Nintendo Power chiude i battenti dopo 24 anni: a settembre l'ultimo numero

Dopo due decenni e mezzo di onorato servizio, la rivista Nintendo Power si avvia sul viale del tramonto come triste conseguenza del declino della carta stampata in favore del web
Dopo due decenni e mezzo di onorato servizio, la rivista Nintendo Power si avvia sul viale del tramonto come triste conseguenza del declino della carta stampata in favore del web

Dopo due decenni e mezzo di onorato servizio, la rivista Nintendo Power si avvia sul viale del tramonto come triste conseguenza della chiusura dei rapporti di collaborazione tra Future Publishing (incaricata dal 2007 di distribuire il magazine) e le alte sfere della Grande N, oltreché dell’inevitabile declino della carta stampata in favore del web. Stando alle parole pronunciate ad Ars Technica dal direttore editoriale Chris Hoffman, la fine della rivista è da ritenersi definitiva e non verrà sostituita da alcuna edizione online: completati i lavori sul numero di settembre, la redazione verrà sciolta per sempre e i membri dello staff saranno spostati in settori interni di Future Publishing.

Attiva dal 1988, l’esperienza giornalistica di Nintendo Power ha contribuito in maniera determinante al successo in occidente delle piattaforme della casa di Kyoto diventando, col tempo, un appuntamento fisso per milioni di appassionati ansiosi di conoscere (non avendo altre fonti da cui attingere) le ultime novità dalla casa di Super Mario.

Per il ruolo giocato dalla rivista agli albori del giornalismo videoludico e per il rapporto simbiotico instaurato con i propri lettori attraverso rubriche indimenticabili e guide tanto “speciali” da rimanere ancora oggi ben impresse nella memoria dei nintendari di lungo corso (come quella di Simon’s Quest per il sottoscritto), quindi, evitiamo di versare lacrime su di un progetto che, comunque, continuerà a vivere nei ricordi di chi ha avuto la fortuna di seguirlo e, così facendo, preferiamo dire addio a Nintendo Power ripercorrendo quegli anni con una puntuale e simpatica video-analisi di James Rolfe (The Angry Video Game Nerd).

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