Siren: Blood Curse - la recensione

Dopo aver fatto la sua comparsa su PlayStation 2 qualche annetto fa, Siren cambia leggermente nome e torna a farsi vedere anche sulla nuova generazione attraverso il PlayStation Network, dal quale è possibile effettuarne il download al prezzo competitivo di 29,99€.

Sviluppato da Sony Computer Entertainment Japan Studio, Blood Curse si presenta come un remake del primo titolo, riveduto e corretto per correggerne i difetti e esaltarne i pregi. Riuscirà a terrorizzarci nuovamente dando alla serie il successo che merita e che non ha pienamente ottenuto col primo capitolo? Andiamo a scoprirlo insieme.

PlayStation Network subito, Blu-Ray in autunno

Inizialmente effettuato esclusivamente su PlayStation Network, il rilascio di Blood Curse avverrà anche su supporto Blu-Ray durante il prossimo autunno, come annunciato da Sony circa un mese fa. L’acquisto tramite PSN è divisibile in 4 parti (tanti quanti sono i capitoli del gioco) al costo di 9,99€ l’una oppure in un’unica soluzione al prezzo di 29,99€, risparmiando quindi rispetto al totale della prima soluzione d’acquisto.

Il processo di download e installazione degli episodi si presenta un po’ noiosetto visto che bisogna tirare giù ben 9GB divisi in 12 episodi totali, che poi andranno installati uno per volta sull’hard disk della PS3: probabilmente se si fosse saputo prima del rilascio della versione Blu-Ray più di una persona avrebbe fatto il pensiero di aspettare per avere il gioco su supporto ottico.

Passando al gioco vero e proprio, la vicenda ha inizio con la spedizione di una troupe televisiva americana in Giappone, alla ricerca del villaggio leggendario di Hanuda, scomparso letteralmente nel vuoto una trentina d’anni prima e dove si dice venissero effettuati sacrifici umani. Le cose si mettono però immediatamente male, visto che il gruppo fa conoscenza con gli Shibito, degli zombie dalle fattezze molto simili a quelle dei mostri visti nella serie Silent Hill.

Senza rivelare null’altro della trama, possiamo dire che il gioco si sviluppa in maniera abbastanza coinvolgente e comprensibile, pur terminando in un totale di 10 ore di gioco circa, a seconda anche del livello di difficoltà scelto tra i 3 disponibili: non proprio elevatissima ma nemmeno da criticare apertamente.

Stealth o action?

Nonostante la natura del gioco sia principalmente di tipo stealth, è presente un quantitativo di armi che soprattutto andando avanti nel gioco permette di adottare uno stile più d’azione: ci troveremo infatti a utilizzare qualsiasi cosa che tra le case del villaggio possa essere usata come corpo contundente, come pale, rastrelli, accette e bottiglie di vetro. Non mancano ovviamente le armi da fuoco, un po’ meno numerose rispetto a quelle bianche e dalle munizioni contate.

Come nel vecchio Siren i personaggi possono godere del potere speciale chiamato Sightjacking, vale a dire la possibilità di vedere attraverso gli occhi degli Shibito e degli altri esseri umani, molto utile per decidere il momento buono per sgattaiolare dietro uno zombie o attaccarlo, oppure per ottenere indizi importanti servendosi dei propri nemici.

E’ anche possibile lasciare attivo il Sightjacking facendo uso di uno schermo diviso continuando a muoversi, anche se il risultato non è proprio ottimale e si rischia principalmente di fare confusione sulla direzione dove ci si vuole dirigere.

A parte quest’unico neo, il sistema di controllo e le meccaniche di Blood Curse si rivelano subito migliori di quelle viste nel titolo per PS2, offrendo quanto necessario attraverso pochi tasti e facendo leva anche sulle possibilità offerte dal Sixaxis, grazie al quale è possibile ricaricare la propria arma muovendo il joypad verso il lato.

La presenza di un elevato numero di personaggi giocabili rende l’esperienza di gioco abbastanza diversa tra i vari episodi: se per esempio ci troveremo a utilizzare la bambina dovremo giocoforza puntare su un tipo di azione volta a nascondersi dagli Shibito.

A differenziare ulteriormente le fasi di gioco troviamo alcuni oggetti come i razzi di segnalazione, che permettono al personaggio controllato di distrarre o rendere temporaneamente ciechi gli zombie.

Tecnicamente parlando

Dal punto di vista di grafica e sonoro, Blood Curse ha i mezzi per dire la sua eccellendo soprattutto dal punto di vista dell’audio, composto da musiche veramente indovinate che concorrono a mantenere l’atmosfera cupa della storia e a tenere il giocatore costantemente in tensione, soprattutto nelle fasi di gioco più concitate.

Non è presente il doppiaggio in lingua italiana, sostituito da un sistema di sottotitoli nel nostro idioma che aiuta a capire quanto viene detto dai personaggi in inglese e giapponese: particolarmente indovinata a mio giudizio come scelta visti gli scarsi risultati del doppiaggio italiano della versione PS2.

Dato che ci troviamo pur sempre su PS3 il team di sviluppo sa che anche l’occhio vuole la sua parte e pur non facendo gridare al miracolo ci offre una grafica di buon livello alla risoluzione di 720p, con un framerate abbastanza costante anche nelle fasi di gioco più concitate.

Commento finale

Siren: Blood Curse è un titolo piacevole, appartenente a un genere sicuramente inflazionato ma che non per questo lo rende un gioco ripetitivo, il che è sicuramente un pregio trattandosi pur sempre di un remake, anche se dotato di tutte le modifiche e le aggiunte del caso.

Il lavoro di Sony Japan risulta quindi in un gioco gradevole che centra l’obiettivo di migliorare il suo predecessore, portandolo da una posizione di nicchia a un potenziale successo della piattaforma PlayStation 3.

Concludendo possiamo affermare che vale la pena portare pazienza nelle fasi di download e installazione, per poi lanciarsi a capo chino nell’avventura: azione, suspance e paura sono garantiti.

Il prezzo competitivo è un ulteriore incentivo al suo acquisto via PSN in attesa che venga rilasciato in versione Blu-Ray: solo la longevità potrebbe lasciare qualche dubbio anche se sicuramente si vede di peggio a ben più di 29,99€.

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