Il futuro di Nintendo secondo Bing Gordon: niente console, solo software venduto su sistemi Apple

Conosciuto nell'ambiente per il suo vecchio ruolo di Chief Creative Officer ricoperto in EA e per la lungimiranza delle sue analisi legate al futuro dell'industria videoludica, Bing Gordon si è concesso ai colleghi di GamesIndustry.biz per spiegare loro il suo punto di vista sulla situazione vissuta da Nintendo e, soprattutto, sulla direzione che intraprenderà nei prossimi anni la casa di Super Mario
Conosciuto nell'ambiente per il suo vecchio ruolo di Chief Creative Officer ricoperto in EA e per la lungimiranza delle sue analisi legate al futuro dell'industria videoludica, Bing Gordon si è concesso ai colleghi di GamesIndustry.biz per spiegare loro il suo punto di vista sulla situazione vissuta da Nintendo e, soprattutto, sulla direzione che intraprenderà nei prossimi anni la casa di Super Mario

Conosciuto nell’ambiente per il suo vecchio ruolo di Chief Creative Officer ricoperto in EA e per la lungimiranza delle sue analisi legate al futuro dell’industria videoludica, Bing Gordon si è concesso ai colleghi di GamesIndustry.biz per spiegare loro il suo punto di vista sulla situazione vissuta da Nintendo e, soprattutto, sulla direzione che intraprenderà nei prossimi anni la casa di Super Mario:

“Alla luce dell’andamento del mercato videoludico portatile di questi anni e della possibilità di acquistare smartphone e tablet multifunzione per poche centinaia di dollari, come nel caso recente del Nexus 7, penso che Nintendo abbia già intrapreso la strada che la porterà prima o poi ad essere solo una software house. Abbiamo visto accadere la stessa cosa con SEGA negli scorsi anni: certo, Nintendo può contare su sviluppatori di talento e su una struttura aziendale decisamente più solida, ma le pressioni esterne sono fortissime e travalicano i confini dell’industria videoludica stessa.

Apple ad esempio non è un attore ‘primario’ del settore dei videogiochi, eppure se osservate come sta andando la guerra tra le console portatili e i device multifunzione capirete che è proprio Apple la diretta concorrente di Nintendo. Finché nel settore ci sarà un genio del calibro di Miyamoto, varrà la pena acquistare sistemi Nintendo perchè i suoi giochi sono immensi e potrebbero essere venduti tranquillamente anche a 200 dollari ciascuno. Ma in prospettiva, i boss di Nintendo dovranno pur chiedersi se ci sarà ancora spazio per loro o se, nel caso, per le prossime generazioni occorrerà trasferire le proprie migliori IP su sistemi diversi: in tal caso, i candidati principali non potranno che essere i futuri device della famiglia iOS di Apple.”

Per Bing Gordon, quindi, l’ipotetica uscita di Nintendo dal mercato dell’hardware dovrebbe coincidere con l’ingresso nell’agone videoludico di una Apple “rinforzata” dalla presenza nella propria ludoteca dei primi titoli della grande N sviluppati per piattaforme non proprie dai tempi di Donkey Kong del 1981.

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