DiRT 3: la recensione

Archiviata l’improvvida esperienza arcade del precedente capitolo della saga, con DiRT 3 i ragazzi di Codemasters decidono di battere nuovamente la strada del realismo riprendendo le care, vecchie gare Rally per recuperare credibilità e convincere al contempo i tanti delusi che hanno abbandonato la serie da quando ha depresso la sua originaria vocazione simulativa per abbracciare i grandi numeri garantiti dalla generazione attuale di console.

L’intenzione dei Codies, stavolta, è quindi quella di riportare la saga al suo splendore iniziale attraverso la completa metamorfosi delle meccaniche di gioco e delle modalità in singolo e in multiplayer, con la promessa di integrare il profondo impianto meteorologico di F1 2010 nella gestione della fisica e del comportamento della vettura in funzione dei diversi terreni incontrati.

La mole di modifiche apportate dai Codemasters ci spinge perciò a non perdere nemmeno mezzo secondo e a gettarci a capofitto, con la recensione di DiRT 3 che v’attende dopo il salto, nell’analisi scrupolosa del gameplay e di tutti gli altri aspetti del progetto.

IL GIUSTO COMPROMESSO TRA ARCADE E SIMULAZIONE

Liberato il giocatore dallo sgangherato camper parcheggiato nel paddock virtuale di DiRT 2, i maestri del codice di Southampton abbandonano i pesanti e gli inutili orpelli del passato per offrirci un’esperienza più leggera e immediata che si manifesta in tutta la sua eloquente evidenza nella struttura “triangoliforme” dei menù di gioco: pur continuando a spettacolarizzare ogni singolo aspetto del menù, DiRT 3 prende le distanze dai suoi diretti predecessori e, con un sagace sistema escogitato dagli sviluppatori, “si lascia corteggiare” dall’utente senza concedergli la possibilità di capire quali e quanti modalità troverà al suo interno.

La reinterpretazione stilistica e strutturale dei menù tridimensionali segue di pari passo quella del Tour Mondiale, cuore pulsante dell’intera esperienza di gioco e chiaro esempio di come i Codies si siano dati da fare nel limare le spigolosità ravvisate in passato da chi si è cimentato con gli ultimi due episodi della serie: il vero e proprio strappo col passato viene rappresentato nel Tour Mondiale da una progressione degli eventi completamente diversa da quella a cui siamo stati abituati fino ad ora

Il singleplayer di DiRT 3 porta il giocatore a vivere in prima persona una poliedrica carriera sportiva della durata simbolica di 4 stagioni, ognuna caratterizzata da eventi diametralmente opposti gli uni agli altri per modalità, stili e “vocazione filosofica”: divisi in corse singole e in sotto-tornei a tempo, ad eliminazione e a punteggio troviamo infatti le gare Rally Cross (con adrenaliniche sfide su circuiti chiusi tra otto diversi contendenti al titolo), gli scontri Landrush (sostanzialmente, dei Rally Cross con pick up modificati e dune buggy), le competizioni Head 2 Head (delle gare uno contro uno a doppio turno su apposite piste a carreggiata divisa), i veloci TrailBlazer (corse a tappe con speciali vetture con motore ad alte prestazioni e livrea aerodinamica) e i sempreverdi eventi Drift (con punteggi prestabiliti da raggiungere compiendo complesse derapate).

Le due più importanti novità sono però rappresentate dal ritorno in grande stile delle gare Rally a tappe e a cronometro (che costituiranno circa il 50-60% dell’intera esperienza di gioco del Tour Mondiale) e, sull’altro fronte, dalla proposizione dei mini-eventi rientranti nella galassia della modalità Gymkana: sviluppate dai Codies con l’aiuto di Ken Block, le sfide Gymkana esaltano la bravura dei piloti all’interno di aree chiuse in cui è possibile conquistare punti effettuando derapate controllate attorno a dei pilastri o in corrispondenza di due o più coni e archi segnaletici.

Le sfide Gymkana da un lato e i classici eventi Rally dall’altro sono la naturale rappresentazione di un prodotto che cerca disperatamente di raggiungere e mantenere un equilibrio tra l’immediatezza delle gare arcade e il realismo simulativo: la chiave dell’enigma, più che nell’eterogenea e multisfaccettata natura delle modalità, bisognerebbe trovarla nelle meccaniche alla guida e nella giocabilità spicciola, ed è proprio questo ciò che tenteremo di fare con il prossimo capitolo di questa recensione.

DiRT 3: galleria immagini

40 SINISTRA LUNGA DOPO DOSSO TAGLIA!

DiRT 3 offre chilometriche corse Rally a tappe nei luoghi più selvaggi della Terra, eventi Drift e Gymkhana estremamente vari e adrenaliniche gare Cross su fango, asfalto, acquitrini, pietrisco, neve, sabbia, erba e persino ghiaccio: per gestire al meglio questa meravigliosa eterogeneità, i Codemasters hanno saggiamente rimodulato l’impianto di gioco per renderlo maggiormente scalabile e reattivo. Se da un lato gli esperti “corridori virtuali” guarderanno con estremo favore alla presenza di settaggi che garantiscono l’esclusione degli aiuti alla guida (come l’ABS, la sterzata assistita o la visualizzazione della traiettoria ottimale), dall’altro lato i piloti virtuali meno esperti e gli amanti dei titoli spiccatamente arcade saranno comunque felici di sapere che in DiRT 3 quasi tutte le modalità (Drift e Gymkana escluse) non offrono una curva d’apprendimento particolarmente ripida e si lasciano domare sin dall’inizio senza alcuna difficoltà.

Il percorso di sviluppo adottato dai Codemasters Southampton mina però la caratterizzazione realistica del modello di guida delle varie vetture: nonostante l’estrema scalabilità degli aiuti, l’impianto di gioco mantiene una pericolosa omogeneità tra le varie categorie di auto e non consente all’utente di sperimentare approcci alla guida diversi da quello appreso correndo per la prima volta (se non per delle piccole e blande distinzioni dovute più alla velocità media del mezzo e alle condizioni del tracciato che alla “meccanica” interna della vettura, dal tipo di trazione al peso).

Tale scelta mostra poi il fianco alle critiche di chi, giustamente, vorrebbe utilizzare il proprio volante per accentuare il realismo delle gare Rally e degli eventi “non-arcade”: il semplicistico modello di guida adottato dai Codies per allargare il bacino di utenti potenzialmente interessati all’acquisto di DiRT 3 rende persino deleteria la scelta di abbandonare il joypad per l’assenza oggettiva di un force feedback adeguato e dell’inutile necessità di impostare con millimetrica precisione curve o rettilinei (se non durante le gare innevate).

A sollevare le sorti della giocabilità ci pensa però il complesso sistema meteorologico già apprezzato da chi ha giocato al recente F1 2010: riproposto in salsa rallystica, questo potente sistema dinamico varia plasticamente la reazione della vettura in base al tipo di percorso intrapreso, obbligando il giocatore a studiare con estrema precisione il tracciato per non lasciare agli avversari dei secondi preziosi perdendo momentaneamente il controllo del mezzo o, peggio ancora, finendo rovinosamente fuori strada: questa splendida caratteristica viene però depressa dalla presenza degli odiosi (ripeto, odiosi) flashback che danno all’utente la possibilità di riavvolgere il tempo previo esborso di una modica quantità di Punti Reputazione utili a sbloccare nuovi eventi stagionali.

Le stesse criticità ravvisate sulle meccaniche di gioco le ritroviamo anche nell’Intelligenza Artificiale degli avversari, reattiva quanto basta ma grezzamente scalata e settata illogicamente al ribasso al punto da rendere obbligatoria la scelta dei piloti virtuali di lungo corso di fissarla al massimo livello di difficoltà per avere un tasso di sfida sufficientemente elevato

DiRT 3: galleria immagini

MULTIPLAYER

L’impianto multigiocatore di DiRT 3 riprende in toto le modalità del Tour Mondiale per consentirci di aumentare il nostro livello di Reputazione intraprendendo delle gare a Rally, a tappe e a punti in eventi con otto diversi avversari collegati in Rete (un numero non elevatissimo ma che consente ai Codies di mantenere lobby con connessioni molto stabili).

Accanto alle modalità della carriera principale troviamo poi degli eventi competitivi decisamente più immediati e originali, come le gare Transporter (una sorta di “cattura la bandiera” a cronometro), Infezione (in cui i giocatori vengono colpiti da un virus che contagia le loro auto e li spinge a fare a sportellate con gli avversari per liberarsene) e Invasione (dove vince chi abbatte il maggior numero di alieni di cartone, gli stessi giò visti nella Gymkana del singleplayer).

Vale poi la pena sottolineare che l’esperienza multiplayer è veicolata da un Vip Pass inserito nella confezione originale del titolo che, una volta immesso, dà ai giocatori su PS3 e X360 la possibilità di effettuare l’upload su YouTube dei replay , di accedere a tutte le modalità in Rete e di fruire di a cinque vetture esclusive guidabili sia in locale che online.

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GRAFICA E SONORO

Spinto dalla seconda generazione dell’EGO Engine, il motore grafico di DiRT 3 regala al titolo dei tracciati sontuosi e un menù di gioco di carattere; le automobili sono ricreate in ogni minimo particolare e la bontà delle ambientazioni è estremamente enfatizzata dalla squisita bellezza del sistema meteorologico che si occupa di impostare autonomamente le precipitazioni, il comportamento delle vetture in base al terreno incontrato e le condizioni di luce ed ombra nei vari momenti della giornata (nella fattispecie, alba, mattino, pomeriggio, tramonto e notte). A rendere ancor più particolareggiata l’esperienza “visiva” di DiRT 3 ci pensano poi gli effetti particellari e quelli di rifrazione sulle superfici levigate e riflettenti, per non parlare della cura maniacale con cui sono stati ricreati gli interni dei mezzi: meno entusiasmanti sono però le animazioni del pilota e la qualità di talune texture ambientali.

Meno spettacolare, ma comunque meritevole di citazione, è il lavoro certosino portato avanti dai “tecnici del suono” di Codemasters per dare alla loro opera un comparto audio sprovvisto di sbavature, dalla scelta delle tracce d’accompagnamento alla qualità del doppiaggio completamente in italiano sia per i menù che per le voci del navigatore nelle gare Rally.

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COMMENTO FINALE

DiRT 3 è un esperimento riuscito a metà: i cambiamenti apportati dai Codemasters all’impianto di gioco estremamente arcade del precedente capitolo della serie hanno trasformato il titolo in un grande contenitore in cui tutto è curato nei minimi particolari ma in cui niente è in grado di eccellere e di farci gridare al miracolo.

L’ultima fatica velocistica dei Codies regala un motore grafico sublime, delle modalità estremamente varie e un ventaglio unico di situazioni meteorologiche, ma deprime le speranze degli amanti del realismo proponendo loro un modello di guida divertente ma lontano anni luce dal tenore simulativo richiesto da una fetta sempre più consistente di giocatori, specie da chi vede nei maestri del codice inglesi degli storici punti di riferimento del settore.

Al netto dei giudizi critici che adombrano i punti di luce di questo complesso progetto, comunque, DiRT 3 rimane un ottimo prodotto d’intrattenimento spicciolo nonchè un eccellente esperimento che tenta di fondere (con fortune alterne) il realismo dei simulatori automobilistici e l’immediatezza degli arcade racing in un’unica opera interattiva.

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Cosa ci piace
Cosa non ci piace
  • Comparto tecnico ragguardevole
  • Modalità di gioco in singolo e in Rete estremamente varie
  • Divertente ed appagante
  • La grande varietà di terreni e di condizioni meteorologiche
  • Il minestrone di modalità del Tour Mondiale
  • Troppo complesso per essere un arcade, troppo immediato per essere una simulazione
  • Nemici poco competitivi ai livelli medio-bassi

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