Le Pagelle di Gamesblog: la settimana dal 14 al 20 luglio

Tutto il meglio - e il peggio - della settimana videoludica appena trascorsa
Tutto il meglio - e il peggio - della settimana videoludica appena trascorsa


A dispetto della relativa quiete mediatica che ci si dovrebbe attendere in queste afose giornate estive, gli eventi che hanno segnato la settimana videoludica appena trascorsa ci ricordano che l’industria dell’intrattenimento digitale non va mai in vacanza, prova ne siano i milioni di appassionati di sparatutto che stanno intasando i server della Beta di Destiny e la folla di spettatori del QuakeCon 2014.

Per questo, abbiamo un motivo in più per riprendere il nostro consueto appuntamento del lunedì mattina con le Pagelle di Gamesblog ed iniziare nel migliore dei modi la settimana analizzando assieme a voi alcuni degli eventi, delle dichiarazioni, dei fatti e delle indiscrezioni più importanti che hanno dominato negli ultimi sette giorni le pagine dei siti e dei forum videoludici di tutto il mondo.

Il despota furioso

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Senza esserci ancora ripresi dalla disturbante notizia della causa di intentata contro Take-Two dagli avvocati di Lindsay Lohan per l’appropriazione indebita dell’immagine della loro bizzosa assistita da parte degli sviluppatori di GTA V, la settimana scorsa abbiamo dovuto sopportare gli improperi lanciati contro Activision da quello stinco di santo che risponde al nome di Manuel Noriega.

Ai microfoni della CNN (via LA Times), l’ex dittatore panamense ha manifestato tutto il suo disappunto per il modo con cui gli sviluppatori di Call of Duty: Black Ops II hanno dipinto il suo personaggio come uno spietato omicida, un sequestratore senza scrupoli e un nemico dello Stato.

“Visto che mi hanno sfruttato per guadagnare più soldi, almeno vorrei una parte dei ricavi.”

Alleato degli Stati Uniti e membro della CIA fino alla fine degli anni ’80, nel 1992 Noriega venne processato e condannato a 40 anni di carcere per spaccio di droga e crimini contro l’umanità: i legali dell’ex dittatore hanno presentato formale denuncia in California ma il loro assistito si trova attualmente detenuto in Panama dopo essere stato estradato dalla Francia nel 2011. La pretestuosa causa di risarcimento intentata contro Activision è solo l’ultima delle nefandezze commesse da questo individuo.

Pillole di DOOM

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Come preannunciato, nel corso del QuakeCon 2014 i vertici di Bethesda hanno dato spazio agli sviluppatori di id Software per offrire loro il perfetto palcoscenico mediatico per la presentazione ufficiale del nuovo, attesissimo capitolo della saga horror-sparattutto di DOOM.

Dalla conferenza tenuta a Dallas sono emerse tantissime informazioni ma nemmeno uno straccio di “prova sul campo”: per il vice-presidente di Bethesda Pete Hines, quella della presentazione a porte chiuse è stata una vera e propria “scelta di compromesso” assunta dai vertici della sua compagnia per non alimentare in maniera spasmodica l’hype degli appassionati.

Comprendiamo la necessità di non caricare di pressioni i ragazzi di id Software, ma l’industria dei videogiochi è un motore a reazione alimentato dalle attese dei fan e l’hype, come ben sappiamo, è un combustibile altamente instabile: limitare fittiziamente le notizie sullo sviluppo di DOOM, per questo, potrebbe essere potenzialmente catastrofico per il futuro del progetto.

Il prezzo del progresso

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I milioni di appassionati di action-adventure che hanno acquistato The Last of Us su PlayStation 3 non godranno di alcuno sconto (fatte salve le iniziative estemporanee e autonome delle catene di negozi) per l’acquisto dell’imminente edizione Remastered su PlayStation 4: a darci questa triste conferma sono stati gli stessi vertici di Sony.

Le ragioni di una simile scelta non sono state rivelate, anche se con ogni probabilità bisogna ricondurle alle difficoltà di porting incontrate dai Naughty Dog e, soprattutto, alla presenza nell’edizione Remastered di Left Behind, dei DLC per il multiplayer collegati al Season Pass e di tutte le patch gratuite rilasciate nel corso di questi mesi per limare le spigolature della campagna principale e delle modalità in rete.

Ad aggiungere un importante tassello al puzzle di indiscrezioni e considerazioni relative alla scelta di non ricorrere a un programa di “upgrade”, però, ci ha pensato l’amministratore delegato di Sony Computer Entertainment Andrew House dichiarando ai microfoni di Eurogamer come l’edizione rimasterizzata del capolavoro di Naughty Dog sia stata pensata soprattutto per gli utenti Wii che hanno saltato l’acquisto di PS3 e X360 e che, di conseguenza, non hanno potuto apprezzare il titolo originario.

Tutto ciò non toglie, però, che un piano di “aggiornamento generazionale” dedicato agli acquirenti del titolo originario e del Season Pass avrebbe almeno contribuito a rendere meno “antipatica” la posizione assunta da Sony con il progetto dell’edizione Remastered di The Last of Us. Sarà per la prossima volta.

Scappati con la cassa

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Con i suoi sette milioni di iscritti, il canale YouTube di Yogscast dedicato ai machinima è una delle realtà più affermate del panorama giornalistico-videoludico mondiale: sulle ali dell’entusiasmo per l’annuncio del videogioco a loro dedicato, Yogventures!, nel 2012 gli appassionati di avventure sandbox “alla Minecraft” e i fan di Yogstcast non hanno dubitato delle buone intenzioni degli sviluppatori e sono così accorsi in massa sulle pagine di Kickstarter per finanziare gli studi indipendenti di Winterkewl Games.

A due anni dalla campagna di raccolta fondi avviata da Winterkewl e conclusasi con successo alla straordinaria cifra di 567.665 dollari (il doppio della somma richiesta dagli sviluppatori per assicurare un futuro al titolo), gli autori di questa ambiziosa avventura hanno però deciso di chiudere gli studios e cancellare in maniera definitiva il progetto di Yogventures per lo stress patito e per il rischio che i suoi programmatori “potessero perdere il loro posto lavoro” (???).

I curatori di Yogscast e le loro celebrità della rete, ovviamente, hanno preso immediatamente le distanze dal fattaccio pur avendo contribuito in maniera determinante allo sviluppo del titolo attraverso sessioni di doppiaggio e motion capture: tutto questo mentre gli sviluppatori di Yogventures dichiarano di non avere alcuna intenzione di risarcire i baker di Kickstarter…

via | Kickstarter

Le contraddizioni del freemium

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Nel dicembre dello scorso anno, la Commissione Europea aveva chiesto ai maggiori sviluppatori di applicazioni per smartphone e tablet per sistemi iOS e Android di rivedere in maniera sostanziale la loro politica di acquisti in-app per garantire una maggiore trasparenza sul software pubblicizzato in maniera fuorviante come “gratuito”.

Stando alla Commissione, infatti, le app pubblicizzate come “gratuite” non devono fuorviare i consumatori sui costi da sostenere con il negozio interno per le microtransazioni facoltative, non devono persuadere dall’acquisto di articoli, software o espansioni rivolte a minori, devono poter informare adeguatamente gli utenti sulle condizioni di pagamento degli acquisti e, infine, devono fornre agli utenti i contatti email degli sviluppatori e/o dei gestori del negozio dove è stata comprata l’app in questione.

La prima a rispondere alle richieste della UE è stata Google: il colosso di Mountain View si ripromette di adempiere “entro breve” alle richieste della Commissione e di ottemperare alle disposizioni europee evitando di classificare e pubblicizzare come “gratuiti” i giochi e le applicazioni proposti sul Play Store di Chrome e Android.

Per quanto riguarda Apple, invece, la Commissione ha lamentato l’assenza di impegni certi e di tempistiche per l’adempimento delle richieste europee, ma da Cupertino hanno prontamente risposto di essere all’avanguarda nel controllo parentale e di aver introdotto con iOS 7.1, e ulteriormente perfezionato su iOS 8, il sistema di messaggistica automatica correlato agli avvertimenti per gli acquisti in-app.

via | Melablog

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