Splitfish FragFX Shark: la recensione


Fino a qualche anno fa, gli shooter in prima persona sono storicamente stati appannaggio esclusivo dei PC, per approdare solo nella passata generazione di console anche su questo tipo di sistema. Il risultato è stato il dividersi del popolo dei videogiocatori tra chi crede che il binomio classico mouse-tastiera sia insuperabile per giocare a Call of Duty e affini, e chi invece ha imparato a fare di necessità virtù, adattandosi e apprezzando anche i joypad per questo genere di gioco grazie anche al design dei giochi, sempre più orientato per dare soddisfazione anche su console.

Gli svizzeri Splitfish hanno provato a più riprese a ridurre questo divario, arrivando di recente con FragFX Shark a fornire un prodotto in grado di essere prima di tutto compatibile con tre piattaforme diverse: PC, PS3 e Mac. Ma soprattutto il sistema di controllo promette ai possessori della console Sony un modo per avvicinarsi al tipo di controllo classico del PC, mantenendo i vantaggi della presenza di un pad, o quello che ne resta.

Dopo aver anche noi avuto modo di mettere le nostre mani sullo squalo, andiamo a scoprire se e per chi può realmente valere la pena considerarne l’acquisto.

Il sistema di controllo FragFX Shark si compone di un mouse, già dotato anche di tappetino presente all’interno della confezione, nella quale troviamo anche quello che è stato battezzato come Fragchuck, una sorta di via di mezzo tra un nunchuck e la parte sinistra di un normale pad PS3, dotata cioè di levetta analogica e bottoni posteriori, uno in più rispetto a quello del normale Sixaxis, col quale lo Shark condivide anche la presenza dell’accelerometro.

Il mouse ha, oltre ai classici due bottoni e alla rotellina centrale, anche altri quattro pulsanti collocati sul suo lato sinistro che riproducono quelli del joypad di PS3, con tanto di simboli che ben conosciamo nella loro classica disposizione a rombo. Entrambi i dispositivi funzionano con una normale pila AA, per una durata dichiarata di circa 50 ore di accensione, grazie anche alla presenza di un sistema di bassi consumi nei momenti in cui Fragchuck e mouse non sono utilizzati: pur non essendo arrivati con le prove al totale di ore dichiarato, quelle che ci hanno tenuti impegnati con lo Shark sono state piuttosto considerevoli, anche se per tagliare la testa al toro può sicuramente valere la pena dotarsi di un paio di pile ricaricabili senza doversi più preoccupare del problema.

Nella confezione troviamo anche una chiavetta USB da attaccare alla piattaforma che si intende usare per giocare, con uno switch da usare in keyboard mode nel caso in cui questa sia un PC/Mac o in joypad mode nel caso in cui si tratti di una PS3. Il riconoscimento di Fragchuck e mouse è immediato e per iniziare a sparare senza preoccuparsi di altro non occorre fare praticamente nulla, se non avviare il titolo che si vuole giocare.

Splitfish FragFX Shark: la recensione

Una volta dentro il gioco di turno, uno dei primi fattori che si finisce per valutare è sicuramente il livello di praticità di entrambi i dispositivi: nel caso del Fragchuck non c’è nulla da eccepire, in quanto si dimostra perfettamente impugnabile e versatile al modo di un controller di gioco normale, mentre il mouse porta a evidenziare alcune lacune per quanto riguarda il suo design, in quanto è necessario compiere un certo sforzo per adattarsi all’impugnatura, paradossalmente più comoda per un mancino: peccato però che il Fragchuck sia utilizzabile unicamente con la mano sinistra e che quindi il mouse vada necessariamente usato con la destra, costringendoci talvolta a mantenere delle posizioni innaturali.

Tornando al funzionamento, una volta riconosciute le periferiche e avviata l’applicazione, grazie all’assenza di un tool esterno anche cambiare le impostazioni è cosa di un attimo e non richiede di uscire dal gioco né su PS3 né su PC: basta usare la croce direzionale del Fragchuck per accedere direttamente alle varie sezioni di configurazione, tra le quali la definizione delle macro e la possibilità di rimappare i bottoni, semplicemente selezionando il Button Remapping e premendo in sequenza i tasti che si vogliono invertire, dando poi conferma della modifica.

Tra i vari titoli provati, ovviamente tutti shooter in prima persona, l’impressione è stata generalmente buona sia su PS3 che su PC (non ci è stato possibile provare il dispositivo su Mac), a patto di prolungare un attimo la fase di configurazione andando prima di entrare nel vivo dell’azione a giocare con la rotellina di sensibilità presente sul Fragchuck e con le stesse impostazioni del gioco, da adattare ai propri gusti. Da un punto di vista prettamente “consolaro” è palese come pur di fronte a evidenti progressi fatti dagli shooter in prima persona su console, il FragFX Shark riesca nel proprio intento di fornire un sistema di movimento del tutto simile a quello della classica accoppiata tastiera-mouse su PC, rimappando ovviamente il bottone sinistro del topo per fare fuoco. I 1750 DPI offrono un’adeguata garanzia sulla precisione del mouse, che stando ai produttori fa del tappetino incluso nella confezione già la miglior superficie sulla quale godere delle sue funzionalità.

In conclusione, il FragFX Shark è sicuramente un prodotto da tenere in considerazione, pur avendo evidenziato alcuni suoi limiti che potrebbero far storcere il naso, anche nell’ottica di un prezzo sicuramente da fascia alta: per portarsi a casa il sistema studiato da Splitfish occorre infatti sborsare ben 79,90€, ed è possibile farlo direttamente sul sito dell’importatore Multiplayer.com o attraverso uno dei negozi con esso convenzionati.

Chi è comunque intenzionato a fare questo investimento, tenga presente che si tratta di un sistema di controllo studiato prettamente per gli shooter in prima persona: su PS3 può sicuramente valere la pena compiere un acquisto del genere per godere di un sistema di controllo che si avvicini quanto più possibile a quello PC, a patto ovviamente di avere dove si trova la console un adeguato appoggio per mouse e tappeto. Discorso diverso per PC e Mac, dove lo Shark non aggiunge granché al sistema di gioco già presente, soffrendo anzi in maniera piuttosto netta il confronto del suo mouse con altri modelli anch’essi dedicati al gioco e ai videogiocatori.

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