Krater: la recensione

La recensione di Gamesblog di Krater, mix tra gioco di ruolo e strategico in tempo reale sviluppato dal team svedese Fatshark.
La recensione di Gamesblog di Krater, mix tra gioco di ruolo e strategico in tempo reale sviluppato dal team svedese Fatshark.

Il nome di Fatshark dirà forse abbastanza poco ai più, eppure il team con base a Stoccolma ha avuto modo di partecipare anche a titoli importanti in veste di subcontractor, come indicato anche sul suo sito ufficiale. Solo nell’ultimo paio d’anni il simpatico nome è venuto fuori, dopo l’arrivo sul mercato di Lead and Gold: Gangs of the Wild West per PC e PlayStation 3, al quale hanno fatto seguito due altri titoli nel corso del 2011.

Stesso numero di giochi in arrivo anche durante quest’anno, che vedrà Fatshark mettere in pista Krater e War of the Roses, due progetti diversi nel genere ma in grado di suscitare entrambi un certo interesse. Oggi ci occupiamo proprio del primo di questi ultimi due titoli, un gioco di ruolo che ricorda molto da vicino Diablo, e che del resto non fa un mistero del suo voler essere proprio un omaggio alla vecchia scuola sia nei giochi di ruolo d’azione (i cosiddetti hack and slash), sia nel campo degli strategici in tempo reale.

Non ci resta dunque che andare a scoprire cosa ha combinato il team svedese, ricordando che Krater è disponibile attraverso Steam all’interessante prezzo di 13,99€.

Krater: la recensione

Un cratere per amico

Krater è ambientato in un ipotetico futuro del terzo millennio, all’interno del quale la maggior parte della popolazione della Terra è morta in seguito a un susseguirsi di esplosioni nucleari e disastri causati da armi batteriologiche, che nell’ottica di una guerra interstellare apocalittica – conosciuta come Untergang – ha distrutto tutti i mondi abitati dagli umani. Collassata su sé stessa, la sopravvissuta civiltà umana si ritrova così a dover ripartire da zero, fronteggiando anche gli inevitabili cambiamenti avvenuti sul proprio pianeta a partire da quelle che è la sua nuova “casa”: un enorme cratere nato proprio in seguito all’esplosione di una potente bomba. Fin qui con l’ambientazione post-apocalittica non c’è sicuramente niente di nuovo, ma se solitamente siamo abituati a vedere l’America, Fatshark ha deciso di propendere per un po’ di sano campanilismo ambientando le vicende narrate in Krater proprio nella sua Svezia.

Il gioco strizza come dicevamo l’occhio a diversi titoli noti: un po’ Diablo, un po’ Fallout e per certi aspetti anche un po’ Borderlands, sia nelle meccaniche che nella sua impostazione e nei controlli. Al giocatore, la possibilità di guidare un party composto da tre elementi, scegliendo tra le tre classi presenti all’interno di Krater: nulla di nuovo sotto questo aspetto, visto che abbiamo il solito personaggio bravo a “incassare”, il curatore, quello che fa danni a manetta ed infine quello che si occupa del crowd control. Uno di questi rimane quindi al di fuori del terzetto di protagonisti, rispondendo unicamente allo stile di gioco preferito dal giocatore di turno. La difficoltà appare impegnativa anche per i giocatori più esperti, messi alla prova dalla presenza di danni permanenti (compresa la morte definitiva del singolo personaggio) bilanciata dalla possibilità di ricorrere a un sistema di reclutamento.

La natura del gioco è di tipo aperto, il che tradotto sta a significare che al di là dei dungeon e delle situazioni vissute, ci sono sempre luoghi a disposizione da esplorare grazie ai dungeon e agli eventi generati in modo casuale, attingendo dalla base di ambientazioni e quest preparate da Fatshark. Leggendo le righe precedenti avrete a questo punto già chiaro quale sia il gameplay di Krater: dimenticate le statistiche esasperate dei giochi di ruolo “puri”, e siate pronti a lanciarvi in un’avventura all’interno della quale l’azione è uno dei componenti principali insieme a un pizzico di strategia. Attenzione però, non che questo si traduca nella completa assenza delle meccaniche ruolistiche: le classi hanno infatti le loro abilità speciali (interessante la possibilità di scegliere direttamente dall’interfaccia tra quelle dei personaggi selezionati senza doverne selezionare uno singolarmente), così come grazie al sistema di crafting possono costruire armi e altri oggetti in grado di potenziare abilità e poteri.

Krater: la recensione

Multiplayer? Sì, ma non ora

Una piccola nota riguarda la modalità multigiocatore, al momento non presente visto che il team di sviluppo ha nei piani la sua pubblicazione per il prossimo 10 luglio: grazie a essa sarà possibile usare i propri personaggi sia in singolo che in coop, seguendo la storia principale o dandosi al vagabondaggio nel mondo di Krater. Arriverà poi in un secondo momento anche l’espansione dedicata al PvP, con la quale i giocatori potranno naturalmente scontrarsi tra di loro dando vita a sfide online potenzialmente in grado di aumentare a dovere la longevità di questo titolo.

Kratere con DirectX 11

Dal punto di vista tecnico ci troviamo di fronte a un gioco molto curato, sia nelle varie ambientazioni che vanno da piccoli insediamenti a grandi agglomerati urbani, sia nei dettagli squisitamente tecnici. Krater fa infatti uso delle librerie DirectX 11, offrendo apprezzabili combinazioni di colorazione e interessanti giochi di luce, insieme a un ottimo livello di dettaglio di tutti i suoi elementi, compresi i nemici contraddistinti spesso da tratti unici anche nel caso in cui appartengano alla stessa tipologia. Anche le musiche, dovute in larga parte al compositore svedese Christian Gabel, fanno pienamente il loro dovere, mentre a beneficio di chi si chiede quale sia la lingua ricordiamo che è presente solo l’inglese.

Krater: la recensione

Commento finale

Giudicare un titolo come Krater è una cosa allo stato attuale piuttosto difficile, visto che come abbiamo avuto modo di dire la modalità multigiocatore è di fatto completamente assente: quello che ci troviamo tra le mani è quindi un titolo completato a metà, anche se la modalità singola è comunque apprezzabile in ogni suo singolo aspetto. Per fortuna il gioco in sé non è affatto male, ma anzi riesce con le sue meccaniche a coinvolgere anche se l’ambientazione non brilla di certo per originalità: il risultato finale è un gioco frizzante e divertente, in grado di affermare comunque il proprio stile in un genere dominato da big che più big non si può.

Sicuramente, l’impegno profuso da Fatshark in questo gioco è stato alto, e questo è riscontrabile anche dall’attenzione nei dettagli: pur essendo tra coloro che non amano vedere pubblicati giochi incompleti, devo ammettere che il prezzo concorrenziale aiuterà comunque Krater a farsi largo all’interno del mercato, aspettando che arrivi la modalità online con la quale il prodotto del team svedese sarà giudicabile nella sua completezza.

Cosa ci piace

Cosa non ci piace

  • Divertente al punto giusto
  • Curato anche nei dettagli
  • Prezzo interessante
  • Multiplayer non ancora disponibile
  • Nessuna novità reale
  • Gioco “spezzatino”

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