StarCraft II: Wings of Liberty - la recensione

Nel 1998, la Francia vinceva i mondiali di calcio in casa prima di diventare una squadra-barzelletta peggio dell’Italia. Nel 1998, nei locali pubblici si fumava ancora e tornando a casa dovevi mettere a bagno nell’acido i tuoi vestiti per lavarli. Nel 1998 i giocatori PC videro arrivare tutti insieme titoli come Half-Life, Grim Fandango, Baldur’s Gate e StarCraft, cugino del più famoso WarCraft dal quale si differenziava per l’ambientazione fantascientifica invece che fantasy.

1998. Dodici lunghissimi anni durante i quali l’eco dello strategico spaziale (in tutti i sensi) sviluppato da Blizzard non ha accennato a diminuire, amplificandosi anzi a livelli che probabilmente nemmeno la software house si sarebbe aspettata all’epoca. Le richieste disperate dei fan per avere un seguito al gioco base e alla sua espansione hanno finalmente trovato pace nel 2007, quando la stessa Blizzard annunciò al mondo di avere in cantiere StarCraft II in Sud Corea, nazione dove il vecchio capitolo è ancora oggi una sorta di istituzione con ore e ore di gioco dedicate dagli appassionati al punto da “meritarsi” un aereo a tema.

Il resto è storia di sviluppo, di contenuti centellinati, di una beta multigiocatore d’antipasto e di un 27 luglio che molti ricorderanno per aver partecipato al lancio di mezzanotte per accaparrarsi immediatamente la Collector’s Edition del gioco, un lancio che per una volta ha costretto anche la stampa specializzata ad aspettare con trepidazione l’arrivo di StarCraft II per una definitiva prova su strada, che anche noi di Gamesblog possiamo finalmente proporvi.

Come tutti quanti ormai saprete, non senza scatenare qualche polemica Blizzard ha deciso di pubblicare StarCraft II sostanzialmente a tre riprese, composte dal gioco base uscito ora, intitolato Wings of Liberty e dedicato nella sua componente a giocatore singolo ai Terran, più le due “espansioni” Heart of the Swarm e Legacy of the Void, rispettivamente incentrate invece su Zerg e Protoss. In Wings of Liberty siamo dunque quattro anni dopo gli avvenimenti narrati nell’espansione Brood War, nei panni di Jim Raynor, mercenario dal glorioso passato ora impegnato a nascondersi dalla caccia del Dominio ai suoi danni, guadagnandosi da vivere sul pianeta Mar Sara accettando missioni qua e là. Ma il destino di Raynor ben presto lo porterà ad affrontare nuove minacce partendo a bordo della sua nave Hyperion, costringendolo a guardarsi le spalle non solo dagli altri esseri umani ma anche dagli Zerg, mentre la Regina delle Lame (al secolo Sarah Kerrigan) sembra essere tornata all’opera una volta e per tutte, coi Protoss inizialmente estranei agli avvenimenti, ma presto chiamati a intervenire.

StarCraft II: Wings of Liberty - la recensione

La trama fantascientifica studiata dagli sviluppatori avanza grazie a un’incredibile serie di scene animate, come da tradizione Blizzard mai noiose ma coinvolgenti e pienamente apprezzabili senza faticare in sforzi di attenzione. Ben presto nella modalità singola ci si accorge che il tutto non è composto da un solo susseguirsi di missioni, ma è pilotato in un modo che ricorda molto il primo Dune, andando cioè anche in giro a parlare con le persone per far sì che la trama vada avanti insieme alla ricerca di nuovi potenziamenti e unità. Questo offre al giocatore una sorta di “illusione consapevole” di essere quasi all’interno di un gioco di ruolo, anche se dalle scelte evidentemente guidate e ben poco ampie, che comunque possono portare ad alcuni bivi all’interno della storia raccontata in StarCraft II, vivacizzata anche da una varietà di tutto rispetto delle missioni che compongono la campagna, tra recuperi, scorte e fasi alternate di attacco-difesa dettate dalla presenza o meno della luce del giorno. A chi teme la possibile natura “storpiata” di Wings of Liberty possiamo dire (pur senza aver completato al 100% tutta la campagna) che il capitolo dedicato ai Terran può decisamente valere i soldi spesi per l’acquisto, in quanto giocabile attraverso ben quattro livelli diversi di difficoltà e con una serie di obiettivi da sbloccare, per i quali è necessario passare ore ed ore aggiuntive davanti allo schermo.

Parte integrante di StarCraft II è giocoforza il multiplayer, per il quale Blizzard ha deciso di fare le cose in grande rinnovando Battle.net e offrendo un potentissimo sistema dalle componenti “social” che vanno tanto di moda, inclusa l’integrazione con Facebook, ma soprattutto accompagnando anche i neofiti all’interno del crudele mondo online nel modo più dolce possibile, offrendo loro una serie di partite di training oltre alla possibilità di giocare amichevoli e di darsi da fare nei tutorial prima di lanciarsi tra classifiche varie. Se la modalità singola è prevalentemente dedicata ai Terran, nel multiplayer ritroviamo con piacere la possibilità di comandare anche Zerg e Protoss attraverso partite che vanno dall’1 contro 1 al 4 contro 4, per quello che immaginiamo diventerà uno dei passatempi preferiti degli amanti degli strategici per i prossimi 10 anni e oltre. Il sistema di matchmaking cerca di proporre partite equilibrate tra gli sfidanti, evitando così per quanto possibile che il novizio di turno finisca per andare a farsi asfaltare dall’esperto.

StarCraft II: Wings of Liberty - la recensione

Le meccaniche di StarCraft sono sempre le stesse, prendere o lasciare. Ne sono state dette tante negli ultimi tempi sulla possibilità o meno di aggiungere particolari novità, ma la decisione di Blizzard è stata quella di prendere un qualcosa di già perfetto (altrimenti non sarebbe stato giocato per 10 anni e oltre) senza stravolgerlo, partendo dalla raccolta dei minerali alla gestione di unità e potenziamenti: tutto sarà perfettamente noto ai giocatori del primo capitolo, ma anche a chi si definisce un esperto di strategici. Tutto ciò può essere detto anche a proposito delle mappe, che chi ha giocato di recente a Supreme Commander potrà trovare minuscole rispetto al lavoro di Gas Powered Games, rendendosi però presto conto di quanto siano ben congegnate sia per svolgere il loro lavoro in singolo, ma soprattutto in modalità multigiocatore.

Dal punto di vista tecnico StarCraft II fa egregiamente il proprio dovere, senza puntare su una grafica ultrapompata ma anzi mostrando adattabilità anche su macchine ormai un po’ vecchiotte. Sostare nel bar di Mar Sara o andare in giro per la nave Hyperion è un vero e proprio piacere, soprattutto per la cura nei dettagli messa in campo dal team di sviluppo. Lo stesso identico discorso vale ovviamente anche per la battaglia vera e propria, dove unità e strutture sono rifinite in modo quasi maniacale, mostrando nel dettaglio ogni upgrade o diversità rispetto alla sua versione base. Anche gli effetti fanno pienamente il loro lavoro, offrendo anche un po’ di sano gore nelle uccisioni. A un comparto grafico di ottimo livello non poteva non affiancarsi un sonoro degno, ed è così che Blizzard ha fatto le cose in grande, traducendo completamente il gioco anche nella nostra lingua, partendo dai prevedibili dialoghi e finendo addirittura a scritte e tabelloni presenti nelle scene d’intermezzo e nelle missioni. La colonna sonora si adatta perfettamente alle varie situazioni di gioco, e offre una serie di canzoni appositamente create per StarCraft II, come la mitica “A Zerg, a shotgun and you”.

StarCraft II: Wings of Liberty - la recensione

Tirando le somme, StarCraft II è un ottimo prodotto che non mancherà di ripagare gli appassionati di tutti questi anni d’attesa, pur portando con sé le principali innovazioni che riguardano Battle.net e la “vita online” dei giocatori piuttosto che le meccaniche dello strategico in sé. Un racconto epico come quello della modalità singola è sufficientemente lungo da giustificare la spesa effettuata in attesa di avere gli altri due capitoli della trilogia, per includere i quali ci rendiamo conto sarebbe stato davvero necessaria una mole di lavoro eccezionale, oltre che ulteriore tempo a disposizione per gli sviluppatori. Il multiplayer è intatto ed è sempre quello di StarCraft II, il che significa che questo sarà uno dei giochi più in voga via Internet per i prossimi anni, potenzialmente all’infinito visto l’alto grado di divertimento e coinvolgimento garantito dalle partite online. Non possiamo quindi che applaudire Blizzard per quanto realizzato, in attesa di calarci a capo degli Zerg nella prima espansione, in uscita (si spera) l’anno prossimo.

Cosa ci piace
Cosa non ci piace
  • Modalità singola avvincente
  • Multiplayer potenzialmente infinito
  • Il nuovo Battle.net
  • Chi cerca innovazione nel genere dovrà aspettare ancora

StarCraft II: Wings of Liberty – la recensione
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StarCraft II: galleria immagini
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