Army Corps of Hell: la recensione

Leggi su Gamesblog.it la recensione di Army Corps of Hell per PlayStation Vita
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Tra i titoli di lancio di PS Vita anche Square Enix ha fatto la sua comparsa con Army Corps of Hell. Il gioco in realtà è solo prodotto dalla casa giapponese ed è stato completamente sviluppato dal team Entersphere, il quale è capeggiato da Motoi Okamoto, lo sceneggiatore di Pikmin, noto titolo Nintendo uscito su Game Cube.

Alcuni rimandi a Pikmin sono infatti presenti nelle meccaniche di gioco di Army Corps of Hell anche se l’ambientazione e i personaggi del titolo Square Enix sono tutto l’opposto. L’Inferno è infatti lo scenario di gioco principale dove a farla da padroni sono mostri di ogni tipo e sangue a fiotti, accompagnati da una colonna sonora da veri “figli del metallo”.

Purtroppo però, come spesso succede al lancio di una nuova console, non è tutto oro quel che luccica e Army Corps of Hell, nonostante i buoni propositi, delude un po’ le aspettative. Se volete scoprire di più sul gioco, di seguito vi offriamo le nostre impressioni.

DISCESA NEGLI INFERI

Il titolo Square Enix permette ai giocatori di impersonare il Re degli Inferi, il quale spodestato dal suo ruolo deve cercare di riconquistare il trono grazie all’aiuto di un’armata di Goblin soggiogati dal suo potere lungo una quarantina di livelli pieni zeppi di mostri di ogni tipo. La narrazione della trama di Army Corps of Hell viene proposta in alternanza alle sessioni di gioco sotto forma di fumetti animati, con artwork sottotitolati che raccontano l’avanzata di questa temibile armata lungo i vari livelli dell’Inferno. Il tutto raccontato in modo abbastanza ironico ma, purtroppo, di poco spessore. Non è infatti la trama la motivazione principale che spinge il giocatore a portare a termine il gioco.

Il titolo sviluppato da Entersphere ci permette di affrontare i diversi livelli di gioco armati di un esercito di Goblin con differenti caratteristiche. Le tre classi di Goblin disponibili man mano che si progredisce con il gioco sono: Soldati, Lanceri e Maghi. Nei panni del Re degli Inferi, la prima classe disponibile è quella dei Soldati, i quali sono letali negli incontri ravvicinati con i nemici e possono essere scagliati contro di essi in svariato numero utilizzando il pulsante R. Durante lo scontro ogni nemico fornisce sopra di esso un indicatore che determina il numero di Goblin sufficiente a innescare la mossa finale, attivabile con il tasto cerchio ed eseguibile entro una determinata tempistica sempre con lo stesso tasto.

Army Corps of Hell: immagini recensione

I Lanceri, disponibili dopo alcuni livelli di gioco, sono invece utili per gli attacchi a lunga distanza e devono essere utilizzati in determinate circostanze. I livelli di gioco offrono infatti diversi ostacoli per la nostra armata, schierata sempre a forma di cerchio intorno al Re degli Inferi. Per esempio, in alcune ambientazioni sono disposti dei campi elettrici abbastanza stretti da non permettere il passaggio di tutto l’esercito di Goblin senza evitare che qualcuno di essi venga fulminato. I Lanceri si rendono utili proprio in questi casi, nei quali un nemico si trovi a distanze normalmente non raggiungibili per scagliare i Soldati all’attacco ravvicinato.

La classe dei Maghi è invece la terza che si unisce alla nostra armata di fetidi mostriciattoli ed ha la particolarità di poter attaccare a distanza lanciando delle magie e di muoversi più rapidamente in formazione. Utilizzando il tasto R possono essere sferrati degli incantesimi sotto forma di sfere energetiche o infuocate da indirizzare contro i nemici. Tenendo premuto lo stesso tasto è invece possibile caricare un colpo unico ma più potente, in grado anche di abbattere i nemici più vulnerabili all’istante.

Ad ogni inizio di livello il giocatore può decidere quanti elementi di ogni classe vuole schierare in battaglia fino a un numero limite che con il passare dell’avventura aumenterà oltre alle 100 unità. Le classi di Goblin durante il gioco possono essere selezionate utilizzando i tasti cerchio per i Soldati, quadrato per i Maghi e triangolo per i Lanceri. Per la navigazione dell’armata lungo i livelli di gioco vengono utilizzate le levette analogiche, la sinistra per muoversi e la destra per direzionare gli spostamenti e gli attacchi. Il tutto viene gestito abbastanza bene dai controlli di gioco, sebbene con l’avanzare dell’avventura la gestione di un orda di Goblin inferociti risulti un po’ più complicata e disordinata.

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Oltre ad essere uno strategico in tempo reale, Army Corps of Hell comprende anche alcuni elementi da RPG che tendono ad arricchire un minimo l’esperienza di gioco. Ogni nemico abbattuto lascerà sul campo di battaglia alcuni brandelli e gemme che vengono raccolti dai Goblin sotto nostro ordine. L’importanza di raccogliere membra di ogni tipo e materiali preziosi è derivata dal fatto che tra un livello e l’altro è possibile accedere al menù di gestione della propria armata. In particolare in Alchimia possono essere create nuove armi e armature per i Goblin di ogni classe, oltre a creazione di oggetti speciali utilizzabili in battaglia per rigenerare energia o altro. Invece in Equipaggiamento è possibile scegliere i capi d’abbigliamento del Re degli Inferi, come mantello o teschio, i quali determinano la quantità di energia vitale a propria disposizione e il raggio di rianimazione entro cui possono essere rianimati i Goblin caduti in battaglia. Infatti, durante gli scontri con i nemici i Goblin colpiti cadono a terra in uno stato di stordimento o di morte e per rianimarli in tempo prima di perderli definitivamente è necessario passargli accanto ed essi.

Fin qui, tutto bene. Le note dolenti riguardano invece i livelli di gioco e la varietà di nemici presenti nel percorso che la nostra armata deve intraprendere. Ogni livello è suddiviso in diverse piattaforme che vengono sbloccate dopo l’uccisione di tutti i mostri presenti all’interno di essa. La fase di esplorazione è quindi abbastanza noiosa, se non assente, e la poca cura con cui sono stati creati gli scenari non aiuta certo nell’incentivare il giocatore. Non da meno la varietà di mostri presenti nel gioco, che con un ripetitività magistrale vengono riproposti di livello in livello, a parte i Boss finali che meritano senz’altro una piccola lode.

C’É POCA “VITA” ALL’INFERNO

La domanda che ci ronza nella testa da quando abbiamo messo le mani su Army Corps of Hell è stata costantemente solamente una: “ma è veramente un gioco per PS Vita?”. Il gioco di Square Enix infatti non eccelle neanche per quanto riguarda il comparto grafico che, avendo visto i titoli del calibro di Wiperout 2048 e Uncharted: l’abisso d’oro, sembra piuttosto un gioco pensato e ideato per PSP. Le uniche familiarità di Army Corps of Hell con PlayStation Vita sono l’implementazione della levetta analogica destra e l’uso dei controlli touch anteriori e posteriori per l’utilizzo degli oggetti speciali.

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Nonostante questi limiti tecnici ai quali gli sviluppatori sono voluti misteriosamente sottostare, il titolo gode di una esaltante colonna sonora heavy metal che farà la gioia dei più appassionati al genere. Inoltre, Army Corps of Hell comprende anche una modalità multigiocatore che permette di intraprendere partite cooperative fino a 4 giocatori, durante le quali ogni armata è composta da una cinquantina di Goblin. Un divertimento in compagnia che va sicuramente ad ammortizzare le ore di gioco in singolo sommerse da una sensazione di monotonia quasi palpabile.

CONCLUSIONI

Army Corps of Hell offre elementi di gioco e meccaniche davvero interessanti che però vengono totalmente sovrastate da una poca cura degli sviluppatori nel confezionare un titolo degno della nuova console Sony. Anche chiudendo un occhio riguardo al comparto grafico, il sistema di gioco riesce di tanto in tanto a tenere saldo l’interesse nel portare a termine il percorso negli inferi della propria armata di Goblin, ma purtroppo l’incessante monotonia delle ambientazioni e soprattutto la poca varietà di nemici rende il tutto abbastanza ripetitivo. Peccato.

Cosa ci piace

Cosa non ci piace

  • Sistema di gioco intrigante
  • Colonna sonora esaltante
  • Comparto grafico non all’altezza di PS Vita
  • Scenari scialbi e monotoni
  • Poca varietà di nemici

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