The Club: la recensione

Bizarre Creations, nota per gli eccellenti titoli di guida della serie Project Gotham Racing, oltre che per il mai troppo lodato Geometry Wars, prova a cambiare genere puntando su uno sparatutto vecchio stile senza però rinunciare ad una notevole contaminazione con le collaudate meccaniche dei suoi bellissimi arcade, mescolando un classico action in terza persona (TPS) alla frenesia dei giochi di guida.

Al controllo di un personaggio scelto tra una selezione di loschi figuri il compito è vincere a suon di combo, schivate e sparatorie improbabili che ricordano uno dei soliti film fracassoni di Hollywood: la magia è riuscita ancora una volta a Bizarre oppure no?

Vediamolo insieme.

QUANTI KUDOS VALE UN BUCO IN FRONTE?

Il pretesto che dà vita al titolo è l’esistenza di un cinico Club che organizza tornei dove i punti si segnano uccidendo nemici. The Secretary, ambiguo organizzatore, è colui che ci introduce al gioco, mentre una voce grottesca presenta di volta in volta lo scenario della prossima tenzone.Il titolo non fa nulla per nascondere, fin dalle opzioni selezionabili, la sua natura ostentatamente arcade: poche regolazioni, modalità di gioco semplici e tanta, tanta azione.

L’idea alla base di The Club è che per scalare le classifiche servono punti, punti e ancora punti e l’unico modo per totalizzarne molti è dar vita a combo realizzate uccidendo i nemici che ci si parano davanti in maniera quanto più rapida, precisa e spettacolare possibile, sfruttando moltiplicatori e timer in grado di aumentare lo score delle eliminazioni: uccidere un avversario facendo una capriola che culmina in un perfetto colpo alla testa frutterà molti più punti che una “semplice” eliminazione con un colpo al petto, ad esempio.

Ricorda qualcosa? Certamente l’intuizione dei Bizarre di andare a sfruttare l’anima stessa di Project Gotham Racing, con i Kudos che aumentano vertiginosamente se concateniamo derapate e manovre folli, è interessante ma forse non troppo adatta ad un TPS.

Il gioco offre diversi scenari per un totale di otto ambientazioni piuttosto diversificate, ma tutte accomunate da una certa decadenza e inospitalità dei locali, resi accuratamente malsani, cupi e poco piacevoli: del resto non siamo lì per giocare, no?

Una volta iniziato il torneo dovremo affrontare la bellezza di sei prove concettualmente differenti tra loro: quella più classica consisterà nell’attraversare una zona totalizzando quanti più punti possibile, un’altra ci impone di affrontare tre “giri” del percorso e l’ultima ci confina in una zona invalicabile (pena una nostra fragorosa deflagrazione causata da esplosivi iniettati in corpo stile Jena Plissken) da difendere dagli assalti sempre più veementi di una moltitudine di nemici.

Come già accennato, il punteggio aumenta in modo considerevole solo giocando con stile, realizzando headshot e non lasciando che il contatore di combo arrivi a zero, colpendo nei – rari- momenti di stanca degli appositi bersagli piazzati nei posti più impensabili.
Per affrontare la sfida abbiamo otto personaggi tra cui scegliere, tutti rigorosamente caratterizzati come nel peggior B-movie: troviamo il ricco annoiato, il drogato di adrenalina, il classico “uomo sbagliato nel posto sbagliato” e l’assassino psicopatico.
A differenziare l’esperienza di gioco contribuisce una discreta caratterizzazione dei personaggi, che vantano abilità peculiari (per quanto prevedibili): meglio il lento e impacciato bestione o l’agilissimo e veloce peso piuma?

UN CLUB MOLTO BIZZARRO

Nel titolo Bizarre ogni cosa riporta la mente ai giochi di qualche anno fa: la trama è poco più che un pretesto per farci svuotare caricatori, la giocabilità è semplice e il tutto si conclude in breve tempo senza una vera “fine”, a patto di non essere follemente innamorati di queste meccaniche un po’ sorpassate. E’ infatti quando si prova il titolo sul campo che le belle idee teoriche fanno un po’ a pugni con la pratica. Purtroppo lo stile di gioco è molto particolare e non funziona sempre bene, sia a causa di telecamere spesso capricciose che di controlli del personaggio a volte troppo legnosi.

Quello che riesce difficile digerire è il modo di affrontare le sparatorie che il gioco richiede: in un’epoca dove Gears of War e molti altri TPS puntano tutto sulla possibilità di riparasi negli scontri a fuoco, The Club marcia in direzione contraria.
Come nel campione di giocabilità di Epic, lo stage si affronta infatti con la visuale alle spalle del personaggio, ma a differenza di altri titoli non è possibile ripararsi dietro improvvisati rifugi, al contrario un modo di avanzare deciso e “sopra le righe” paga molto più che un approccio tattico e ragionato.

Quello che conta è correre, non far scadere i moltiplicatori e raggiungere la fine del livello più in fretta e con il punteggio più alto possibile, badando a non esaurire il tempo a disposizione, che comunque può essere aumentato raccogliendo appositi orologi in giro per il livello. Ecco, il gioco è finito qua, o almeno, lo è per la maggioranza dei giocatori, quelli che non avranno la voglia di perseverare e riprovare decine di volte un percorso nel tentativo di migliorare il proprio punteggio.

Si, avete letto bene, pecorso… perché proprio come in un gioco di guida i percorsi sono indicati da frecce e cartelli, e il punto di uscita dei nemici è rigorosamente fisso e scriptato: ciò basta a far intuire quanto il gioco sia ancorato a vecchi schemi, quasi da sala giochi, e restio a fornire un’esperienza più cinematografica e “avvolgente” come si sforzano di fare i titoli attuali.

Se il tasso di sfida è comunque blando a livelli “umani”, diventa invece molto alto ai livelli più duri, scontrandosi anche con qualche fastidioso ostacolo quale una non sempre perfetta indicazione del percorso da seguire. Il problema è però che gli ambienti (tra cui una bella Venezia) sono comunque troppo uguali e non offrono sufficienti stimoli che spingano il giocatore ad andare avanti per vederne di nuovi.

GRAFICA E SONORO

Tecnicamente il lavoro di Bizarre e Sega è decisamente buono. A stupire non sarà certo una mole poligonale francamente modesta, ma piuttosto una solidità di frame al secondo inappuntabile, delle ottime e dettagliate texture e una cura notevole per gli ambienti. Purtroppo proprio gli ambienti, pur impreziositi da azzeccati giochi di luce e da buoni effetti come un ben dosato blur e convincenti esplosioni, peccano un po’ quanto a caratterizzazione, risultando alla lunga poco interessanti da esplorare, per lo meno alla decima volta come il gioco richiede.

I personaggi vantano buoni dettagli e animazioni solo discrete, mentre spesso i nemici peccano di una realizzazione un po’ troppo da “catena di montaggio”, privi come sono di caratterizzazione e varietà di modelli, tanto da essere poco più che sagome (e questo sono, in effetti).

Note dolenti per il sonoro, che ha il grave difetto di puntare poco sul rumore delle armi , che si riduce ad un mesto scoppiettio ben diverso dal fragore che ci si aspetta da mitragliatori massicci come quelli che vediamo in gioco. Assente la musica, funzionali gli effetti sonori arricchiti da eco e riverberi come richiesto dagli ambienti chiusi.

Il comparto multiplayer del gioco appare come una mera aggiunta, essendo The Club studiato particolarmente per il gioco in singolo: è prevista la possibilità di sfidarsi in arene tutti contro tutti o a squadre, ma la modalità più interessante è l’accesso alle classifiche online.

XBOX 360 VS PS3

I due titoli risultano praticamente sovrapponibili tra le due versioni, rendendo di fatto l’unica discriminante la preferenza di un controller piuttosto che l’altro. Ovviamente la versione per console Microsoft offre i consueti obiettivi, alcuni immediati altri decisamente ostici da sbloccare.

COMMENTO FINALE

The Club può lasciare freddi oppure follemente innamorati, dipende dal vostro concetto di videogioco. Se trovate irresistibile il fascino dei vecchi cabinati da sala giochi e il vostro unico scopo è migliorare i record in continuazione, tanto da porre in secondo piano trama e coinvolgimento emotivo, ecco il gioco giusto.

Se invece amate le storie profonde o comunque in grado di farvi immedesimare nell’azione, e volete entrare in piena sintonia con il protagonista a schermo, allora state alla larga da The Club perchè la delusione sarà cocente.

Questo titolo offre azione semplice ed immediata e lo fa bene, a suo modo, garantendo una grafica piacevole e colorata come da tradizione Sega, pur senza eccellere sotto nessun aspetto tecnico. Merita comunque una prova, ma continuiamo a preferire la Bizarre che ci mette alla guida dei suoi bolidi a ruote fumanti.

The Club







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