Crisi nel settore videoludico: sono 20 gli studi chiusi nel 2012

Annata tutt’altro che edificante per l’industria tutta quella da cui stiamo per congedarci definitivamente. Un bilancio amaro, che fotografa in maniera impietosa una situazione sempre meno incoraggiante. Sono infatti ben 20 gli studi in parte o in toto falcidiati dalla crisi.

Tra questi, una è risorta dalle ceneri sotto nuovo nome, altri non si sono potuti sottrarre dall’ancora di salvezza della fusione, altri ancora (quasi tutti) sono semplicemente stati risucchiati dall’oblio di una crisi che non sta facendo sconti a nessuno. E sì che quello dei videogiochi è stato praticamente l’ultimo tra i settori dell’intrattenimento ad avere avvertito l’inesorabile onda d’urto.

Dopo il consueto salto trovate la lista delle 20 software house schiacciate dal delicato periodo storico. Rispetto alla fonte dalla quale abbiamo attinto tale lista, specifichiamo pure quali di queste vengono spiritualmente tenute in vita a seguito di fusioni e/o rifondazioni.

  • Hudson Soft (1973): storica casa di Bomberman, da qualche tempo accasatasi presso Nintendo, per la quale aveva recentemente sviluppato Lost in Shadow (in Europa A Shadow’s Tale), vive al momento sotto l’egida di Konami
  • Sony Liverpool (ex-Psygnosis, 1988): Lemmings, Destruction Derby, Wipeout
  • Spellbound Entertainment (1994): in vista ultimamente per via di Arcania: Gothic 4, eredità dei Piranha Bytes, ai quali però lo studio tedesco non ha in alcun modo fatto onore. La compagnia è stata però rifondata col nome di Black Forest Games
  • ImaginEngine (1994): Apples to Apples
  • Zipper Interactive (1995): celebri per SOCOM su tutti, recentemente avevano sviluppato Unit 13 su PS Vita
  • Rockstar Vancouver (ex-Barking Dog, 1998): reduce da quello che da molti è considerato uno dei migliori titoli del 2012, ossia Max Payne 3, lo studio in questione è venuto meno appena due mesi dopo l’uscita del terzo capitolo della celebre saga
  • Big Huge Games (2000): all’attivo Rise of Nations e Catan, giusto per citarne due. Nel 2012 è uscito da parte loro Kingdoms of Amalur: Reckoning. A Giugno Epic Games ha aperto un nuovo studio, Epic Baltimore, composta in larga parte da ex-dipendenti di Big Huge Games
  • BigBig Studios (2001): Oltre a farsi notare per Pursuit Force, quest’anno erano tornati con Little Deviants su PS Vita
  • Black Hole Entertainment (2001): la compagnia ungherese chiude i battenti a Luglio, lasciandosi alle spalle come ultimo titolo Heroes of Might & Magic VI
  • THQ: questa è grossa, oltre che recente (parliamo di nemmeno due settimane fa). Più che di chiusura, in questo caso parliamo di bancarotta. Ergo, attualmente uno dei più famosi publisher di sempre si trova in regime di amministrazione controllata
  • Multiverse Network (2004): ha partecipato alla campagna di promozione per Avatar di James Cameron con due giochi in flash, uno con McDonald, l’altro con Coca-Cola. Con all’attivo anche l’MMO Firefly, il Gennaio scorso la compagnia ha chiuso i battenti
  • Monumental Games (2005): ad Aprile la chiusura della sede di Manchester. Nonostante ciò, pare che l’intenzione fosse quella di tornare al più presto, stando a quanto dichiarato da Paul Mayze.
  • 38 Studios (2006): Kingdoms of Amalur: Reckoning ha portato male anche a loro, co-sviluppatori insieme a Big Huge Games
  • Ubisoft Vancouver (2006): ebbene sì, nemmeno Ubisoft è riuscita a mantenere tutti i propri studi in vita
  • HB Studios Halifax (2007): molto attiva con EA Sports, prima della chiusura a Luglio ha avuto modo di collaborare con quest’ultima per oltre dieci anni
  • Paragon Studios (2007): unico titolo all’attivo City of Heroes, NCsoft ha proceduto alla sua chiusura lo scorso Agosto
  • Bright Light (2008): Harry Potter e il principe mezzo sangue
  • Dark Energy Digital (2008): Hydrophobia è stata la loro tomba, a causa di cui, colpa delle scarse vendite, hanno dovuto chiudere baracca lo scorso Marzo
  • 4mm Games (2008): dopo la chiusura hanno continuato a collaborare in qualche modo con Jagex, salvo poi essere stati citati dalla EMI per l’utilizzo senza licenza di ben 54 tracce musicali, insieme a Terminal Reality. Ognuna di queste è stata valutata nell’ordine dei 150 mila dollari
  • Hogrocket (2011): studio britannico indipendente messosi in luce per per Tiny Invaders, fondato, tra gli altri, dal creatore di Geometry Wars, Stephen Cakebread

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