Battlefield 3: la recensione

Dopo aver provato a fondo sia la versione console che quella PC, vi proponiamo la nostra recensione di Battlefield 3.
Dopo aver provato a fondo sia la versione console che quella PC, vi proponiamo la nostra recensione di Battlefield 3.

Battlefield 3 è uscito ormai da qualche giorno e abbiamo avuto modo di testare a fondo sia la versione console che quella PC del gioco di guerra Electronic Arts. La sfida con Modern Warfare 3 è alle porte e il pubblico sta già iniziando a prendere posizione senza aver ancora provato il titolo Activision.

Aspettando che il nuovo Call of Duty ci faccia vedere di cosa è capace, oggi siamo qui per parlarvi nel dettaglio di questo Battlefield 3, presentato nei mesi scorsi come il CoD-killer e spinto con forza da una campagna marketing fatta di filmati spettacolari generalmente tratti dalla versione PC del gioco.

Alla resa dei conti, però, come si sarà comportata l’ultima fatica del colosso californiano? Le massicce aspettative create dalla monumentale campagna pubblicitaria verranno soddisfatte, oppure gli appassionati saranno costretti ad affrontare una cocente delusione? Continuate a leggere dopo il salto per saperne di più.

Una campagna da dimenticare

La saga di Battlefield si è sempre sviluppata principalmente attorno al multiplayer. Questo è un dato di fatto che nessuno può smentire, ma al tempo stesso è vero che, nel corso della campagna pubblicitaria di Battlefield 3, Electronic Arts e i ragazzi di DICE hanno più volte sottolineato quanto questa volta anche la campagna si sarebbe rivelata memorabile, grazie all’uso del Frostbite 2 e alla consulenza di McNab per la realizzazione di situazioni belliche credibili e verosimili.

L’attenzione ai dettagli, in effetti, è piuttosto alta, ma al tempo stesso è inevitabile non provare un forte senso di disappunto a causa di una serie di leggerezze che non ci saremmo aspettati di trovare in un progetto di questa portata. Dopo anni di perfezionamento, infatti, gli fps erano finalmente riusciti a trovare un equilibrio perfetto fra l’uso massiccio degli elementi scriptati e la capacità di integrare queste sequenze altamente cinematografiche all’interno del gameplay, senza far provare al giocatore la sensazione di trovarsi su dei poco romantici binari.

Nella campagna di Battlefield 3 tutti i passi avanti degli ultimi anni sembrano essere stati cancellati con un colpo di spugna, tanto che in più di un’occasione ci si ritrova bloccati in una posizione finché non si esegue un’azione specifica, spesso segnalata su schermo attraverso indicatori poco eleganti e tutt’altro che discreti. Tutto questo, ovviamente, demolisce la sensazione di immersione che la campagna single player dovrebbe garantire, con sommo disappunto da parte dell’utente finale.

Le immagini della recensione di Battlefield 3

L’incubo dell’Intelligenza Artificiale

Un altro elemento che nella modalità single player di un FPS dovrebbe essere curato all’inverosimile è quello dell’Intelligenza Artificiale, sia sul fronte dei nemici che su quello dei compagni di squadra. Sfortunatamente, però, anche sotto questo punto di vista il single player di Battlefield 3 si è rivelato piuttosto deludente, perfino al livello di difficoltà più alto.

Nel nuovo Battlefield, infatti, la sfida non è mai garantita dalle capacità tattiche dei nemici o dal loro modo di muoversi sul campo di battaglia, ma più semplicemente dalla loro mira infallibile e dalla mai troppo fastidiosa capacità di seguire gli spostamenti del giocatore anche quando questi sono nascosti dagli ostacoli presenti nelle ambientazioni.

Se a questo aggiungiamo il comportamento a dir poco assurdo dei compagni di reparto (che arrivano perfino a spingere il giocatore fuori da un riparo per prendere diligentemente la posizione assegnatagli dai programmatori) e la presenza del respawn infinito dei nemici in alcune circostanze, ecco che la situazione finale del single player non è certo delle migliori. Ed è un vero peccato, considerando la spettacolarità di alcune missioni e la ricercatezza di certe situazioni (la missione a bordo dell’aereo è visivamente eccezionale, mentre quella in cui si comanda un carro armato è un capolavoro di gameplay).

Le meraviglie del multiplayer

Se sul fronte della Campagna single player Battlefield 3 non convince, il discorso cambia drasticamente quando si parla di multiplayer, visto che i ragazzi di DICE sono riusciti a mettere insieme una delle esperienze più bilanciate e gratificanti degli ultimi anni. Sebbene alcune delle mappe non riescano a comunicare tutta la magia di Battlefield a causa di un design troppo chiuso e dell’assenza dei veicoli, quando ci si sposta nei livelli più consoni alla serie ci si rende immediatamente conto di trovarsi su un vero campo di battaglia.

Naturalmente la versione console del gioco appare brutalmente ridimensionata rispetto a quella PC (distruzione degli scenari meno complessa, frame rate inferiore e, soprattutto, un minor numero di giocatori contemporaneamente in partita), ma nonostante questo i possessori di una PS3 o di una Xbox 360 avranno modo di vivere un’esperienza curata sotto ogni punto di vista e capace di offrire sensazioni uniche.

Rispetto al passato è ancor più importante puntare sul gioco di squadra, visto che questa volta bastano davvero pochi colpi per ritrovarsi a mangiare la polvere. Imbattersi da soli in due soldati con i mitra spianati porta inevitabilmente alla morte, ed è per questo che è necessario coordinarsi con i compagni per evitare di cadere in temibili imboscate e, soprattutto, per garantirsi sempre un punto di respawn nel cuore dell’azione. Di sicuro ci troviamo di fronte a un gioco che penalizza l’approccio in sile CoD, quindi scordatevi di poter saltellare da una parte all’altra delle ambientazioni imbracciando lo shotgun e seminando cadaveri al vostro passaggio.


Una pioggia di modalità

Rispetto al passato il multiplayer di Battlefield si è arricchito di nuove modalità, compresa l’interessantissima co-op. Coloro che non amano particolarmente il multiplayer competitivo, infatti, in Battlefield 3 possono divertirsi assieme a un amico affrontando ben sei missioni co-op, pensate per spingere i giocatori all’interno di situazioni di ogni tipo e costantemente in evoluzione. In un numero comunque ristretto di operazioni, infatti, si possono trovare scenari di ogni genere, che non mancheranno di tenere incollati allo schermo più di un appassionato.

Sul fronte competitivo, invece, oltre alle solite modalità Rush e Conquest (ben note agli appassionati della serie), troviamo per la prima volta il classico Deathmatch a squadre (modalità che fatica a decollare nelle mappe più grandi) e l’interessante Squad Rush, che in pratica permette di organizzare versioni più contenute delle battaglie tipiche di Battlefield.

Avviando la partita in questa modalità, infatti, si mette in scena uno scontro fra due squadre composte da quattro elementi ciascuna, alternativamente impegnate in attacco o in difesa.

Esperienza e potenziamento

Affrontando le varie battaglie online, come da tradizione, si accumulano punti esperienza utili a sbloccare gadget, armi e potenziamenti di ogni genere, in modo da coprire eventuali falle nel proprio modo di giocare (il mirino laser per ovviare a una scarsa precisione di tiro, il calcio per ridurre il rinculo e favorire gli assalti a medio raggio e via dicendo) e a godere di preziosi vantaggi una volta sul campo di battaglia.

La cosa interessante è che il team di sviluppo ha inserito una serie di tocchi di classe e di idee veramente interessanti, che per la prima volta vanno a modificare il modo in cui vengono percepiti determinati gadget. La torcia tattica, per esempio, oltre a essere utile per illuminare le zone buie delle ambientazioni può salvare la vita al giocatore durante gli scontri a fuoco in ambienti scarsamente illuminati, semplicemente accecando il nemico e impedendogli di mirare in modo accurato. L’altra faccia della medaglia, ovviamente, è il fatto che si viene facilmente individuati anche da distanze considerevoli.

Considerando la possibilità di scegliere fra diverse classi, poi, tutte ottimamente bilanciate, ecco che l’esperienza globale assume una forma e una dimensione eccellenti, rivelandosi qualcosa che ogni appassionato del genere dovrebbe provare almeno una volta.

Le due facce della distruzione

Fra i tanti elementi impressionanti gestiti dal Frostbite 2, quello della distruzione degli scenari è sicuramente il più affascinante, soprattutto quando interviene all’interno di un gameplay altrimenti molto tradizionale. L’idea di poter far letteralmente saltare in aria un edificio per liberarsi di un cecchino fastidioso, o di far crollare una pioggia di detriti sulla testa dei soldati nemici per eliminarli indirettamente non può che stuzzicare ogni appassionato di FPS bellici che si rispetti.

Peccato, però, che questo elemento venga sfruttato adeguatamente solo nel multiplayer, dove in effetti si rivela essere un punto di forza incredibile rispetto a ogni altro titolo concorrente. Nel single player, invece, la distruzione non può essere mai usata per uscire in modo creativo dalle situazioni difficili, ma al contrario è sempre legata a eventi scriptati che dettano i tempi dell’azione.

La cosa importante, comunque, è che pur non essendo ai livelli di quella della versione PC, la fisica delle demolizioni fa un buon lavoro anche su console, garantendo anche alla versione più opaca di Battlefield 3 un carattere unico impossibile da ritrovare in nessun altra serie di FPS.


I dettagli tecnici

Trattandosi di un titolo caratterizzato da differenze così massicce a seconda della versione presa in esame, parlare nel dettaglio dell’aspetto tecnico di Battlefield 3 non è affatto facile. Se fino a questo momento avete sempre e solo visto i video della versione PC del gioco, preparatevi a rimanere profondamente delusi dalla controparte console, che pur facendo un buon lavoro in termini generali non riesce nemmeno lontanamente a competere con quella dei computer di ultima generazione.

Ogni singolo elemento è stato drasticamente ridimensionato, a partire dalle texture fino ad arrivare ai modelli poligonali e al frame rate. Battlefield 3, in sostanza, è un gioco che meriterebbe di essere giocato su un PC di fascia alta, vista l’enorme differenza fra le varie piattaforme. Nonostante questo, se il termine di paragone su console è Call of Duty, il risultato finale è decisamente buono, nonostante l’assenza dei 60 fps si faccia sentire.

Nulla da dire, invece, sul fronte del comparto audio, a dir poco eccezionale su tutte le piattaforme prese in esame. La qualità dei suoni di ogni arma tocca livelli altissimi, così come le differenze legate al tipo di ambiente in cui si esplodono i colpi. Fra esplosioni, tintinnii, passi e urla disperate, disponendo di un buon impianto audio ci si può sentire davvero nel bel mezzo di un campo di battaglia messo a ferro e fuoco.

La versione PC

Per quanto riguarda le prestazioni di Battlefield 3 su PC, abbiamo provato il gioco su un sistema i5 2500K con 8GB di RAM e scheda video Radeon HD 6870. Tenendo una risoluzione di 1920×1200 con tutti i dettagli grafici impostati a “ultra”, la magnificenza grafica del gioco richiede meno risorse di quel che ci aspettavamo, e ci si riesce a mantenere quasi sempre sopra i 30 frame al secondo. Solo nelle sequenze in elicottero, durante le quali viene inquadrata dall’alto una grandissima parte della mappa di gioco, i fotogrammi scendono sotto la fatidica soglia dei 30. Limando qualcosina nelle opzioni grafiche, col sistema in oggetto ci si riesce ad assicurare i 60 fotogrammi al secondo costanti senza sacrificare troppo l’appagamento visivo.

Per il resto, nonostante le versioni console riescano a fare la loro bella figura, è inutile fingere e girarci intorno: il “vero” Battlefield, come lo concepiscono i vecchi fan della saga, è solo quello della versione PC. Mappe più grandi, fisica più curata, molti più giocatori in contemporanea e una veste grafica che definire “nettamente superiore” sarebbe un eufemismo.

Per la cronaca, le immagini della nostra galleria relative alla versione PC sono tutte quelle dalla numero 10 in poi.

Commento finale

Battlefield 3 è un gioco composto da due volti molto diversi tra loro. Da una parte c’è un single player deludente, privo di ritmo e con qualche leggerezza di troppo sul fronte della realizzazione tecnica. Dall’altra, invece, troviamo un multiplayer ricco, corposo e bilanciato, capace di garantire ore di divertimento e di sfida intensa. La scelta se acquistare o meno l’ultima fatica DICE dipende solo da che tipo di giocatori siete, se maggiormente attratti dalla Campagna in solitaria o dal multiplayer competitivo e cooperativo.

Cosa ci piace

Cosa non ci piace

  • Online eccezionale
  • Ottima modalità co-op
  • Alcune mappe sono splendide
  • Campagna deludente
  • Alcune mappe poco “Battlefield”
  • IA poco convincente

Le immagini della recensione di Battlefield 3
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