotone battaglie del Crogiolo su cui però preferiamo non esprimere alcun giudizio definitivo sino a quando non potremo vederle in forma completa con il lancio del titolo.

Fatte le dovute riflessioni sugli elementi che hanno caratterizzato questa “prova su strada”, quindi, ciò che la Beta ci lascia è il fortissimo desiderio di riaccendere i motori dell’astronave del nostro Guardiano per andare a caccia di alieni nella dimensione sci-fi di Destiny assieme a tutti coloro che non vedono l’ora di rischiarare l’Oscurità con la luce abbagliante del Viaggiatore.

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