Zheros: la recensione

Blogo recensisce per voi l'italianissimo picchiaduro a scorrimento di Rimlight Studios appena lanciato su Xbox One
Blogo recensisce per voi l'italianissimo picchiaduro a scorrimento di Rimlight Studios appena lanciato su Xbox One

I continui posticipi di titoli come Mighty No.9, la scarsa predisposizione dei publisher odierni a concedere spazio ai team impegnati nello sviluppo di progetti beat’em up e l’incapacità degli autori e dei designer moderni di coniugare al presente le meccaniche di gioco di capolavori come Streets of Rage, Golden Axe o Double Dragon stanno spingendo il genere dei picchiaduro a scorrimento sempre più ai margini dell’industria videoludica.

In un contesto così schiacciato su logiche di mercato che considerano i beat’em up come un genere destinato all’estinzione, la coraggiosa scelta operata dai vertici di Microsoft di dare visibilità al team italiano di Rimlight Studios, sfociata nella decisione di porre il loro Zheros nella rosa dei titoli Games With Gold scaricabili gratuitamente nel corso del mese di gennaio dagli utenti Xbox One in possesso di un abbonamento Live Gold, non può che essere salutata con estrema soddisfazione da tutti gli appassionati cresciuti nell’epoca d’oro dei videogiochi arcade da cabinato.

Approfittando dell’uscita su Xbox One di Zheros, e nell’attesa che veda la luce anche su PC e PlayStation 4, ci siamo così lanciati all’avventura assieme agli eroi dell’ultima epopea sci-fi degli studi Rimlight per offrirvi il nostro preziosissimo punto di vista sull’opera digitale degli sviluppatori catanesi e, naturalmente, per soddisfare la nostra inesauribile voglia di videogiochi dal forte retrogusto classicista.

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COSA CI PIACE

Combat system appagante

L’approccio adottato dagli studi Rimlight nell’erigere l’ecosistema di gioco di Zheros prende inevitabilmente spunto dall’esperienza maturata negli anni affrontando a suon di mazzate le orde di criminali e di creature che popolano le dimensioni digitali dei titoli beat’em up della più alta scuola arcade: non è un caso, quindi, se l’intera struttura narrativa e di gameplay del titolo graviti attorno alla figura cartoonesca e caricaturale dei due protagonisti, i guardiani della galassia rappresentati dall’energumeno Mike e dalla sinuosa Captain Dorian.

Impegnati a difendere la Terra dalla minaccia costituita dai robot invasori del Dr. Vendetta, i due salvatori del mondo vantano decine e decine di attacchi, di mosse e di abilità da utilizzare all’occorrenza per avere la meglio sui gruppi di nemici che ci si scaglieranno contro a ondate nel corso di una campagna principale che si snoda per 20 livelli e 2 ambientazioni (una città ipertecnologica sull’orlo del collasso e una bizzarra dimensione aliena con giungle e grotte).

Le similitudini tra il sistema di combattimento di Mike e quello adottato da Captain Dorian sono forti e aiutano l’utente a memorizzare nel minor tempo possibile tutte le combo, le proiezioni, le schivate elusive, i salti e le diverse configurazioni di attacchi (da quelli leggeri e veloci a quelli pesanti e caricati) sbloccabili nel corso dell’avventura. C’è da dire però che una maggiore differenziazione tra i due personaggi avrebbe certamente contribuito a renderne più interessante l’alternanza, dando maggiore originalità alle meccaniche di gioco e favorendo in tal modo la longevità del titolo, ma tant’è.

Graficamente ispirato

Gli scenari futuristici immaginati dai designer catanesi di Rimlight donano a Zheros un carattere unico: il passaggio dalle aree urbane con grattacieli di metallo e le zone “naturali” di un mondo extraterrestre imperlato da funghi bioluminescenti e strutture a metà tra il biologico e l’artificiale è morbido ma regala attimi di vero stupore, anche se nei momenti più concitati dell’avventura diventa estremamente difficile concentrarsi sulla bontà artistica di fondali e ambientazioni se ci si deve difendere dall’assalto di decine di minion cibernetici.

L’identità univoca del titolo viene ulteriormente rafforzata da un sapiente uso degli effetti particellari, dalla cura riposta nella realizzazione delle animazioni di personaggi e avversari, dal ritmo incalzante dei frangenti in cui è possibile utilizzare dei mech e, ultime da decisamente non per ordine di importanza, dalle squisite scene di intermezzo che riepilogano quanto fatto da Mike e Captain Dorian alla fine di ciascuno scenario e preparano il “dinamico duo” ai combattimenti in salsa sci-fi che li attendono nel livello successivo.

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Ottimo da soli, splendido in co-op

Il sistema di movimento e combattimento di Zheros da il meglio di sè ingaggiando ogni scontro attraverso l’apposita modalità multiplayer locale “a schermo unico”, con entrambi i giocatori all’interno del medesimo riquadro. Giocando in coppia ci si può infatti sbizzarrire nell’uso combinato delle proiezioni e delle combo più complesse, arrecando estesi danni d’area ai gruppi più numerosi di nemici per aumentare il moltiplicatore del punteggio e garantirsi, alla fine di ogni livello, l’accesso a potenziamenti di classe superiore.

Come ogni beat’em up che si rispetti, quindi, anche Zheros “premia” gli utenti che decidono di affrontare l’avventura assieme al proprio “compagno di mazzate” preferito attraverso una serie di bonus che comprendono, appunto, un più facile raggiungimento degli obiettivi minimi necessari per ottenere i potenziamenti di fine livello, la possibilità di trarre il massimo dalle (seppur marginali) variazioni stilistiche nel combat system dei due eroi e la capacità di rendere più efficiente l’utilizzo dello scudo per deflettere i proiettili avversari entro una determinata finestra di tempo.

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COSA NON CI PIACE

Manca il multiplayer online

Contrariamente a quanto ci si aspettere da un titolo con una componente multiplayer locale così sviluppata, l’offerta di gioco di Zheros non comprende alcun tipo di funzionalità in rete, neppure le più elementari classifiche online con i punteggi raggiunti in ogni livello o le sfide della community (come le speedrun e le modalità hardcore con livelli a tempo o con nemici dalla barra di energia raddoppiata).

L’assenza di una lobby multiplayer a cui poter accedere per affrontare le truppe del Dr. Vendetta in compagnia dei propri amici in rete, comunque, non sminuisce l’ottimo lavoro svolto dagli studi Rimlight in tutti gli altri ambiti del progetto, specie per quanto concerne le funzionalità e le diverse opzioni di gioco garantite da una cooperativa locale davvero molto, molto divertente.

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Gameplay e level design migliorabili

Alla già citata assenza del multiplayer online di Zheros si aggiungono altri elementi di criticità che determinano un fastidioso squilibrio nell’offerta di gioco del titolo Rimlight: ci riferiamo in particolar modo al sistema di crescita del personaggio (appena abbozzato), alla forzosa ripetitività dei livelli appena affrontati (causata dall’impossibilità di ottenere potenziamenti se non si raggiunge un determinato punteggio) e alle esigue variazioni stilistiche tra le mosse a disposizione dei due personaggi.

Tra i problemi che macchiano l’esperienza videoludica all’interno dell’universo sci-fi di Zheros troviamo anche degli aspetti di natura prettamente grafica e tecnica che comprendono, ad esempio, dei cali improvvisi di framerate nel passaggio da una zona all’altra del livello o alla fine di una scena in cinematica, dei fenomeni di stuttering, delle incongruenze nel comportamento dei nemici (la cui IA predilige il semplicistico approccio degli attacchi a ondate) e un’evidente mancanza di originalità nella realizzazione delle aree votate al platform.

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CONSIDERAZIONI FINALI

Nella sua versione di lancio proposta gratuitamente su Xbox One a tutti gli abbonati a Xbox Live Gold, Zheros dimostra di essere un beat’em up a scorrimento estremamente godibile, una gemma grezza che risplende di luce propria e sa riflettere, anche se solo in parte, quel magnifico caleidoscopio di emozioni e di sensazioni regalate dai migliori titoli di questo genere dimenticato dalle generazioni più giovani di videogiocatori.

Certo, a tratti si scade nel button mashing, la ripetitività del sistema di combattimento preclude ogni opzione strategica, l’assenza di una modalità multiplayer online è un vero delitto e spesso si è costretti a ricominciare daccapo un livello per avere diritto a uno straccio di potenziamento, ma è anche questo il bello dei videogiochi “classici” dalla curva d’apprendimento particolarmente ripida e quel sano gusto del divertimento fine a se stesso.

La frustrazione patita in determinati momenti dell’avventura, infatti, dimostra che la superficialità di talune scelte compiute dagli sviluppatori italiani di Rimlight Studios non intacca le fondamenta di un titolo capace di regalare un’esperienza di gioco così frenetica: in ultima analisi, quindi, non possiamo che consigliarvi di provare Zheros anche se siete completamente a digiuno di picchiaduro a scorrimento, soprattutto se potete intraprendere la battaglia contro gli sgherri robot del Dr. Vendetta in compagnia di un amico tramite cooperativa locale.

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