The Dishwasher: Vampire Smile - la recensione

Anche se è ormai passato qualche giorno dall’uscita di The Dishwasher: Vampire Smile, viste le indiscutibili qualità di questo titolo Xbox LIVE Arcade abbiamo deciso di proporvi comunque una recensione dettagliata, utile a far scoprire un possibile acquisto a chi per un qualsiasi motivo ne ha ignorato l’esistenza fino a questo momento.

Vampire Smile è il nuovo lavoro di James Silva, sviluppatore indie che nel 2009 seppe convincere e appassionare un gran numero di giocatori con The Dishwasher: Dead Samurai. Il gioco in questione, caratterizzato da una natura estremamente cruenta e da uno stile molto riconoscibile, si distingueva soprattutto per l’ottimo sistema di combattimento, capace di racchiudere in un’esperienza tutto sommato contenuta meccaniche complesse e grande varietà.

Con The Dishwasher: Vampire Smile James Silva torna alla carica, proponendo un gioco più ricco, più curato e impreziosito da una succosa modalità multiplayer. Se amate i giochi d’azione a tinte forti e, soprattutto, siete degli inguaribili nostalgici ancora legati ai vecchi picchiaduro a scorrimento che negli anni ’80 e ’90 affollavano le sale giochi, vi aspettiamo dopo il salto per descrivervi nel dettaglio questo interessante titolo LIVE Arcade.

Il lavapiatti e la prigioniera

La prima differenza che salta subito all’occhio, rispetto al titolo precedente, è la presenza di Yuki, nuovo personaggio inserito principalmente per arricchire la modalità single player del gioco. Affrontando la storia principale, infatti, in determinati momenti è possibile scegliere se continuare con il personaggio utilizzato fino a quel momento o se cambiare punto di vista, in modo da approfondire le vicende di entrambi gli eroi di Vampire Smile.

La caratterizzazione dei due personaggi è curata e ben studiata, ma è un vero peccato notare quanto dal punto di vista del gameplay non ci siano differenze sostanziali a prescindere dal fatto che si vestano i panni del lavapiatti o della gracile Yuki. Entrambi i combattenti, infatti, possono contare sul medesimo gameplay, senza mostrare variazioni di alcun genere nemmeno sul fronte della velocità e della potenza (parametri generalmente usati per distinguere personaggi di sesso opposto).

Nonostante questo, però, avere a disposizione due storie differenti da affrontare in single player espande la longevità del prodotto, spingendo il giocatore a completare la trama almeno due volte per scoprire i dettagli di entrambi i combattenti. A questo, poi, si va ad aggiungere una divertente modalità multiplayer che permette a due giocatori di mettere in scena veri e propri spettacoli a base di sangue, katana e combattimenti frenetici.

Le immagini della recensione di The Dishwasher: Vampire Smile

Fiumi di sangue

Chi ha già avuto modo di provare il capitolo precedente di The Dishwasher non si stupirà di fronte alla gran quantità di sangue che puntualmente schizza fuori dai corpi mutilati dei nemici in Vampire Smile. Anche in questo caso, infatti, James Silva ha scelto la strada più cruenta possibile per rappresentare i duelli all’arma bianca del proprio gioco.

Ogni colpo di grazia portato a segno, infatti, si produce in coreografiche fontane di plasma vermiglio che, a seconda delle situazioni, arrivano perfino a imbrattare lo schermo in modo davvero spettacolare. La scelta di calcare la mano sul lato cruento dell’esperienza, inoltre, non si limita agli effetti visivi di Vampire Smile, ma emerge anche in alcuni dettagli della trama.

Gli stessi protagonisti, infatti, non sono certo immuni alle ferite, tanto che nel corso della storia è possibile assistere a brutali mutilazioni che intaccano perfino i corpi degli eroi di turno. Nel caso di Yuki, per esempio, la perdita di un braccio dopo il combattimento con il boss di turno porta all’acquisizione di una letale motosega da usare a piacimento per smembrare gli avversari nella fase seguente dell’avventura.

Gli strumenti del massacro

L’elemento chiave del gameplay di The Dishwasher: Vampire Smile va ricercato nella possibilità di utilizzare un gran numero di armi differenti per infierire sui propri nemici, dettaglio che mette a disposizione dei giocatori una quantità spaventosa di combo e di tecniche letali.

La cosa interessante è che, vista l’ottima Intelligenza Artificiale degli avversari che affollano i livelli, è necessario approcciarsi a ogni scontro avendo bene in mente una tattica specifica, a meno che non ci si voglia trovare prematuramente di fronte alla fatidica schermata di Game Over. Già a livello normale la difficoltà dell’esperienza potrebbe scoraggiare i giocatori meno abili e quelli poco abituati alle sfide di una volta, ma dall’altra parte è chiaro quanto Vampire Smile, se affrontato nel modo giusto, offra sempre la possibilità di portare a casa la pelle e di eliminare ogni genere di avversario.

Il sistema di combattimento del gioco, infatti, è pensato per spingere il giocatore a scegliere l’arma più adatta ai vari ostacoli da superare, in modo da variare il più possibile l’esperienza finale e, soprattutto, da movimentare l’interminabile serie di battaglie all’ultimo sangue che ci si trova ad affrontare lungo i 13 scenari di Vampire Smile.


Lo stile che convince

Oltre all’ottimo sistema di combattimento, comunque, la caratteristica principale di The Dishwasher: Vampire Smile è sicuramente lo stile utilizzato per la rappresentazione dei vari elementi di gioco. Per l’intera durata dell’esperienza, infatti, l’azione è rappresentata in bianco e nero, con il rosso del sangue a rappresentare l’unico colore visibile su schermo.

Questa impostazione in stile Mad World si rivela essere perfetta per Vampire Smile e fornisce il gioco di un carattere forte e ben delineato. A questo si vanno ad aggiungere le splendide illustrazioni animate utilizzate per raccontare i dettagli della trama, con uno stile graffiante e immediatamente riconoscibile.

La ciliegina sulla torta è rappresentata da una vasta gamma di effetti grafici (primo fra tutti quello legato al teletrasporto di sangue usato dai due protagonisti per spostarsi rapidamente sullo schermo) che impreziosisce e adorna ogni singolo istante dell’esperienza di gioco.

Le gioie del multiplayer

La possibilità di affrontare la sfida assieme a un amico rende The Dishwasher: Vampire Smile un vero campione di divertimento, in particolare grazie all’ottimo bilanciamento del multiplayer. La gran quantità di nemici su schermo, infatti, garantisce un’esperienza frenetica anche quando si combatte assieme a un compagno, permettendo perfino di dividersi i compiti durante gli scontri con i boss.

In queste situazioni specifiche, infatti, agli enormi e agguerriti nemici di fine livello si affiancano decine di avversari minori da tenere a bada durante il combattimento, che possono tranquillamente essere sterminati da uno dei due giocatori mentre l’altro affronta la sfida più impegnativa.

A questo si affianca la possibilità di creare interessanti combo di coppia in cui uno dei due giocatori inizia l’attacco, mentre l’altro lo conclude portando a segno il colpo di grazia.


Commento finale

The Dishwasher: Vampire Smile è un ottimo gioco d’azione capace di offrire un’esperienza single player estremamente valida e, soprattutto, un multiplayer di alto livello. La profondità del sistema di combattimento unita alla difficoltà della sfida rende questo gioco una scelta obbligata per gli appassionati di picchiaduro a scorrimento alla ricerca di qualcosa con cui mettere alla prova l’abilità di un tempo.

Cosa ci piace

Cosa non ci piace

  • Sistema di combattimento eccellente
  • Scelte stilistiche azzeccate
  • Multiplayer offline e online
  • Qualche rallentamento di troppo
  • Non è certo lunghissimo
  • Animazioni non sempre all’altezza

Le immagini della recensione di The Dishwasher: Vampire Smile

Le immagini della recensione di The Dishwasher: Vampire Smile
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