Haze: la recensione

Dopo tanta attesa, tante notizie prima confermate e poi smentite e qualche ritardo, l’ora della verità arriva anche per Haze, il discusso sparatutto di Free Radical e Ubisoft esclusiva PlayStation 3.

Il Team Free Radical, famoso soprattutto per TimeSplitters, debutta su console di nuova generazione con un titolo ambizioso, dalla storia intrigante e arricchito nella giocabilità da alcune interessanti idee.

Il lungo e travagliato lavoro di questi anni sarà bastato agli sviluppatori per far mantenere ad Haze tutte le promesse fatte in fase di sviluppo? Scopriamolo insieme.

BUONO QUESTO NETTARE…

Haze ha dalla sua parte una trama davvero interessante e, una volta tanto, ben raccontata ed originale. Il gioco è un classico FPS puro, dove si spara molto e si ragiona poco, almeno all’inizio. Si perché possiamo dividere l’avventura del soldato Shane Carpenter in due momenti differenti, sia dal punto di vista narrativo che da quello della giocabilità.

Iniziamo la nostra storia come soldato della multinazionale farmaceutica Mantel, che si avvale di super soldati galvanizzati e resi fortissimi da una potente droga, il Nettare, ricavata da alcune piante ed iniettata direttamente ai soldati tramite particolari tute da combattimento, allo scopo di combattere contro un gruppo di resistenza in una qualche zona del Sud America. La motivazione ufficiale vuole la Mantel impegnata contro un gruppo di rivoluzionari colpevoli di genocidio e crudeltà varie, ma sarà la versione corretta o il Nettare ci mette lo zampino?

Tale droga è infatti in grado di aumentare le percezioni all’ennesima potenza, migliorando la velocità, la mira e la capacità di individuare i nemici. Peccato però che porti spiacevoli conseguenze a chi la utilizza: dall’avere una comprensione distorta della realtà, capace di far addirittura scomparire i cadaveri nemici dalla vista e rendere la guerra un divertente sport, fino ad avere conseguenze letali a breve termine.

In questa fase di gioco sarà possibile utilizzare il tasto dorsale L2 per auto-somministrarsi il Nettare, badando a non andare in overdose, evento capace di far perdere il controllo e sparare a tutto ciò che si muove in una sorta di “berserker mode” tale da renderci un pericolo per tutti, nemici e alleati compresi.

Dopo che il gioco scorre in maniera “classica” per circa un terzo della durata, improvvisamente un cambio narrativo ben studiato (che non vogliamo approfondire troppo) ci porta a combattere fianco a fianco dei nemici giurati della Mantel, proprio l’organizzazione di ribelli precedentemente combattuta e guidata dal carismatico Gabriel “giacca di pelle “ Merino che diventerà nostro mentore.

E’ da qui in poi che vengono introdotte alcune piacevoli novità nel gameplay: a fronte dell’ovvia perdita di utilizzo del Nettare (una vera e propria disintossicazione), saremo in grado di disarmare l’avversario con una rapida mossa, di fingerci morti per attaccare il nemico di sorpresa alle spalle e di interrare mine letali che i soldati, imbottiti di droga ed esaltati come sono, non vedono.

Ancora più divertente e riuscita la possibilità di sparare direttamente all’impianto che i soldati Mantel hanno sulla tuta oppure creare micidiali bombe al Nettare, con il medesimo scopo di mandare gli sventurati in overdose e farli eliminare comodamente tra di loro stando a guardare lo spettacolo.

Le armi a disposizione sono le classiche del genere: mitragliatori, fucili a pompa, qualche raro fucile da cecchino e giocattoloni come lanciafiamme, lanciarazzi e gatling gun, tutti dotati della classica visuale dal mirino ma prive di fuoco secondario.

Fin qui tutto bene: trama interessante e qualche buona idea potrebbero rendere Haze il buon gioco che purtroppo non è! Troppi e troppo gravi infatti i problemi che il titolo si porta sulla spalle.

…MA E’ MEGLIO NON ESAGERARE

Partiamo dall’intelligenza artificiale dei nemici, veramente troppo spesso piatta e priva di inventiva: non è raro trovarsi alle spalle di soldati che non si accorgono della nostra presenza (ok, sono drogati, però…) mentre mancano strategie di attacco che non siano una corsa verso di noi a testa bassa e arma spianata. Nessun accerchiamento, nessuna particolare astuzia se non quella di tuffarsi all’arrivo di una granata, che comunque non viene mai rispedita al mittente.

Qualche problemino anche nella scelta dei livelli spesso molto, troppo lineari e poco interessanti per varietà ed architettura, presentando soltanto un paio di situazioni inusuali e divertenti per poi cadere nei soliti luoghi comuni fatti di fortificazioni, spiagge e foreste francamente viste e riviste. Mai come in questo settore che il gioco soffre di alti e bassi notevoli, pendendo però per sua sfortuna decisamente verso i bassi.

Tra un livello a piedi e l’altro purtroppo sono state inserite alcune sessioni di guida, decisamente la parte peggio riuscita del gioco: a fronte di una fisica di guida imbarazzante e di controlli dei mezzi legnosi, è tutto il contorno a non convincere: lunghi “canyon” scarsamente dettagliati sono il teatro di goffe fughe da mezzi nemici o da bombardamenti più fastidiosi che altro, il tutto su veicoli dal bassissimo dettaglio grafico.

La mazzata finale arriva però dal comparto tecnico, che comunque analizzeremo nel paragrafo dedicato. La longevità è appena sufficiente: ho terminato il gioco in tre sessioni da un paio d’ore ciascuna a livello medio, mentre qualche boccata d’ossigeno potrebbe arrivare da una divertente modalità cooperativa online affrontabile in quattro giocatori.

Il multiplayer è divertente e presenta tre modalità: deathmatch, team deathmatch e una terza più originale dove scegliere un leader da scortare al sicuro dagli attacchi nemici. E’ comunque una modalità sicuramente riuscita grazie al dualismo tra ribelli e soldati Mantel, e riesce quindi ad interessare nonostante le poche (per ora?) mappe a disposizione.

GRAFICA E SONORO

Questo, come detto, è il lato peggiore di Haze. Fa male dirlo, ma da un’esclusiva così pubblicizzata e sbandierata era lecito attendersi MOLTO di più sotto un aspetto attualmente importante come quello estetico.

Tecnicamente il gioco sembra appartenere ad una precedente generazione: le texture non sono quasi mai dettagliate come sarebbe lecito aspettarsi da una PS3, presentando inoltre un certo grado di sfocatura, comune anche all’intero ambiente, forse voluto per dare “atmosfera” ma onestamente fastidioso a vedersi.

Tutte le costruzioni e le strutture interne mostrano un dettaglio imbarazzante e una pochezza poligonale ingiustificabile, così come i modelli di gioco, veramente spartani nei loro pochi poligoni e nelle animazioni solo in certi frangenti buone (come nel caso dell’overdose dei soldati, ad esempio).

Altrettanto inaccettabili alcuni effetti come il fuoco del lanciafiamme, il più brutto da anni a questa parte, lo “sbuffo” di fumo che esce dalla bocca dei fucili e la realizzazione delle superfici d’acqua ferma a qualche anno fa.

Quello che se ne ricava è un aspetto generale povero e poco soddisfacente, soprattutto alla luce di certi capolavori grafici disponibili in questo periodo: Haze sembra graficamente rimasto al palo rispetto a produzioni anche antecedenti. A salvare in parte il mezzo disastro le scene di intermezzo realizzate con buona cura tecnica e con una curata regia alle spalle.

Il sonoro è buono: belli gli effetti di armi ed esplosioni mentre solo discreto il doppiaggio, che vanta alcune caratterizzazioni davvero buone ma altre di livello poco più che amatoriale. Da segnalare comunque che il gioco è parlato interamente nella nostra lingua, e questo è sicuramente un punto a favore.

COMMENTO FINALE

Haze è un titolo che lascia davvero l’amaro in bocca. Fa rabbia vedere un potenziale decisamente altissimo rovinato da troppe imperfezioni anche gravi. Il gioco porta sul piatto delle novità alcune trovate in grado di rendere l’esperienza di gioco piacevole ed interessante – è il caso del due terzi di gioco passati in forza ai ribelli, fatti di imboscate, trappole e astuzie da guerriglia – oltre ad una trama davvero curata e ben raccontata.

Quello che c’è di buono non basta però a salvare il crollo di Haze su molti aspetti tecnici: il lavoro dei Free Radical si presenta graficamente indifendibile ed onestamente bruttino oltre a mostrare il fianco a qualche marchiano errore di design (IA e fasi di guida su tutto). L’esperienza resta comunque divertente anche se breve, e se saprete chiudere un occhio sui vari difetti troverete un gioco con tematiche profonde e un’ottima storia che potrebbe sicuramente appassionarvi.

Haze

Haze - il multiplayer
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