Diablo, Borderlands, World of Warcraft: perchè creano dipendenza? Ce lo spiega la Psicologia


I titoli che offrono scrigni, casse e nemici pieni zeppi di armature, armi ed oggetti generati randomicamente durante i combattimenti e le missioni di esplorazione, creano una sorta di dipendenza in chi li gioca: l’ultimo studio condotto dai curatori del sito The Psychology of Video Games porta esattamente verso questa direzione.

Lo studio, infatti, rivela che i meccanismi psicologici che portano gli utenti di giochi come World of Warcraft, Torchlight, Diablo e Borderlands a gettarsi per ore ed ore alla spasmodica ricerca del pezzo di corazza più pregiato (o della pozione magica più potente) sono esattamente gli stessi di coloro i quali vengono rapiti dal “fascino demoniaco” delle slot machine.

La prova inoppugnabile che conferma questa teoria arriva però dalla chimica: quando una persona va incontro a qualcosa di piacevole e inaspettato il suo cervello tende a produrre una quantità considerevole di dopamina, un neurotrasmettitore che accelera il battito cardiaco ed alza la pressione sanguigna tanto da portare a sensazioni di euforia e di “felicità”.

Ebbene, dopo accurate analisi si è scoperto che gli utenti dei titoli che generano casualmente gli oggetti, così come i giocatori di slot machine, quando sono impegnati col loro passatempo preferito subiscono delle vere e proprie “scariche” di dopamina, regalandogli una sensazione sempre nuova proprio in virtù dell’impossibilità di capire cosa troveranno nel prossimo scrigno, o quanto andranno vicini al Jackpot con la prossima puntata.

via | The Psychology of Video Games

Borderlands: galleria immagini

Borderlands
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