Split Second: Velocity - la recensione

Il settore dei giochi di guida arcade è sempre stato piuttosto prolifico, ma raramente è capitato un caso simile a quello che ha visto coinvolti Blur e Split Second: Velocity. I due giochi in questione, infatti, sono stati annunciati, sono cresciuti e sono usciti in modo parallelo, finendo a scontrarsi brutalmente per dividersi la fetta comune di pubblico a cui sono rivolti.

Là dove Blur, comunque, offre un’esperienza piuttosto tradizionale, con l’unica particolarità rappresentata dal design realistico mischiato alle dinamiche tipiche di WipEout e di Mario Kart, Split Second si dimostra un piccolo gioiello di game design, un’esperienza esplosiva e coinvolgente che merita di essere provata almeno una volta, anche solo per scalfirne la superficie.

Gli sviluppatori già responsabili dell’ottimo Pure, si sono messi a tavolino per studiare una formula di gioco nuova, intrigante e assolutamente piacevole, che oltre a inserire un gran numero di novità nel genere, è affiancata da una realizzazione tecnica di alto livello e da una varietà tale da tenere ore e ore incollati al televisore. Scopriamo insieme i pregi e i difetti di Split Second, ovviamente dopo il salto.

Un reality a prova di bomba

Riuscite a immaginare un reality show trasmesso in TV, dove piloti eccezionali si sfidano a colpi di derapate, tamponamenti e dirompenti esplosioni, solo per la gioia del pubblico e per nutrire gli indici di gradimento? Beh! Questo è proprio quello che offre Split Second, in una serie di “puntate” caratterizzate da sfide e ambientazioni sempre diverse.

Il concetto è molto semplice: si sale in macchina, si accende il motore e si cercano di vincere più eventi possibili per qualificarsi alla puntata televisiva trasmessa su tutto il territorio nazionale. Dopo ogni gara si accumulano crediti, che servono per sbloccare nuove auto sempre più potenti, e per garantirsi l’accesso alle gare successive dell’episodio in corso.

Una volta scesi in pista, tuttavia, ci si rende conto che in Split Second non è solo l’abilità di guida a decidere il piazzamento sul podio, visto che interviene un meccanismo difficile da spiegare, ma estremamente semplice da mettere in pratica.

Le immagini della recensione di Split Second

Accumula, attendi, attiva

Per liberarsi di un concorrente particolarmente molesto (solo temporaneamente, però. Nonostante le esplosioni, c’è comunque un respawn continuo delle auto in pista. D’altra parte non stiamo certo parlando di un gioco realistico!), ci sono due modi: il primo è quello tradizionale, che prevede sportellate e manovre pericolose pensate per far schiantare l’auto avversaria contro un muro.

Il secondo, decisamente più spettacolare, si basa su tre “A”: accumulare, attendere e attivare. Durante le corse, infatti, stando in scia agli avversari, eseguendo derapate o salti spericolati, si riempiono tre indicatori associati alle esplosioni controllate che possono essere attivate a determinate condizioni. Una volta “accumulata” abbastanza energia da riempire uno dei tre slot, basta “attendere” che sopra alle auto che ci precedono appaiano delle icone azzurre, per premere un tasto e “attivare” una delle tante zone esplosive sparse per le piste, causando effetti pirotecnici e devastanti reazioni a catena.

La cosa interessante è che all’interno delle piste possono essere attivati anche eventi particolarmente spettacolari, che però necessitano di un maggior numero di serbatoi di energia da usare contemporaneamente. Gli eventi cambiano da tracciato a tracciato, ma garantiscono sempre effetti coreografici capaci di lasciare a bocca aperta il giocatore.

Pioggia di lamiere

Le continue esplosioni che si scatenano durante le gare di Split Second, non solo influenzano l’andamento delle gare modificando in un lampo le posizioni dei concorrenti, ma cambiano completamente la topografia dei percorsi, aprendo strade alternative o, in alcuni casi, attivando provvisoriamente delle utilissime scorciatoie.

L’effetto incredibile che questi cambiamenti hanno sul percorso è tale da rendere consigliabile, nei tracciati dove è presente questa particolare caratteristica, sfruttare il primo giro di corsa per riempire i tre serbatoi di energia, in modo da poter scatenare l’inferno al momento opportuno, magari facendo cadere un aereo, oppure facendo letteralmente collassare su se stesso un ponte sospeso.

L’uso strategico di questi eventi esplosivi, quindi, è un elemento chiave del gameplay di Split Second, che proprio grazie a questo riesce a staccarsi dalla massa di cloni di WipEout e Mario Kart, acquisendo un’identità molto forte e definita. La prima partita a questo fantastico gioco arcade è sempre folgorante, e non può lasciare indifferenti.


Un’invidiabile varietà

La cosa interessante di Split Second, è che le gare classiche rappresentano solo l’inizio, visto che il gioco offre tutta una serie di modalità studiate dai programmatori per mischiare le carte in tavola e spingere i giocatori a cambiare il modo di affrontare i tracciati.

Al di là delle corse tradizionali, è infatti possibile affrontare gare a eliminazione (dove l’auto che occupa l’ultima posizione viene eliminata allo scadere di un conto alla rovescia segnalato sullo schermo), e perfino intense prove di sopravvivenza, dove l’obiettivo ultimo è quello di sopravvivere agli attacchi di un elicottero da combattimento.

Si, avete letto bene. In alcuni frangenti è necessario evitare la pioggia di missili che un elicottero da guerra indirizza sulla pista, cercando di accumulare il maggior numero possibile di punti grazie anche ai moltiplicatori che si attivano inanellando serie continue di schivate perfette. Andando avanti col gioco, inoltre, è anche possibile usare l’energia accumulata nei serbatoi per rispedire i missili al mittente, in modo da trasformarsi da semplici prede a spietati cacciatori.

Un online per veterani

Split Second, quindi, offre un’esperienza di gioco ricca e divertente, che però esplode letteralmente se affrontata assieme a un amico (in split screen), o nella più classica delle modalità online. Le gare pirotecniche che rendono le partite per un giocatore singolo tanto intriganti, possono essere affrontate anche assieme ad avversari umani, con un netto incremento del divertimento.

L’unico appunto, piuttosto pesante, a dire il vero, va fatto alla scelta dei programmatori di non permettere di impostare una limitazione delle auto da usare, nella sala d’attesa. In questo modo, tutti i giocatori alle prime armi, che magari hanno sbloccato solo le prime vetture del gioco, andando online si trovano a combattere con avversari alla guida delle ultime auto del catalogo, veri e propri mostri a quattro ruote le cui statistiche pesano come macigni sul bilanciamento della corsa.

Tolto questo elemento, però, l’online si rivela eccezionale, al punto da dare alla già considerevole longevità del single player (aiutata anche dalla difficoltà delle ultime gare), una spinta ulteriore, portando il giocatore a rimettere il disco nella console anche dopo lunghi periodi di pausa, giusto per divertirsi un po’ in modo spensierato.


Commento finale

Split Second: Velocity, quindi, è un gioco di corse arcade che ogni amante del genere non dovrebbe farsi sfuggire. La freschezza delle idee alla base dell’intera esperienza è la benvenuta, e dovrebbero esserci più team come quello dei Black Rock Studios, a svecchiare alcuni generi ormai da tempo fossilizzati su standard scolpiti nella pietra. Se cercate un gioco di guida divertente, frenetico, tecnicamente ottimo e pieno di tocchi di classe eccezionali, non lasciatevi sfuggire questa meraviglia. Non ve ne pentirete!

Cosa ci piace

Cosa non ci piace

  • Le idee alla base del gameplay sono fantastiche
  • Modello di guida reattivo e piacevole
  • Ottimo multiplayer offline e online
  • I modelli delle auto non sono su licenza
  • Non ci sono limitazioni nella scelta delle auto online
  • Colonna sonora non sempre incisiva

Le immagini della recensione di Split Second

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