The Witcher 2: Enhanced Edition - la recensione

The Witcher 2: Enhanced Edition - l'ultima avventura di Gerald di Rivia recensita per voi da Gamesblog.it
The Witcher 2: Enhanced Edition - la recensione
The Witcher 2: Enhanced Edition - l'ultima avventura di Gerald di Rivia recensita per voi da Gamesblog.it

Dopo aver estasiato milioni di appassionati su PC con una trama straordinariamente matura accompagnata da una profonda struttura di gioco e da un sistema di combattimento al cardiopalma, l’eroe dai capelli argenei di The Witcher 2: Assassins of Kings approda su Xbox 360 con il corposo aggiornamento dell’edizione Enhanced.

L’importante passaggio su console delle avventure di Geralt di Rivia, idealmente unito al recente annuncio della riproposizione su PC di Dark Souls ad opera di From Software, potrebbe costituire un punto di svolta per tutto il genere dei giochi di ruolo occidentali, rappresentando al contempo uno degli esperimenti più audaci compiuti da diversi anni a questa parte da chi, come il piccolo ma affiatato team di sviluppatori polacchi di CD Projekt, preferisce andare controcorrente per di rimarcare la propria estraneità alla logica distruttiva dei DLC a pagamento.

A integrazione della recensione di Assassins of Kings propostavi undici mesi or sono, quindi, quest’oggi cercheremo di analizzare gli aspetti inediti della trama e delle meccaniche di gioco dell’edizione Enhanced, comprese le peculiarità specifiche (tecniche e “ludiche”) della versione X360.

A CACCIA DEL REGICIDA

Prima di addentrarci nell’analisi spicciola dei singoli elementi che, nel loro meraviglioso e caleidoscopico insieme, compongono l’Enhanced Edition di Assassins of Kings, conviene soffermarci sugli aspetti narrativi di un’opera complessa giunta solo ora sulla console Microsoft dopo più di cinque anni dal primo, storico capitolo dell’epopea videoludica del Witcher, rimasta un’esclusiva PC nonostante un tentativo successivo di porting su PS3 e X360 conclusosi in malo modo per le difficoltà incontrate in corso d’opera dai programmatori.

Ispirata ai racconti e ai libri fantasy dello scrittore polacco Andrzej Sapkowski, la saga di The Witcher differisce dagli altri giochi di ruolo occidentali per l’importanza rivestita nella trama dal protagonista: Geralt di Rivia, infatti, diversamente dai classici “eroi senza nome” delle serie concorrenti mantiene una caratterizzazione fisica, caratteriale e squisitamente “ludica” immutabile per tutto il prosieguo dell’avventura. La granitica solidità del guerriero principale è però solo uno dei pochissimi aspetti del titolo che non può essere modificato dall’utente: i dialoghi con i tanti personaggi secondari plasmano gli eventi della trama orientandola con un ricco sistema a scelta multipla ramificato su più livelli emotivi e morali.

Figlio di una morente gilda di cacciatori di mostri, Geralt di Rivia è il prodotto di un mondo crudele e ricco di sfaccettature, è il paladino solitario di un’oscura dimensione fantasy/medievale in cui le luci brillanti del bene si tuffano negli abissi del male per rifrangersi in un infinito dedalo di chiaroscuri: i molteplici livelli interpretativi del percorso intrapreso nei suoi panni per scoprire chi muove la mano del misterioso assassino dei sovrani dei Reami Settentrionali che dà il titolo all’avventura, di conseguenza, regala allo spettatore le forti emozioni di un film interattivo e restituisce l’immagine di un capolavoro in cui tutto, dagli sboccati canti di guerra che scandiscono l’avanzata delle truppe sul campo di battaglia alle frasi di scherno bisbigliate dai popolani al nostro passaggio, riesce a trovare una sua collocazione.

The Witcher 2: Enhanced Edition - galleria immagini

LE AGGIUNTE DELL’EDIZIONE ENHANCED

Integrate nella versione console, le aggiunte, le migliorie e le ottimizzazioni dell’Enhanced Edition danno alla versione PC di The Witcher 2 un respiro più ampio e limano le spigolosità della prim’ora con delle corpose iniezioni di contenuti gratuiti che danno il senso della bontà del lavoro svolto dagli sviluppatori di CD Projekt per venire incontro alle esigenze dei fan di lungo corso. Su richiesta degli appassionati, ad esempio, è stato completamente rivisto il valore di taluni nemici in relazione al momento della storia e del livello personaggio: così facendo, si è potuto introdurre un livello di difficoltà supplementare che accentua il tenore action delle meccaniche di combattimento e soddisfa il “sadismo” dei giocatori più navigati.

Oltre alle cento e passa revisioni al codice del titolo “liscio”, l’Enhanced Edition di The Witcher 2 somma alla struttura delle missioni dell’avventura originaria un “bonus” di compiti secondari per un minimo di quattro ore di gioco supplementari. Le problematiche ravvisate dagli acquirenti della prim’ora di Assassins of Kings, legate tanto alla “corpuscolarità” di una trama quanto alla relativa scarsità di elementi strategici nel gameplay, sono state risolte (o meglio, “aggirate”) dall’introduzione di sequenze in cinematica riassuntive e dall’aggiunta di ulteriori potenziamenti sbloccabili avanzando di livello (su tutti, il segno Heliotrope e l’abilità Berserker, entrambi correlati all’uso dell’adrenalina).

Nell’ottica del porting e dell’avvicinamento a un’utenza meno avvezza ai giochi di ruolo occidentali troviamo poi il Tutorial corredato di una breve ma simpatica sottotrama che ci introduce alla modalità Arena, completamente staccata dalla campagna principale e sviluppata come “passatempo accessorio” per studiare il complesso sistema di combattimento del titolo e i possibili potenziamenti da sbloccare nell’avventura “maggiore”.

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LE CARATTERISTICHE DEL PORTING SU CONSOLE

Le critiche avanzate da chi, undici mesi fa, ha guardato con scetticismo all’eccessiva “consolizzazione” delle meccaniche di gioco di Assassins of Kings trovano nella versione Xbox 360 di The Witcher 2 la risposta più esauriente: a prescindere dalle ottimizzazioni dell’Enhanced Edition e dalla natura del gameplay originario, Geralt di Rivia riesce ad accasarsi senza sforzo sulla console Microsoft grazie a una straordinaria omogeneità tra i comandi mouse-tastiera della versione PC e quelli tramite joypad del “porting verdecrociato”.

Il fluido menù di selezione rapida legato alla pressione ingame del pulsante dorsale sinistro, ad esempio, sopperisce magnificamente alla necessità di mettere in pausa il gioco. Anche nel bel mezzo di un combattimento, bastano infatti pochi istanti per accedere ai segni (cinque “magie” offensive e difensive con effetto ad area o ad obiettivo), alle tasche (cinque slot personalizzabili per le bombe, i pugnali da lancio e le trappole), alle spade (una d’acciaio per i nemici umani, l’altra d’argento per i mostri e gli “spiriti maligni”) e alla meditazione (un processo utile per creare e bere degli infusi con gli ingredienti raccolti, ma anche per riposare e saltare istantaneamente da un’ora all’altra della giornata).

Il peculiare sistema di combattimento basato sull’uso della spada, inoltre, ha nel joypad di Xbox 360 il suo strumento più efficace: in maniera analoga all’eroe di Dark Souls, infatti, Geralt di Rivia può affrontare i suoi avversari eseguendo scivolate, stoccate, contrattacchi rapidi, mosse finali, spazzate e parate con la pressione di soli tre tasti (il primo per gli attacchi rapidi, il secondo per i potenti e l’ultimo per i movimenti elusivi). Il ritmo frenetico degli scontri all’arma bianca del witcher guadagnano in complessità strategica se consideriamo l’utilizzo complementare dei segni, delle bombe, delle lame da lancio e delle trappole, oltre che degli unguenti per le spade, delle rune, dei potenziamenti per le armature, del trofeo conquistabile uccidendo i nemici maggiori e via discorrendo.

Nel mare di elementi positivi dell’Enhanced Edition e delle peculiarità specifiche della versione X360 di Assassins of Kings, però, non possiamo nè vogliamo esimerci dal sottolineare quanto poco sia stato fatto dai CD Projekt per risolvere le problematiche relative alla gestione dell’inventario: la scarsa “navigabilità” del menù di pausa, infatti, rende estremamente caotica l’indicizzazione degli oggetti nelle sottocategorie di cui si compone l’inventario che, per necessità dovute all’accumulo di risorse nelle fasi esplorative, deve essere aperto più e più volte nel corso dell’avventura sia per commerciare con i bottegai locali che per “liberarsi dalle cianfrusaglie” che limitano i movimenti di Geralt quando quest’ultimo ha la sfortuna (purtroppo frequente) di raggiungere e superare il limite massimo del carico trasportabile.

È però l’incongruente e deficitario sistema di visualizzazione degli obiettivi sulla mappa dinamica e su quella consultabile nel menù di pausa, però, a guadagnare la palma del problema più “pruriginoso” delle meccaniche di gioco di The Witcher 2: l’assenza di punti di riferimento che indichino al nostro eroe la via da intraprendere per portare a termine le missioni principali e gli obiettivi secondari, comunque, “obbliga” in qualche modo il giocatore a prestare attenzione ad ogni singola riga di dialogo e a tenere traccia di ogni luogo visitato per mettere insieme le informazioni necessarie alla “scoperta” finale del luogo esatto da raggiungere. Le sviste dei CD Projekt nella gestione della mappa e degli obiettivi, al netto della frustrazione provocata provocati dall’assenza di un qualsivoglia punto d’orientamento, danno però il senso del tenore “maturo” dell’opera e servono paradossalmente ad accentuare l’immedesimazione dell’utente.

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GRAFICA E SONORO SU XBOX 360

Sotto il profilo puramente tecnico, la versione Xbox 360 di The Witcher 2 costituisce uno dei porting da PC più curati che si siano visti negli ultimi anni. La gestione magistrale delle luci dinamiche negli ambienti al chiuso e negli spazi aperti assoggettati al ciclo giorno/notte, il lavoro certosino svolto dai programmatori di CD Projekt per trovare il giusto compromesso tra il realismo delle scene immortalate a schermo e il tratto fiabesco a tinte dark della palette cromatica, la ricchezza di dettagli delle location naturali e dei villaggi, il taglio cinematografico degli intermezzi filmati e la forza espressiva dei personaggi secondari fanno di Assassins of Kings un gioiello d’arte digitale di rara bellezza.

Il paragone diretto con la versione PC, naturalmente, mette in luce delle sbavature più o meno evidenti nelle animazioni, nella risoluzione delle texture e nella gestione degli effetti particellari dell’edizione verdecrociata, ma considerando il titanico sforzo profuso dagli sviluppatori polacchi per portare su console un titolo considerato tra i più esosi di richieste hardware di questa generazione, sarebbe stato profondamente ingiusto chiedere ai CD Projekt più di quanto hanno fatto. A prescindere da qualsiasi “attenuante” dovuta al porting, ci sono però un paio di note, nella sinfonia grafica di The Witcher 2 su Xbox 360, che stonano con tutto il resto e sono quelle costuite dalla sfibrante gestione dei caricamenti e dall’illogico sistema di autosalvataggio, due aspetti sfuggiti in maniera piuttosto superficiale, e quindi colpevole, alla lente d’ingrandimento di chi si è dovuto occupare dei miglioramenti e delle ottimizzazioni da apportare al titolo liscio con l’Enhanced Edition. E poi, perchè si è deciso di accantonare l’idea delle carte collezionabili con le donnine nude del primo episodio 😀 ?

A conclusione del paragrafo non possiamo non occuparci della splendida colonna sonora di Assassins of Kings, composta da una ventina di tracce strumentali che accompagnano l’azione di gioco, i dialoghi e le scene d’intermezzo assecondandone il ritmo narrativo, anche se, tolto l’ottimo main theme d’apertura, mancano dei brani in grado di rimanere impressi nella memoria degli appassionati come la splendida “Believe” che concluse nel 2007 il primo capitolo della saga videoludica di Geralt di Rivia. Dello stesso tenore sono i giudizi alterni sul doppiaggio in inglese (ma con sottotitoli in italiano), riuscito con determinati personaggi secondari e appena passabile in altri frangenti, specie, ci duole ammetterlo, nella differente inflessione del doppiatore del witcher nei dialoghi a bassa e ad alta voce.

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COMMENTO FINALE

Gli undici mesi intercorsi dall’uscita su PC danno a questo “nuovo” Assassins of Kings il respiro di un kolossal videoludico giunto a completa maturazione: le aggiunte gratuite dell’Enhanced Edition, il lavoro magistrale di conversione su console compiuto dai CD Projekt e la ricchezza di contenuti del titolo originario fanno di The Witcher 2 un capolavoro a tutto tondo che, oggi come allora, merita di essere giocato e rigiocato fino allo sfinimento.

Il delicato processo di sviluppo portato avanti dagli autori polacchi e l’amore per i propri fan dimostrato con l’introduzione senza alcun sovrapprezzo dei DLC e delle migliorie dell’edizione Enhanced ci restituiscono l’immagine di un prodotto ricco, multiforme, complesso e “sincero” come pochi. L’egregio e per nulla scontato risultato del porting su Xbox 360 fa il resto e aumenta ulteriormente il rispetto nutrito verso chi, come i CD Projekt, sa trasmettere ai propri fan la geniuna e incrollabile passione degli sviluppatori più onesti.

Cosa ci piace
Cosa non ci piace
  • L’ottimo porting su X360
  • La gratuità su PC delle aggiunte dell’Enhanced Edition
  • Superate molte delle criticità originarie della trama e del gameplay
  • Caricamenti sfibranti e salvataggi poco frequenti
  • Manca il doppiaggio in italiano
  • Gli obiettivi “fantasma” della mappa e l’assenza di punti d’orientamento

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