Tales of Monkey Island: Launch of the Screaming Narwhal - la recensione

Annunciato a poco tempo di distanza dal suo rilascio effettivo, Tales of Monkey Island non ha mancato per questo di risvegliare immediatamente in noi tutta la nostalgia per la vecchia trilogia di avventure grafiche che ha contribuito in modo decisivo a fare la storia per questo genere di videogioco, negli ultimi anni finito un po’ nel dimenticatoio ma mai in grado di scomparire

Parte del merito per ciò va sicuramente anche a Telltale, in grado con le due serie a episodi di un altro marchio storico come Sam & Max di far appassionare tante persone alle nuove avventure dello strampalato duo di detective.

Non ci resta che farci prendere dunque dalla rinnovata atmosfera creata in collaborazione con lo storico ideatore della serie Ron Gilbert, sperando di poter riscattare il quarto capitolo uscito qualche tempo fa, un po’ deludente per molti.

Visto il successo ottenuto con Sam & Max, i ragazzi di Telltale hanno ben pensato di fare il passo decisivo cimentandosi su un pezzo di storia come Monkey Island, creando di nuovo una serie della durata di 5 episodi in totale dedicata al pirata più amato di tutti i tempi: Guybrush Threepwood, che proseguirà a farci compagnia una volta al mese fino a novembre, al prezzo totale di 33€ su Steam.

Tales of Monkey Island: Launch of the Screaming Narwhal - immagini

Sono Guybrush Threepwood, temibile pirata!

Il dubbio che attanaglia ogni videogiocatore quando viene annunciato il ritorno di un marchio storico è quello relativo alla speranza che si possa trattare di un qualcosa in grado di rinverdire i fasti gloriosi di un titolo piuttosto che affossarne la popolarità con un malriuscito colpo di marketing.

Ben conscia di tutto ciò, Telltale ha raggruppato gran parte degli addetti ai lavori della trilogia originale di Monkey Island, incluso il creatore Ron Gilbert che anche se non coinvolto direttamente non ha mancato di fornire il proprio apporto alla creazione delle nuove avventure.

Il pollo di gomma con la carrucola in mezzo

Sin dall’inizio, Tales of Monkey Island appare fresco e intriso d’umorismo così com’era un tempo, lanciando immediatamente sulla scena Guybrush, la moglie Elaine, il cattivone LeChuck e un’immancabile scimmia, in procinto di finire male a causa di un sacrificio che il pirata non-morto sta per effettuare. Senza rivelare altro, il nostro Guybrush si ritroverà su un’isola maledetta dai venti, lontano dalla moglie e con un nemico in più da sconfiggere: il tutto attraverso una trama ben narrata in grado di reggere il confronto coi vecchi capostipiti degli anni ’90.

Parte del successo di Monkey Island fu dettato a suo tempo dalla presenza di enigmi semplicemente tanto geniali quanto strampalati, ma non per questo impossibili da essere portati a termine, aspetto presente anche in questa nuova serie a episodi forse un pochino più facile di quanto era lecito aspettarsi, visto che soprattutto i giocatori più esperti non si troveranno praticamente mai in difficoltà.

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3D che paura

L’incubo principale di ogni fan di Monkey Island è quello di ritrovarsi davanti a una grafica 3D in grado sì di essere al passo coi tempi ma troppo fredda e poligonale per mantenere inalterato lo spirito della serie originale, paura che in parte può essere fondata ma che comunque alla luce del lavoro fatto dai grafici di Telltale possiamo definire eccessiva: certo il vecchio fascino di Guybrush è difficile da riprodurre, ma anche noi piccoletti dell’epoca siamo abbastanza cresciutelli da non emozionarci più come 10 anni fa per un videogioco(sigh!).

Per quanto riguarda il sonoro, Tales of Monkey Island si presenta unicamente col doppiaggio in inglese condito dai relativi sottotitoli nella stessa lingua, senza presentare al momento nessun altra traduzione: eventuali lingue secondarie saranno prese in considerazione eventualmente a partire da novembre, quando i 5 episodi saranno stati tutti rilasciati. Ciliegina sulla torta: le musiche (compreso la storica colonna sonora) sono state composte dallo stesso creatore di quelle originali.

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Commento finale

A differenza del mezzo passo falso fatto con Monkey Island 4, Tales of Monkey Island si presenta come un prodotto in grado di soddisfare tutti i fan delle avventure grafiche, ma soprattutto quelli molto più esigenti legati in maniera indissolubile ai primi 3 titoli della serie, veri e propri mostri sacri del videogioco (soprattutto i primi 2).

Visto il prezzo contenuto si tratta sicuramente di un acquisto da tenere in considerazione, in attesa del secondo episodio che si spera possa confermare quanto di buono visto in questo Island: Launch of the Screaming Narwhal. Un acquisto pressoché obbligato per chi vuole professarsi fan di Monkey Island che non mancherà di far tornare la mente a 15 e passa anni fa quando Guybrush era solo un pirata pixelloso in 2D.

Cosa ci piace

Cosa non ci piace

  • Guybrush Threepwood è quello dei tempi migliori
  • Il prezzo
  • Comicità intatta
  • Difficoltà non elevatissima
  • Controlli un po’ scomodi

Tales of Monkey Island: Launch of the Screaming Narwhal - immagini
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