Il 2020 dei videogiochi secondo Forbes: Apple e Google prenderanno il posto di Sony e Microsoft

Il 2020 dei videogiochi secondo Forbes: Apple e Google prenderanno il posto di Sony e Microsoft


Il primo decennio del ventunesimo secolo che sta per volgere al termine ha consacrato l’industria videoludica come una delle più prolifiche dell’intero settore terziario e, di riflesso, ha elevato gli sviluppatori a star conosciute in tutto il mondo e i loro titoli a vere e proprie forme d’Arte contemporanea. Sensibile al vorticoso cambiamento in atto nella società industrializzata degli anni ’00, l’autorevole rivista finanziaria americana Forbes ha provato a fare un balzo in avanti nel tempo per capire quali strade potranno prendere nel 2020 i videogiochi e le società legate a doppio filo a questo business multimilionario. Scaldate il flusso canalizzatore della vostra DeLorean, regolate gli stabilizzatori ad antimateria e lasciatevi cullare dalla fantasia, perchè il viaggio che v’attende è ricco di sorprese:

  • Per fruire di contenuti 3D non ci sarà alcun bisogno di occhialini, perchè tutte le TV in vendita saranno provviste di una simile tecnologia
  • Le TV di fascia alta saranno in grado di proiettare “ologrammi interattivi”, in grado cioè di essere manipolati virtualmente con le mani (ma per un utilizzo videoludico su larga scala, probabilmente bisognerà pazientare almeno fino al 2030)
  • Il declino economico di Sony e l’impossibilità di Microsoft di mantenere ancora a lungo la gigantesca struttura di supporto a Windows porterà alla chiusura dei loro progetti videoludici e dei marchi relativi a PlayStation e Xbox

Subito dopo la pausa, la seconda parte delle previsioni di Forbes sul 2020 visto dalla prospettiva videoludica.

  • Con la “dipartita” di Sony e Microsoft, la prima a tentare di prendere il loro posto sarà Apple, ha la solidità economica per farlo e le conoscenze perfette per creare una nuova console (ma per farlo dovrà creare case di sviluppo sussidiarie, magari andando a pescare i programmatori “orfani” di Xbox e PlayStation)
  • Subito dopo Apple sarà il turno di Google, che potrà decidere di dare alla luce una console tutta propria (attuando una politica agressiva sui prezzi e sui tempi di sviluppo come ha fatto Microsoft con Xbox 360) o fare come Electronic Arts e Activision e diventare un mega-sviluppatore third-party con decine di aziende satellite
  • Le saghe storiche come quelle di Mario, Zelda, Halo, Grand Theft Auto e Call of Duty continueranno ad andare forte nel corso del prossimo decennio. Accanto a loro però potrebbero essercene altre addirittura superiori, come stanno cercando di esserlo in questo periodo Mass Effect o Assassin’s Creed
  • I supporti fisici scompariranno del tutto in favore del digital delivery e, forse, aziende come Best Buy o Gamestop cercheranno di sopravvivere vendendo cartucce-hard disk o imponendo al mercato di adottare uno standard unico per controllare le vendite sui singoli account
  • L’avvento del digital delivery e l’aumento della banda disponibile per scaricare eleverà al cubo i servizi di file sharing legale e illegale: da un lato Netflix potrebbe reinventarsi come “OnLive futuro” e vendere pacchetti di videogiochi scaricabili a tempo, dall’altro lato i pirati avrebbero la strada spianata e sarebbero in grado di gestire gran parte dei titoli in uscita (l’unico modo per fermarli sarà quello di criminalizzarli attraverso i media, o comunque cercando di mostrare alle persone che ciò che fanno è sbagliato e potrebbe avere effetti devastanti)
  • Grazie alla maggiore potenza grafica delle console e dei computer, i videogiochi saranno mostruosamente più immersivi di quelli odierni. Proprio per questo, il genere che si avvantaggerà di più di questo salto tecnologico sarà quello degli MMO (massive multiplayer online), favorito sia dalla velocità di connessione che dalla capacità di scaricare patch o espansioni migliorative in pochissimi secondi.
  • Le periferiche sensibili al movimento non prenderanno il posto dei joypad tradizionali: piuttosto, ci sarà una sorta di “commistione” tra le due tipologie di input, sia perchè la gente continuerà a richiedere i “vecchi” controlli del passato, sia perchè ci vorrà ancora del tempo prima della realizzazione di un videogioco olografico in grado di integrare totalmente i movimenti del corpo dell’utente all’universo virtuale
  • Ci sarà una vera e propria rivoluzione culturale “silenziosa”: nel 2020 la stragrande maggioranza degli uomini e delle donne sotto i 60-70 anni avrà i videogiochi tra i ricordi più belli della loro vita, di conseguenza non verrà dato più un accento spregiativo alla parola “videogame” e al tempo speso per “giocare” (verrà coniato un neologismo per definire questa attività e renderla moralmente e culturalmente uguale al gesto di andare al cinema o di leggere un libro)
  • Le console (e i computer futuri) si trasformeranno in veri e propri mediacenter in grado di collegarsi alla Rete, di scaricare film, di sintonizzarsi ai canali televisivi integrando funzioni supplementari (ad esempio la registrazione in remoto o il multitasking): ci saranno ancora le periferiche “classiche” come mouse e tastiera per permettere agli utenti di lavorare da casa, ma per le azioni di tutti i giorni basteranno i gesti (con un principio simile a quello di Kinect, solo infinitamente migliorato e personalizzato per ogni membro della famiglia). Il telecomando sarà un ricordo del passato.

Il lungo articolo a firma Paul Tassi di cui abbiamo voluto offrirvi un’analisi dettagliata (e arricchita da nostre personali considerazioni), si chiude con un appunto che, più che una previsione, sembra essere un sogno, ossia quello di poter vedere rinascere SEGA dall’inferno in cui è sprofondata con la chiusura brusca del progetto Dreamcast.

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