Assassin's Creed Unity: la recensione

Ecco cosa ne pensiamo del primo capitolo esclusivamente next-gen della saga action di Ubisoft
Ecco cosa ne pensiamo del primo capitolo esclusivamente next-gen della saga action di Ubisoft

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Di tutte le serie che si sono avvicendate nella scorsa generazione, l’epopea action di Assassin’s Creed può essere certamente annoverata tra le esperienze videoludiche più rappresentative, amate e, di conseguenza, inflazionate (per non dire “sfruttate”) degli ultimi anni.

La storia infinita della guerra tra la Confraternita degli Assassini e l’Ordine dei Templari ha calamitato le attenzioni di milioni di appassionati, le tecniche di mimetizzazione nella folla insegnateci da Altair hanno rivoluzionato il genere degli action-adventure a mondo aperto e la libertà anarchica di Ezio Auditore e Connor Kenway ha permesso agli autori alternatisi nello sviluppo della serie di irrobustire la trama e la giocabilità innestandovi elementi presi di peso dagli strategici in tempo reale, dalle avventure stealth, dai manageriali e dai titoli rivolti al multiplayer.

Con l’abbandono delle console della scorsa generazione e il conseguente approdo su PC, PlayStation 4 e Xbox One, i ragazzi di Ubisoft Montreal provano così ad evolvere la saga attraverso un progetto ambizioso e, a loro dire, innovativo come Assassin’s Creed Unity. Il risultato finale del loro lavoro è un titolo mostruosamente ricco di contenuti, longevo e divertente, ma altrettanto avaro di novità effettive e di elementi narrativi capaci di rimanere impressi nella mente di chi si trova dall’altra parte dello schermo, così come potrete scoprire leggendo la nostra recensione di Assassin’s Creed Unity dopo aver dato uno sguardo alla scheda voto riassuntiva.

COSA CI PIACE

Bello da soli, splendido in co-op

Le 12 sequenze in cui è suddivisa la storia, nonostante qualche sbavatura riscontrabile nel canovaccio narrativo, offrono un’esperienza di gioco soddisfacente e si lasciano apprezzare per la grande libertà di scelta nell’approccio da adottare, nel percorso da seguire e nelle decisioni da assumere per riscrivere le pagine mancanti della storia narrata tramite il difettoso sistema Helix utilizzato per ricreare la tumultuosa Parigi di fine ‘700.

Senza nulla togliere alle missioni della campagna principale, è però nella componente online che Unity trova la sua vera dimensione. Immerse nel medesimo contesto di gioco delle missioni a mondo aperto e delle attività secondarie troviamo infatti le Sfide da affrontare in sessioni cooperative da due a quattro giocatori: in queste sfide con obiettivi generati sul momento dal sistema che sceglie il luogo di ritrovo, gli obiettivi intermedi, il numero di nemici e l’entità del tesoro da rubare, gli emuli di Arno si ritrovano immersi in una sorta di campagna parallela volta all’acquisizione di denaro e oggetti preziosi da utilizzare successivamente in potenziamenti, armi ed elementi per la personalizzazione estetica del proprio alter-ego.

A dare ulteriore importanza alla cooperativa ci pensa poi il modulo che permette agli utenti di intraprendere delle libere sessioni di esplorazione per le vie (e i tetti) della capitale francese, un perfetto stratagemma ludico escogitato dagli sviluppatori per spezzare la monotona progressione delle missioni in singolo e dare un senso più compiuto alla ricerca degli innumerevoli collezionabili sparsi per la mappa.

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Attività sandbox molto varie

Le missioni free-roaming che si dipanano lungo il binario che corre parallelamente ai capitoli della campagna principale di Unity e ai furti cooperativi sono l’elemento fondante dell’esperienza di gioco, nonché uno degli aspetti più convincenti e, a loro modo, originali dell’intera produzione.

Nei 7 distretti in cui è suddivisa la città – ciascuno dei quali con una propria identità e decine di attività da svolgere – le missioni secondarie proposteci da Ubisoft Montreal sono la rappresentazione plastica del lavoro svolto dagli sviluppatori canadesi per accompagnare l’engine grafico di nuova concezione a una serie di modalità che ne esaltano il valore complessivo. Nella tumultuosa città virtuale che fa da sfondo alle vicende videoludiche di Unity, l’impavido Arno può cimentarsi nelle indagini degli Omicidi Misteriosi e nelle sfide delle Storie di Parigi, una modalità che svecchia il concept originario del sistema dei Contratti per far spazio a missioni dalla narrativa decisamente più complessa, con obiettivi a scelta multipla e una più ampia liberta nella scelta dell’approccio da adottare.

A queste bisogna poi aggiungere le sfide cooperative di Caccia al Tesoro, gli Enigmi di Nostradamus (legati alla ricerca di antichi glifi di potere visualizzabili attraverso l’Occhio dell’Aquila), le “attività di ristrutturazione” del Caffè Theatre (una delle maggiori basi segrete parigine della Confraternita degli Assassini) e le missioni “futuristiche” correlate alle fratture temporali dell’Helix.

Le 13 ore necessarie per portare a compimento la campagna principale, di conseguenza, sono solo una frazione del tempo da impiegare per scoprire ogni singolo segreto di Parigi e completare tutte le tipologie di missioni e di sfide che compongono l’offerta free roaming di Unity.

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Grafica autenticamente next-gen

La coraggiosa decisione assunta da Ubisoft di percludersi i guadagni derivanti dall’ancora vasto bacino di utenza delle console last-gen, correndo oltretutto il rischio di andare in perdita con il progetto parallelo di Rogue, è la riprova della bontà assoluta del comparto grafico di Assassin’s Creed Unity.

La sconfinata città plasmata dai designer di Ubisoft Montreal è un vero e proprio prodigio della tecnica, una metropoli popolata da centinaia di abitanti che agiscono in maniera indipendente dalla massa e concorrono a creare una folla pulsante di vita ed estremamente realistica. Grazie anche a un sistema di illuminazione dinamica semplicemente impeccabile, i palazzi e i monumenti della Parigi rivoluzionaria di Unity (sia negli interni che negli esterni) rasentano il fotorealismo, mentre tutto viene immerso in un “arredo urbano” così ricco di dettagli da riempire la scena fino a farla esplodere in una sorta di realtà virtuale osservabile dalla finestra di un monitor che stenta a contenere tanta bellezza. Un’impressione, quest’ultima, avvalorata dai non rari bug, glitch e cali di framerate riscontrabili nel corso delle sessioni di gioco graficamente più “stressanti”: degli errori di progettazione, questi ultimi, che però non inficiano sulla qualità generale di un progetto esteticamente imponente e capace di regalare attimi di sano stupore.

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COSA NON CI PIACE

Bug, glitch e cali di framerate

Seppur spettacolare nel suo insieme, il comparto grafico di Assassin’s Creed Unity viene macchiato da frequenti bug, cali di framerate ed errori di progettazione che, seppur marginali e del tutto trascurabili, balzano immediatamente agli occhi proprio in ragione della straordinaria bontà artistica ed estetica delle scene proposteci a schermo dai ragazzi di Ubisoft Montreal.

Tra corpi di donzelle che si sciolgono come neve al sole, volti che scompaiono lasciando intravedere bulbi oculari e dentature impazzite e animazioni che partono in maniera randomica durante le fasi di scalata e di corsa sui tetti, i bug di Unity regalano attimi di pura ilarità che sganciano la trama del gioco dalla seriosità della Rivoluzione Francese trasportandola di peso in uno sketch dei Monty Python. Solo il tempo, e una massiccia dose di patch correttive e di update, ci dirà se tutto questo potrà essere risolto come un semplice difetto di gioventù o se, al contrario, toccherà convivere con questi pacchiani difetti di programmazione sino all’avvento del prossimo capitolo.

[img src=”https://media.gamesblog.it/8/821/Assassins-Creed-Unity-glitch-volti.jpg” alt=”Assassin's Creed Unity glitch volti” height=”350″ title=”Assassin's Creed Unity glitch volti” class=”alignleft size-full wp-image-235448″]

IA dei nemici poco reattiva

Più dei glitch e dei cali di framerate, sono le incongruenze e gli errori di progettazione riscontrabili nell’intelligenza artificiale dei nemici il vero tallone d’Achille del comparto tecnico di Unity. I Templari che muovono i fili delle marionette digitali dei soldati di Sua Maestà, infatti, non offrono un tasso di sfida congruo alla ricchezza di scelte da compiere nelle missioni della campagna principale, nelle attività secondarie e nelle sessioni cooperative. Lontano dagli scontri diretti, dove finalmente dimostrano di saper attaccare in gruppo senza aspettare inutili “turni fantasma” come in passato, gli avversari di Arno non reagiscono alle folle urlanti, non sanno individuare il nostro alter-ego se posto ad un livello diverso da quello del loro “sguardo orizzontale”, pattugliano le aree a loro indicate con la ripetitività di un orologio atomico e stentano a elaborare delle semplici strategie di difesa volte, ad esempio, allo schivare le letali bombe fumogene lanciategli contro da Arno.

Anche per questo, i difetti dell’intelligenza artificiale dei nemici non fanno che riverberarsi sulle novità introdotte dagli sviluppatori di Ubisoft Montreal nel sistema di movimento e combattimento dell’eroe e dei suoi emuli dei furti cooperativi: gli errori commessi nell’esecuzione del nuovo pattern di mosse da compiere per entrare in un locale al chiuso da una finestra posta sulla facciata scalabile di un palazzo e il pulsante da utilizzare per saltare velocemente gli ostacoli incontrati nei frangenti di “corsa elusiva” deprimo le sessioni stealth causando la prematura e ingiusta conclusione di una missione di infiltrazione silenziosa altrimenti impeccabile.

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Trama poco “rivoluzionaria”

I tumulti che infiammano le piazze della metropoli francese scorrono sullo sfondo lunga tutta l’avventura e lì vi rimangono, purtroppo: le vicende che si dipanano nelle missioni dei sottocapitoli in cui sono suddivise le 12 sequenze temporali dell’Helix, infatti, si alimentano quasi esclusivamente delle azioni compiute da Arno e non aprono sufficienti spiragli narrativi sugli eventi storici che hanno caratterizzato gli anni della Rivoluzione Francese e i protagonisti più rappresentativi dell’epoca.

Personaggi carismatici come Napoleone, Robespierre e il Marchese de Sade che si alternano nel corso della trama ci vengono proposti in modo superficiale e strumentale, rimanendo sottotraccia per tutta la durata dell’avventura singleplayer senza arricchirla di contenuti narrativi meritevoli di essere ricordati.

L’unico collante che tiene insieme la storia con le attività da svolgere nei panni di Arno Dorian è rappresentato dalle schede di approfondimento che è possibile sbloccare progredendo nel singleplayer, nelle diverse modalità che compongono l’offerta free roaming e, ovviamente, nell’esplorazione libera dei quartieri e dei monumenti più iconici della Parigi del tempo. Schede che, comunque, propongono uno spunto didattico fine a se stesso che nulla ha a che vedere con le vicende della campagna principale e le peripezie del protagonista.

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CONSIDERAZIONI FINALI

Con la sua mole spropositata di missioni da svolgere, di luoghi da esplorare, di armi da evolvere e di sfide da compiere in compagnia dei propri amici in rete, Assassin’s Creed Unity dimostra di essere un titolo straordinariamente ricco di contenuti ma incapace, sin dai primissimi istanti dell’avventura, di brillare di luce propria uscendo dall’ombra lunga proiettata dai capitoli precedenti di questa serie giunta oramai alla sua settima iterazione maggiore (senza considerare l’ultimo episodio “templare-centrico” di Rogue).

I bug, i glitch e i frequenti cali di framerate che macchiano un comparto grafico altrimenti esemplare sono la perfetta metafora di un progetto mastodontico che si limita ad evolvere l’impianto di gioco e narrativo preesistente senza prodursi in quello “strappo generazionale” atteso, oramai, dalla maggior parte dei cultori della saga.

Assassin’s Creed Unity è una naturale estensione della serie, più che un capitolo di rottura degno di definirsi autenticamente next-gen, un titolo che guarda al passato per trarre da esso le energie creative profuse dai ragazzi di Ubisoft Montreal per rinfrescare formule e meccaniche già sperimentate. Grazie a una generosa iniezione di varietà nelle missioni da affrontare sia in singolo che in rete, a una longevità spaventosa garantita dalle attività secondarie e alla bellezza estraniante di una Parigi rivoluzionaria che rasenta l’eccellenza tecnica e artistica, comunque, la mancanza di originalità passa in secondo piano per lasciar spazio alla convinzione che sì, anche stavolta la sfida lanciataci da Ubisoft merita di essere raccolta.

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