Silent Hill Origins: la recensione

Dove può finire un camionista che in una notte piovosa riesce ad evitare per miracolo di travolgere una misteriosa bambina che subito dopo scompare nella nebbia, per poi trovarsi a salvarla da una casa in fiamme nel bel mezzo del nulla? Ma a Silent Hill naturalmente!

E’ con questo classico incipit che prende il via Silent Hill Origins, il primo survival horror per PSP creato da Konami e dagli studi Climax Entertainment: vediamo se le nostre coronarie saranno messe alla prova come tradizione della saga.

LA NEBBIA AGLI IRTI COLLI

Silent Hill Origins è una classica avventura in terza persona con un sistema di inquadrature che si alternano tra fisse – soprattutto in alcune stanze per dare un particolare effetto disturbante – e altre poste più classicamente alle spalle del protagonista. Il nostro sfortunato eroe risponde al nome di Travis Grady e non si trova nella città fantasma di Silent Hill per caso, ma al contrario potremo scoprire parecchie “verità scomode” sul suo conto esplorando la nebbiosa cittadina.

Durante lo svolgimento degli eventi, che sono precedenti al primo mitico capitolo per PSX, avremo modo di visitare parecchie inquietanti zone della cittadina, tra le quali l’ospedale, il manicomio e altre allegre strutture che chiunque eviterebbe senza pensarci un secondo. Tranne il nostro rude camionista, si intende.

La meccanica di gioco è piuttosto classica: si alternano con buon ritmo momenti di esplorazione e risoluzione di enigmi (mai troppo frustranti ma comunque in grado di impegnare in articolati ragionamenti) e sezioni di lotta con gli abomini ben noti ad ogni amante delle opprimenti atmosfere di questo indovinato horror: dall’immancabile infermiera agli “ammassi” di carne ambulanti non manca proprio nulla.

Le occasioni di combattere non mancano quindi di certo, e introducono due piacevoli novità: la possibilità di utilizzare moltissime armi di fortuna che troveremo in giro per le mappe (che hanno una durata ben precisa prima di diventare inutilizzabili) e l’eventualità che i mostri ci aggrediscano dando vita ad un breve quick time event dove dovremo premere con tempismo i tasti a video per scrollarci di dosso gli inferociti abitanti.

Se una cosa non fa difetto al gioco, questa è l’atmosfera. Tutto, sulla piccola portatile Sony, è stato studiato alla perfezione per farci spaventare: all’inizio del gioco compare addirittura un avviso che ci consiglia di giocare a luci spente e con gli auricolari, proprio per massimizzare la sensazione di ansia e fastidio tipica del gioco.
Un ottimo lavoro è stato fatto sulla gestione delle inquadrature e sull’utilizzo della torcia, davvero indovinato e fonte di inquietudine quando ci troviamo a dirigere il cono giallo di luce in un angolo buio inesplorato.

Altra grande novità è la gestione del passaggio alla dimensione parallela già conosciuta negli altri episodi.
Se però precedentemente i passaggi avvenivano involontariamente, ora il salto è del tutto volontario, tramite l’uso di specchi strategicamente piazzati: inutile dire che la risoluzione degli enigmi prevede un ragionato passaggio tra le due realtà (a voi decidere quale sia la più spaventosa!).

Per dovere di cronaca è necessario sottolineare che il gioco vanta una notevole varietà di finali, tutti sbloccabili soddisfacendo condizioni particolari durante la partita, posto che abbiate voglia di ripetere il tutto svariate volte.

GRAFICA E SONORO

Graficamente il gioco spinge la PSP a livelli di eccellenza assoluta. Gli ambienti vantano texture convincenti, soprattutto nella loro versione “malata”, le animazioni del protagonista sono buone e credibili, la nebbia che ci avvolge girovagando per le strade è densa e corposa. Ma il vero capolavoro è nelle gestione delle luci ed ombre generate dalla torcia: davvero un (dis)piacere per gli occhi vedere balenare nel buio l’ombra di una trave illuminata o osservare la saettante sagoma di un nemico che ci sta per attaccare e trasalire di conseguenza.

E’ tuttavia con il comparto audio che il gioco decolla definitivamente, forte di una colonna sonora evocativa e di effetti semplicemente perfetti per creare ansia e atmosfera, dal gracchiare della radio del protagonista quando ci sono mostri nelle vicinanze, al suo fiatone quando corre troppo per arrivare agli stridori metallici e fastidiosi e ai terribili lamenti delle varie mostruosità.

Non solo pregi però: notiamo una gestione delle telecamere non sempre perfetta e una certa legnosità durante i combattimenti che portano insieme a subire qualche ferita di troppo e a lavorare più del dovuto con il tasto L, per aggiustare il punto di vista.

Oltre a questi difetti tecnici a mio avviso vanno segnalate anche un paio di sviste “concettuali” : non sono convinto che permettere al protagonista un uso continuo di oggetti contundenti e di armi da fuoco e fornirlo di un’ottima attitudine a prendere a pugni i mostri (è pur sempre un rozzo camionista) sia stata una buona idea, visto che si perde in parte la sensazione di essere estremamente debole e costantemente in pericolo tipica di Silent Hill.

Stesso discorso per il passaggio alla dimensione alternativa, che risultava nettamente più spaventoso e spiazzante quando era automatico e non gestito dal giocatore. Restano comunque piccolezze oltre che precise scelte di design da parte dei programmatori, pertanto potrebbero risultare assolutamente ininfluenti per molti giocatori.

Giocano a sfavore del titolo anche una longevità non proprio esemplare, sei o sette ore al massimo per completare il tutto e un curioso problemino di cui vi renderete conto provando il gioco: utilizzarlo in una stanza illuminata è praticamente impossibile visto che finirete per passare il tempo a specchiare la vostra faccia terrorizzata sul display della console senza vedere assolutamente nulla di quello che succede a schermo.

COMMENTO FINALE

Silent Hill Origins riesce nell’impresa non proprio scontata di adattare un gioco tipicamente horror e d’atmosfera ad una console portatile: già questo è un grandissimo punto a suo favore. Aggiungiamo una storia intrigante (se non imperdibile) per ogni affezionato della saga, un sistema di gioco piacevole e mai stancante, un’atmosfera e una realizzazione tecnica stupefacenti ed ecco che abbiamo un titolo da consigliare ad occhi chiusi a qualsiasi possessore di PSP che ami le situazioni pesanti e spaventose.

Ottimo lavoro Konami!

Silent Hill: Origins











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