Metal Gear Solid 4: Gamesblog lo ha provato per voi all'evento di Milano



Oramai meno di una settimana ci separa dal rilascio di quella che sembra essere davvero l’ultima avventura di Solid Snake, e giusto qualche giorno fa, in seguito al piccolo saggio coreografico organizzato da Halifax e Konami per l’occasione, ho avuto modo di mettere le mani sul tanto atteso Metal Gear Solid 4: Guns of the Patriots.

Come noi stessi vi avevamo anticipato, infatti, martedì 3 Giugno si è tenuto presso Piazza del Duomo, a Milano, un evento volto proprio a promuovere l’ultima opera di Hideo Kojima. Il “misterioso” evento di cui si è parlato in precedenza altro non era che una sorta di parata in cui svariati gruppi si sono alternati marciando, sino a raggiungere lo schieramento finale che prevedeva una disposizione atta a formare la parola ‘Kojima’. Nulla di trascendentale insomma, anche se il risultato è stato gradevole e sembra oltretutto aver divertito il buon vecchio Hideo.

Ma l’evento non è stato solo questo, almeno non per chi ha avuto il piacere di partecipare anche all’aperitivo approntato ad hoc per l’avvenimento. Sul posto, con nostra enorme gioia, abbiamo trovato ben quattro postazioni su ognuna delle quali girava l’ambito Metal Gear Solid 4, avidamente preso d’assalto prima ancora di addentrarsi per il locale (giusto la vista di Kojima passarmi davanti è riuscita a distrarmi!).

Immagini dall\’evento di Milano


Purtroppo non si è avuto il tempo di completare interamente il primo livello ma, nonostante ciò, la prova su strada si è rivelata decisamente “fruttuosa”. Il primo impatto del filmato iniziale dichiara sin da subito dinanzi a quale gioco ci troviamo, mentre una voce fuori campo ci da un quadro di quello che il mondo è diventato al momento dello svolgersi degli eventi: le ideologie sono oramai superate, qui è ben altro a muovere gli interessi! Lo scenario è quello prospettato da tempo: piccola cittadina situata in un punto non ben precisato del Medio Oriente, teatro di scontri assolutamente aspri tra fazioni ostili.

Dopo questa introduzione, però, eccoci catapultati sul campo di battaglia, pronti a prendere confidenza con i nuovi comandi e, in generale, con questo nuovo MGS. C’è più di qualcosa dei passati capitoli, specie riguardo gli scontri corpo a corpo con i nemici e la classica andatura di Snake. Il tutto cambia notevolmente una volta pronti ad attaccare con un qualsiasi fucile: il collaudato sistema di “residenteviliana” memoria (visuale dietro la schiena con il personaggio a mezzo busto), da cui tutti o quasi oggigiorno prendono spunto, sembra ben funzionare. Snake può accucciarsi o prodigarsi in normali corse con tanto di arma spianata, con in più la possibilità di ricorrere al classico sistema di visuale in prima persona che, nelle fasi testate, ricorda vagamente un certo Call of Duty 4 – questa soluzione per i più affezionati o abitudinari in genere.

Graficamente non ha assolutamente nulla da invidiare alle numerose produzioni presenti sul mercato – al contrario, direi tutt’altro! – fermo restando il suo consolidato e apprezzatissimo stile, connaturato alla serie, che prevede una paletta di colori piuttosto spenti e in cui il monocromatismo la fa da padrone. Anzi, personalmente l’ho trovato ancora più accattivante che nei numerosi video visti sinora – sarà forse il fascino di averlo tra le mani… non saprei. In ogni caso, almeno in relazione a quanto visto, il tutto è sembrato piacevolmente e coerentemente cupo a livello visivo – il che, per i più confusi, depone assolutamente a favore.

Il gameplay, del quale ho accennato brevemente, si è arricchito di talune componenti oramai (oserei dire) “indispensabili” per un qualsiasi gioco d’azione: perfezionamento delle coperture e del sistema di puntamento in primis. Senza contare una delle più gradite sorprese, quella cioè inerente la telecamera dinamica e non più fissa durante le normali fasi di esplorazione. C’è chi potrebbe storcere il naso a riguardo, data la storica soluzione, ma fino a dove sono arrivato io il tutto rendeva piuttosto bene ed era abbastanza funzionale.

Simpatica pure la trovata della tuta mimetica (Octo-Camo) che si adegua alla superficie sulla quale si è poggiati: il tutto non è completamente automatico, difatti, qualora ci si spostasse da una zona ad un’altra differente, bisogna fermarsi e dare il tempo alla tuta di farci diventare un tutt’uno con l’ambiente circostante… niente di particolarmente difficile e dispendioso in termini di tempo, anzi. Ecco, però, saltar fuori una leggera pecca: spesso e volentieri i nemici non riescono a vedere Snake nonostante sia palesemente visibile e a pochissima distanza da loro, nonché posto frontalmente. Certo è che in questa prova mi sono cimentato a livello Normal, ma spesso e volentieri, se non fosse stato per il rumore generato (per il quale esiste una circonferenza che circonda Snake, entro la quale ogni suono emesso può essere avvertito), l’avrei passata schifosamente liscia.

Salvo questa piccola magagna, che sarà comunque da appurare con maggiore attenzione in sede di gioco, posso dirmi davvero soddisfatto di questo ultimo lavoro di Kojima-San. Alcune situazioni vecchie (come il nascondersi dentro la celeberrima scatola di cartone) e nuove (come i continui flashback relativi al primo Metal Gear Solid, richiamabili – mediante la pressione del tasto X in particolari momenti – e non) hanno reso questa breve sessione una più che soddisfacente conferma della genuinità di questo prodotto.

Che dire in conclusione circa questa trasferta milanese: l’evento si è rivelato piuttosto sobrio ma ben organizzato, un’occasione per scambiare quattro chiacchiere, vedere qualche bella ragazza (eh sì, non sono mancate nemmeno quelle!) e soprattutto avere l’onore di conoscere personaggi quali Hideo Kojima, Yoji Shinkawa e la bella nonché simpatica Yumi Kikuchi, doppiatrice in MGS 4 di Laughing Octopus – riguardo la quale mi sento in dovere di riportare una piccola particolarità, ossia le unghia pittate a tema, tra le quali sono pure riuscito a scorgere il volto di Meryl… figurarsi le nove dita restanti!

Un grazie quindi agli organizzatori e in particolar modo a Fabio Perrotta di Halifax: disponibilità e serietà non sono affatto mancate, nemmeno verso chi, in certe occasioni, torna bambino e realizza un piccolo sogno.

Immagini dall\’evento di Milano













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