Patapon: la recensione

PON PON PATA PON! Questo è il mantra che mi sta ronzando in testa da quando ho messo mani sul nuovo lavoro sviluppato da Pyramid (Interlink). CHAKA CHAKA PATA PON! Dopo l’ottimo successo di Loco Roco, il team giapponese ha portato un nuovo rythm game sulla portatile Sony, cercando ancora una volta di sfornare un prodotto originale e allo stesso tempo divertente. PON PON PATA PON! Sommersi da una valanga di seguiti e riadattamenti che invadono la lista di giochi disponibili per PSP, non siete curiosi di sapere se Patapon può differenziarsi in questo continuo susseguirsi di minestre riscaldate? DON DON-DON DON-DON! Se la risposta è si, seguitemi nella seconda parte del post.

“A Fineterra troveremo quella COSA”

La trama è molto semplice: nei panni dell’Onnipotente dobbiamo guidare il popolo dei Patapon a Fineterra, luogo in cui verrà mostrata a loro la (tanto osannata) COSA.

Durante il cammino l’esercito dei piccoli soldati a forma di occhio deve vedersela con la tribù degli Zigoton (acerrimi nemici dei Patapon), enormi boss di fine livello ed anche sessioni di caccia alla ricerca di cibo e materiali indispensabili per la sopravvivenza e lo sviluppo. Il tutto accompagnato da ritmi tribali e canti di battaglia.

Una delle battaglie con gli ZigotonBattaglia contro gli ZigotonBoss del secondo livello

Gameplay

Ed è proprio il ritmo una delle principali caratteristiche del gameplay. Infatti, per impartire ai Patapon gli ordini durante le missioni, dobbiamo creare combianzioni di tasti seguendo la musica di sottofondo ad una ritmica di 4/4. Ad ogni pulsante della console viene essegnato un tamburo: inzialmente si hanno i tamburi PATA (quadrato) e PON (cerchio), in seguito CHAKA (triangolo) e DON (croce). Grazie a questi potremo quindi dare vita a vari strategie di battaglia:

  • PATA PATA PATA PON – Avanzamento truppa
  • PON PON PATA PON – Strategia Offensiva
  • CHAKA CHAKA PATA PON – Strategia difensiva
  • DON DON-DON DON-DON – Invocazione Miracoli

Mettendo a segno numerose combo, in modo sequenziale e senza perdere il ritmo, è possibile attivare la modalità “fever” rendendo ancora più efficaci gli attacchi offensivi e difensivi.

Ma Patapon non è solo un rythm game, approfondendo di più l’esperienza di gioco si fanno largo altre caratteristiche che si fondono insieme creando un originale struttura di gioco.

Le strategie di battaglia infatti non sono decise solo dalla specifica sequenza dei tamburi, ma bensì da un’accurata scelta di guerrieri, armi, armature, miracoli ecc… Ad ogni missione è possibile reperire nuove armi da aggiungere al proprio arsenale ed anche scovare materiali, cibo e Ka-ching (moneta dei Patapon) utili per la creazione di soldati più potenti.

Inoltre prima di ogni livello si deve decidere da quali soldati dovrà essere composto il nostro esercito (diviso tra arceri, soldati con lancia, guerrieri muniti di spade ed asce, cavalieri e giganti), con quale equipaggiamento di armi ed armature dovrà essere munito ed anche quale miracolo (pioggia, vento ecc..) verrà invocato durante la missione.

Entrando ancora più nello specifico, ogni tipologia di soldato può vantare di una lista di attributi (in stile gioco di ruolo) che varia in base all’armamentario assegnato. Quest’ultima ottimizzazione può addirittura essere eseguita automaticamente dalla CPU che assegnerà il miglior arsenale ad ogni guerriero.

I vari attributi di ogni soldatoUn'altra sessione di ciacciaBoss del quarto livello

Grafica e Sonoro

Interamente sviluppato in 2D, Patapon vanta di uno stile grafico minimalista sia nelle ambientazioni che nella caratterizzazione dei personaggi. I colori vivaci usati per le varie scenografie dei livelli uniti alle stilizzazioni dei soldati e della fauna da cacciagione danno vita ad una sorta di fumetto animato molto piacevole. Il tutto fa poi da sfondo a numerose situazioni buffe che strapperanno sicuramente un sorriso a chi è (letteralmente) ipnotizzato dal gioco.

Per quanto riguarda il comparto sonoro c’è da dire che Patapon è basato principalmente sull’ascolto della ritmica durante le battaglie. In particolare le varie musiche cambiano da livello a livello e con esse il canto della tribù. Tenere il ritmo non è così semplice come può sembrare, andando avanti nel gioco si trovano infatti situazioni caotiche (create apposta dagli autori per tenere alto il livello di difficoltà) in cui occorre tenere il tempo a mente per impartire in modo esatto le combo con i tasti. Il mio consiglio è di usare le cuffie per non sovrapporre ulteriori suoni esterni al gioco. Ovviamente anche dal lato acustico Patapon riesce a far sorridere, i vari effetti sonori e i versi di tutti gli esseri presenti nel gioco ne sono un esempio calzante.

Conclusioni

Il titolo prodotto dal team Japan Studio, seppur di primo acchito possa sembrare uno scanzonato rythm game, offre un’esperienza ricca di sorprese. Dopo le prime partite ci si rende conto che il gameplay ha una profondità inaspettata, essendo composto da generi di gioco diversi (strategico, gestionale, musicale) mischiati in modo intelligente tra loro.

Nonostante l’unico livello di difficoltà e la totale assenza della modalità multiplayer, i 30 livelli presenti danno filo da torcere anche ai più accaniti giocatori portando la durata di gioco intorno le 12 ore che possono benissimo aumentare se si vogliono sbloccare i numerosi item sparsi per gli stages. Unica pecca è il dover per forza ripetere determinate missioni alla ricerca di materiali ed elementi utili per progredire, per esempio le battute di caccia.

Sicuramente Patapon non è un gioco per tutti, ma sono certo che ha le carte in regola per affascinare anche i non estimatori di queste tipologie di gioco. Un mio consiglio è quello di provare la demo disponibile sul Playstation Store oppure la versione in Flash sul sito ufficiale per farsi un’idea di cosa questa perla può offrire.

Finalmente una vera ventata di aria fresca su PSP!

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